L’Europeo che si giocherà in Inghilterra fra il 6 e il 31 luglio 2022 sarà per la nostra Nazionale il primo torneo internazionale in cui le giocatrici scenderanno in campo da professioniste. Il 10 luglio, a Rotherham, le "Azzurre" esordiranno con un avversario molto scomodo, la Francia capitanata da Wendie Renard nonché una delle squadre favorite di questa edizione. Raggiungere il secondo posto con Belgio e Islanda non è impossibile – entrambe squadre sulla carta alla portata dell'Italia – ma sarà decisivo per il prosieguo del torneo. Subito dopo i sorteggi la stessa CT Bertolini ha dichiarato che l'aspettativa era in primo luogo quella di passare il girone.
La dichiarazione di Bertolini, però, sembra più avere a che fare con la cautela e l'understatement che con il realismo vero e proprio. Dopo la prestazione Mondiale indimenticabile del 2019, le "Azzurre" non sono più considerate underdog né dal pubblico né dalle avversarie e nessuna delle avversarie prenderà sotto gamba la nostra Nazionale.
Come ci arriva l'Italia
Esordire con un'avversaria così ostica potrebbe essere complicato oppure liberatorio - dipenderà con quale animo scenderanno in campo. L'Italia sembra abituata ad iniziare questo genere di competizioni scontrandosi con squadre forti e l’ultima volta che sono state chiamate a questo genere di impresa si era trattato proprio del Mondiale del 2019 in cui avevano battuto per 2-0 l’Australia, in quella edizione anch’essa una delle squadre favorite. A quel tempo era stata tutta una sorpresa, è vero, ma da quell’esordio sono cambiate molte cose. Ci sono stati i quarti di finale di quella edizione del Mondiale, poi gli ottavi di finale della Juventus in Champions League, e infine il professionismo con tutta la visibilità che lo ha preceduto, che anche solo tre anni fa sembrava inimmaginabile per il nostro calcio.
La formazione che si presenta in Inghilterra ha mantenuto uno zoccolo duro della squadra che aveva preso parte ai Mondiali, a partire da Linari, Gama, Bonansea, Girelli e Giacinti - tutte calciatrici che nel frattempo hanno continuato a crescere a livello internazionale, a lavorare sui dettagli, a limarsi per così dire. Per alcune di loro questo Europeo potrebbe essere l’ultima competizione europea in azzurro.
Nonostante questo, non è vero, come dicono in molti, che l’Italia non ha niente da perdere. Al contrario c’è molto in gioco e forse è anche per questo che Bertolini è stata così restia a sperimentare in fase di convocazioni. Alla scrematura finale dei raduni l’allenatrice ha lasciato a casa giocatrici importanti come Alia Guagni, Giada Greggi e Annamaria Serturini destando molte critiche da parte degli addetti ai lavori. Polemiche diffuse che, per inciso, sono il segnale che il calcio giocato dalle donne sta andando nella direzione giusta: è anche il dibattito a far crescere l'intero movimento.
A questo Europeo l’Italia si troverà a giocare con alcune squadre che sembrano più pronte fisicamente, e altre con una quantità di talento difficilmente pareggiabile sulla carta (parlo della Spagna e della Francia, principalmente, ma anche della Norvegia di Hegerberg). La squadra di Bertolini, contro queste avversarie, dovrà fare affidamento sui propri punti di forza: la compattezza tattica e la conoscenza quasi mnemonica che le giocatrici hanno sviluppato in anni di complicità a livello di club e di Nazionale.
Il modulo favorito da Bertolini è il 4-4-2, che a volte diventa 4-3-3 in base alla posizione di gioco di Barbara Bonansea - la vera stella, insieme a Cristiana Girelli, di questa squadra. È su queste due giocatrici che poggiano gran parte delle nostre speranze. Bonansea, con la sua progressione, ha dimostrato di saper mettere in difficoltà chiunque, creando spazi per Cristiana Girelli, la nostra attaccante più fisica dentro l’area, ma soprattutto la calciatrice che più sembra maturata negli ultimi anni. Girelli è un'attaccante letale nella sua completezza, con un gioco che eccelle nel colpo di testa, nel gioco spalle alla porta, nell'uno contro uno in velocità, e a volte anche nelle punizioni dirette.
Qui nella gara di ritorno della Nazionale contro la Svizzera, partita valida per la testa del girone di qualificazione al Mondiale. All’82esimo il risultato non si è ancora sbloccato, ma ci pensa Girelli con una punizione di destro imparabile.
A Elena Linari, Sara Gama ed Elisa Bartoli, reduci dalle grandi prestazioni all'ultimo Mondiale in cui avevano fatto la storia con un passivo pari a zero gol subiti dopo cinque partite, si sono aggiunte Lisa Boattin e la giovane Martina Lenzini che si affiancano al reparto storico dopo una stagione strabiliante fra le file della Juventus. A centrocampo sarà esaltante vedere le prestazioni di Arianna Caruso, centrocampista dalla grandissima visione di gioco che sarà chiamata ad accendere il nostro talento nell'ultimo quarto di campo. Non solo Girelli e Bonansea, di cui abbiamo già parlato, ma anche Giacinti, Sabatino, Piemonte e infine la nuova arrivata Agnese Bonfantini che arriva in Nazionale al termine di una stagione in crescendo a livello europeo (è stato suo il gol della vittoria della Juventus contro il Lione).
Da un punto di vista fisico, Bonfantini è una delle poche giocatrici dell’Italia in grado di tenere il passo con le altre atlete di prima fascia che si scontreranno a questo Europeo. Ma sarà importante anche il suo istinto nel trovare l'inserimento in area e la capacità di "spaccare" la partita, nel caso dovesse entrare a partita in corso.
Nella conferenza stampa pre-amichevole con la Spagna Bertolini ha dichiarato che le sue giocatrici sono pronte, allenandosi talmente bene che in questi giorni per convincerle a uscire dal campo ha dovuto spesso nascondere i palloni, «altrimenti non c’era modo di finire l’allenamento». Vedremo se questa forza di volontà basterà a superare il girone, che rimane l'obiettivo minimo per l'Italia a questi Europei.
La favorita del Girone D: la Francia
Sulla carta la Francia è la squadra più completa e solida di tutte, e l’Italia la incontra al debutto. Quella francese è una squadra che riesce a mescolare esperienza e tecnica, in un mix spesso spettacolare.
Il tridente Cascarino-Katoto-Malard ha una media di 23 anni e sembra perfettamente assortito. Le tre si trovano quasi letteralmente a occhi chiusi, con un tempismo prima tra le linee e poi in fase di finalizzazione che spesso è impossibile da leggere per le difese avversarie. Di solito è Delphine Cascarino ad aprire lo spazio alle altre due, che lo utilizzano per inventare la giocata o arrivare alla finalizzazione, spesso prendendo di sorpresa un’avversaria in ritardo.
La Francia si presenta all’Europeo 2022 con una rosa competitiva e profonda: delle 23 convocate dalla CT Corinne Diacre quasi la metà arrivano dal Lione o dal Paris Saint Germain, le due squadre che poche settimane fa si sono giocate l’accesso alla finale di Champions League femminile e che si sono giocate il campionato francese nella stagione appena terminata.
Entrambe le squadre danno alla Nazionale alcuni degli elementi più rappresentativi per ciascun ruolo. E se il tridente ne è forse il simbolo più visibile, non bisogna dimenticare giocatrici di cui magari si parla di meno ma che sono ugualmente imprescindibili come Wendy Rénard e Salma Bacha in difesa, o Grace Geyoro a centrocampo.
C'è da dire che la Francia non è solo Lione e PSG. C'è anche il Bordeaux, che aggiunge soprattutto la portiera titolare, Mylène Chavas, e Charlotte Bilbault, centrocampista centrale e vice-capitana della Nazionale, e il Paris FC, con Clara Matéo e Ouleymata Sarr, che ha realizzato una doppietta nella prima amichevole di preparazione all’Europeo, contro il Camerun.
Questa partita serviva per testare il livello di preparazione atletica e, nonostante il 4-0 finale, va detto che la formazione francese ha impiegato tutta la metà del primo tempo per entrare in partita. Nel momento cioè in cui Clara Matéo ha servito di testa Melvine Malard in profondità, permettendogli di scartare la portiera avversaria e depositare il pallone in rete. Prima di questo gol, però, la Francia era sembrata piuttosto imprecisa. Come ha sottolineato la stessa Corinne Diacre a L’Équipe a fine partita: «Ci sono voluti venti minuti buoni per mettere a posto il nostro gioco. Ci è mancata anche la precisione tecnica, che non ha facilitato il nostro lavoro ad inizio partita, ma siamo state serie. Abbiamo ancora cose su cui lavorare, non tutto era perfetto, lo sapevamo e lo accettiamo».
L’amichevole permette a Diacre di effettuare tutti i cambi che desidera, per testare quante più giocatrici possibili. Ouleymata Sarr, subentrata a inizio secondo tempo a Marie-Antoinette Katoto, è la più pronta di tutte e fa due gol di testa.
Sullo sfondo dell’esultanza di Ouleymata Sarr per il suo primo gol, Corinne Diacre se la ride e i motivi sono almeno due: da un lato, l’attaccante del Paris FC è alla sua prima spedizione davvero importante in Nazionale e ha voglia di prendersi un posto in squadra, di competere contro Katoto e diventare un’alternativa reale. Dall’altro, la Francia ha dimostrato di avere qualità anche in panchina, e sarà difficile per chiunque metterla in difficoltà per una partita intera. Forse, l'unico reparto che non sembra al livello del resto è il centrocampo, da dove tutte le sue avversarie dovranno partire per provare a vincere.
Occhio all’Islanda
Prima dell'Europeo del 2017 Icelandair, la compagnia aerea di bandiera islandese, ha prodotto un video dal titolo Unstoppable for Iceland per dimostrare supporto e vicinanza alla Nazionale di calcio femminile, come era successo l’anno precedente per la compagine maschile prima dell’Europeo del 2016. Il video aveva un claim puntuale: Never. Let. Adversity. Prevail, ovvero "Mai lasciare che le avversità prevalgano". Un motto affascinante ma che non ebbe grande fortuna, dato che la Nazionale islandese uscì alla fase a gironi con 0 punti (passarono invece Austria e Francia).
L’Islanda ricomincerà da quel fallimento, perché anche in questo girone si ritroverà ad affrontare squadre sulla carta molto più forti ed equipaggiate. Rispetto a cinque anni fa però molto sembra cambiato e l'Islanda oggi sembra una squadra cresciuta, più in grado di creare qualche problema alle sue avversarie.
Sara Björk Gunnarsdóttir, capitana e centrocampista box-to-box, da pochi giorni tra le fila della Juventus Women dopo due anni a Lione, è il fulcro della squadra e la sua giocatrice più rappresentativa: sia per il suo carisma in campo, sia per le sue qualità tecnico-tattiche, è la giocatrice che riesce a dettare il ritmo del gioco della squadra e a proporsi anche in attacco.
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Occhio anche a Sveindís Jane Jónsdóttir, punta d’attacco ventunenne del Wolfsburg che avrà il compito di finalizzare il più possibile il gioco in velocità che la sua squadra cercherà di esprimere.
Tra le nostre avversarie nel girone D, il Belgio è la squadra concreta ed efficace che però al momento sembra leggermente in difficoltà. Quindi attenzione all’Islanda che, con la sua creatività, potrebbe crearci più problemi di quanto oggi non sembri.
Riti di passaggio: la Norvegia e l’Olanda
Quando Ada Hegerberg torna, lo fa segnando dei gol: è successo dopo l’infortunio nella stagione appena terminata, quando sia in campionato sia in Champions League è riuscita a segnare al rientro; è accaduto anche ad aprile, con la tripletta in Nazionale, alla prima dopo cinque anni. L’attaccante norvegese ha lasciato la sua Nazionale nel 2017, dopo una disputa con la Federazione Calcio che non riconosceva alla compagine femminile lo stesso trattamento riservato a quella maschile.
La Norvegia non è solo Ada Hegerberg, ma di certo può diventarlo: quando Hegerberg gioca, tutt’intorno l’atmosfera cambia: il fatto che lei sia o meno presente cambia le cose, a partire dallo stato emotivo delle avversarie, che sembrano più impegnate a capire cosa farà che a lavorare di squadra. Nell’amichevole contro la Nuova Zelanda dello scorso 25 giugno, la Norvegia ha vinto 2-0 con gol di Ada Hegerberg e Guro Bergsvand, giocando una partita molto lucida, veloce, basata su verticalizzazioni repentine, cambi di campo frequenti e un pressing soffocante.
La squadra gestisce la palla consapevole che in fase offensiva trova due giocatrici fenomenali, capaci di segnare in diversi modi, che possono far partire il contropiede ma hanno anche la capacità con pochi tocchi di arrivare davanti alla porta. Insieme a Caroline Graham Hansen, centrocampista del Barcellona, Ada Hegerberg rappresenta la sicurezza, spesso sicurezza di trovare il gol. La prima rete in amichevole, ad esempio, arriva con una girata veloce e tecnicamente perfetta che manda la palla in rete dal limite dell’area.
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Il bel gesto di Hegerberg dopo il gol, dedicato alle vittime della recente strage di Oslo.
Accanto a due giocatrici di esperienza, la Norvegia può contare anche su Julie Blakstad, ala del Manchester City che in Nazionale gioca come terzina da difesa a 4 ed è considerata uno dei talenti più brillanti del calcio norvegese. Il suo innesto sarà importante, perché la Nazionale norvegese sembra avere bisogno ancora di qualche aggiustamento in fase difensiva. Certo, il gruppo non è proibitivo: le norvegesi sono insieme a Inghilterra, Irlanda del Nord e Austria. Passare il turno dovrebbe essere alla portata.
Come la Norvegia, forse anche più della Norvegia, l’Olanda affronta il momento verità di doversi confermare ad alti livelli, con l'obiettivo non proprio semplice di difendere il titolo. Dopo l’Europeo vinto nel 2017, l'Olanda ha già confermato il suo valore arrivando seconda ai Mondiali del 2019 e infine ai quarti all'ultima Olimpiade, dove ha lasciato una sensazione di incompiutezza, quasi di aver ottenuto molto meno di ciò che avrebbe dovuto.
A capo di questi risultati, comunque, c’è stata sempre Sarina Wiegman, arrivata sulla panchina dei Paesi Bassi nel 2017 con una squadra da ricostruire che nel giro di pochissimo, con un colpo di orgoglio e una impostazione tattica votata all’attacco, è riuscita a vincere l’Europeo. L’Olanda ha forma e idee della sua ex CT, ed è il sogno di ogni attaccante. Quella olandese, infatti, è una squadra che punta molto sulla qualità tecnica e gli inserimenti dalla seconda linea delle centrocampiste. Quando quest'ultime non sono in giornata anche le punte non hanno occasioni rilevanti, la squadra si ritrova schiacciata e perde la bussola.
Nel 2021, Sarina Wiegman ha lasciato il posto a Mark Parsons, della squadra del Portland Thorns, e l’anima vincente e determinata dell’Olanda non è ancora venuta fuori. Nell’ultima amichevole contro l’Inghilterra e contro l’ex-coach Sarina Wiegman del 24 giugno, le stelle dei Paesi Bassi, Jill Roord, Vivianne Miedema e Lieke Mertens, rispettivamente nelle fila del Wolfsburg, dell’Arsenal e del Barcellona, sono sembrate un po’ appannate: dopo il primo gol di Lieke Mertens, infatti, la squadra si è spenta, ha trovato una reazione puntuale dell’Inghilterra che ha raggiunto il pareggio nel giro di dieci minuti.
L’Olanda deve ritrovarsi, deve riprendere le fila della lucidità di gioco e della brillantezza in attacco e tutto il reparto offensivo sarà chiamato a una grande prova durante l’Europeo. Per arrivarci saranno importanti anche le prestazioni delle ultime arrivate. Per esempio, Esmee Brugts e Romée Leuchter sono due calciatrici giovani e pronte, che possono trovare nell’Europeo una prima consacrazione della loro crescita. Soprattutto sulla prima le aspettative sono molte: solo un anno fa giocava con la Nazionale Under-20 e sognava un posto accanto a Lieke Mertens, la sua ispirazione più grande.
L'incognita Svezia
Dalla finale dei Giochi Olimpici contro il Canada, da cui la Svezia esce con la medaglia d’argento al collo, la formazione scandinava non ha mai perso una partita internazionale, nemmeno in amichevole.
La Svezia è una delle squadre favorite del torneo, perché ha molte giocatrici di esperienza internazionale al suo interno. C'è da dire però che ha un rapporto strano con l’Europeo: nonostante gli ottimi risultati in tutte le altre competizioni internazionali (è arrivata anche terza ai Mondiali di Francia del 2019), alla Svezia manca da tanto tempo un piazzamento importante nella competizione continentale, vinta una sola volta nel 1984, e in cui non arriva almeno in finale dal 2001. Quinta Nazionale nel ranking FIFA, la Svezia è per il calcio femminile europeo parte della tradizione che però adesso viene messa in discussione da altri movimenti calcistici – quello spagnolo in testa.
La Nazionale svedese dovrà star attenta in primo luogo alla sua sicurezza, che spesso sfocia in strafottenza. Qualche settimane fa, per dire, quando Adidas ha rivelato la nuova maglia della Nazionale svedese per l’Europeo estivo, sul retro del colletto della maglia c'era stampata la guida per battere la Svezia. Non sto scherzando. Sul colletto c'è scritto: «Prima di tutto, la Svezia è una delle squadre più veloci al mondo e anche una delle migliori in contropiede, fai tutto il possibile per recuperare la palla una volta che la perdi... prova a schiacciare le giocatrici svedesi sulle linee e chiudile in modo aggressivo».
How to Stop Sweden è anche un sito web, che fornisce un manuale con tanto di dati analitici sulle giocatrici. Tra queste, quelle da tenere d'occhio sono Stine Blackstenius, specializzata nel trovare lo spazio in area, Magdalena Eriksson, architrave della difesa, Caroline Seger, cervello nella costruzione dell'azione, e infine Fridolina Rolfö, molto pericolosa soprattutto con il tiro da fuori. Oltre i singoli, comunque, la squadra si porta dietro un’aura di superiorità che va oltre.
Quasi sempre, si perde o si vince in gruppo e la Svezia è una macchina collaudata. La Nazionale scandinava cercherà in tutti i modi di trovare quel risultato europeo che le manca da troppo tempo.
La Germania, o della forza della corazzata Voss-Tecklenburg
La Germania è una delle Nazionali più attese di questo Europeo. La forma smagliante con cui si presenta in Inghilterra si può leggere in controluce in un cammino di qualificazione in cui le tedesche hanno vinto tutte e otto le gare con un totale di 46 reti all’attivo e solo una subita. Ma per parlare di risultati ben più recenti e per questo anche più significativi, nell’amichevole contro la Svizzera del 25 giugno, le avversarie sono state spazzate via con un chiarissimo 7-0.
In questo Europeo in gioco non c’è solo la conquista di un titolo che è stato cucito sulle Trikot già otto volte ma anche il riscatto della scorsa edizione in cui le tedesche vennero eliminate ai quarti di finale in maniera deludente. La rinascita è partita già nel 2018, con la selezione a capo della squadra di Martina Voss-Tecklenburg, una ex calciatrice che aveva esordito in Nazionale a solo sedici anni e che anche da giocatrice ha un curriculum impressionante di vittorie con la maglia tedesca addosso.
La Germania è dotata di un centrocampo fortemente offensivo e di un reparto di attacco molto prolifico. Nonostante le pochi rete subite recentemente, la difesa va invece testata, perché il dislivello con le avversarie incontrate sembrava troppo ampio. Da questo punto di vista l’Europeo ci darà qualche informazione in più.
Le giocatrici della Germania sono quasi tutte in forza in uno dei migliori club a livello europeo (Wolfsburg, Bayern Monaco, Chelsea) e questo già dice molto della qualità della Nazionale teutonica. Se ciò non bastasse, bisogna aggiungere che quasi tutte provengono anche da una stagione importante a livello di Champions League, dove sia il Wolfsburg (semifinale) che il Bayern (quarti di finale) hanno fatto molto bene.
È proprio in Champions, ad esempio, che l'attaccante del Wolfsburg, Tabea Wassmuth, giocatrice fino alla scorsa stagione in forza all'Hoffenheim e semi-sconosciuta al di fuori del campionato nazionale, ha raccolto esperienza e ha trovato uno spazio in cui emergere affermandosi come una finalizzatrice molto affilata. Alla sua prima stagione in Champions League Wassmuth ha chiuso al secondo posto come capocannoniera con dieci gol, solo uno in meno rispetto ad Alexia del Barcellona, che però ha giocato una partita in più: la finale di Torino contro il Lione. Wassmuth non è una di quelle attaccanti belle da vedere, ma sotto porta ha un talento purissimo che l’ha portata ad essere una protagonista assoluta a livello europeo.
Tabea Wassmuth è una giocatrice che imposta tutto sulla velocità e sulla fisicità. Soprattutto sa trovarsi sempre al posto giusto nel momento giusto.
Un’altra giocatrice da tenere sott’occhio in attacco è la ventiquattrenne Lea Schüller, in forza al Bayern Monaco. Una attaccante molto diversa da Wassmuth, dotata di una classe e un primo controllo sopraffino, oltre a un'ottima tecnica nel colpo di testa. A centrocampo, invece, spiccano Sara Däbritz, che ha appena vinto una Champions League con il Lione, e Lena Lattwein, dotata di un ottimo talento offensivo. La grande assente è Melanie Leupoltz, la centrocampista del Chelsea che salterà questa edizione perché incinta. Una perdita importante da non sottovalutare, soprattutto in termini di gestione del gioco.
Dopo un cammino di qualificazione così luminoso, Miss Voss-Tecklenburg non intende nascondersi dietro a un dito e ha dichiarato che a questo Europeo tutto ciò che sarà al di sotto delle semifinali verrà considerato un risultato deludente. Le possibilità di arrivare così lontano in effetti ci sono, quantomeno per il potenziale offensivo. Il girone con la Spagna, la Danimarca e la Finlandia è insidioso però. Proprio la Nazionale iberica, con cui la Germania presumibilmente si contenderà il primo posto, sembra avere il potenziale per mettere a dura prova la difesa delle tedesche. E fare aggiustamenti a quel punto potrebbe essere già troppo tardi.
La Spagna alla ricerca del primo titolo
Nel mondo del calcio femminile la Spagna è nel 2022 pura avanguardia. Merito soprattutto del Barcellona, che nelle ultime tre stagioni attraverso il suo vivaio ha portato una nuova ventata di talento anche in Nazionale.
Non solo il Barcellona, però. Se la Spagna scende in campo nel girone B come la favorita, è merito anche della spinta economica da parte dei club e della Federazione. I record di pubblico che hanno ricoperto gli spalti delle ultime uscite delle squadre spagnole in Champions League sono i simboli di un calcio che vuole spodestare le altri grandi, e che vuole finalmente mettere in bacheca il primo titolo di campionessa europea. Un desiderio che oggi più che mai appare realistico se anche Megan Rapinoe dà questa formazione come favorita all’Europeo insieme all’Inghilterra.
D'altra parte, i segnali dal campo non hanno tardato ad arrivare. Il 25 giugno, in amichevole, la Spagna ha sconfitto per 7-0 un'Australia in fase sperimentale e composta da giocatrici molto giovani, alcune ancora a livello universitario. Le assenza più pesanti sono state quelle di Sam Kerr ed Ellie Carpenter (comunque infortunata e in fase di recupero), non esattamente due giocatrici di cui fare a meno se si vuole essere competitive contro la Spagna.
Per quanto riguarda le giocatrici più importanti è impossibile non partire dal pallone d’oro 2022 Alexia Putellas. Centrocampista offensiva con un senso del goal innato, rigorista glaciale, la giocatrice del Barcellona smista assist reti e prodezze a centrocampo belle da vedere con una continuità quasi disumana. Nella scorsa stagione l'abbiamo vista impallidire solo in una occasione e cioè la peggiore di tutte: la finale di Champions contro il Lione. Certo, c'è da dire che la squadra francese le aveva preparato un sistema difensivo ad hoc per non farla ricevere, e nonostante la prestazione non certo brillante che ne è derivata, un gol Putellas è riuscita a segnarlo lo stesso. Questo è davvero l'unico limite che la giocatrice fino ad oggi ha mostrato.
Nel reparto di attacco l'assenza di Jennifer Hermoso per infortunio non è da sottovalutare, ma le alternative per andare a rete non mancano di certo: oltre a Putellas bisogna citare la ventenne Claudia Pina ed Esther González, due fucine di gol per una squadra che gioca in 4-3-3 molto offensivo. A loro bisogna aggiungere poi Aitana Bonmati che ha dichiarato di essere cresciuta con il poster di Andres Iniesta attaccato sopra al letto. Da lui ha studiato la maestria nel palleggio in spazi stretti, le accelerazioni, il gioco ponderato messo al servizio della squadra ma anche la capacità di prendersi la responsabilità di tirare in porta e segnare, quando serve.
Il reparto difensivo, invece, ha colonne come Leila, recentemente passata al Manchester City dopo anni al Barcellona, Irene Paredes del Barcellona, e Mapi Leon, una difensora contemporanea perfetta nell'anticipo e dai piedi molto educati.
Il gioco fantasioso ma maturo di questa squadra è il collante che permette a queste giocatrice di essere più della somma dei singoli. Se a questo si aggiunge la capacità di resistere nei momenti difficili e la lunghezza della panchina allora è più facile capire perché la Spagna venga considerata quasi all'unanimità come la favorita per vincere questo titolo.