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Guida al Genoa 2019/20
20 ago 2019
20 ago 2019
Dopo la salvezza raggiunta col fiatone il Genoa è ripartito da Andreazzoli.
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Piazzamento la scorsa stagione: 17°.

Chi in più: Marko Pajac (Cagliari); Kevin Agudelo (Atlético Huila); Lasse Schone (Ajax); Riccardo Saponara (Fiorentina); Antonio Barreca (Monaco); Filip Jagiello (Zaglebie Lubin); Christian Zapata (Svincolato); Francesco Cassata (Sassuolo); Sinan Gumus (Galatasaray); Nicholas Rizzo, Andrea Pinamonti, Lorenzo Gavioli (Inter); Romulo (Lazio).

Chi in meno: Koray Gunter (Verona); Luca Rossettini (Lecce); Gianluca Lapadula (Lecce); Miguel Veloso (Svincolato); Daniel Bessa (fine prestito); Darko Lazovic (Svincolato).

Una statistica interessante dalla scorsa stagione: Il Genoa è stata, col Parma, la squadra che ha giocato il calcio più diretto della Serie A. Pur avendo un basso possesso palla (terzultima in campionato), ha speso maggior parte del tempo di possesso nel terzo di campo offensivo (30%, come la Roma). Il Genoa, però, ha anche avuto la seconda peggiore precisione nei passaggi (1 errore ogni 3 passaggi riusciti) e il secondo peggior guadagno in metri nella progressione della palla verso la porta avversaria.



Complicarsi la vita da soli
La stagione 2018/19 del Genoa si è chiusa con il climax angosciante dell’ultima giornata, quando i rossoblù hanno affrontato la Fiorentina ed entrambe le squadre erano a rischio retrocessione. Il pareggio a reti inviolate e a gambe tremolanti del Franchi è la perfetta rappresentazione della stagione del Genoa. La baldanza mostrata ora dai dirigenti genoani sul mercato sembra allora quasi una reazione a quello spavento.

Lo scorso anno sulla panchina del Genoa si sono alternati tre allenatori: in ordine temporale Ballardini, Juric e Prandelli. Al primo, che ha ha avuto un rendimento migliore degli altri due in termini di media punti, era stata rimproverata un’eccessiva spregiudicatezza. Il suo Genoa era sì nono per i gol fatti, ma anche terzultimo per quelli subiti.


Prandelli era riuscito a migliorare il Genoa fino a ottenere, sul finire del campionato, che il livello delle prestazioni offensive (linee verdi) salisse al di sopra di quello delle prestazioni difensive (linee nere).



In realtà le statistiche avanzate dicono che la dodicesima posizione del Genoa in classifica era più che adeguata alle sue prestazioni: al momento dell’esonero di Ballardini, i rossoblù erano decimi per gli Expected Goals prodotti in attacco, e dodicesimi per quelli concessi in difesa.

I risultati di quel Genoa era sostenuti dallo straordinario periodo di forma di Krzysztof Piatek. L’attaccante polacco ha segnato 9 gol coi suoi primi 14 tiri nello specchio della sua carriera in Serie A, un exploit che sarà difficile da ripetere per qualunque altro centravanti.

Quest’anno il Genoa ha puntato molto su Aurelio Andreazzoli, l’allenatore retrocesso con l’Empoli proprio per mano del Genoa, quasi che Preziosi volesse risarcire chi aveva così ben impressionato alla guida dei toscani. Con Andreazzoli c’è la speranza di costruire un'identità tattica che le contingenze della stagione e, troppo spesso, i giochi di mercato hanno impedito di creare all’ombra della Lanterna, soprattutto dopo l’abdicazione di Gian Piero Gasperini.

Quest'anno come riusciamo a leggere il mercato del Genoa?
È sempre molto complesso venire a capo delle operazioni di mercato in cui è coinvolto il Genoa: per arrivare al netto delle entrate e delle uscite, bisogna fare la tara dei rientri da prestito, dei diritti di riscatto esercitati, degli acquisti con le clausole di recompra e delle cessioni con ritorno in prestito.

Dalla rosa del Genoa 2018/2019 sono usciti: i difensori centrali Zukanovic e Gunter; i terzini Pezzella e Pedro Pereira; l’esterno Lazovic; i centrocampisti Bessa, Rolon, Omeonga e Veloso; l’attaccante Lapadula. Quattro di questi sono finiti al Verona neopromosso.

Sono entrati a far parte del Genoa 2019/20 (e lo saranno chissà per quanto) un menù di nomi incredibilmente vario: il centrale Kevin Agudelo, proveniente dal campionato colombiano; il centrocampista Lasse Schöne, semifinalista della passata Champions League con l’Ajax; il centrale milanista di lungo corso Cristian Zapata; il trequartista Riccardo Saponara; il terzino sinistro Antonio Barreca, che rientra in Italia dopo un anno infruttuoso passato tra Monaco e Newcastle; il centravanti Andrea Pinamonti, 5 gol e 3 assist nell’ultima Serie A con il Frosinone. Infine sono rientrati dai prestiti Ghiglione, Romulo e Sandro, tra gli altri.

Quanto cambierà Andreazzoli
Andreazzoli ha chiarito fin da subito che avrebbe utilizzato la difesa a tre. Nelle amichevoli il Genoa ha tenuto, in fase di possesso, il 3-1-4-2, con l’uomo a far da raccordo tra la difesa e il centrocampo individuato in Radovanovic per il momento, in attesa di Schöne. In fase di non possesso, i laterali Barreca e Ghiglione si abbassano sulla linea dei difensori per utilizzare un 5-3-2, che si trasforma in 5-2-3 quando Romulo si alza per pressare un avversario ai limiti della sua area nelle fasi di inizio gioco.

Proprio i meccanismi di pressione collettiva, in questa fase, sembrano essere lontani dalla messa a punto. Non tutti i centrocampisti hanno la stessa predisposizione di Romulo ad aggredire in avanti, e questo permette agli avversari di trovare quasi sempre un uomo libero da servire. Inoltre, finora, le punte Kouamé e Pinamonti troppo spesso non sono riusciti a orientare il giro palla dei difensori verso le fasce laterali.


Con gli altri due centrali aperti ma controllati da un avversario, Zapata è costretto al retropassaggio verso Radu. Il suo movimento verso sinistra, copiato dall’avversario in marcatura, libera una linea di passaggio verso Radovanovic. Il regista può girarsi e servire Romulo sulla linea successiva, che a sua volta può risalire il campo portando palla.



In fase di possesso invece si intravedono già le tracce del gioco di Andreazzoli. Il rombo formato dai 3 centrali con l’ausilio del regista basso si occupa della prima costruzione. Le mezzali si scaglionano ad altezze differenti, mentre gli esterni provano ad allargare le maglie del centrocampo avversario. La prima scelta è sempre quella di passare dal centro, ma se la mezzala che riceve il pallone non riesce a girarsi e a fare gioco direttamente sugli attaccanti, si passa prima dagli esterni. Le posizioni non sono statiche, e nelle rotazioni della catena di fascia la mezzala può allargarsi, con l’esterno che viene dentro al campo.

Il grosso delle fortune del Genoa passeranno dalla costruzione del reparto d’attacco. Kouamé e Pinamonti, lontani dall’aver costruito un’intesa solida per il poco tempo speso insieme in campo, hanno per certi versi anche caratteristiche simili: sono ottimi colpitori di testa (hanno vinto rispettivamente 11 e 8,9 duelli aerei ogni 90 minuti disputati nella scorsa stagione); sono a loro agio nel gioco spalle alla porta, ma sanno attaccare lo spazio.

Sia Kouamé che Pinamonti hanno però avuto una stagione sottotono dal punto di vista realizzativo: Pinamonti ha segnato 5 reti, ma secondo le statistiche un attaccante nelle stesse condizioni ne avrebbe segnate in media 7,1; il bilancio tra gol e Expected Goals per Kouamé è ancora più negativo, con 4 reti per 8,5 xG. Entrambi sono finiti sotto media, sia per le realizzazioni effettive che per quelle attese, rispetto ai coetanei europei. Per Andreazzoli aiutare i suoi attaccanti a sfruttare il loro potenziale sarà la sfida più grande.


Giocatore di cui avere la maglia
Avete ancora dubbi dopo l’accoglienza che ha ricevuto in aeroporto Lasse Schöne?



Giocatore chiave
Christian Kouamé ha tutto quel che serve per diventare un grande giocatore. Già l’anno scorso ha dimostrato di potersi integrare bene con qualsiasi partner d’attacco, e le probabilità che questa intesa si ripeta anche con Pinamonti sono alte. Kouamé, per come sa far salire la squadra, per come cuce il gioco e per come attacca successivamente lo spazio, potrebbe anche fare reparto da solo.

Miglior scenario possibile
Il sogno per il Genoa, dopo queste stagioni precarie e travagliate, sarebbe tornare ai fasti dell’epopea gasperiniana, con Andreazzoli che costruisce un sistema tattico che trascende le qualità dei singoli e permette alla squadra di navigare in acque tranquille e di aggiudicarsi almeno la vetta della parte destra della classifica.

Peggior scenario possibile
I peggiori scenari possibili, quando si parla di Genoa, sono tanti e coincidono tutti con l'avvicendamento di tanti allenatori sulla panchina. Alla fine la squadra chiude con un punto in meno rispetto a quelli raccolti nello scorso campionato, dopo ovviamente aver assistito all’ennesima opera di smantellamento della rosa nel mercato invernale.

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