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Guida alla Repubblica Ceca
07 giu 2021
Identità tattica e giocatori chiave di una squadra dalla grande tradizione.
(articolo)
7 min
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Cose a cui pensate automaticamente in relazione alla Nazionale di calcio della Repubblica Ceca: i capelli lunghi e sempre bagnati di Milan Baros, quelli biondi di paglia di Pavel Nedved, il gigantismo di Jan Koller, il gioco leggero e fragile di Tomas Rosicky, i dribbling da pazzo di Karel Poborsky, il suo pallonetto geniale al Portogallo. Cose a cui pensate automaticamente in relazione alla Nazionale di calcio della Repubblica Ceca: Euro 96. Una delle cavalcate più emozionanti e piene di stile dell’epoca moderna del calcio. O Euro 2004, dove la Nazionale ceca batte Olanda e Germania, ed elimina i tedeschi ai gironi. Poi perde dalla Grecia uno a zero e ancora ci si domanda come.

Poche nazionali, insomma, possono vantare il pedigree europeo della Repubblica Ceca. Poche hanno offerto tanto spettacolo, imprevedibilità e squadre ricche di talento: Patrick Berger, Vladimir Smicer, Karel Poborsky, Pavel Nedved a Euro 96; Tomas Rosicky, Milan Baros, Jaroslav Plasil a Euro 2004. Scordatevi tutto questo. Questa versione della Repubblica Ceca, lo diciamo subito, non promette fuochi d’artificio. Si è qualificata agli Europei in modo sicuro ma povero. Ha segnato 13 gol (gli stessi del Kosovo) e ne ha subiti 11, qualificandosi senza mai rischiare troppo più che altro per assenza di avversari (era nel girone con Inghilterra, Kosovo, Bulgaria, Montenegro). La partita decisiva è stata un’insperata vittoria contro l’Inghilterra in casa, dopo aver perso l’andata 0-5. Un risultato dalla portata storica: è stata la prima sconfitta in una gara di qualificazione per l’Inghilterra dal 2009. La squadra è andata in svantaggio dopo appena 3 minuti con un rigore di Harry Kane, ma poi, grazie anche alla spinta del pubblico, è riuscita a vincere per 2-1, approfittando di un’Inghilterra pigra e svagata. La Repubblica Ceca ha giocato in modo intenso e deciso, mettendo molta pressione fisica sulla partita e trovando il gol vittoria a 5’ dalla fine con l’improbabile Zdenek Ondrasek, centravanti ultratrentenne dalle qualità e dalla carriera modesta.

Come gioca?

Senza il talento tecnico a cui la Repubblica Ceca ci ha abituati nella sua storia recente, il CT Jaroslav Silhavy (highlight della carriera: un campionato vinto con lo Slovan Liberec) schiera un 4-2-3-1 quadrato e che lascia poco spazio alla fantasia. L’identità della squadra è definita dai due mediani davanti la difesa, entrambi dalle spiccate qualità difensive: Alex Kral è un difensore centrale trasformato in centrocampista (la sua somiglianza con David Luiz quindi non si ferma quindi al cespuglio di capelli), e accanto a lui c’è Tomas Soucek, dominatore dei cieli nell’ultima stagione di Premier League. Mentre Kral tiene più la posizione, lavorando per dare stabilità in transizione difensiva, Soucek agisce da box-to-box, ma con compiti di gestione del pallone superiori a quelli che ricopre con il West Ham. Il 4-2-3-1 prevede due esterni che rimangono larghi e a piede naturale: Jankto e Masopust, due ottimi crossatori a cui si aggiunge - in fase offensiva - il contributo lineare ma sempre ottimo di Vladimir Coufal, terzino destro reduce da una stagione da 7 assist in Premier, sempre col West Ham.

Nella fascia centrale del campo offensiva del campo ci sono i due giocatori con le maggiori qualità tecniche. Sulla trequarti si muove il veterano Vladimir Darida: un centrocampista dinamico che si muove in orizzontale per cercare di ricevere nei mezzi spazi. Ha un primo controllo e una visione di gioco per niente banali e il suo apporto è vitale per risalire il campo e aggiungere qualità negli ultimi metri. A quella ci dovrà pensare anche Patrik Schick, centravanti autori di 4 gol nelle qualificazioni (quasi un terzo di quelli della squadra). Se Darida è in una fase discendente della carriera, Schick è chiamato a dare segnali sul suo valore. A 25 anni la sua carriera ha già vissuto una quantità indefinita di alti e bassi e il suo reale talento è sempre in discussione. Viene da due buone stagioni in Bundesliga, che non hanno però del tutto chiarito gli equivoci tecnici che lo circondano: un giocatore dalle intuizioni tecniche deliziose, ma dall’inconsistenza leggendaria, specie nel gioco spalle alla porta. Schierarlo da unica punta centrale è più che altro un atto di fede per una squadra che in fondo non ha molte altre alternative. In una delle ultime partite con la Nazionale, contro il Galles, Schick si è fatto espellere per un fallo di reazione su Connor Roberts (lasciando la squadra in dieci, che poi ha perso una sfida pesante per la classifica). Dietro di lui scalpitano giocatori che rappresentano la sua nemesi: Krmencik e Vydra sono due attaccanti ultra-fisici e che lasciano poco spazio alla bellezza e all’immaginazione. Krmencik ha giocato titolare nella partita contro l'Italia, mettendoci molta intensità ma poco altro. Dalla panchina c’è poi il jolly Antonin Barak, raramente titolare ma che consentirebbe alla squadra un assetto più offensivo, messo sulla trequarti con Darida spostato a centrocampo al posto di Kral. Con gli inserimenti di Barak la Repubblica Ceca guadagnerebbe ulteriore pericolosità per la sua arma offensiva principale: i cross. Con “The Czech Fellaini” Soucek, Kral e il centrale difensivo Kalak la Repubblica Ceca è una squadra estremamente fisica e pericolosa sui calci piazzati indiretti.

Vi piace l’umorismo ceco?

Silhavy ha lasciato aperta la possibilità di convocare Ondrej Koudela, difensore squalificato per 10 partite UEFA dopo gli insulti razzisti rivolti a Glen Kamara in Europa League. Si è in attesa della sentenza in appello ma intanto i giornali scozzesi ne parlano scandalizzati. Dovesse essere convocato, la sfida contro la Scozia promette fuoco.

Chi va tenuto d'occhio?

Tomas Soucek è uno dei centrocampisti più in forma in Europa, ma soprattutto uno dei più peculiari. Si muove con una rigidità robotica, la sua tecnica è sobria, ma il suo gioco di passaggi lunghi non è scontato e potrebbe brillare particolarmente con la Nazionale - prepariamoci ai suoi cambi di gioco artigianali ma efficaci verso gli esterni. In Premier ha dimostrato un efficacia senza senso nelle due aree, con un’attitudine da centro del basket per come difende i palloni nella propria area e attacca quelli nell’area altrui. Viene da una stagione da 10 gol in Premier, e in Nazionale ne ha segnati in 3 in 3 partite di qualificazioni ai Mondiali. Soucek è un giocatore che naviga tra gli episodi delle partite, e i tornei internazionali sono fatti di episodi. Il suo magnetismo sarà fondamentale per dare una dimensione diversa a una squadra dalle poche armi come la Repubblica Ceca. Proprio per questo il rendimento di Patrik Schick, la sua affidabilità sotto porta, la sua capacità di trovare momenti di magia, potrebbe essere anche più decisivo, nel bene o nel male.

Ha dei punti deboli?

La Repubblica Ceca è una Nazionale abbastanza completa, ma i cui picchi sono esclusivamente fisici. Se non riesce a rendere sporche le partite, e a infilarle nel contesto della lotta, i suoi limiti tecnici sono piuttosto evidenti. È una squadra che va molto in difficoltà quando deve recuperare il risultato, ed è costretta ad attaccare in un campo piccolo e a difendere in uno grande, dove emerge tutta la lentezza del proprio undici, molto fisico ma molto poco dinamico, specie nella fascia centrale del campo.

Dove può arrivare?

Non saprei dire se è una buona notizia, ma la Repubblica Ceca si è trovata in un girone fatto di nazionali che ha già affrontato parecchio di recente. Negli ultimi due anni ha giocato già due volte contro l’Inghilterra e due volte contro la Scozia. La cattiva notizia è che la Scozia, l’avversario più alla portata del girone, quello contro cui è quindi vitale vincere, l’ha già battuta due volte - anche se nella prima Silhavy aveva schierato praticamente la squadra B. Due sconfitte che non hanno comunque pregiudicato il primo posto nel girone della Lega B di Nations League. La partita d’esordio degli Europei sarà proprio contro la Scozia, e sarà decisiva per giocare alla morte le partite contro Croazia e Inghilterra. La Repubblica Ceca ha già dimostrato di trovarsi discretamente a suo agio nel ruolo della squadra sfavorita, ottenendo anche un pareggio a marzo contro il Belgio.

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