
Piazzamento la scorsa stagione: 3° posto
Chi in più: Michele Di Gregorio, Juan Cabal, Douglas Luiz, Khéphren Thuram.
Chi in meno: Samuel Iling Jr., Moise Kean, Wojciech Szczęsny, Alex Sandro, Adrien Rabiot, Daniele Rugani, Hans Nicolussi Caviglia.
Una statistica interessante della scorsa stagione: Secondo i dati StatsBomb, la Juventus è stata la sesta squadra del campionato per numero di tiri subiti, sia totali (11.63 a partita) che su azione (8.32). Nonostante questo, è stata la seconda migliore squadra per xG concessi (0.74 a partita) e la migliore in assoluto per xG concessi su azione (0.54 a partita). I bianconeri hanno avuto il rapporto xG concessi e tiri concessi più basso del campionato (0.06) a dimostrazione di uno stile difensivo che, affollando l’area di rigore, concedeva magari più tiri di altre squadre, ma generalmente di bassa qualità. A ulteriore dimostrazione della bassa qualità dei tiri concessi agli avversari c’è il dato dei clear shot concessi (i tiri concessi senza nessun difensore tra il tiratore e il portiere), 1,13 a partita, il valore ampiamente più basso dell’intera serie A.
Formazione tipo: (4-3-3) Di Gregorio; Cabal, Bremer, Gatti, Cambiaso; Douglas Luiz, Kephren Thuram, Locatelli; Yildiz, Vlahovic, Weah.
Gli ultimi anni alla Juventus sono stati davvero turbolenti. Dalle rivoluzioni fallite, forse perché mai veramente desiderate, di Sarri e Pirlo, si è tornati alla restaurazione di Massimiliano Allegri, che, al di là del dibattito sulla reale qualità della proposta di gioco, ha deluso sul piano dei risultati, quella a cui teneva di più il tecnico livornese, portando nella bacheca juventina solamente la Coppa Italia nel maggio scorso. Nel mezzo dell’Allegri bis c’è stata anche la penalizzazione nel campionato 2022/23 e l’esclusione dalle coppe europee della stagione successiva. Le questioni extra-campo della Juventus hanno investito prepotentemente l’assetto societario e hanno portato alle dimissioni del presidente Agnelli e dell’intero consiglio di amministrazione nel novembre 2022.
Chiuse queste vicende con le penalità comminate da FIGC e UEFA, la Juventus ha provato a ricostruire l’area sportiva affidandola a Cristiano Giuntoli. Arrivato alla Juve solamente nel luglio del 2023, Giuntoli non ha avuto il tempo di incidere troppo nella costruzione della squadra della scorsa stagione. Si è rifatto, però, già in questa sessione di mercato.
La fine della seconda esperienza di Allegri sulla panchina della Juventus è arrivata, per un'ironica coincidenza, proprio nella partita che ha portato l’unico trofeo dei tre anni del secondo incarico sulla panchina bianconera di Massimiliano Allegri – la finale di Coppa Italia contro l’Atalanta che una settimana dopo avrebbe vinto l’Europa League strapazzando il Bayer Leverkusen. Alla fine di quella partita è stata evidente la frattura tra Massimiliano Allegri e Cristiano Giuntoli, con il tecnico che, al momento dei festeggiamenti in campo, ha intimato al dirigente di non avvicinarsi alla squadra. Chiusa in maniera traumatica la restaurazione di Massimiliano Allegri, con il licenziamento per giusta causa del tecnico, seguito da un più diplomatico accordo di rescissione consensuale, la rivoluzione di Giuntoli è iniziata con l’ingaggio di Thiago Motta come allenatore della Juventus.
Contemporaneamente, anche la rosa è stata rivoluzionata dal mercato. Se gli addii di Alex Sandro e di Rabiot erano prevedibili (quest'ultimo forse meno) per la fine del contratto dei due giocatori, la Juventus ha ceduto più a sorpresa i gioielli provenienti dalla Next Gen come Barrenechea, Iling Jr., Soulé e Hujisen. Le cessioni in realtà non si sono fermate qui: Kean è andato alla Fiorentina, Kaio Jorge al Cruzeiro, Rugani in prestito all’Ajax e Nicolussi Caviglia al Venezia. Szczęsny ha rescisso il proprio contratto e sono stati messi fuori rosa Tiago Djalo – preso a gennaio dallo stesso Giuntoli - Kostic, Arthur, De Sciglio e, forse il più sorprendente, Federico Chiesa. Weston McKennie, dopo avere rifiutato di fare da parziale contropartita per l’acquisto di Douglas Luiz dall’Aston Villa e a un anno dalla scadenza del contratto era stato, anche lui, messo ai margini della squadra, ma un paio di giorni prima del campionato è stato reintegrato, probabilmente per avere rinnovato, a cifre più basse, il suo contratto con la Juventus.

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Oltre a Douglas Luiz, al momento in cui viene scritto questo articolo, sono arrivati alla Juventus Michele Di Gregorio dal Monza, Juan Cabal dal Verona e Khéphren Thuram dal Nizza, oltre all'inserimento in prima squadra del giovane montenegrino classe 2006 Vasilije Adžić, prelevato già a gennaio dal Podgorica.
La Juventus ha giocato molto poco nel precampionato, affrontando solo tre amichevoli, contro il Norimberga, il Brest e l’Atletico Madrid. La sorprendente formazione schierata contro il Como ha rafforzato la convinzione che Thiago Motta abbia usato il precampionato per conoscere a fondo le caratteristiche dei propri giocatori e per studiare il modo migliore di incastrare nel suo calcio le pedine a disposizione. Le tre amichevoli sono state giocate con 3 centrocampisti di ruolo, con un modulo che, al netto della fluidità tipica del calcio di Motta, poteva essere definito come un 4-3-3.
La prima sterzata e la prima sorpresa si è avuta già alla seconda amichevole, quella contro i francesi del Brest. Nell’occasione Khéphren Thuram è stato per la prima volta impiegato come mediano davanti la difesa con un’interpretazione del ruolo piuttosto statica per i canoni dell’allenatore. Preso come giocatore dinamico e abile nelle conduzioni, Thuram è stato quasi subito reimpostato da Thiago Motta come equilibratore di gioco davanti la difesa. L’impressione piuttosto evidente è che l’allenatore, sempre molto attento alla fase di non possesso, abbia individuato nel francese, nella sua strabordante fisicità e nelle sue attente letture difensive, il giocatore capace di proteggere la difesa intercettando i filtranti, marcando i centrocampisti offensivi avversari e coprendo le uscite aggressive dei centrali. Se nella distribuzione del gioco Thuram non è sembrato ancora pienamente a suo agio, difensivamente, la sua forza nei corpo a corpo e la sua capacità di coprire con velocità enormi porzioni di campo, unite alla bontà delle sue letture difensive, sono emersi come punti di forza forse inaspettati. Le scelte su Thuram influenzano anche quelle sugli altri centrocampisti, in particolare quelle su Manuel Locatelli che, rispetto alla gestione Allegri, sembra poter giocare con maggiore libertà posizionale.
Nell’amichevole contro l’Atletico Madrid, schierato con il 3-4-3, Thuram si è sdoppiato instancabilmente nel doppio ruolo di mediano davanti la difesa e componente aggiunto della linea difensiva. Nell’occasione è in mezzo al campo, ma guarda preventivamente la situazione alle sue spalle, intuendo che l’Atletico Madrid sta iniziando a spostare il gioco da sinistra e destra. I due centrali sono già impegnati in marcatura, quindi Thuram va a cercare con la sua corsa la mezzapunta di destra dell’Atletico, andandolo a marcare e liberando così il terzino sinistro Cabal.
Un altro tema, in un contesto di rosa ancora incompleta, è la zona di campo e le funzioni che possano valorizzare al meglio il talento di Yildiz, come si è visto anche nelle scelte di formazione operate dal Thiago Motta per la prima partita di campionato contro il Como. Nelle amichevoli il giocatore turco aveva giocato esclusivamente sulla fascia sinistra in uno schieramento con tre centrocampisti puri. In quella posizione Yildiz aveva fissato l’ampiezza della squadra, senza alcuna rotazione delle posizioni con le mezzali per potere giocare in mezzo al campo, probabilmente anche perché nessuno dei centrocampisti impiegati al suo fianco è troppo a suo agio con i piedi sulla linea laterale. Ad avvicinare Vlahovic erano state quindi le mezzali – Fagioli, Locatelli, Douglas Luiz – e il centravanti serbo era apparso piuttosto isolato. Al contempo Yildiz è apparso un po’ limitato dalla staticità della sua posizione sulla fascia sinistra.

Sorprendendo tutti, contro il Como, Thiago Motta ha escluso dalla formazione iniziale un centrocampista – Douglas Luiz – schierando sulla fascia sinistra il ventenne della Next Gen Mbangula, spostando Yildiz alle spalle di Vlahovic. La mossa ha aiutato la squadra a trovare un riferimento avanzato e ha permesso a Yildiz, autore di un’ottima partita, di essere maggiormente coinvolto nel gioco e di cercare con più libertà la posizione migliore da occupare in campo. In occasione del secondo gol della Juventus contro il Como, ad esempio, Yildiz ha ricevuto aperto a sinistra in isolamento, dopo avere scambiato la posizione con Mbangula.
Le valutazioni su Thuram e Yildiz sono solo forse l’aspetto più evidente di quello che è sembrato essere il principale lavoro di Thiago Motta nei primi 40 giorni alla Juventus. All’interno di quelli che sono i confini del suo calcio - pressing organizzato, fase difensiva attenta, ricerca del dominio del match attraverso il possesso palla con buona fluidità posizionale, creazione di spazi offensivi attraverso la combinazione di movimento del pallone e degli uomini, riaggressione immediata - l’impressione dall’esterno è che l’allenatore bianconero stia studiando a fondo i suoi uomini per trovare le caratteristiche giuste per poter mettere in atto il suo gioco. In quest’ottica non si può non considerare che il roster della Juventus è ancora ampiamente incompleto sia in termini numerici che qualitativi.
L’acquisto, che appare probabile, di Kalulu dovrebbe ad esempio rinfoltire numericamente un reparto che, ad oggi, conta solo sette giocatori compresi i terzini Federico Savona, che ha già esordito contro il Como, e lo svedese Jonas Rouhi. Kalulu ha versatilità (può giocare sia come terzino destro che come centrale), atletismo e doti tecniche per potere eventualmente giocare con profitto secondo i principi cari a Thiago Motta.
Un altro ruolo scoperto è quello di esterno offensivo, in una zona di campo in cui la Juve ha ceduto Iling Jr. e Soulè, e ha escluso dalla rosa Chiesa e Kostic. Con Yildiz spostato nel mezzo, contro il Como le fasce sono state occupate da Weah e Mbangula e, dopo l’infortunio dello statunitense, ad occupare nominalmente la fascia destra è stato Andrea Cambiaso. Il completamento del roster con gli esterni offensivi sarà fondamentale per definire le caratteristiche dell’attacco bianconero e per innalzare il livello qualitativo della squadra nell’ultimo terzo di campo. Per questo ruolo, la Juventus sta puntando forte su Nico Gonzalez della Fiorentina, dove però ha giocato prevalentemente a destra.
Infine, non è ancora ben chiaro se Teun Koopmeiners arriverà in bianconero. L’arrivo dell’olandese fornirebbe un’ulteriore dose di versatilità alla squadra e porterebbe in dote fisicità, pressing e, viste le doti balistiche, capacità di finalizzazione. Nelle ultime due stagioni Koopmeiners ha segnato 10 e 12 gol in Serie A e potrebbe risultare particolarmente prezioso in una squadra che negli ultimi anni ha faticato ad aggiungere i gol dei centrocampisti a quelli degli attaccanti.
In maniera sensibilmente maggiore di quello di Kalulu e di quello degli esterni offensivi, l’arrivo di Koopmeiners fornirebbe a Thiago Motta ulteriori opportunità tattiche. Il centrocampista olandese ha dimostrato in carriera, anche recentemente, di potere occupare praticamente ogni posizione in mezzo al campo e la sua versatilità ne fa un giocatore particolarmente adatto al calcio pensato di Thiago Motta. L’eventuale acquisto di Koopmeiners porterebbe a tre, dopo quelli di Thuram e Douglas Luiz, il numero degli investimenti pesanti della Juventus a centrocampo e riproporrebbe in maniera ancora più netta la questione delle zone di campo da far occupare ad Yildiz. Alla fine nessun allenatore si lamenta davvero di avere troppe scelte.
Miglior scenario possibile
Dopo la vittoria contro il Como, la Juventus vince anche a Verona e conclude il trittico di partite che precedono la sosta nazionali vincendo in casa contro la Roma di De Rossi e senza avere ancora subito un gol in campionato. Al ritorno dalla sosta Thiago Motta ha finalmente tutta la rosa a disposizione: Kalulu, Koopmeiners e Nico Gonzalez. La Juventus non è sempre brillantissima, ma è quadrata e difficilissima da perforare. Thiago Motta non guarda in faccia nessuno e ruota i suoi uomini ininterrottamente tra campionato e Champions League per tenere alta l’intensità fisica e mentale dell’intero gruppo che lo segue integralmente in maniera messianica. La Juve rimane ai vertici della classifica assieme all’Inter e il duello prosegue per tutto il girone di andata. A gennaio Giuntoli riesce a prendere il prestito Sancho che, rimasto al Manchester United, è tornato immediatamente in pessimi rapporti con ten Hag. È la mossa che innalza ulteriormente la qualità del gioco offensivo della Juventus che, nella sfida di febbraio, batte l’Inter per 1-0 allo Juventus Stadium. In questo modo la squadra di Motta si innalza in testa alla classifica con 5 punti di vantaggio rispetto ai nerazzurri, un margine che riuscirà a tenere fino alla fine del campionato.
Peggiore scenario possibile
Senza Weah infortunato, la Juventus si presenta a Verona con Cambiaso e Yildiz sull’esterno. La Juventus vince, ma Vlahovic si infortuna e la prognosi è di tre mesi. Per far fronte all’assenza di Vlahovic viene ingaggiato in modalità panic buying lo svincolato Memphis Depay. Thiago Motta ruota vorticosamente i suoi uomini alla ricerca della miscela giusta per la sua squadra, ma dà spesso l’impressione di girare a vuoto. La Juventus è una squadra organizzata, ma ha difficoltà a creare occasioni pulite da rete. Depay, troppo pigro difensivamente, non gioca quasi mai e a fare il centravanti è più spesso Yildiz di Milik. Yildiz dimostra di poter giocare anche da prima punta, ma mancano i gol dei centrocampisti, eccetto quelli di Koopmeiners. Alcuni rumor lasciano intendere che l’inflessibilità di Thiago Motta ha creato qualche malumore nello spogliatoio, in particolare in Douglas Luiz, troppo spesso sostituito o impiegato a partita in corso, e Danilo, a cui vengono preferiti Kalulu o Cabal. A dicembre Vlahovic rientra in squadra e a gennaio Danilo torna in Brasile. La Juventus lotta in ogni partita e con Vlahovic in campo migliora il suo rendimento, ma si trova invischiata nella lotta per la qualificazione in Champions League che i bianconeri otterranno solamente all’ultima giornata vincendo fuori casa contro il Venezia ormai retrocesso.
Giocatore chiave
La Juventus ha consegnato la maglia numero 10 a Yildiz, investendo simbolicamente sul giovane calciatore turco per il proprio futuro. Il suo talento è facile da vedere, meno semplice è capire il tipo di calciatore che potrà diventare con esso. La fase iniziale della sua avventura con Thiago Motta sembra confermare che non è ancora ben chiaro quale possa essere la maniera migliore di impiegare Yildiz. Nella sua esperienza nella Primavera e nella Next Gen il numero 10 della Juventus era stato impiegato come seconda punta, trequartista e, talvolta, anche come mezzala. All’esordio in Serie A, Massimiliano Allegri lo ha schierato essenzialmente da seconda punta spostata sulla sinistra. Come detto, infine, Thiago Motta lo ha impiegato da esterno nelle amichevoli e sottopunta nella prima partita di campionato contro il Como. Se è vero che il ruolo conta poco, ma è più importante la funzione, specie in un calcio sempre più fluido posizionalmente, rimane in ogni caso aperta la questione delle funzioni migliori per Yildiz. È un calciatore che ama giocare in isolamento o, invece, preferisce un intorno vicino con compagni con cui associarsi? È un attaccante che ha in testa principalmente la finalizzazione o un trequartista che ama in egual misura giocare per i compagni e concludere in prima persona? Il talento di Yildiz potrebbe far apparire queste domande un po’ oziose, ma lo step necessario a trasformare un giovane di grande talento in un campione decisivo per la sua squadra passa anche dalla profonda comprensione delle migliori qualità del calciatore a dall’intorno tecnico-tattico in cui farlo esprimere. Se Thiago Motta riuscirà a valorizzare il talento, enorme, di Yildiz, a beneficiarne sarà, oltre al numero 10 bianconero, l’intera squadra che avrebbe a disposizione nell’ultimo terzo di campo la qualità e l’imprevedibilità imprescindibile per una squadra che vuole competere ai massimi livelli.
Giocatore da prendere al Fantacalcio
Con sette gol nelle ultime due stagioni, Gleison Bremer, oltre a essere uno dei migliori difensori per rendimento della Serie A, è una pedina imprescindibile al Fantacalcio, in cui spesso le reti dei difensori sono quelle che fanno la differenza tra una sconfitta e una vittoria. Certo, dovrete spendere per averlo, ma il gioco vale la candela.