
Posizione dello scorso campionato: neopromossa
Chi in più: Gaetano Oristanio, Richie Sagrado, Issa Doumbia, Alfred Duncan, Antonio Raimondo.
Chi in meno: Denis Cheryshev, Marco Modolo, Marco Olivieri.
Una statistica interessante dalla scorsa stagione: Il Venezia ha avuto il miglior attacco della scorsa Serie B e il suo capocannoniere, Joel Pohjanpalo, che per adesso è rimasto in laguna: quanto può essere pericolosa in Serie A?
Formazione tipo: (3-4-2-1) Joronen; Candela, Idzes, Sverko, Svoboda, Zampano; Duncan, Busio; Oristanio, Pierini; Pohjanpalo.
Il 30 agosto, per la terza giornata della nuova stagione di Serie A, Paolo Vanoli tornerà al Penzo di Venezia con la sua nuova squadra, il Torino. Sarà un ritorno emotivo e simbolico, per la persona che ha rimesso in piedi praticamente da solo un progetto calcistico che pochi anni fa si stava inabissando come la città su cui sorge. Vanoli è arrivato a Venezia nel novembre del 2022 dopo una prima parte di carriera per lo meno strana, con la società in dismissione e la squadra a navigare pericolosamente nelle acque di una nuova e drammatica retrocessione, e la ritroverà, questa volta da avversario, in Serie A e con fondamenta apparentemente molto più solide. Proprio in questi giorni hanno infatti rinnovato il proprio contratto con il club veneto il direttore sportivo, Filippo Antonelli, il direttore tecnico, Cristian Molinaro, e il responsabile per il settore giovanile, Isaac Guerrero. Il Venezia ha anche un nuovo sponsor che solidifica ancora di più il proprio rapporto con la città, quel Cynar che molti veneziani apprezzano mettere nello spritz. “Siamo concentrati sulla costruzione di un futuro solido e sostenibile per il Venezia”, ha detto il presidente, Duncan Niederauer, che fino a pochi mesi fa sembrava alla ricerca disperata di soci da far entrare in società.
Se per Vanoli tornare a Venezia dopo così poco tempo sarà come voltare pagina, lo sarà ancora di più per il Venezia stesso. A quel punto, infatti, la squadra veneta avrà già affrontato tre partite molto dure che potrebbero subito mettere alla prova la capacità di Di Francesco di resistere alla pressione di inizio stagione, quella prima della pausa per le Nazionali (oltre al Torino, anche Lazio e Fiorentina, entrambe fuori casa). E soprattutto, probabilmente, avrà completato un mercato che è ancora incerto per i protagonisti. Parlo di capitan Joel Pohjanpalo (che all’inizio del mercato è sembrato vicino alla Lazio e che in questi giorni era stato messo dalla Gazzetta dello Sport tra i possibili sostituti di Scamacca all’Atalanta, che poi ha deciso di virare su Retegui) e soprattutto Tanner Tessmann, che a mettere in fila tutti i rumor che lo hanno riguardato nelle ultime settimane si potrebbe rifare la colonna sinistra della classifica di Serie A. L’ultima squadra “a un passo” dal centrocampista americano è la Fiorentina, che però a quanto pare non riesce a trovare la formula giusta per chiudere l’acquisto.

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Lo status ambiguo raggiunto da Tessman, su cui vediamo riflesse le estenuanti trattative di mercato immaginate dai giornali, raccontano bene le incognite che girano intorno alla stagione del Venezia, a pochi giorni dall’inizio della Serie A. Un centrocampista che alla sua prima stagione in Serie A (la 2021/22) era sembrato tecnicamente inadeguato per questo livello e che però ha fatto un viaggio di andata e ritorno all’inferno della Serie B, e in questo difficile percorso sembra essere cresciuto molto, come personalità, scelte e spessore. Sembra, per l’appunto: la crescita di Tessman, come quella del Venezia, è reale o lo specchio distorto del dislivello tra Serie B e Serie A ci sta ingannando?
Intorno a questa domanda girano i dubbi dei direttori sportivi delle principali squadre di Serie A sul centrocampista americano e, tornando al Venezia, di noi osservatori sulla nuova squadra di Eusebio Di Francesco. Dubbi che, da un punto di vista esclusivamente tecnico, non riguardano solo Tessman ma tutta l’ossatura del Venezia. Pohjanpalo, capocannoniere della Serie B e leader tecnico della squadra, riuscirà ad avere un impatto paragonabile in Serie A? Lo avranno Gianluca Busio (un altro che in Serie B sembra essere diventato un altro calciatore) e Michael Svoboda (forse il più sottovalutato dal mercato di Serie A tra i giocatori del Venezia)?
Se dare una risposta a queste domande è impossibile adesso, proprio il percorso di questi giocatori ci aiuta per lo meno a distinguere rispetto alla stagione 2021/22, che ci potrebbe far sembrare il Venezia allo stesso identico punto di partenza. Una squadra con una rosa giovane, guidata da un allenatore ambizioso (allora era Paolo Zanetti), arrivata in Serie A dopo un ottimo campionato di Serie B concluso con una grande cavalcata nei playoff. Non è lo stesso? In realtà il Venezia arriva a questa stagione di Serie A con un carico di esperienza e conoscenza del calcio italiano molto diversa, e con un quadro dirigenziale che sembra meno propenso alle scelte spericolate che produssero per esempio il mercato lisergico dell’estate del 2021. Ovviamente questo non assicura di per sé la salvezza, ma forse potrebbe aiutare nei momenti di difficoltà che inevitabilmente si presenteranno.
Già la scelta del nuovo allenatore, per paradosso, ci parla di questa nuova realtà. Eusebio Di Francesco viene da una retrocessione devastante a Frosinone, soprattutto per lui che cercava il riscatto dopo un periodo nerissimo della sua carriera, eppure proprio per questo nessuno meglio di lui sa cosa si prova a stare nella tempesta (cosa che non poteva certo dire al tempo Paolo Zanetti, che andò in burnout dopo una discreta prima metà di stagione). Certo, l’andamento della stagione del Frosinone non fa ben sperare, ma forse stiamo sottovalutando l’età e la mancanza d’esperienza di quella squadra, quasi del tutto rinnovata rispetto all’anno precedente in Serie B (proprio negli ultimi giorni di mercato) e in gran parte dei suoi elementi alla prima esperienza nella massima serie. Da questo punto di vista, la storia recente dei giocatori cardine del Venezia, già passati per una retrocessione e con alle spalle almeno un paio di stagioni formative in Serie B, potrebbe dare una grossa mano a Di Francesco, e lo stesso sembra stia pensando anche la società.
Il Venezia sembra infatti voler mantenere il più possibile intatto il gruppo che ha ottenuto la promozione, puntellandolo con giocatori non del tutto digiuni di Serie A. L’acquisto di Gaetano Oristanio che, nonostante i 21 anni può già vantare 24 presenze, 2 gol e un assist in Serie A, va in questa direzione, e ancora di più ovviamente lo si può dire dell’ingaggio dello svincolato Alfred Duncan, che per caratteristiche probabilmente sarà il giocatore incaricato di sostituire Tessman. In realtà, però, la cessione del centrocampista americano dovrebbe portare in laguna anche Hans Nicolussi Caviglia (un altro giocatore con una buona esperienza in relazione all’età e nonostante i problemi fisici, almeno per gli standard della Serie A), che potrebbe anche farci vedere in controluce - così come l’investimento su Oristanio - come potrebbe cambiare tatticamente il Venezia.
Il gol per chi crede nell'esplosione di Oristanio in laguna.
Paolo Vanoli, cresciuto da tecnico con Gian Piero Ventura e Antonio Conte, aveva infatti modellato il Venezia su un 3-5-2 di chiara ispirazione “contiana”, con una squadra che non si faceva problemi ad abbassare il baricentro per difendersi, e che insisteva molto sulla costruzione dal basso e le verticalizzazioni improvvise verso i movimenti incontro delle due punte per risalire velocemente il campo. L’intenzione di puntare su due centrocampisti meno fisici ma più "di tocco” come Oristanio e Caviglia potrebbe quindi rivelare la volontà di utilizzare il possesso in maniera meno diretta, e di accettare meno volentieri fasi di difesa bassa senza palla. D’altra parte, anche dal poco che si è visto nelle amichevoli pre-campionato la direzione sembra quella. Una squadra che ha abbandonato le due punte (di solito Gytkjaer accanto a Pohjanpalo) per mettere due uomini di qualità tra le linee, che utilizza il pressing alto in maniera sistematica (com’è da antica ricetta di Di Francesco) e di conseguenza chiede ai “braccetti” della sua difesa a tre di rompere la linea in maniera più aggressiva e coraggiosa rispetto al recente passato.
Per questa ragione c’è da aspettarsi un Pohjanpalo meno coinvolto nel lavoro sporco di difesa della palla e del suo riciclo tra le linee (lavoro che aveva fatto alla grande la scorsa stagione in Serie B), e più concentrato sull’attacco dell’area e della fase di finalizzazione: basterà per fargli assorbire il salto da Serie B e Serie A? L’attaccante finlandese, che è stato già fermato da un leggero problema muscolare, compirà tra poche settimane trent’anni e la sua intensità senza palla andrà testata in un sistema che punta così forte sul pressing come quello di Di Francesco. Per questa ragione, potrebbe avere più peso di quanto sembra oggi il prestito dal Bologna del giovane Antonio Raimondo, che viene da una buona stagione in Serie B con la maglia della Ternana (9 gol e un assist in 38 presenze). Raimondo si muove in area molto bene, ha una discreta velocità nonostante l’altezza (185 centimetri) e in fase di finalizzazione sembra avere un talento non comune. Vista le poche remore di Di Francesco nel puntare sui giovani, potrebbe avere più spazio del previsto.
Raimondo non è l’unico volto giovane e nuovo che sarà interessante scoprire con la gestione Di Francesco. Per due milioni di euro, per esempio, dall’OH Leuven è arrivato il ventenne terzino destro belga Richie Sagrado, che per adesso ha la concorrenza del solo Antonio Candela da battere. Non proprio ineccepibile nell’uno contro uno difensivo (per usare un eufemismo), Sagrado ha una grande progressione con il pallone e un destro molto educato quando c’è da crossare. Con alle spalle la difesa a tre, il salto dal campionato belga alla Serie A potrebbe essere meno duro del previsto. Altro acquisto interessante, e che ci parla dell’attenzione del DS Antonelli per le serie minori, è quello del ventenne Issa Doumbia dall’Albinoleffe (Serie C), una mezzala senza troppe velleità tecniche ma tostissima in fase di recupero del pallone. Anche lui potrebbe trovare spazio nelle rotazioni per dare respiro a Duncan, oppure chissà magari anche al suo fianco, nelle partite in cui il Venezia avrà bisogno di difendersi e basta.
Richie Sagrado in Belgio ha fatto anche l'esterno alto e, come dimostra questo gol, in quanto a movimenti offensivi non è affatto male.
Dall’ultima ventina di giorni di mercato ci si aspetta che arrivi ancora qualcosa sulla trequarti, se Di Francesco come sembra vorrà davvero puntare sul 3-4-2-1. Chi giocherà insomma accanto a Oristanio, alle spalle di Pohjanpalo? Nelle amichevoli estive in quella posizione si sono alternati Pierini, Ellertson e addirittura Crnigoj, ma nessuno di questi sembra davvero poter fare il titolare per una stagione di Serie A, se non nelle partite in cui il Venezia vorrà usare il pressing alto come fonte di gioco a sé stante. Sarebbe bello se in laguna arrivasse un altro giocatore creativo, un giovane alla ricerca della propria affermazione, che poi è il tipo di profilo che ha permesso di risollevare l’entusiasmo intorno a Di Francesco nella prima parte di stagione a Frosinone. Quei mesi in cui l’allenatore abruzzese sembrava aver trovato il proprio riscatto, portando una squadra data per spacciata a vette insospettabili con un gioco brillante, è quello che si aspettano adesso i tifosi anche a Venezia, al di là di come andrà a finire. Pochi giorni fa la campagna abbonamenti della squadra veneta ha superato i cinquemila tagliandi, sfiorando il sold out molti giorni prima della sua chiusura. Sarebbe un peccato non far divertire tutte queste persone.
Miglior scenario possibile
La stagione inizia male, con tre sconfitte su tre contro Lazio, Fiorentina e il Torino di Paolo Vanoli, che dopo lo 0-3 rifilato al Venezia al Penzo si scusa con il pubblico. Si alza un’aria nera intorno a Di Francesco, si parla insistentemente di esonero, ma alla fine l’allenatore abruzzese viene confermato. Al ritorno dalla sosta per le Nazionali, il Venezia sembra una squadra trasformata. Il 3-4-2-1 riesce a coniugare aggressività e brillantezza tecnica, e l’associazione tra Oristanio a Adzic, che il Venezia è riuscito a prendere in prestito dalla Juventus all’ultimo giorno di mercato, funziona alla meraviglia. Al giro di boa, la squadra veneta ha già venti punti e il più sembra fatto, ma è proprio in quel momento che i fantasmi di Frosinone riappaiono. Pohjanpalo continua a infortunarsi e il Venezia non riesce più a segnare, entrando in un circolo vizioso che tutti pensano di aver già visto. Di Francesco arriva di nuovo a giocarsi tutto all’ultima giornata, e questa volta al Penzo arriva la Juventus. La squadra di Thiago Motta, che a sua volta si sta giocando lo scudetto con l’Inter, segna subito e già si sentono le campane suonare a morto, ma un gol all’ultimo secondo di Gytkjaer regala la salvezza al Venezia e il secondo scudetto di fila alla squadra di Simone Inzaghi. La stagione finisce con il tuffo di Di Francesco nella laguna.
Peggior scenario possibile
La stagione sembra iniziare col piede giusto quando, dopo i pareggi raggiunti all’ultimo contro Lazio e Fiorentina, il Venezia batte nettamente il Torino di Paolo Vanoli. Alla prima sosta per le Nazionali c’è aria di nuova era e si fa un gran parlare di futuro. Quando arriva l’autunno, però, a cadere non sono soltanto le foglie sugli alberi e il Venezia di Di Francesco si rivela troppo presto un fuoco di paglia. Pohjanpalo si dimostra un attaccante di categoria e in Serie A non riesce a segnare, sulla trequarti non c’è abbastanza qualità e la difesa non riesce a reggere l’urto delle squadre della massima serie. La società prova a raddrizzare il tiro a gennaio, esonerando Di Francesco e prendendo uno dei suoi predecessori a Roma. Rudi Garcia arriva a Venezia come Francesco Giuseppe, lancia frecciatine al Padova, prova a ingraziarsi il pubblico, ma ormai sul campo non ha più nulla da dare. Quando la Juventus arriva al Penzo, il Venezia è già retrocesso da una giornata.
Giocatore chiave
Non ci sono molte altre squadre così sovrapponibili al proprio capitano: se potrà starci in Serie A, il Venezia lo capirà da Pohjanpalo. L’attaccante finlandese, amatissimo anche per la scelta di decidere di abitare tra i canali della città, è molto più di un semplice attaccante per la squadra veneta e se lui non si dimostrerà al livello della massima serie sarà un duro colpo per i suoi compagni, anche a livello emotivo. Se si escludono i suoi primi anni in Finlandia, di fatto l’unica stagione da titolare di Pohjanpalo in un campionato di primo livello è la 2021/22, quando segnò 16 gol con la maglia del Caykur Rizespor in Turchia. Un’informazione non proprio rassicurante, me ne rendo conto, ma nel calcio non si sa mai davvero.
Giocatore da comprare al Fantacalcio
Oristanio è stato tutto fuorché un titolare a Cagliari eppure la sua stagione ha lasciato l’impressione che ci sia molto da vedere ancora. Se si esclude Viola, Oristanio è stato il centrocampista del Cagliari che ha tirato di più (1.70 tiri per 90 minuti) e che ha tentato più la conclusione in relazione ai tocchi di palla totali (3%), facendolo con una buona precisione (il 17% dei suoi tiri la scorsa stagione è finito in porta). D’altra parte la delicatezza del suo sinistro, che abbiamo assaggiato l’anno scorso nell’incredibile rimonta al Frosinone, non è una notizia per chi seguiva le giovanili dell’Inter, e in assenza di altri specialisti potrebbe esaltarsi anche su punizione. Non siete ancora convinti? Beh, allora sappiate che al Classic è listato C e al Mantra W-T-A.