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Guida al Torino 2024/25
16 ago 2024
Paolo Vanoli è atteso da un'altra sfida difficile.
(articolo)
9 min
(copertina)
IMAGO / Sports Press Photo
(copertina) IMAGO / Sports Press Photo
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Posizione dello scorso campionato: 9°

Chi in più: Alberto Paleari, Saul Coco, Che Adams, Antonio Donnarumma.

Chi in meno: Luca Gemello, Alessandro Buongiorno, Ricardo Rodriguez, Koffi Djidji, Matteo Lovato, David Okereke.

Una statistica interessante della scorsa stagione: Nell’ultimo campionato in Serie A il Torino è stata la squadra con la quarta miglior difesa, seconda per clean sheets (18) dietro l’Inter (21), ma è stata il quarto peggior attacco: 35 gol, davanti solo a Salernitana, Lecce ed Empoli.

Probabile formazione: (3-5-2) Milinković-Savić; Vojvoda, Coco, Masina; Bellanova, Ricci, Linetty, Vlasic, Lazaro; Sanabria, Zapata.

Quella di Ivan Jurić a Torino è un’eredità complessa da decifrare: nei tre anni coi granata il tecnico croato ha dato un’identità alla sua squadra, riportandola nella classe media della Serie A, ma non è riuscito a darle quella spinta che tutti si aspettavano al suo arrivo. La gestione sportiva di Cairo è stata molto contestata, anche dallo stesso Jurić, e ha creato uno scollamento sempre più tra la tifoseria e la società, ritenuta incapace di dare una vera prospettiva di futuro.

La Conference League sfumata all’ultimo e la partenza di Jurić hanno lasciato diversi strascichi, acuiti dalla partenza di Buongiorno, del quale manca ancora un vero e proprio sostituto. Per dare nuova linfa al progetto tecnico il presidente Cairo ha deciso di puntare tutto sulla scelta dell’allenatore, Paolo Vanoli, un tecnico scelto proprio per la sua capacità di gestire situazioni complesse: «Vagnati mi ha raccontato la sua storia e mi ha colpito, il Venezia era retrocesso ed era penultimo ma il mister ha fatto interventi decisi e ha ribaltato la situazione […] il suo modo di gestire questa situazione problematica mi ha colpito».

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Quello di Vanoli è un nome che può risultare nuovo, ma il tecnico 52enne ha già una lunga carriera alle spalle, anche se spesso dietro le quinte. Dopo una prima esperienza in Serie D, Vanoli è stato per 7 anni un collaboratore nelle Nazionali federali giovanili, prima di entrare nello staff di Ventura in Nazionale maggiore, e seguire Conte nelle esperienze con Chelsea e Inter. La sua carriera da allenatore “in prima” è iniziata solo nel 2021, allo Spartak Mosca: un’esperienza complessa, perché pochi mesi dopo la firma del contratto è iniziata l'invasione russa dell'Ucraina, che l’ha spinto a rifiutare il rinnovo del contratto. Nel novembre del 2022 Vanoli ha preso il Venezia al penultimo posto in Serie B, e nel giro di un anno e mezzo ha conquistato la Serie A ai playoff, dopo aver sfiorato la promozione diretta dietro a Parma e Como.

Nella scorsa stagione il suo Venezia si è messo in mostra per una proposta di gioco audace e propositiva, che ha saputo esaltare al meglio i suoi talenti offensivi. Lo scorso anno il Venezia ha chiuso la stagione col miglior attacco del campionato (69 gol), portando in rete 13 giocatori diversi. Le grandi stagioni realizzative di Pohjanpalo (22 gol) e Gytkjær (11), così come gli exploit di Tessman (6) e Busio (7), si spiegano anche e soprattutto con la grande produzione offensiva dello scorso anno, che portava i lagunari a creare, in media, 24 azioni da tiro a partita (questi e gli altri dati nell’articolo sono di Fbref).

La maggiore differenza tra la squadra di quest’anno e il Torino di Juric sta proprio nella fase di possesso, soprattutto quella nell’ultimo terzo di campo. Il Torino di Juric era una squadra molto verticale, che cercava di arrivare in porta il più velocemente possibile. Il gioco si sviluppava soprattutto per le catene laterali, dove il Toro sfruttava le situazioni di superiorità numerica per attaccare in profondità. Il miglior regista di quel Torino era però il recupero alto della palla, che permetteva ai granata di attaccare da posizioni più pericolose, con spazi più aperti davanti.

Quando questo non funzionava il Torino soffriva anche offensivamente, perché spesso mancavano gli strumenti e la brillantezza per creare occasioni da rete pulite, e spesso la squadra finiva per affidarsi eccessivamente al cross. Lo scorso anno il Torino è stata la terza squadra per media di cross a partita (20), addirittura quartultima per tiri in porta.

Con l’arrivo di Vanoli il Torino ha cambiato soprattutto la fase offensiva, che ora si basa su una costruzione alta più ragionata. Quella vista in questo scorcio di stagione è una squadra più riflessiva, che cerca di occupare il campo in ampiezza, secondo principi posizionali, per creare situazioni di superiorità numerica in zona di rifinitura, o liberare spazio per il cross.

Nella prima clip del video si vede bene la struttura posizionale del Torino: i due quinti larghi a fissare l’ampiezza, le mezzali sul mezzo spazio e i due attaccanti vicini ma non piatti, pronti a dare una soluzione in rifinitura. Il Torino gira palla con pazienza, e alla fine il passaggio decisivo arriva con un filtrante in direzione di Sanabria, qualche metro sotto Zapata. Nelle ultime due clip, la grande densità del Torino sulla trequarti libera maggiori spazi sull’esterno, e permette alla squadra di attaccare con più uomini l’area di rigore.

Nel primo possesso il Torino sembra aver mantenuto lo stile diretto dello scorso anno, in cui si faceva molto affidamento alle capacità di Milinkovic-Savic nel gioco lungo, senza la necessità di costruire dal basso. La scorsa stagione il portiere del Torino è stato molto criticato, ma questa estate ha incassato la fiducia della società e del nuovo tecnico, che in queste amichevoli l’ha sempre schierato titolare, dandogli una notevole importanza nella gestione del pallone.

Il portiere serbo resta uno dei pochi punti fermi in una retroguardia che è stata stravolta dal mercato, complici le partenze di Buongiono e Rodriguez. Nelle amichevoli estive e in Coppa Italia Vanoli si è affidato a un terzetto completamente inedito, con il nuovo arrivato Saul Coco al centro della difesa, Vojvoda a destra e Masina a sinistra. Cairo e Vagnati hanno già affermato che arriveranno uno o due centrali sul mercato, ma la lentezza delle trattative e le complicazioni dell’infortunio di Schuurs (che secondo le ultime notizie sarà fuori fino a ottobre) non lasciano molto tranquilli.

In queste prime partite il Torino ha alternato fasi di pressione alta a momenti di maggiore attesa, ma in comune ha mantenuto sempre l’idea di mantenere pressione sulla palla, coi centrali che spesso rompevano la linea in avanti per non lasciare ricezioni facili tra le linee. In questo senso sarà fondamentale l’adattamento di Saul Coco a questo modo di difendere, considerando anche la delicatezza di sostituire un calciatore come Buongiorno.

Rispetto all’italiano, Coco ha mostrato migliori letture in fase di possesso, ma difensivamente ha numeri molto lontani da quelli del suo predecessore: nelle ultime due stagioni ha avuto una media di 1.89 tackle+intercetti a partita, contro i 4.07 di Buongiorno, e queste prime uscite – pur positive – non hanno sciolto tutti i dubbi sulla sua solidità in anticipo e negli uno contro uno, soprattutto a campo aperto.

Un altro ruolo scoperto è quello del laterale sinistro: finora Vanoli ha utilizzato Lazaro, autore di un bel gol al Metz, che però sta giocando a piede invertito. In queste settimane il Torino ha trattato con Gosens, ma ora l’obiettivo sembra essere Borna Sosa. Tutte queste incertezze rendono ancora più centrale la permanenza di Bellanova sulla fascia opposta: il laterale 24enne è stata una delle note più liete della scorsa stagione, e quest’anno la sua spinta sarà fondamentale per dare sostanza alla manovra granata.

Centrocampo e attacco sono i reparti meno stravolti dal mercato, anche se al momento la coperta sembra un po’ corta: a centrocampo, in attesa di Vlasic, il mercato è rimasto fermo; in attacco l’unico nuovo arrivato è Che Adams, che al momento parte dietro nelle gerarchie. Come lo scorso anno, dipenderà tutto (o quasi) da Sanabria e Zapata.

Miglior scenario possibile

Negli ultimi giorni di calciomercato Cairo completa la rosa con due nuovi centrali, chiude la telenovela con l’Union Berlin per Gosens e riesce a trattenere Bellanova. Dopo un inizio complicato (sconfitte con Milan e Atalanta, pareggio a Venezia) il Torino inizia a carburare, mettendo in fila quattro vittorie consecutive, e da lì in poi non molla: la difesa è solida, Zapata segna, Bellanova e Gosens sono due treni. Il calcio coraggioso e propositivo di Vanoli entusiasma il pubblico granata, che torna a sognare. A gennaio il derby all’Olimpico finisce 1 a 0 per il Torino, gol di Zapata, che esulta con il gesto delle corna di Ferrante. Il 25 maggio il pareggio con la Roma all’ultima giornata assicura la qualificazione in Conference League.

Peggior scenario possibile

Negli ultimi giorni di calciomercato Cairo cede alle lusinghe della Roma per Bellanova, decidendo che il sostituto è già in casa e si chiama Karamoh. Vagnati completa la rosa con Nastasic (a parametro zero) e Bakker (in prestito). Dopo un inizio discreto il Torino cala di rendimento, e già a dicembre la squadra è praticamente fuori dai giochi per l’Europa. Alcuni buoni risultati all’inizio del girone di ritorno mettono i granata al sicuro dalla lotta retrocessione, ma il finale di stagione diventa noioso e a tratti deprimente. La squadra chiude al 14esimo posto, e in estate Zapata va a giocare in Arabia Saudita.

Giocatore chiave

Questa estate Duvan Zapata è stato scelto per acclamazione come nuovo capitano del Torino, ed è sulle sue larghissime spalle che si poggerà il nuovo corso granata. Il centravanti colombiano sarà il principale terminale offensivo della squadra di Vanoli, e dalle sue prestazioni – fronte e spalle alla porta – dipenderà molto del futuro di questa squadra. Dopo la buona stagione d’esordio (35 presenze e 12 gol) ci sono tutti i presupposti per ripetersi.

Giocatore da prendere al Fantacalcio

Se siete qui non è per sentirvi dire di puntare su Bellanova o Zapata, quello lo sanno tutti, e se proprio volete Che Adams siete voi a dovervi prendere questa responsabilità. Se volete una sorpresa, una vera sorpresa, puntate forte su Samuele Ricci. Quest’anno il centrocampista giocherà qualche metro più avanti, da mezzala, in una squadra che rispetto allo scorso anno farà un calcio molto più propositivo. In queste prime amichevoli è arrivato spesso sulla trequarti, là dove i bonus succedono, e le belle stagioni di Busio e Tessman (15 gol in due, lo scorso anno) con Vanoli non sono un caso.

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