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Guida alla Salernitana 2021/2022
27 ago 2021
Venite a conoscere il mondo di Fabrizio Castori.
(articolo)
11 min
(copertina)
Giuseppe Maffia/NurPhoto
(copertina) Giuseppe Maffia/NurPhoto
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Piazzamento lo scorso campionato: Neopromossa

Chi in più: Joel Obi (Chievo), Stefan Strandberg (Ural), Matteo Ruggeri (Atalanta), Federico Bonazzoli (Sampdoria), Vincenzo Fiorillo (Pescara), Wajdi Kechrida (Étoile du Sahel), Grigoris Kastanos (Juventus), Nwanko Simy (Crotone), Lassana Coulibaly (Angers).

Chi in meno: Gennaro Tutino (Napoli), Sofian Kiyine (Lazio), André Anderson (Lazio), Tiago Casasola (Lazio), Riza Durmisi (Lazio)

Una statistica interessante della scorsa stagione: La Salernitana è stata l’ultima squadra per possesso palla della scorsa Serie B (38,2%, ben 5,6 punti percentuali in meno della penultima, il Pordenone a 43,8%).

Se nel calcio i miracoli non esistono, l’arrivo della Salernitana in Serie A si può inserire quanto meno negli eventi decisamente improbabili, 23 anni dopo l'ultima volta. La squadra di Castori non solo non era inserita tra le favorite alla promozione, ma neppure nel calderone delle pretendenti ai playoff, con una rosa non particolarmente ricca di talento e una situazione societaria turbolenta, con la piazza ad accusare Lotito di usare la squadra come succursale della Lazio.

Se pensate che la Salernitana sia riuscita a invertire i pronostici con un calcio sbarazzino e propositivo, vi sbagliate di grosso. Castori è un allenatore dogmatico nel vero senso della parola, con un’idea di calcio che non ha sfumature. Quando subito dopo la promozione gli hanno fatto notare che la sua squadra non aveva statistiche da prima della classe, l’allenatore ha dichiarato che «il pallone se lo possono portare anche a casa, io mi prendo i 3 punti», quello che può essere il suo manifesto. La costruzione dal basso - dice - gli fa venire l’orticaria e deve essere vero, visto che la Salernitana è stata per distacco la squadra con il minor possesso palla della Serie B.

A Salerno Castori ha trovato la rosa adatta alle sue idee ed è stato bravo a imprimerle nei suoi giocatori rapidamente. Appena arrivato ha impostato la squadra con un 3-5-2 (o 4-4-2) basso e compatto, attento a non lasciare spazi agli avversari e difendere l’area di rigore come fosse un tempio sacro. Una volta riconquistato il pallone l’idea era quella di cercare il più rapidamente possibile un lancio lungo per il centravanti Djuric, alto 199 centimetri. Sulle sue sponde ad arrangiarsi c’era Tutino, il giocatore più influente della squadra. Per l’allenatore della Salernitana la fase offensiva vuol dire arrivare il più rapidamente possibile nei pressi della porta avversaria.

Più che i singoli, però, a contare è stato il gruppo. Tutti hanno portato qualcosa alla causa, trascinando la squadra con le unghie e con i denti nei momenti di difficoltà. In un campionato imprevedibile e mutevole come la Serie B questa solidità estrema alla fine ha pagato, con un secondo posto che è valso la promozione diretta. La Salernitana è stata la seconda miglior difesa del campionato e l’undicesimo attacco, per capire di che squadra stiamo parlando.

L’adattamento alla A

L’inaspettata promozione ha reso felice una città, ma messo in difficoltà la società. La Salernitana era in mano a Lotito, ma le regole della Lega impediscono a una stessa proprietà di avere due club, specialmente nella stessa serie. Dopo un momento di empasse, il 7 luglio la FIGC ha accettato il trust della Salernitana, ovvero il passaggio della società dalla gestione Lotito a un ente indipendente che dovrà gestire la cessione, rendendo possibile l’iscrizione al campionato. La mancanza di una proprietà riconoscibile ha influenzato anche il mercato, che sta entrando nel vivo solo adesso.

Dopo un lungo inseguimento dal Crotone è arrivato Nwanko Simy in prestito con obbligo di riscatto. L’attaccante nigeriano offre più garanzie a livello di gol rispetto a Djuric (20 nella scorsa stagione, contro i 5 del bosniaco) senza però perdere in centimetri e fisicità. Anche se le statistiche dicono che Simy non brilla particolarmente nei duelli aerei (l’anno scorso ne perdeva 3 su 5), rimane un centravanti eccellente da usare come target dei lanci lunghi dalla difesa. Aspettatevi molto l’asse lancio di Gyomber per la testa di Simy.

Accanto a lui si muoverà Federico Bonazzoli, arrivato in prestito dalla Sampdoria per sostituire Tutino, lasciato tornare al Napoli. A sprazzi Bonazzoli ha fatto intuire qualità interessanti e certamente le sue caratteristiche si sposano bene con il calcio diretto e marziale di Castori. Nell’esordio in Coppa Italia contro la Reggina ha già segnato una doppietta, in una partita in cui la Salernitana ha lasciato totalmente il controllo del gioco a un avversario non certo irresistibile. Probabilmente sarà dalla sua capacità di trasformare in oro tutto quello che tocca che passeranno le possibilità di salvezza della squadra.

Un altro arrivo interessante è quello di Matteo Ruggeri. Esterno a tutta fascia cresciuto nella Silicon Valley degli esterni a tuta fascia dell’Atalanta, l’anno scorso Gasperini gli ha dato fiducia in qualche occasione e, seppure appena 19enne, dovrebbe essere il titolare sulla sinistra. Contro la Reggina ha già fatto vedere il suo potenziale con una bella azione che ha portato al gol del vantaggio. Al suo arrivo (insieme a Nadir Zortea, altro esterno atalantino) Castori ha sottolineato come i due «vengono da una squadra come l'Atalanta e da una scuola di pensiero con una metodologia simile alla nostra» a intendere, forse, come la fisicità sia un tratto distintivo delle sue squadre. A centrocampo invece è arrivato dall’Angers Lassana Coulibaly, una mezzala molto fisica più adatta a distruggere il gioco che a costruirlo. Curiosamente dovrebbe giocare accanto a Mamadou Coulibaly, forse più adatto alla Serie A del capitano Di Tacchio per giocare davanti alla difesa e autore alla prima giornata di un gol bellissimo.

Altri acquisti invece lasciano più di un punto interrogativo: in difesa è stato ingaggiato Stefan Strandberg, centrale alto e possente da mettere nel cuore dell’area di rigore a respingere cross, visto che l’idea difensiva di Castori è quella di spingere gli avversari sull’esterno. L’anno scorso giocava in Russia, nell’Ural, e la mobilità non è quella del centrale dei vostri sogni (alla prima giornata si è fatto espellere dopo appena mezz'ora di gioco). Dall’Étoile du Sahel è arrivato Wajdi Kechrida, che se la giocherà per una maglia da titolare come esterno destro, dove non sembra esserci qualcuno sicuro del posto. A centrocampo sono arrivati anche Joel Obi e Grīgorīs Kastanos. Il primo dovrebbe portare esperienza nella massima serie, mentre il secondo un po’ di qualità in una rosa dove ce n'è proprio poca. Staremo a vedere.

Come giocherà

Al di là degli interpreti, Castori non sembra intenzionato a smussare gli angoli del suo gioco. Anche nelle amichevoli, e nelle prime due partite ufficiali, i principi sono rimasti gli stessi della scorsa stagione. Una squadra compatta e reattiva che lascia molto il pallone agli avversari e prova a sfruttare ogni ripartenza e ogni calcio piazzato. Nella prima giornata contro il Bologna Djuric ha ingaggiato 9 duelli aerei in 64 minuti, più del triplo di ogni altro giocatore in campo.

5-3-2 stretto e basso e vediamo che succede.

Un atteggiamento che apparentemente appare perfetto per affrontare un campionato più difficile, cercando di limitare i gol subiti, ma c’è il rischio che la Salernitana non abbia la necessaria concentrazione per fare questo calcio con profitto in Serie A. Contro il Bologna ha lasciato gli avversari tirare in porta per 18 volte, ma soprattutto ha concesso due gol in due minuti. Certo è stata una partita strana ed è difficile prenderla come esempio, la Salernitana ha giocato con un uomo in meno dal 32esimo e ha subito due gol su calcio d'angolo, ma l'aver preso i tre gol in una limitata porzione di partita lascia intendere che per fare un gioco così reattivo bisogna avere la capacità di non distrarsi mai. Da questo punto di vista non è da escludere, magari più avanti, un passaggio al 4-4-2, che permette di difendere la propria metà campo in maniera più ordinata.

Si può pensare che l’idea di calcio di Castori sia adattabile anche a rose mediocri, perché per difendere basta la volontà, ma non è così. Spesso le neopromosse che hanno avuto più successo sono state quelle che avevano un piano offensivo preciso e i giocatori per metterlo in atto. In generale a Salerno si respira un po’ di apprensione per il valore della rosa: qualche giorno fa Di Tacchio ha detto di avere fiducia nella società (ma quale società?) e che «arriveranno giocatori di categoria», a sottolineare come ora la Salernitana non sembra una squadra totalmente attrezzata per la Serie A. È possibile che in questi ultimi giorni di mercato arriveranno altri giocatori, ma è difficile pensare che un mercato sensato possa essere completato in 5 giorni.

Simy è un punto di partenza, anche se il nigeriano ha sempre giocato in un Crotone che, magari un po’ ingenuamente, cercava di costruire gioco e sfruttarlo negli ultimi metri di campo. Ora dovrà essere parte integrante di una risalita veloce del pallone. Non sembra il suo terreno ideale. Anche Bonazzoli è un buon innesto, ma non ha la visione di gioco e la tecnica per far fruttare al massimo le ricezioni sulla trequarti.

Altri giocatori sono invece un mistero. Gyomber ha avuto un’ottima stagione in B, ma è ancora un calciatore da A (questa categoria un po’ difficile da definire di giocatori che cambiano di molto il loro rendimento nel passaggio da una serie all’altra)? Lo stesso si può dire di molti elementi della rosa della Salernitana che in questo momento sarebbero titolari. Belec anche non sembra dare molte garanzie, e spesso si sottovaluta quanto un portiere è importante per i destini di una squadra che deve salvarsi.

Inoltre all’entusiasmo ritrovato della piazza - i tifosi si sono radunati in massa alla partenza della squadra per Bologna - si contrappone la necessità di trovare un acquirente entro il 31 dicembre, pena esclusione dalla Serie A. Una situazione del genere quanto potrà influenzare i giocatori? E quanto l’attuale dirigenza può sentirsi libera di fare scelte?

Insomma la Salernitana si presenta alla prima stagione di Serie A da 23 anni a questa parte piena di incognite. Per FiveThirtyEight è la squadra con più possibilità di retrocedere (il 39%), più del Venezia. Per tutti i bookmakers è quella con meno possibilità di salvarsi. Ovviamente poi a parlare sarà il campo, ma le premesse non sono le migliori.

Giocatore chiave

Non che valga molto, ma Simy l'anno prossimo diventerà, per distacco, l’acquisto più costoso della storia della Salernitana. Per una società che fa la maggior parte del suo mercato con i prestiti e i parametro zero, investire così tanti soldi - circa 8 milioni - per un calciatore lascia intendere quanto ci stia puntando. A Simy verrà chiesto di cavare ragni dalle buche, massimizzare quel suo strano talento nel ottenere il massimo da palloni sporchi, tirando poco, ottenendo molto. Ma non solo questo: probabilmente Castori gli chiederà di lavorare di più spalle alla porta, usare il suo fisico per difendere il pallone, regalare secondi preziosi ai compagni per salire e creare i presupposti per una fase offensiva pericolosa.

Giocatore da prendere al Fantacalcio

Il raziocinio direbbe di scansare il più possibile i giocatori della Salernitana dal proprio Fantacalcio, ma il bello è forse questo. Più che puntare Simy, che comunque avrà un costo rapportato alla sua ultima grande stagione, buttatevi su nomi da pochi crediti nella speranza di grande rendimento. Il migliore da questo punto di vista è forse Matteo Ruggeri: tanta gamba, tanta sfrontatezza e da qualcuno i cross per le punte dovranno arrivare. Se invece vi piacciono i centrocampisti indolenti dal buon talento che non esploderanno mai e avete un credito da buttare, buttatelo su Grigoris Kastanos.

Miglior scenario possibile

L’Arechi brucia di passione che alimenta le ambizioni della squadra. Lo stadio di casa è un fortino dove Simy e Bonazzoli si esaltano e il resto dei compagni applica il calcio di Castori come ne valesse la loro vita. In casa si fanno i punti, in trasferta si cerca di limitare i danni. Un piano che funziona più o meno bene a seconda dei periodi, ma che porta la Salernitana a salvarsi all’ultima giornata, vincendo in casa con l’Udinese. Memorabile il successo in casa contro i campioni in carica dell’Inter.

Peggior scenario possibile

La rosa rimane quella attuale, corta in attacco, inadeguata dietro. Simy non riesce a ripetere l’ultima stagione realizzativa e iniziano a notarsi le difficoltà nell’aiutare la squadra nella risalita della palla. Dietro la fase difensiva non regge l’urto della Serie A e diventa quella per distacco a concedere più occasioni agli avversari e, di conseguenza, più gol. Nelle prime 8 giornate arriva appena un punto e Castori non ha la forza per provare a cambiare piano di gara. La società latita, impegnata alla ricerca di un nuovo acquirente e presto la Salernitana si stacca dalle squadre in lotta per la salvezza per fare mesta corsa solitaria sul fondo della classifica.

PS: in realtà il vero peggior scenario è che la Salernitana non trovi un compratore entro il 31 dicembre venendo esclusa dal campionato, finendo per falsarlo almeno un po', ma questa è un'opzione a cui nessuno vuole pensare davvero (e che, immagino, faranno in modo non accada).

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