
Piazzamento lo scorso campionato: 17°
Chi ha in più: Lorenzo Colombo (Milan), Mattia Viti (Nizza), Sebastiano Esposito (Inter), Devis Vásquez (Milan), Federico Brancolini (Lecce), Federico Brancolini (Lecce).
Chi ha in meno: Elia Caprile (Napoli, fine prestito), Sebastiano Luperto (Cagliari), Nicolò Cambiaghi (Bologna), Etrit Berisha (svincolato), M’baye Niang (svincolato), Mattia Destro (svincolato), Lorenzo Tonelli (ritirato), Bartosz Bereszynski (Sampdoria, fine prestito), Razvan Marin (Cagliari, fine prestito), Simone Bastoni (Cesena), Viktor Kovalenko (Atalanta, fine prestito), Matteo Cancellieri (Lazio, fine prestito), Alberto Cerri (Como, fine prestito).
Una statistica interessante dalla scorsa stagione: Secondo StatsBomb, l’Empoli è stato ultimo per deep progressions, ovvero i dribbling, i passaggi e le conduzioni nell’ultimo terzo di campo (31,39 per 90 minuti): un indice della poca qualità offensiva a disposizione dei toscani lo scorso anno.
Probabile formazione: (3-4-2-1) Vásquez; Ismajili, Walukiewicz, Viti; Gyasi, Maleh, Henderson, Pezzella; Zurkowski, Colombo, Esposito.
La lotta salvezza della scosta stagione è stata ricca di pathos fino all’ultimo e l’Empoli, per una volta, è riuscito a trovarsi dalla parte giusta della storia. Nelle battaglie punto a punto per la permanenza i toscani erano stati a dir poco sfortunati in epoca recente. Nel 2017 con una serie interminabile di sconfitte avevano spalancato la strada alla rimonta del Crotone. Nel 2019, invece, erano andati ad un salvataggio a porta vuota di Danilo D’Ambrosio dal salvarsi.
Il karma, quindi, ha ripagato l’Empoli per le sofferenze del passato. Il protagonista assoluto dell’ultima salvezza è stato Davide Nicola, capace come al solito di mettere mani dove per chiunque altro sarebbe stato impossibile fare qualcosa. Chiuso il campionato, però, Nicola ha deciso di fare le valigie, nonostante Empoli gli offrisse la possibilità di programmare sin dall’inizio la stagione 2024/25: «Se lui ha preferito altri lidi vuol dire che non ci ha visto come la miglior opzione per la sua carriera», ha dichiarato il presidente Corsi.
Per sostituire Nicola, l’Empoli ha puntato su Roberto D’Aversa, che arriva in azzurro in una fase interlocutoria della sua carriera. D’Aversa qualche anno fa era uno degli allenatori più interessanti del campionato, il suo Parma era una squadra scomoda da affrontare per chiunque, che in cinque passaggi poteva passare dalla propria area a segnare un gol. Poi, però, la carriera del tecnico abruzzese non ha preso la piega che si attendeva, a partire dalla decisione di sposare sposare un progetto che era in un vicolo cieco alla Sampdoria. A Lecce, però, c’erano le condizioni per disputare un buon campionato; l’inizio era stato promettente, ma poi la squadra salentina aveva dimenticato come fare punti e così l’esperienza di D’Aversa aveva raggiunto la sua fine con l’episodio della testata a Thomas Henry del Verona.
Un gesto deprecabile, per il quale però D’Aversa ha chiesto ampiamente scusa e di cui continua a dire di essere pentito appena può, anche nella conferenza stampa di presentazione all’Empoli. La prima uscita ai microfoni del nuovo tecnico, accanto al presidente Corsi, è stata ricca di spunti per capire che direzione potrebbe prendere la stagione dei toscani.
Corsi, a parole, ha fatto capire che il 2024/25 potrebbe non essere troppo diverso dalla stagione precedente, con un Empoli che quindi sarà chiamato a battagliare fino all’ultimo secondo. «Salvarsi quest’anno mi sembra molto dura, ci proveremo», ha dichiarato, lasciando intendere che il livello delle squadre che arrivano dalla Serie B quest’anno è più alto rispetto a quello della scorsa annata.
D’Aversa, invece, ha parlato delle sue idee di calcio. Non si è sbottonato, ma ha fatto capire quale solco intende seguire. «Abbiamo due possibilità, ovvero un 4-3-3 e un 3-4-3. Poi tutto dipende dall’interpretazione, perché il 3-5-2 se il vertice è alto può diventare un 3-4-1-2. I numeri sono poco importanti, quello che conta è l’interpretazione».
La scelta di D’Aversa conferma come negli ultimi anni l’Empoli abbia abbandonato il ruolo di squadra che prova a raggiungere la salvezza mettendo al centro del progetto la fase di possesso. Zanetti, Nicola e anche il nuovo allenatore, costruiscono le proprie squadre a partire dall’atteggiamento senza palla. Il modo di attaccare viene di conseguenza.
L’identità di D’Aversa è chiara, ma a una settimana dall’inizio del campionato sono tanti i dubbi sul progetto tecnico.
Le cessioni, con il mercato estivo, sono state pesanti. Si può dire che gli azzurri abbiano perso la loro spina dorsale, ciò che gli ha permesso di essere competitivi durante lo scorso girone di ritorno.
In porta Caprile è tornato a Napoli e al suo posto è arrivato il colombiano Devis Vásquez, il cui acquisto avvolto nel mistero aveva disseminato ilarità tra i tifosi del Milan lo scorso anno. In Coppa Italia, contro il Catanzaro, Vásquez ha insistito nel gioco coi piedi, dove ha commesso qualche sbavatura, ed è parso insicuro nelle uscite. D’Aversa ha bisogno che portiere e difensori commettano meno errori possibile, l’affidabilità per lui viene al primo posto, altrimenti le fondamenta del suo gioco si sgretolano: Vásquez, da questo punto di vista, è tutto da testare.
In difesa, quel sei in pagella che cammina di nome Bartosz Bartoszynski è tornato alla Samp per fine prestito. È partito anche il capitano, Sebastiano Luperto, rimpiazzato da Mattia Viti, tornato per rinverdire la tradizione di centrali empolesi specialisti della difesa a zona che partono per poi rientrare al Castellani: era successo già con Federico Barba e Lorenzo Tonelli.
A centrocampo non ci sarà più la corsa di Razvan Marin, rientrato al Cagliari per fine prestito, ma soprattutto l’attacco non potrà più contare sul totem M’Baye Niang. Il senegalese garantiva verticalità e giocate fuori dagli schemi, la salvezza sarebbe stata impossibile senza di lui.
Per l’Empoli Niang era l’uomo su cui riporre le speranze quando tutto sembrava compromesso, sostituirlo sarà difficile. Se non bastasse, è partito anche Nicolò Cambiaghi, giocatore fumoso ma che comunque provava a smuovere l’attacco con le sue iniziative.
Per sostituirlo bisognerà sperare nell’esplosione di Colombo ed Esposito. Colombo ha un gran sinistro e può dare profondità, ma non è autosufficiente. Tutti gli occhi, allora, saranno puntati su Sebastiano Esposito, che dovrà caricarsi di tante responsabilità, con la sua abilità nel cucire il gioco e fare da regista offensivo. Esposito finalmente avrà un’occasione da titolare in Serie A. A tratti è stato uno dei giocatori migliori della scorsa Serie B, ma il suo problema rimane la costanza.

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Non bastassero i dubbi sul livello assoluto dei giocatori, rimangono anche delle incertezze sul modo in cui le idee di D’Aversa si incastreranno con la rosa costruita dal nuovo DS, Roberto Gemmi.
Il tecnico abruzzese era solito schierare le sue squadre col 4-3-3, ma in assenza di ali, come aveva annunciato nella sua conferenza di presentazione, quest’estate sta sperimentando un 3-4-2-1 che possa valorizzare le mezze punte.
Il tecnico abruzzese, poi, era abituato a contare su ali e centrocampisti di grande gamba, abili a portare palla e risalire il campo in poche falcate. Dal punto di vista atletico l’Empoli non è al livello delle squadre allenate in precedenza da D’Aversa e l’allenatore potrebbe avere difficoltà a sviluppare le sue classiche transizioni offensive. L’Empoli non ha il passo per attaccare in campo lungo. Zurkowski, che potrebbe agire sia a centrocampo sia sulla trequarti, sembra l’unico in grado di portare palla per tanti metri ed è un profilo che D’Aversa dovrebbe valorizzare senza problemi. Esposito e Fazzini, però, sono due seconde punte/trequartisti che devono giocare in un campo piccolo, non sono di certo Banda o Gervinho, e nemmeno gli esterni a tutta fascia dispongono di quelle caratteristiche.
I centravanti, poi, non sono abituati a fare a sportellate sui lanci per far salire la squadra, un compito che D’Aversa è solito richiedere ai suoi attaccanti. Colombo ha bisogno di giocare fronte alla porta e la sua caratteristica migliore è il tiro, non è uno sgobbone, mentre Caputo non è mai stato una punta di peso e già lo scorso anno è parso parecchio limitato dall’età.
È per questo motivo, probabilmente, che il 3-4-2-1 utilizzato in precampionato, oltre ad attaccare in ripartenza, sembrava volto a percorrere alcune soluzioni meccaniche, tipiche dei 3-5-2/3-4-2-1 all’italiana, che permettano di ovviare alle carenze atletiche e tecniche.
Certo, l’Empoli ha affrontato squadre di caratura inferiore, contro cui ha potuto gestire con più calma la palla, ma alcune giocate erano riconoscibili. Le due mezzepunte Fazzini ed Esposito e il centravanti Colombo dovevano restare vicini. L’obiettivo era innescarli per poi attivare le combinazioni strette, con la punta e uno dei trequartisti che dialogavano e l’altro trequartista che attaccava la profondità.
Gli attaccanti venivano raggiunti da una verticalizzazione dei difensori oppure dalla classica giocata “alla Antonio Conte” col pallone che arrivava all’esterno (Gyasi a destra e Pezzella a sinistra) e questi che doveva rispedirlo in diagonale all’interno sulle punte.
Sono delle giocate che Sebastiano Esposito conosce a memoria: le aveva imparate con Conte all’Inter e Pirlo, lo scorso anno, le proponeva in maniera simile alla Samp.
Non sempre hanno funzionato però, perché sono abbastanza prevedibili. In più, se si sviluppa in modo così diretto sulle punte la squadra rischia di allungarsi e di rendere facile la vita ai difensori avversari – cosa che è accaduta anche in Coppa Italia contro un avversario più debole come il Catanzaro.
Interessante, invece, la scelta di piazzare Liberato Cacace da terzo centrale di sinistra. Il neozelandese, terzino di formazione, è stato bravo a condurre palla e anche nelle verticalizzazioni sugli attaccanti è stato piuttosto preciso.
In fase di non possesso, invece, D’Aversa ha provato a impostare un pressing uomo su uomo ma, come sopra, c’è da fare la tara rispetto agli avversari. Un conto è aggredire in pre-campionato contro Sampdoria e Catanzaro, un conto è affrontare avversari di livello superiore in Serie A.
Fatto questo riepilogo sulle prime settimane della nuova gestione, bisogna sempre tenere a mente che il punto di forza di D’Aversa è sempre stato la fase di non possesso. Le sue squadre migliori difendevano in un blocco medio-basso, ma lo facevano in maniera attiva, portando sempre pressione su chi riceveva e rendendo scomoda la partita. Si può ragionare su come vorrà attaccare l’Empoli, ma il successo di D’Aversa al Castellani dipenderà dalla solidità senza palla.
Miglior scenario possibile
D’Aversa non ha a disposizione i contropiedisti che vorrebbe, ma l’Empoli riesce lo stesso ad attaccare bene in transizione. L’inizio di campionato è ottimo, merito di una fase di non possesso certosina, accorta ma senza un baricentro troppo basso, scomoda in ogni momento per gli avversari. Sulla trequarti Sebastiano Esposito dipinge calcio, non sbaglia nemmeno mezzo appoggio. Tutta Italia chiede la sua convocazione, ma Spalletti in conferenza stampa, chiedendogli scusa, spiega che non ha caratteristiche adatte per la direzione che sta prendendo il calcio. D’Aversa mostra a Zurkowski i video di Kučka e Kurtić e il polacco lo ripaga con 8 gol. Nonostante una brutta flessione tra marzo e inizio maggio, grazie ai punti accumulati nei primi mesi l’Empoli si salva con una giornata d’anticipo.
Peggior scenario possibile
L’Empoli si vede sempre costretto ad abbassarsi, ma non ci sono gli uomini per ripartire in campo lungo. Esposito, in un calcio del genere, soffre troppo: finisce a marcire in panchina, a gennaio verrà rispedito per l’ennesima volta in prestito in Serie B. Il coraggioso 3-4-2-1 delle prime uscite dopo un paio di mesi diventa il solito 3-5-2, ma Colombo non ha le spalle abbastanza larghe per tenere su la palla. D’Aversa viene esonerato poco prima di Natale. In un tentativo di recuperare sensazioni positive Corsi chiama al suo posto Marco Giampaolo, ma il "Maestro di Giulianova" può poco. L’Empoli retrocede da ultimo in classifica. Per la Serie B, però, la società riesce a raggiungere un accordo con Maurizio Sarri.
Giocatore da prendere al Fantacalcio
È un discorso che probabilmente alcuni di voi fanno ogni anno, che non sempre funziona ma che in teoria è corretto: qualcuno dovrà pur farli i gol nell’Empoli, e siccome, difatti di centravanti quest’anno sembra essercene solo uno, perché non puntare su Lorenzo Colombo? Ciccio Caputo purtroppo non è più quello di una volta, Shpendi ed Esposito sono delle seconde punte, allora quasi tutto il volume offensivo dell’Empoli potrebbe passare dai piedi del “Cobra di Vimercate”: dove lo trovate un attaccante con un soprannome migliore? In alternativa, un classico intramontabile del Fantacalcio come il centrocampista polacco d’inserimento: in questo caso Zurkowski, che ogni tanto rischia di fare pure tripletta. Consigliato se nel 2019/20 avevate preso Kučka, Kurtić o Hernani.
Giocatore di cui avere la maglia
Il discorso sul DNA delle squadre è sempre scivoloso, nell’Empoli, però, è possibile trovare tratti di continuità col passato che lasciano immaginare l’esistenza di un’identità. Ad esempio una grande tradizione di seconde punte campane: Vincenzo Montella, Antonio Di Natale, Ciccio Tavano. Questo filone sembra destinato a rinnovarsi grazie all’arrivo di Sebastiano Esposito. Se oggi al vostro calcetto incontraste qualcuno con una divisa di Tavano o Di Natale dell’Empoli probabilmente gli fareste i complimenti. Avere una maglia di Esposito tra qualche anno potrebbe fare lo stesso effetto.