Quando Viktor Gyokeres tira in porta, il più delle volte, i portieri non si muovono. Fateci caso, succede molto più spesso di quanto dovrebbe. Come se i suoi tiri arrivassero troppo presto, o troppo forti, per permettere una reazione degli estremi difensori. Come se la potenza delle sue conclusioni scendesse sotto la soglia del percepibile.
È successo anche nella notte di Halloween, dove Gyokeres ha aggredito la difesa dell’Estrela Amadora forte e veloce come un lupo mannaro. Ha segnato 4 gol, tutti e 4 calciando di collo a incrociare, anche se in situazioni molto diverse. Ciascuna di queste volte Gyokeres avrebbe potuto scegliere un tipo di finalizzazione diversa, ma tira così forte di collo che forse non vale la pena complicarsi la vita. La violenza dei suoi tiri ci sorprende sempre un po’, e ci esalta, perché c’è qualcosa di irresistibile nella forza primitiva di un attaccante che corre dietro le difese e conclude con forza iperbolica. I palloni di Gyokeres prendono fuoco e si deformano in area, prendono la rete e la fanno gonfiare fino al cielo.
Insomma, guardate il secondo gol che ha segnato: il portiere era già steso a terra, che bisogno c’era di tirare quella palla infuocata sotto l’incrocio dei pali? Gyokeres sembra semplicemente troppo felice quando ha l’occasione di tirare, e questa felicità la fa esplodere sul pallone.
I tiri descrivono più di ogni altra cosa lo stile di gioco vorace e frenetico, massimalista, di Gyokeres. La sua potenza, la sua intensità, l’enfasi heavy metal con cui si getta sui palloni vaganti e li stritola col suo piede destro. C’è qualcosa di esagerato ed esaltante nel suo stile di gioco. Le sue corse dietro le difese somigliano a un assalto corazzato; i suoi tiri sembrano quelli di Batistuta a Winning Eleven, con la barretta caricata al massimo e senza esitazioni. Una forza demoniaca sembra spingerlo, alieno, con un'energia tutta sua.
Anche su calcio di punizione ha iniziato a mostrare qualche dinamica da videogioco, come sul gol fatto al Nacional qualche giorno fa. Una punizione violentissima sul palo del portiere. Che roba è, quella qua sotto?
Ci sono grandi finalizzatori che sono maestri dell’inganno, che sfruttano finte e depistaggi per battere i portieri. L’estremo difensore è sempre costretto a fare la prima mossa e loro aspettano fino all’ultimo secondo per batterli. In questi attaccanti, il gol diventa un’arte sottile. Gyokeres sceglie la strada opposta: calcia con tutta la forza che ha in corpo e il portiere non ha semplicemente il tempo per fare un intervento. Come si dice sul calcio di rigore: un tiro violento e sufficientemente piazzato non può essere parato. Gyokeres calcia così forte che questa regola, per lui, vale anche oltre gli undici metri. Non cerca angoli esasperati o conclusioni cervellotiche. Non gli piace usare troppo l’interno o l’esterno. Non c’è conclusione che non valga la pena fare di collo. I veri uomini tirano di collo - e basta. Prende la porta col 43% dei suoi tiri. Solo Erling Haaland fa meglio tra i giocatori che hanno segnato almeno 8 reti. Allo Sporting Lisbona ha una media gol primo-novecentesca: 63 reti in 66 presenze.
I quattro gol all’Estrela Amadora ingrossano il suo già impressionante record stagionale: 25 gol in una ventina di presenze. Ha segnato in tutte le partite di campionato, tranne che contro l’Estoril. Gyokeres ha bisogno di poco più di tre tiri per fare gol. Sono numeri che lo inseriscono in un élite ristrettissima di centravanti. Per tasso di conversione, al momento, solo Robert Lewandowski può essere messo sullo stesso piano di Gyokeres.
Dopo aver fatto gol Gyokeres si avvicina alla telecamera e con le mani si costruisce una maschera terrificante davanti alla faccia. Inizialmente si credeva fosse una citazione di Hannibal Lecter - «Hannibal mangiava le persone mentre Viktor mangia le difese», aveva spiegato un suo ex compagno. In realtà ha rivelato lui stesso che si tratta di un tributo a Bane, personaggio della DC, l’antagonista di Batman nel Cavaliere Oscuro. Bane è noto per la sua forza sovrumana datagli dallo steroide Venom; ed è un aspetto che si associa a Gyokeres: alla foga, alla violenza adrenalinica con cui sbrana le difese avversarie. Non è solo una questione di calciare forte: Gyokeres è veloce come una strana bestia. Questo gli permette anche di rimediare a esecuzioni tecniche talvolta approssimative, vincendo rimpalli, arrivando prima sulle palle contese, accorciando i tempi di esecuzioni che sembrano perse, facendo deragliare i difensori come una macchina in corsa piena di spuntoni sugli sportelli.
Gyokeres non è mai stato il più bravo della stanza. È cresciuto nel settore giovanile del Brommapojkarna, il club che può vantare più tesserati in Europa. È lo stesso settore giovanile da cui è venuto fuori Dejan Kulusevski, che però è andato via ancor prima di esordire in prima squadra. Lo stesso non è successo per Gyokeres, che era considerato troppo limitato tecnicamente all’epoca: «Diversi giocatori erano superiori a lui dal punto di vista tecnico, erano più formati», ha dichiarato Andreas Engelmark. Il Brommapojkarna produce in genere giocatori meno diretti rispetto a uno come Gyokeres, che brancola attorno all’area di rigore famelico per qualsiasi palla buona per calciare in porta. Un giocatore attratto costantemente da una vertigine verticale. È stato registrato raggiungere i 36 km/h con uno scatto. Insomma, un profilo perfettamente in linea con altri attaccanti che di recente produce la Scandinavia: non più torri forti nel gioco aereo, ma animali della profondità, atleti bionici: Hojlund e Haaland sono il tipo di giocatore a cui appartiene anche Gyokeres. Centravanti olimpionici, robot lanciati in corsa, inarrestabili nel duello corpo a corpo in velocità.
Questa sua velocità in corsa è ciò che lo rende temibile anche lontano dall’area di rigore, una minaccia costante in transizione. Anche defilandosi verso l’esterno, soprattutto a sinistra, Gyokeres è difficile da arginare. È questo il motivo per cui si fa sempre rispettare anche nelle classifiche assist (ne ha serviti già 23 allo Sporting).
I centravanti sono in genere maestri di economia. Devono dosare le proprie corse, concentrare le proprie energie nella precisione tecnica attorno all’area. Hanno pochi palloni disponibili e devono restare concentrati in brevi intervalli di tempo per sfruttarli. Gyokeres è un centravanti dello sperpero, in cui dà fondo al suo vasto serbatoio di risorse. Nessun attaccante pressa come lui. Nessun attaccante ha conquistato più possessi nell’ultimo terzo di campo nella scorsa stagione. Pochi riescono a stressare le difese con i suoi scatti in profondità. La genetica non mente, e Gyokeres è figlio di Stefan calciatore e Katarina giocatrice di pallamano.
La domanda sui limiti di un giocatore del genere è solo una: per quanto tempo riuscirà a giocare a questo livello folle di intensità atletica? Come riorganizzerà il proprio gioco nel momento in cui avrà un infortunio, anche un piccolo infortunio, o anche solo un lieve calo delle performance? I suoi difetti tecnici, a quel punto, diventeranno più vistosi?
C’è però anche un’altra questione, che ha a che fare con le prossime scelte di carriera. La sua clausola rescissoria è fissata attorno ai 100 milioni, «Forse è un po’ troppo» ha commentato lui, parlando del fatto che nessuno si è fatto avanti per pagarla in estate. Il club che è sembrato più vicino a farlo è stato l’Arsenal, che alla fine ha rinunciato. Gyokeres però sa bene che nel calcio attuale, anche più che in passato, il contesto è tutto. Non esiste giocatore che può funzionare bene in un contesto disfunzionale; e questo vale soprattutto per i centravanti. La carriera di Gyokeres finora è avanzata lentamente. È arrivato più tardi degli altri a farsi notare in Svezia, e ci ha messo un po’ a prendere le misure al calcio inglese - dove ha prima fallito con il Brighton ed è poi esploso con il Coventry in Championship. Il campionato portoghese è stato il grande laboratorio dei centravanti che hanno poi fatto male altrove: Darwin Nunez, Jackson Martinez, Gonçalo Ramos, Joao Felix.
Gyokeres non dovrà sbagliare la sua prossima squadra. Con Ruben Amorim verso il Manchester United, si è parlato anche di un suo trasferimento a gennaio. Sembra inverosimile: in rosa il club ha già Rasmus Hojlund, un giocatore molto simile a Gyokeres e che lo United ha pagato 80 milioni poco più di un anno fa. L’Arsenal è alla ricerca di un centravanti ormai da un paio d’anni, e Gyokeres sembra il candidato più credibile. La sua potenza in spazi grandi diventerebbe un’arma importante, così come la presenza fisica in area di rigore.
In alternativa ci sono due profili forse più cari e soprattutto molto diversi: Alexander Isak e Benjamin Sesko, più dotati tecnicamente e con uno stile di gioco molto meno verticale. Isak è forse il profilo ideale, considerata la completezza tecnica e il fatto che ha già fatto bene in Premier. Gyokeres, però, costa meno, e potrebbe associarsi bene con la vasta batteria di trequartisti dei Gunners. Si parla per lui di una richiesta di una cifra più bassa della clausola da parte dello Sporting, di circa 70 milioni di euro.
Chissà se in Premier League il suo dominio atletico si normalizzerà, e Gyokeres si rivelerà un altro attaccante deludente prodotto dal Portogallo. Contro gli armadi a motore che giocano nelle difese di Premier è difficile cavarsela solo con l’atletismo. La Premier League è una prova terribilmente ostica per tutti, ma soprattutto per i centravanti. A guardare bene gli ultimi anni, non sembra un problema che riguarda solamente il campionato portoghese, ma in generale gli attaccanti provenienti dall’estero, che arrivano circondati da grandi hype e che finiscono per scontrarsi col livello fisico dei centrali del campionato inglese. Romelu Lukaku, Darwin Nunez, Rasmus Hojlund, Joshua Zirkzee, Cristopher Nkunku, Timo Werner, Sebastian Haller, Alvaro Morata hanno tutti faticato (o stanno tutti faticando), per motivi diversi, a trovare il gol con regolarità. A esprimere ciò per cui erano considerati speciali.
Viktor Gyokeres, con 150 gol segnati a 26 anni, presto proverà a dimostrare di appartenere davvero all’élite dei numeri nove. Nel frattempo godiamoci ancora qualche mese di video di lui che sbrana le povere difese della Primeira Liga.