Come a Francia 98, sarà la Scozia a inaugurare il torneo. Anche stavolta come quella - quando la squadra affrontò il Brasile di Ronaldo - l’avversario sembra proibitivo, la Germania padrona di casa, che arriva su una scia di entusiasmo impensabile fino a pochi mesi fa. La Scozia dovrà provare a uscire dai panni della vittima sacrificale, e non sarà semplice.
Stiamo parlando di una delle squadre più modeste di questi Europei, sia se consideriamo la storia recente che il momento attuale. Nel XXI secolo si è qualificata a un solo grande torneo, lo scorso Europeo, e non ha vinto nemmeno una partita: 1 pareggio e 2 sconfitte.
E allora come ha fatto la Scozia a qualificarsi?
La ragione va ricercata soprattutto nelle prime sei partite del girone di qualificazione, dove la squadra ha subito appena un gol. Blocco medio, concentrazione massima, intensità e aggressività sul portatore appena supera la metà campo. Tentativi di pressing quando possibile. Una squadra strutturata per rendere la vita difficile agli avversari, perfetta per avere la meglio nel girone di un avversario più talentuoso ma disorganizzato, la Norvegia. È stata la vittoria di giugno 2023, di fatto, a regalare la qualificazione alla Scozia: un 2-1 enfatico, ottenuto con una rimonta consumata negli ultimi cinque minuti di partita. Anzi, a essere precisi tra il gol del pareggio di Dykes e quello della vittoria di McLean sonno passati meno di due minuti. Reti in cui la Scozia è stata più furba e concentrata nell’area di rigore avversaria. Le qualità di questa squadra sono quasi tutte intangibili.
La Scozia, comunque, ha vinto le partite che doveva vincere, e quando ha affrontato di nuovo la Norvegia nel girone è riuscita a fermarla sul pareggio. Un 3-3 rocambolesco in cui, di nuovo, i modesti ma pronti attaccanti scozzesi hanno battuto gli sbadati difensori norvegesi. Altra vittoria importante, e significativa, è stata quella in casa contro la Georgia, un avversario agli antipodi della Scozia: estroso ma poco fisico e poco organizzato. Una vittoria 2-0 sul campo bagnato, che ha dato un’atmosfera epica a tutto.
Il boato dello stadio al primo gol della Scozia, la profondità di quel suono, è ciò che dovrebbe da solo bastare per convincervi a tifare Scozia agli Europei.
Una squadra fisica e lineare
Verrebbe quasi da pensare che questa squadra non ha altri punti di forza, fuorché saper rimboccarsi le maniche. Questo però sarebbe in contraddizione con la buona produzione di talenti scozzesi visti di recente: Lewis Ferguson, Aaron Hickey, Josh Doig, Andrew Robertson. La Scozia è una squadra molto atletica: forte nei duelli, con giocatori di gamba e di sostanza. Una squadra che ultimamente ha avuto la sfortuna di produrre talento soprattutto in un ruolo, quello di terzino sinistro, dove ci sono Tierney, Hickey e Robertson.
Il CT Steve Clarke schiera la Scozia su un 3-4-2-1 molto lineare con caratteristiche chiare: durezza difensiva e attacchi in transizione di grande intensità. Un sistema pensato per sfruttare le individualità migliori: la forza e la qualità degli esterni e dei centrocampisti box-to-box di alto livello. La linea mediana è quella con più qualità. Billy Gilmour è un regista tecnico e misurato che ricorda lo stile tecnico dei calciatori scozzesi delle origini. La batteria di mezzali è di alto livello, con McGregor, McGinn e McTominay, tutti centrocampisti box-to-box dallo stile integralmente britannico, forti ad attaccare l’area partendo da dietro. La loro capacità di trovare la porta partendo dalla seconda linea dovrà compensare l’assenza di un finalizzatore affidabile. La squadra può vantare una serie di attaccanti operai che si sbattono molto per la squadra ma che concludono poco - pur essendo Dykes il classico attaccante feticcio erede di Will Grigg, autore di alcuni gol molto pesanti in tempi recenti.
La Scozia è una delle squadre più dirette viste nelle qualificazioni europee. I difensori non si fanno problemi ad andare direttamente sulle punte e tentare di recuperare le seconde palle; la capacità di calcio lungo di Tierney sul centro-sinistra della difesa, in questo senso, è sfruttata spesso. L'attacco a sinistra con Robertson è una delle tracce, come potete immaginare, più battute; in amichevole contro la Finlandia ha provocato un autogol e servito un assist.
Nell’ultima amichevole contro Gibilterra Clark ha provato la difesa a 4, e schierato tre trequartisti con Forrest e Christie (autore del gol) sui lati e McGinn avvicinato alla porta. Una formazione con un difensore in meno che potrebbe essere provata in determinati contesti di partita. Anche contro la Finlandia, un'amichevole pareggiata per 2-2, Clarke ha mandato in campo un 3-4-2-1 con due trequartisti. Una partita che ha mostrato qualche problema nella difesa dei cross in area.
La brutta notizia, per Clarke, è stato l’infortunio al legamento crociato di Lewis Ferguson. Certo, è un’assenza in un reparto già ricco, e in cui Ferguson non era nemmeno titolare, ma il suo dinamismo e la sua intelligenza tattica rappresentavano un’arma importante. Un dispiacere anche l’infortunio di Hickey, che toglie una spinta importante sul lato destro.
Prima dell'amichevole con Gibilterra, la Scozia non vinceva una partita da quasi un anno. L’ultima vittoria risale a giugno 2023 contro Cipro. Per la Scozia, però, è già un successo essersi qualificati. Steve Clarke ha ammesso che il suo lavoro ha riguardato ricreare un certo clima emotivo attorno alla squadra, far riappassionare la Tartan Army, la tifoseria che segue la Scozia nelle partite: «Quello che vogliono i tifosi scozzesi non è la vittoria, ma dare l’impressione di essere competitivi, giocartela» ha detto in un’intervista. Sarebbe già molto per la Scozia.