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Guida all'Udinese 2023/24
08 ago 2023
08 ago 2023
Cosa aspettarsi dalla squadra di Sottil dopo gli stravolgimenti del calciomercato.
(copertina)
IMAGO / Eibner Europa
(copertina) IMAGO / Eibner Europa
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Piazzamento lo scorso campionato: 12°

Chi in più: Hassane Kamara, Brenner, Jordan Zemura, Christian Kabasele, Etienne Camara, Oier Zarraga, Domingos Quina, Giovanni Fabbian, Joao Ferreira, Marley Aké

Chi in meno: Roberto Pereyra, Rodrigo Becao, Tolgay Arslan, Leonardo Buta, Destiny Udogie, Lazar Samardzic

Una statistica interessante della scorsa stagione: Dopo l’infortunio di Deulofeu l’Udinese ha trovato qualche problema in rifinitura, soprattutto per entrare in area di rigore avversaria. Due dati a riguardo: la squadra di Sottil è quarta in Serie A per tiri da fuori area; Walace è il centrocampista con più palloni toccati intorno all’area di rigore.

Formazione tipo: 3-5-2; Silvestri; Kamara, Masina, Bijol, Perez, Ebosele; Lovric, Walace, Zarraga; Beto, Deulofeu

A fine settembre di circa un anno fa l’Udinese sembrava tornata. Dopo anni di grigiore, di salvezze burocratiche e di 3-5-2 smunti, la squadra era tornata a esprimere un calcio brillante, alimentato dal talento di giovani pescati con intelligenza da tutto il mondo. Dopo 7 giornate la squadra era al terzo posto in classifica, dietro Napoli e Atalanta: era presto, certo, ma i picchi di gioco mostrati in quello scorcio di stagione promettevano comunque una stagione d’alto livello. Una stagione in cui i friulani potevano spingersi persino verso l’utopia europea: erano trascorsi nove anni dall’ultima partecipazione a una coppa.

Dopo otto giornate l’Udinese aveva 19 punti; a fine campionato ne avrà 46, poco più del doppio. È difficile capire fino in fondo cosa sia successo nel frattempo. Cosa è andato storto per l’Udinese? Si possono indicare tante cose più o meno piccole. L’assenza di Rodrigo Becao ha tolto per qualche partita capacità di assorbire le transizioni, Bijol e Udogie hanno commesso qualche errore, ma soprattutto il grave infortunio occorso a Gerard Deulofeu, carta impazzita della squadra. Casella vuota che spostandosi rende mobile il sistema, che nei suoi anni peggiori ha rispecchiato le peggiori rigidità tattiche italiane. Senza Deulofeu l’Udinese si è ritrovata di nuovo dentro vestiti troppo stretti, dentro i quali i suoi talenti migliori sono sembrati impacciati. L’impatto delle conduzioni diagonali di Udogie, degli scatti in profondità di Beto, degli inserimenti da dietro di Lovric, non erano più frecce inattese verso i corpi avversari ma movimenti sempre leggibili, scontati, resi ormai inoffensivi.

Del periodo di fuoco iniziale dell’Udinese rimarranno soprattutto due grandi prestazioni: il 3-1 inflitto all’Inter e soprattutto il 4-0 alla Roma. Partite in cui la squadra ha mostrato un’identità molto chiara: grande intensità fisica, velocità di idee ed esecuzioni, fluidità posizionale e capacità di scombinare le difese attraverso le catene laterali - con un uso estensivo anche delle sovrapposizioni dei terzini. Pressing offensivo uomo su uomo (quinta in Serie A per recuperi in pressing, sesta in gegenpressing). In quel periodo l’Udinese è sembrata una versione evoluta dell’Atalanta di Gasperini: senza la sua intensità senza palla, ma con una brillantezza persino superiore col pallone.

Una mossa piuttosto geniale è stata per esempio di quella di inserire Pereyra da esterno destro e usarlo da regista laterale, capace di movimenti interni imprevedibili e che lasciano spazio ai profondi allunghi offensivi di Becao. È un gioco ambizioso, che costringe i giocatori a vincere tanti duelli a tutto campo, col rischio di finire a correre all’indietro mentre gli avversari si mangiano il campo. Al primo calo - di brillantezza, di infortuni, di attenzione - l’Udinese ha mostra tutte le sue fragilità.

Una delle ragioni più crudeli del calo dell’Udinese è che in Serie A non ci si può permettere mai di essere troppo uguali a sé stessi. È un campionato con allenatori dal grande acume strategico, che fanno presto a trovare le misure per distruggere il gioco avversario.

I problemi difensivi sono misurabili anche con i numeri. L’Udinese è la quarta squadra peggiore in Serie A per xG concessi su calcio piazzato; la quinta peggiore per xG concessi per tiro (segno quindi che ha concesso facili occasioni). Offensivamente, la squadra ha perso capacità di gioco in transizione, e gli attacchi sono diventati sempre meno diretti. A marzo l’Udinese era diventata una delle squadre che giocava di più palla intorno all’area avversaria.

L’Udinese 2022/23 è stata una squadra altalenante, svagata. Capace di momenti di eccezionale intensità e brillantezza, ma anche di crolli imprevisti, di disconnessioni inspiegabili. Prendiamo una partita d’aprile contro il Monza, in un periodo in cui i friulani stavano faticosamente cercando di recuperare un minimo di identità, un minimo di forza. La squadra gioca bellissimi 45 minuti, tira varie volte verso la porta di Di Gregorio. Una squadra intensa, verticale, con combinazioni sempre imprevedibili fra i suoi giocatori. Nel secondo tempo però vive un calo profondo, “inspiegabile” lo definisce Sottil, che porta il Monza a segnare due gol. Arriverà poi il pareggio con un rigore di Beto allo scadere.

Così il campionato dell’Udinese diventa un insieme di piccoli rimpianti accumulati in partite considerate senza troppa importanza. Questo è uno dei problemi strutturali di contesti come l’Udinese: dopo aver fatto in fretta tanti punti è difficile darsi degli obiettivi, e quindi mantenere alta la concentrazione.

La squadra ha chiuso dodicesima, ma con 4 scoraggianti sconfitte finali. Due punti sotto il miglior scenario possibile che avevamo indicato lo scorso anno. Questo anche per dire che la cattiva annata dell’Udinese è più che altro legata a questi rimpianti, a questa sensazione di tracollo. La stagione, con tutte le sue premesse, si può considerare tutto sommato positiva.

Il peso dell’assenza di Deulofeu nella capacità di attaccare con armonia, e per riflesso di difendersi è meglio, è anche la spia di alcuni limiti mostrati da Sottil nella sua flessibilità. Con un curriculum piuttosto fenomenale nelle serie inferiori, il tecnico forse deve ancora imparare a fondo l’arte dell’elasticità tipica della Serie A italiana. Tuttavia resta un allenatore di prospettiva, che ha già dimostrato le idee giuste per lavorare sul materiale che la società gli mette a disposizione.

Quest’anno è chiamato a un altro lavoro piuttosto grande, visto che come sempre l’Udinese si è sbizzarrita in uscita. A fine maggio il DS Marino ha rilasciato un’intervista in cui annunciava di fatto la cessione di mezza squadra. Il piano non si è ancora del tutto realizzato e l’impressione è che si aspettino offerte che non è detto arriveranno.

Roberto Pereyra, leader offensivo della squadra dopo l’infortunio di Deulofeu, è andato in scadenza di contratto. Sarà difficile rimpiazzare un giocatore con la sua tecnica e con la sua intelligenza. Rodrigo Becao è stato ceduto al Fenerbahce, e col suo atletismo era fondamentale per ricucire le distanza che si aprivano in una squadra spesso lunga.

Sottil organizza un pressing non così avanzato. Preferisce lasciare la primissima impostazione agli avversari, e i trigger scattano sul mediano sulla trequarti, o sugli esterni. L’Udinese era fra le ultime per PPDA (lasciava cioè molti passaggi agli avversari prima della riconquista) e per pressing nell’ultimo quarto di campo. Nonostante questo, la squadra di Sottil era comunque fra le prime per palle recuperate in pressing e gegenpressing. Nell'amichevole estiva contro il Lipsia abbiamo avuto un esempio di quello che stiamo dicendo.

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Nelle amichevoli la squadra è già sembrata intensa nel pressing e nell’impatto fisico. Dominante anche contro squadre tradizionalmente molto fisiche, come per l'appunto il Lipsia. In quella partita abbiamo visto brillare anche il gioiello più lucente dei friulani, Lazar Samardzic. Dopo una prima stagione di rodaggio, nella seconda parte della scorsa Sottil ha provato a renderlo più influente nella manovra. È diventato il più giovane giocatore ad aver messo insieme almeno 4 gol e 4 assist. Numeri che comunque non hanno definitivamente chiarito e il suo valore, e che soprattutto non combaciano con la valutazione che l'Udinese sembra fare del suo talento. Balzaretti, nominato responsabile dell'area tecnica, aveva detto che per Samardzic serviva una proposta indecente.

Sembrava quindi che potesse restare all'Udinese un altro anno, e che Sottil volesse cucirgli la squadra attorno, e invece è arrivata una cessione all'Inter per 15 milioni più il cartellino di Fabbian che cambia in profondità l'Udinese. È difficile immaginare un centrocampista più diverso. Per sintetizzare possiamo dire che Samardzic è un giocatore che gioca meglio col pallone e Fabbian è uno che gioca meglio senza. Viene da un anno notevole con la maglia della Reggina di Pippo Inzaghi, in cui si è messo in mostra soprattutto per la capacità di inserimento in area di rigore. È una mezzala intensa, dinamica, che sta senz'altro bene nell'Udinese. Senza Samardzic, Udogie e Pereyra però l'impressione è che la squadra si sia privata di troppi portatori di palla - e infatti una delle voci più insistenti è quello di un ritorno di Pereyra, che forse contava di trovare una squadra migliore.

Ci sono forti possibilità che Fabbian parta titolare insieme a Walace e Lovric. Occhio a Etienne Camara, mediano di vent’anni tostissimo difensivamente; e all’altro nuovo acquisto Oier Zarraga, centrocampista ordinato, un profilo simile a quello di Lovric. Anche il reparto dei difensori centrali sembra coperto, con Kabasele che prenderà il posto di Becao, e Nehuen Perez e Bijol che saranno sempre più i leader del reparto. Oltre a loro, Masina rientra dall'infortunio al crociato e probabilmente farà spesso il terzo a sinistra.

Sugli esterni l’impressione è che si punterà molto su Ebosele, che lo scorso anno ha suggerito doti interessanti senza mai esprimerle troppo. A sinistra è arrivato Jordan Zemura dal Bournemouth, che comunque ha una buona esperienza in Premier League e - come ogni giocatore dell’Udinese - un certo impatto atletico. Si giocherà il posto con Hassane Kamara, altro profilo esperto arrivato dal Watford. L’impressione è che a destra manchi qualcosa, considerando che Ezibhue tornerà solo a novembre.

Davanti, come sempre, dipenderà tutto dal rientro di Gerard Deulofeu. L’infortunio al legamento crociato lo ha tenuto fuori dai campi per buona parte della stagione, ma lo ha anche tolto dal mercato. A luglio ha firmato un rinnovo fino al 2026, «Qui sono felice» ha commentato. Dovrebbe rientrare intorno a metà settembre, e bisognerà vedere come. Nei primi mesi la sua grande influenza offensiva dovrà essere coperta dagli altri attaccanti: Florian Thauvin resta una mossa indecifrabile dell’Udinese. La buona notizia è che sembra restare lontano dagli infortuni, la cattiva è che sembra comunque molto lontano dalla sua versione migliore, di ormai diversi anni fa. L’impressione è che all’Udinese continui a mancare qualcosa sulla trequarti, a livello di tecnica e imprevedibilità, a meno che questo non diventi davvero l’anno di Simone Pafundi, che però resta un giocatore minorenne ed estremamente peculiare. Di certo la sua presenza/assenza, vista la Nazionale, resterà un tema perenne della stagione dell’Udinese. Già nella scorsa stagione Pafundi è stato l’oggetto principale delle domande poste a Sottil, che ha risposto in vari modi ma sempre ripentendo lo stesso concetto: è molto giovane, stiamo calmi.

L’investimento più grande dell’Udinese è però arrivato in quel ruolo. Dal Cincinnati, per 10 milioni (la stessa cifra a cui è stato venduto Becao), è arrivato il brasiliano Brenner. 23 anni, prima punta che ama anche venire incontro a giocare. Potrebbe essere il sostituto di Beto, o giocare a fianco a lui in un 3-5-2 più canonico. È un giocatore interessante, chiaramente da Fantacalcio, perché arrivato sotto traccia e soprattutto per una certa bulimia al tiro che ha dimostrato in MLS. È stato paragonato a Gabriel Jesus per i tanti movimenti senza palla, anche se la tecnica non può essere paragonabile. Nonostante un tiro non male, non è sempre preciso, la sua annata migliore è stata il 2022, con 18 gol. «Voglio fare tanti gol», ha dichiarato presentandosi. Di certo sarà difficile far peggio di Isaac Success.

Una lunga intervista a Brenner con meno di 500 visualizzazioni. A quanto pare Zemura ha detto di voler andare in vacanza con lui al San Paolo. Dice che il suo giocatore preferito è Pato.

La permanenza di Beto dipende dalla vasta architetture delle punte in Europa. Come sappiamo, un movimento ne può innescare un altro e senza che ce ne accorgiamo ci ritroviamo Beto con la maglia del Napoli. Per ora è in Friuli, circondato da altre prime punte strane come lui. L’Udinese ha azzardato di nuovo su uno dei più grandi misteri del calcio italiano, Lorenzo Lucca. Un giocatore dalla carriera stupefacente, con tanta Serie C, poca B, l’Ajax e ora l’Udinese. I segnali sul suo talento sono equivoci e danzano su uno spettro che va da “Nuovo Bobo Vieri” a “Nuovo Teodorczyk”. Lo scorso anno all’Ajax è stato tutt’al più un fantasma. Il motivo per cui le squadre continuano a credere in lui è semplice: bisogna scommettere su un ragazzo così alto, così forte, così veloce. Sul gioco col pallone, preghiamo. In questo senso Lucca non è così distante da Beto: un altro giocatore freak con una sproporzione spaventosa tra doti tecniche e atletiche. Lucca chiaramente non ha quella velocità, ma è comunque prodigioso nel duello fisico.

Nelle amichevoli si è visto anche un altro freak, Vivaldo Semedo, arrivato lo scorso anno nella primavera dell’Udinese dalle giovanili dello Sporting Lisbona. È un centravanti di più di un metro e novanta, ma con un discreto piede mancino. Ha già messo insieme 5 presenze lo scorso anno, dovrebbero essere di più in questo se non verrà mandato in prestito. Se state cercando un nome ancora più esotico, e se pensate che Pafundi sia ormai fuori moda, allora eccovi David Pejicic, centrocampista sloveno del 2007 (!) che ha passato una vita a giocare sotto età. È da sempre considerato un mezzo fenomeno, anche grazie a doti atletiche molto al di sopra dei propri coetanei.

Occhio anche a Marley Aké, aletta arrivata negli ultimi giorni dalla Juventus, che ha un talento interessante e un curriculum stranissimo. Nelle ultime due stagioni ha giocato prima in Serie C con la seconda squadra della Juventus e poi in Serie B francese con il Dijon (segnando complessivamente 8 gol), eppure ha già 4 presenze in Champions League all'attivo con la maglia del Marsiglia. Da vedere quanto è compatibile con il 3-5-2 di Sottil.

È difficile fissare degli obiettivi per una squadra di pura classe media come l’Udinese, che sembra avere le caratteristiche per stare esattamente in mezzo alla classifica di Serie A - senza le turbolenze della zona retrocessione e le vertigine di quella europea. Essere in un contesto disimpegnato aiuta i giovani a giocare senza pensieri, all’allenatore a mettere in pratica un calcio offensivo. Il rischio è di ritrovarsi svagati e senza obiettivi, con problemi tattici difficili da risolvere. L’Udinese lo scorso anno ha mostrato sia il suo lato luminoso che quello più oscuro. Ha totalizzato un punto in meno rispetto all’anno prima (quella del Cioffi meccanico), ma quasi decidendo di andare in vacanza un mese prima della fine del campionato. Fare meglio non sembra impossibile.

Miglior scenario possibile

La società non cede nessun altro pezzo pregiato e Deulofeu rientra come se non si fosse mai infortunato. Thauvin torna a essere incisivo sotto porta col suo mancino e la squadra guadagna equilibrio grazie a un atteggiamento difensivo più prudente. Dopo un altro inizio di fuoco la squadra rallenta, ma riprende la corsa nel girone di ritorno, anche grazie all’ingresso sempre più frequente di Pafundi e ai miglioramenti di Brenner. Nono posto.

Peggior scenario possibile

Il rendimento dell’Udinese è un rebus. Vittoria contro la Juventus, sconfitta contro il Frosinone al 92’. Sottil sbraita e impazzisce ai microfoni. Dopo la cessione di Beto la squadra non trova i gol e spera disperata nel rientro di Deulofeu, che però ritrova una forma decente solo nel 2024. Brenner è un fantasma, Pafundi va in prestito al Catanzaro a gennaio dopo 5 presenze, mai da titolare. Il miglior marcatore è Success con 4 gol. Dietro si balla. Dopo un discreto girone di andata, mantenuto da un underperfomance di Silvestri, la squadra crolla in quello di ritorno, temendo in alcuni momenti di poter retrocedere. Chiude al quindicesimo posto.

Giocatore da prendere al Fantacalcio: Sandi Lovric

Dopo il buon campionato lo scorso anno sarà difficile da prendere a poco, ma senza Pereyra le sue responsabilità offensive potrebbero crescere. Ha tempi di inserimento e un ottimo tiro.

Chi è più forte tra Ezibhue, Ebosse, Ebosele e Kabasele?

Ebosele è chiamato a una stagione importante sulla destra ed è sicuramente il migliore del lotto. Kabasele è comunque un difensore esperto con tante presenze in Premier League e persino l’esordio nella Nazionale belga. Non fatevi ingannare dai meme.

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