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Guida alla Lazio 2024/25
19 ago 2024
19 ago 2024
A Baroni il compito di modellare una rosa profondamente rinnovata.
(copertina)
IMAGO / ABACAPRESS
(copertina) IMAGO / ABACAPRESS
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Piazzamento lo scorso:

Chi in più: Tijjani Noslin, Loum Tchaouna, Fisayo Dele-Bashiru, Nuno Tavares, Gaetano Castrovilli, Boulaye Dia.

Chi in meno: Felipe Anderson, Luis Alberto, Daichi Kamada, Luigi Sepe, Ciro Immobile, Marcos Antonio, Matteo Cancellieri.

Una statistica interessante della scorsa stagione: Secondo i dati StatsBomb, la Lazio è stata la quartultima squadra della Serie A per cross effettuati (7.16 a partita). Oltretutto è stata la peggiore squadra per numero di cross riusciti (1.71 a partita) e per percentuale di precisione dei cross (17%). Il cross è stata quindi una soluzione di rifinitura mal giocata e forse per questo poco utilizzata. Solo il 26% dei passaggi in area della Lazio sono stati cross, il dato più basso dell’intera Serie A.

Formazione tipo: (4-3-3) Provedel; Tavares, Romagnoli, Casale, Lazzari; Dele-Bashiru, Rovella, Guendouzi; Zaccagni, Castellanos, Noslin.

A metà marzo, dopo la sconfitta interna contro l’Udinese, la quarta di fila tra campionato e Champions League, Maurizio Sarri, dopo tre stagioni alla Lazio, ha rassegnato le sue dimissioni. A portarlo alla rottura, oltre ai risultati deludenti (la Lazio era in quel momento al nono posto in campionato dopo il secondo posto della stagione precedente), forse anche la convinzione che la squadra non lo seguisse più e che non ci fossero i margini, per lui e per il suo calcio, di invertire la rotta.

Dopo un primo anno difficoltoso, chiuso al quinto posto, in cui Sarri aveva dovuto mediare tra le sue idee di calcio e le caratteristiche della rosa, ancora in gran parte basata sulle esigenze del 3-5-2 di Simone Inzaghi, nel 2022-23 il tecnico sembrava avere trovato la quadratura del cerchio. La Lazio, in difficoltà difensiva nella stagione precedente, aveva trovato una notevole solidità arretrata mantenendo inalterati i principi della zona pura tanto cari al suo tecnico, abbassando il baricentro e rinunciando al pressing alto. La Lazio che sarebbe giunta la secondo posto in campionato era una squadra solida (seconda miglior difesa del campionato dopo il Napoli campione d’Italia) che, giocando con un baricentro medio basso, brillava per precisione e puntualità dei movimenti coordinati della linea difensiva. L’overperformance di Provedel nella stagione aveva fatto il resto.

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Si è quindi giunti alla stagione appena passata con la squadra di Sarri di nuovo in difficoltà difensiva, con un Provedel non più in stato di grazia, e alle prese con il vuoto forse incolmabile lasciato da Milinkovic-Savic. Sarri non ha avuto la forza e forse la volontà, sfruttando gli acquisti di Guendouzi, Kamada, Rovella e Castellanos, di cambiare la squadra per renderla più in linea con le sue idee di calcio ed è finito per affondare.

A sostituirlo, con una scelta che andava chiaramente oltre la logica del cosiddetto traghettatore e sembrava gettare le basi per le stagioni successive, è stato scelto Igor Tudor. Il tecnico croato aveva immediatamente cambiato il volto tattico della squadra, passando alla difesa a tre, rilanciando alcuni acquisti come Kamada e implementando un sistema di recupero del pallone aggressivo e incentrato sulla posizione degli avversari. Dopo le due sconfitte nella prima settimana, contro la Juventus in Coppa Italia e nel derby, la Lazio di Tudor non aveva più perso conquistando un posto in Europa League.

Sembrava ovvio che Tudor sarebbe stato l’allenatore della Lazio anche in questa stagione, ma, ad inizio giugno sono arrivate, inattese ma forse non troppo, le dimissioni del tecnico croato, probabilmente in disaccordo con la società per le scelte di mercato. Messa di fronte di nuovo alla scelta di un allenatore, la società di Claudio Lotito ha deciso di affidare la squadra a Marco Baroni.

La Lazio che verrà

Reduce dall’accoppiata promozione-salvezza con il Lecce e, nella scorsa stagione, da una insperata e meritatissima salvezza con il Verona, Baroni si è ritrovato con una squadra in profondo mutamento. Dopo il capitano, Ciro Immobile, partito alla volta della Turchia, la Lazio ha perso alcuni dei leader tecnici delle scorse stagioni, come Felipe Anderson e Luis Alberto, ma anche nuovi acquisti che non hanno reso come si pensava, come Daichi Kamada e Marcos Antonio. Se si prende in considerazione anche la cessione di Milinkovic-Savic nella stagione precedente, è evidente che la Lazio che conoscevamo non esiste più.

Dal mercato sono giunti Tijjani Noslin dal Verona, Loum Tchaouna dalla Salernitana, Fisayo Dele-Bashiru dall’Hatayspor, Nuno Tavares dall’Arsenal, Gaetano Castrovilli dalla Fiorentina e Boulaye Dia dalla Salernitana. Ad eccezione di Nuno Tavares, giunto per risolvere l’annoso problema del terzino sinistro di piede mancino che l’arrivo di Luca Pellegrini non aveva risolto, il mercato ha portato solamente giocatori offensivi chiamati al difficile compito di sostituire giocatori che negli anni hanno fatto le fortune della Lazio.

Baroni è sembrato fin dalle amichevoli estive voler seguire la rivoluzione del reparto offensivo apportando cambiamenti significativi rispetto alle precedenti guide tecniche. Dalle amichevoli estive è emerso in maniera chiara che la zona pura di Sarri è stata definitivamente accantonata, così come la difesa a 3 sporca di Igor Tudor. L'ex allenatore del Verona ha lavorato su un 4-3-3 molto fluido che il diverso atteggiamento tattico delle mezzali può tramutare senza soluzione di continuità in un 4-2-3-1. In attacco l’idea di base di Baroni è quella di occupare la zona tra centrocampo e difesa avversaria con più uomini e per questo può stringere i due esterni, lasciando che i terzini fissino l’ampiezza, o alzare una o entrambe le mezzali. Quando necessario è il mediano a supportare nella risalita del pallone i due centrali, affiancandosi a loro e componendo una linea a 3.

L’ampiezza è fissata dai due terzini. Il mediano si abbassa formando una linea a tre coi centrali. Guendouzi rimane a supporto. I due esterni, l’altra mezzala e Castellanos occupano lo spazio alle spalle del centrocampo avversario.

Lo sviluppo dell’azione mira a raggiungere velocemente i giocatori sulla trequarti o, in ordine di priorità, ad attaccare in ampiezza la difesa avversaria. La fase di rifinitura è affidata alle giocate dei trequartisti che possono combinare tra loro o, in alternativa, giocare a parete, permettendo ai centrocampisti di ricevere fronte alla porta per un passaggio in profondità o, in ampiezza, verso i terzini.

In quest’ottica un trequartista ombra sembra essere, nelle amichevoli estive e nella vittoriosa prima partita di campionato contro il Venezia, Castellanos, che si abbassa a ricevere creando al contempo spazi per gli inserimenti delle mezzali o degli esterni.

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Nel terzo gol di ieri al Venezia una dinamica che sembra già tipica della Lazio di Baroni. Viene cercato Dele-Bashiru tra le linee che gioca di sponda su Guendouzi. Quest'ultimo apre per il terzino che attacca lo spazio creato dal taglio interno dell’esterno.

In fase di non possesso Baroni sta lavorando ad un sistema attivo che pone attenzione all’uomo nella zona di competenza e che, pertanto, non si fa scrupolo a rompere le linee, anche quella arretrata, per andare a contrasto con il ricevente avversario. La fase di recupero del pallone è completata da una riaggressione piuttosto convinta.

In generale sembra che Baroni voglia una squadra verticale e aggressiva. Nelle amichevoli non è mancata, ad esempio, la ricerca veloce del centravanti anche con Provedel e il conseguente attacco dello spazio degli esterni e l’aggressione della seconda palla dei centrocampisti.

Come detto, le maggiori novità in rosa sono concentrate nei ruoli offensivi. Per la prima giornata di campionato Baroni ha scelto di schierare come titolari Noslin e Dele-Bashiru. Il primo è stato schierato come esterno destro e l’acquisto di Dia sembra definitivamente chiarire che l’ex Verona potrebbe essere impiegato principalmente sulla fascia e non come centravanti. Dele-Bashiru ha invece giocato da mezzala, con grande libertà di andare ad occupare sulla trequarti campo e attaccare la profondità alle spalle di Castellanos. La batteria di esterni è ricca e oltre a Zaccagni può contare su Isaksen, Pedro e sul nuovo acquisto Tchaouna, uno dei pochi giocatori a salvarsi, individualmente, dal disastro della Salernitana della scorsa stagione e che nel precampionato è stato impiegato su entrambe le fasce. Tenendo conto della volontà di Baroni di costruire una squadra verticale ed aggressiva, l’abbondanza di soluzioni potrebbe essere importante per mantenere alta l’intensità sia all’interno della singola partita che nel corso dell’intera stagione.

Anche il centrocampo sembra avere almeno un paio di interpreti per ruolo, Nel precampionato, davanti alla difesa hanno giocato, oltre a Rovella, Vecino e Cataldi. L’uruguaiano è stato impiegato anche come mezzala e sembra avere caratteristiche tecnico-tattiche, oltre che esperienza, per ricoprire un ruolo nella Lazio di Baroni. Guendouzi appare il titolare indiscusso della maglia di mezzala destra e sembra che i biancocelesti possano cedere Cataldi e acquistare Michael Folorunsho, già allenato da Baroni a Verona, e perfetto per interpretare il ruolo di incursore partendo alle spalle di Castellanos. Un’altra voce di mercato suggerisce la partenza di Pedro e l’acquisto di Ngonge dal Napoli, anche lui già allenato da Baroni, che andrebbe ad arricchire ulteriormente la batteria di esterni della Lazio.

La difesa è stato il reparto meno interessato ai cambiamenti. Di fatto è arrivato il solo Nuno Tavares, che però sembra aver bisogno ancora di tempo per poter essere considerato affidabile in una difesa a quattro. Questo è un problema che potrebbe riguardare non solo il terzino portoghese, se Baroni vorrà continuare a coltivare questo atteggiamento aggressivo e meno attento alle dinamiche di reparto. Romagnoli, ad esempio, è un difensore che storicamente ha dimostrato la maggiore efficienza in sistemi a zona, mentre altri come Mario Gila, Patric e lo stesso Casale sono difensori di maggiore aggressività a più a loro agio in un sistema a tre. Nulla che non si possa potenzialmente risolvere con il lavoro in allenamento, ma sarà, come sempre, il campo a dire se Baroni riuscirà a trovare la quadratura del suo cerchio difensivo, considerando anche il livello individuale non troppo elevato del roster di centrali e terzini a disposizione.

La questione della qualità complessiva della rosa non investe però esclusivamente la difesa. La sfida per i nuovi acquisti del reparto offensivo è quella, pur in un sistema di gioco diverso, di sostituire calciatori come Immobile, Luis Alberto e Felipe Anderson che, pur ormai lontani dal momento migliore della loro carriera, erano giocatori che facevano la differenza.

Miglior scenario possibile

Dopo la vittoria col Venezia, la Lazio vince anche in trasferta a Udine e batte in casa il Milan arrivando alla prima pausa del campionato a punteggio pieno. L’entusiasmo sale e aiuta Baroni a tenere alto il livello di intensità della squadra e compatto il gruppo. Castellanos acquista sempre più fiducia: in area è velenoso, sulla trequarti ricama filtranti per gli inserimenti letali di Folorunsho e Guendouzi. Tavares, rientrato in campo a settembre, fornisce ulteriore atletismo alla squadra che diventa scomoda da affrontare per tutti. Dietro Provedel torna ai livelli della stagione 2022/23 e riesce a coprire qualche buco difensivo. La Lazio chiude il girone d’andata al terzo posto, dopo aver vinto il derby dell’ultima giornata con la Roma. Ebbri di entusiasmo i tifosi invocano qualche rinforzo di qualità per provare a inseguire lo scudetto o, comunque, consolidare la zona Champions, ma Lotito dice che «sarebbe da stupidi cambiare una squadra che ha fatto così bene sino ad ora». Qualche infortunio e un calo di forma aprono la strada a una crisi di risultati tra gennaio e febbraio, la posizione in classifica peggiora e l’ambiente comincia a mugugnare. Baroni, nonostante sia alla prima esperienza in una piazza importante e difficile come quella della Lazio, stringe i denti e passato l’inverno riesce a stabilizzare le prestazioni della sua squadra e a concludere il campionato al quarto posto.

Peggiore scenario possibile

L’attacco della Lazio si rivela asfittico e ha difficoltà a creare occasioni contro difese schierate. Le cose vanno un po' meglio su un campo più grande, dove la Lazio può correre e fare valere la forza e la velocità dei suoi giocatori offensivi. Tuttavia, Baroni non riesce a trovare il corretto equilibrio tattico e, la verticalità è pagata in termini di compattezza della squadra e solidità difensiva. Il bilancio tra rischi e benefici è ampiamente a favore dei primi. Il tecnico prova a sistemare le cose, abbassando il baricentro e provando a costruire una squadra di transizioni lunghe. Dia prende sempre più spesso il posto di Castellanos nell’undici di partenza, ma anche questo non basta a far staccare la Lazio da un’anonima metà classifica. La brutta sconfitta nel derby di gennaio contro la Roma libera la rabbia dei tifosi che invocano interventi sul mercato, che però non arrivano. La stagione prosegue tra alti e bassi, senza mai trovare davvero un centro tattico della squadra che conclude il campionato all’ottavo posto, molto lontano dalla vetta. Alla fine del campionato Lotito annuncia che Baroni non sarà più l’allenatore della squadra per la stagione successiva.

Giocatore chiave

Nel sistema pensato da Baroni i movimenti verso la palla del "Taty" Castellanos e la creazione di corridoi da attaccare per i trequartisti potrebbero essere fondamentali per trovare spazi alle spalle delle difese avversarie. Se Castellanos riuscisse a dare qualità sulla trequarti campo e, al contempo, riuscisse a garantire presenza in fase di finalizzazione e un buon numero di gol, l’attacco della Lazio potrebbe prendere una dimensione diversa e trovare la chiave per affrontare i blocchi bassi avversari.

Giocatore da prendere al Fantacalcio

L’anno scorso Zaccagni (listato W-A al Mantra) è stato frenato da qualche infortunio di troppo e da una forma atletica non sempre perfetta. Quest’anno però le sue responsabilità creative e di finalizzazione dovrebbero ulteriormente crescere e, oltretutto, è il rigorista della squadra. Dovrebbe quindi collezionare una buona quantità di gol e assist. Certo, il carattere fumantino gli ha fatto collezionare anche 8 ammonizioni la scorsa stagione, ma forse il gioco vale la candela.

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