• Guida alla Serie A 2021/22
Alfredo Giacobbe

Guida alla Sampdoria 2021/22

Si passa da Ranieri e D'Aversa.

 

 

Chi in più: Nicola Murru, Gianluca Caprari, Jeison Murillo, Ronaldo Vieira, Julian Chabot, Fabio Depaoli, Manuel De Luca.

 

Chi in meno: Jakub Jankto, Keita Baldé, Antonino La Gumina, Karlo Letica, Mehdi Leris, Gaston Ramirez, Vasco Regini.

 

Una statistica interessante della scorsa stagione: Secondo i dati FBref, la Sampdoria è la squadra che ha fatto più pressing di tutte in Serie A.

 

 

La Samp non aveva un’identità tattica semplice

Claudio Ranieri ha rotto l’incantesimo. Il manager romano era arrivato a Genova nell’ottobre del 2019. La Samp era stata appena lasciata da Eusebio Di Francesco all’ultimo posto in classifica. Ranieri riuscì a risollevare la Samp fino a una tranquilla salvezza, che sembrava impensabile solo qualche mese prima. E nel suo secondo anno, con la stessa media punti o quasi, Ranieri ha conquistato 52 punti e la parte sinistra della classifica. 

 

Qualcosa tra Ranieri e la Samp, a un certo punto, si è rotto. Il suo contratto che non veniva rinnovato, il sintomo di un certo malessere. Ranieri ha staccato la spina quando ha potuto, poco prima dell’ultima e ininfluente gara di campionato. Lo ha comunicato prima alla squadra e poi alla stampa. «Non ci sono i contenuti e i presupposti per restare,» è stata la frase che Ranieri consegna ai microfoni, frase che può avere mille interpretazioni diverse. Ranieri potrebbe non aver gradito una proposta economica al ribasso, o l’intenzione della società di privarsi dei propri pezzi pregiati in rosa, o entrambe le cose. 

 

Secondo il sito Calcio e Finanza, nel 2020 la Samp ha segnato una perdita di quasi 15 milioni di euro. Nel report si sottolinea che: «I valori di mercato della rosa di Ferrero sono mediamente superiori a quelli di iscrizione in bilancio». Tradotto: il rosso si ripiana facendo facili plusvalenze. È notizia degli ultimi giorni che Jankto si è trasferito al Getafe, mentre Thorsby e Damsgaard hanno ricevuto offerte che la Sampdoria ha giudicato interessanti. Vedremo cosa accadrà nell’ultima settimana di mercato, ma vendere tre fra i migliori giocatori in rosa, provare a rimpiazzarli adeguatamente, è un’operazione complessa anche per due dirigenti esperti come Osti e Faggiano. 

 

La Samp di Ranieri aveva un approccio tattico alle partite per niente semplice, come invece spesso si è detto o scritto. Il 4-4-2 è un sistema tattico flessibile, che può diventare un passepartout potente in mani esperte. Ranieri ha cercato nella relazione tra le coppie che si formano naturalmente in giro per il campo un moltiplicatore di forze: il tutto è più della somma delle singole parti. Il pallone risaliva attraverso le catene di fascia e l’azione congiunta di ala e terzino che si sovrapponevano continuamente. Dei due mediani, uno aveva licenza di sganciarsi per seguire l’azione nell’ultimo terzo di campo, mentre l’altro restava in copertura. Le punte si alternavano nell’azione di cucitura del gioco con il centrocampo e di ricerca dello spazio alle spalle della difesa. 

 

Come sempre, l’implementazione dei compiti affidati ai calciatori varia a seconda dell’interpretazione che i singoli ne fanno attraverso le loro caratteristiche. Quando poteva uscire dalla linea, Thorsby seguiva l’azione fino ad arrivare a chiuderla in area di rigore. Per numero di duelli aerei vinti, è stato uno dei migliori d’Europa. Damsgaard, quando riceveva isolato sulla fascia, poteva sfidare il terzino e cercare un ingresso in area dopo il dribbling.

 

La Samp era soprattutto una squadra aggressiva. Grazie alla fisicità di alcuni elementi – Thorsby, Adrien Silva, Ramirez – provava a recuperare il pallone attivamente, sia nelle fasi di inizio gioco avversario, sia nelle immediate vicinanze di una perdita del possesso. Era quel po’ di Premier League che Ranieri ha infuso nei suoi calciatori. 

 

Come cambia con D’Aversa

Alla Samp è arrivato Roberto D’Aversa, chiamato in sostituzione di Ranieri dal DS Faggiano. Insieme hanno fatto le fortune del Parma dell’era pre-Krause e sperano di ripetersi a Genova. D’Aversa è noto per l’impronta difensivista che dà alle sue squadre. Non per questo si può dire che sia un allenatore poco sofisticato.

 

Nelle due partite ufficiali giocate – in Coppa Italia contro l’Alessandria e in Serie A contro il Milan – la Samp partiva solo sulla carta con lo stesso modulo. In realtà ha tenuto un atteggiamento differente nelle due fasi di gioco, possesso e non possesso, ma anche a seconda delle altezze di campo in cui si sviluppava l’azione. 

 

 

Contro l’Alessandria, in fase di non possesso, per affrontare l’impostazione del 3-4-3 avversario, la Samp posizionava i tre attaccanti stretti a protezione della zona centrale. I due mediani erano pronti a salire per impedire una ricezione semplice all’uomo alle spalle della prima linea di pressione. La priorità era coprire il centro del campo e, successivamente, spingere l’avversario a una giocata laterale. Quando il pallone è stato mosso verso la fascia, la Sampdoria ha fatto densità intorno alla zona della palla.

 

Contro il Milan, Quagliarella e Gabbiadini sono rimasti stretti sulla stessa linea, per schermare un passaggio centrale; alle loro spalle Thorsby si alzava sul vertice basso Tonali, Ekdal si muoveva nella zona di Krunic. Chi ha spaccato la partita è stato Brahim Diaz, i cui movimenti profondi non erano seguiti da Bereszynski, che doveva occuparsi anche di Leao.

 

 

Quando l’Alessandria portava il pallone più vicino all’area avversaria, la Samp si chiudeva ancor di più. Jankto e Gabbiadini scalavano di una linea, andando a formare un compatto 5-4-1. Contro il Milan, la Samp difendeva in un blocco basso secondo un più canonico 4-4-2.

 

Anche in fase di possesso, l’atteggiamento della Samp era diverso a seconda delle situazioni. Quando impostava l’azione, Candreva saliva velocemente portandosi sulla linea degli avanti. Augello restava più basso, Gabbiadini stringeva sotto-punta per lasciare spazio al laterale ex-Inter. In questo modo la Samp sembrava disegnata con un 4-2-3-1. Una rotazione resa possibile anche dall’impiego di Bereszynski come terzo centrale di destra. L’accesso ai quattro davanti, i giocatori di maggior talento in campo, diventava prioritario. La palla doveva arrivare il più velocemente nelle zone alte, possibilmente attraverso i terzini, che ricercavano un uomo tra le linee con un diagonale rasoterra, oppure con una palla sopra alla difesa per la corsa degli esterni. Il giro-palla dietro doveva essere rapido per sbilanciare la squadra avversaria e poter trovare spazi in avanti. 

 

Nell’ultimo terzo di campo, Augello alzava il baricentro della sua azione, la Sampdoria sembrava attaccare con un 3-2-4-1. L’imprevedibilità dell’attacco è a carico della fluidità negli interscambi di posizione dei quattro dietro la punta. Gabbiadini ha spesso tagliato da una posizione centrale verso l’esterno. Candreva si è spesso ritrovato sulla stessa fascia di Augello. 

 

Damsgaard è già l’uomo-ovunque di questa squadra.

 

Da un certo punto di vista, questa prima Samp di D’Aversa somiglia alla prima Fiorentina di Stefano Pioli. Una squadra ipertrofica che ha bisogno di passare la palla in fretta, di crossare tanto, di tirare da ogni posizione, per poter creare qualche occasione per rendersi pericolosa. Contro il Milan, pur con un possesso palla e un numero di passaggi inferiori, la Sampdoria ha giocato più palloni sulla trequarti offensiva degli avversari (150 passaggi contro 130 dei rossoneri). L’infortunio di Gabbiadini, una brutta distorsione la caviglia, complica il progetto dell’allenatore, vista anche la buona prestazione fatta col Milan. 

 

Giocatore chiave

Mikkel Damsgaard, se sale ancora più di livello, se avrà la maturità per caricarsi la Samp sulle spalle, se diventerà il centrocampista di lotta e di governo che spera di avere D’Aversa.

 

Giocatore di cui avere la maglia

La maglia della Samp è la più bella del mondo. Non fatene scempio con scritte di alcun tipo, se la trovate senza sponsor e senza nome e numero, non lasciatevela scappare.

 

Miglior scenario possibile

D’Aversa riesce a dare alla sua squadra un nuovo stile, ancora una volta caratteristico e riconoscibile. La Samp ripete quanto di buono fatto la stagione scorsa, issandosi fino alla decima piazza.

 

Peggior scenario possibile

I pezzi pregiati cambiano casacca all’ultimo, i rimpiazzi rimediati tra gli esuberi delle altre squadre faticano a inserirsi. La Samp si ritrova invischiata nella lotta per non retrocedere. Il derby di ritorno è il 1 maggio, con sole tre altre giornate da giocare. C’è chi giura di aver visto il fantasma di Mauro Boselli aggirarsi nelle segrete del Ferraris.

 

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Alfredo Giacobbe è nato a Napoli, dove vive, scrive e lavora. Ha contribuito all'antologia "Rivali" (Einaudi, 2022) e ha scritto "Michael Schumacher, l'uomo dietro la visiera" (66thand2nd, 2023).