Spaventare gli altri è un lavoro complesso, specie per i calciatori, tra le persone che passano più tempo a levigare la propria immagine pubblica, sempre poco a loro agio nei contesti lontani da un prato verde. Come già fatto lo scorso anno, siamo andati sui loro profili social per vedere come se la sono cavata con i travestimenti, classificandoli dal meno spaventoso al più spaventoso.
Cominciamo!
Luis Garcia trova il modo di prendersi gioco del Chelsea qualche ora prima di El Shaarawy
Luis Garcia usa lo stesso espediente dello scorso anno per svoltare Halloween senza impegnarsi troppo. Con un lenzuolo, un po’ di trucco e il programma di un Liverpool - Chelsea per ricordare il suo gol fantasma contro il Chelsea in una semifinale di Champions del 2005. Abbiamo capito che questa foto ci toccherà ogni anno da qui a quando Mourinho non lo farà ammazzare da Ricardo Carvalho, speriamo presto.
Martin Caceres e l’Halloween di Schrödinger
A Martin Caceres è sfuggita la regola aurea dei profili social dei giocatori. Se la tua squadra sta facendo schifo, non mettere foto di te che festeggi. Certo la sua situazione è strana: da una parte è un giocatore del Verona, penultimo in classifica, dall’altro il suo cartellino per uno strano accordo è praticamente della Lazio, squadra rivelazione della stagione che ha tutti i motivi per festeggiare Halloween. Nel dubbio Caceres ha organizzato una festa stile Schrödinger mimetizzandosi tra i suoi amici al punto che non possiamo dire con certezza se era ad una festa a divertirsi da giocatore della Lazio o a casa a rimuginare sulla situazione del Verona.
O forse è solo la classica foto pre-partita del Verona ed io mi sto confondendo.
Mauro Icardi poteva fare di meglio
Mauro Icardi ha una famiglia numerosa, ricca di bambini che per Halloween, immaginiamo, si saranno voluti vestire da qualcosa. Eppure Mauro Icardi ci augura buona festa con un video in cui è solo, davanti a una tenda bianca, truccato da vampiro, con l’aria seria e un po’ vuota che forse avrebbero i vampiri se esistessero davvero. Il minimo sindacale prima di tornare alle “stories” della sua quotidianità: il giorno dopo si taglia i capelli con Gagliardini (con una mantella personalizzata con i loro numeri di gioco e le iniziali) e poi si fa un tatuaggio sul polpaccio. Chissà domani quale avventura lo aspetta.
Pogba continua a crederci troppo
Paul Pogba è un esibizionista da social e quando arriva Halloween di solito ha già preparato qualcosa di eclatante, di solito con un investimento emotivo molto superiore a quello degli altri calciatori. (Il fatto che Pogba sembra che lavori sui social contribuisce a dare di lui un’immagine di giocatore fumoso). L’anno scorso aveva addirittura proposto DUE diversi travestimenti di Halloween, entrambi col difetto di sembrare troppo poco spontanei. In ogni post di Pogba è possibile quasi leggere in controluce tutto il processo creativo del suo social media manager, che poi probabilmente è lui stesso.
Lo scorso Halloween Pogba sembrava crederci troppo, con una sproporzione tra il suo impegno e il risultato finale. Forse per questo stavolta ha cercato innanzitutto di dare un messaggio di disimpegno. È sdraiato sul letto, è così buio che Pogba è quasi irriconoscibile, se non ci fosse una didascalia pedante a segnalarcelo. In camera entra un bambino molto tenero, davvero molto tenero, ma non sappiamo chi sia e in che modo dovrebbe essere correlato a Pogba e perché vorrebbe fargli uno scherzo. È vestito da “fantasmino” e lancia un grido troppo carino. Verrebbe da pensare che Pogba gli ha dato 100 euro per aiutarlo in questo prodotto social. Per rassicurarci che non sia così Pogba dice “Oh, mi ha fatto paura veramente”. Certo, Paul, certo.
Kevin Trapp ci ricorda quanto è triste fare il secondo portiere
Kevin Trapp, portiere tedesco del Paris Saint Germain, non gioca dalla scorsa estate. Da una partita di luglio nella ICC o, se preferite, direttamente dal campionato scorso. È stato definitivamente - ammesso che ci sia qualcosa di definitivo a parte… ok, ci siamo capiti - da Alphonse Areola, enfant prodige del calcio francese, di origini filippine ma cresciuto nel settimo arrondissment di Parigi e poi à la Clairefontaine, andato in prestito in Corsica (Bastia) e in Spagna (Villareal) prima di tornare a quello che forse era suo destino. Insomma, non è un bel periodo per Trapp, che forse ha da rimproverarsi qualche errore di troppo ma che di fatto si è ritrovato a fare da portiere a tempo determinato aspettando la maturazione di uno che ha solo tre anni in meno di lui. L’ultima notizia che lo riguarda è l’evento di uno sponsor, un gioco a squadre con i calciatori in tuta e gli impiegati in camicia: almeno lì Trapp ha vinto.
Si spiega così la faccia triste di Trapp mascherato da vampiro elegante. Il tono in effetti è perfetto, l’oscurità del vampiro, costretto a vivere per sempre e a nutrirsi di vite umane, è diventata di moda proprio quando ci abbiamo appiccicato sopra l’esistenzialismo novecentesco, il romanticismo di chi sa di essere condannato alla solitudine. Peccato solo una cosa: con la voglia di sorridere che ha Trapp, o di partecipare al clima festivo di Halloween che richiede pose e facce spaventosamente buffe, c’è davvero poca probabilità che vedremo i suoi canini lunghi. Non mi stupirei, in compenso, se Trapp si vestisse così anche domani, dopodomani, e così via. Se decidesse di farsi chiamare Conte Trapp e vivere una vita isolato in un castello da qualche parte nel Saarland, regione tedesca vicina al confine con la Francia dove è nato.
Stefan De Vrji si è vestito da Halloween
Cosa significa mascherarsi per Halloween?
Quanto deve essere dettagliata la maschera in questione?
Deve riferirsi a un personaggio riconoscibile a colpo d’occhio?
Può essere una maschera generica?
Quanto generica?
Quanto incoerente?
Quanto può essere un’accozzaglia di dettagli genericamente “spaventosi”, di uno spaventoso “da supermercato”, prima che diventi una maschera, semplicemente, di merda?
Se una persona ha addosso un trucco da morto (fatto bene, non c’è che dire), forse addirittura zombie (per via delle vene) degli occhi di colore diverso (che, per quanto ne sappiamo noi, non è una caratteristica legata a nessun “mostro” riconoscibile), un rossetto acceso, un cappello con un coltello mezzo infilato dentro, e del sangue sulla maglietta, da cosa è vestito?
Forse la risposta è che De Vrji è vestito da Halloween. Poteva almeno farsi il sangue sul collo, però.
Sergej Milinkovic-Savic ha confuso Halloween con The Purge
La cosa bella di questa foto è immaginare Milinkovic-Savic che va in giro per il centro di Roma vestito in quel modo, irriconoscibile, con quel gruppo di amici dall’aria poco raccomandabile. Tra cui uno vestito da Genio della lampada con la lampada nei pantaloni, o comunque da Genio della lampada con un’erezione notevole. Sergej è quello vestito da joker mafioso, con un bastone nel pugno sinistro. La cosa bella di questa foto è immaginare Sergej Milinkovic-Savic che va in giro con i suoi amici a fare brutto ai turisti e ai romani mascherati, come se per un solo giorno dell’anno potesse godersi la vita come farebbe se non fosse famoso e riconoscibile da tutti. Che poi magari è una persona dolcissima e non farebbe male a una mosca, però, ecco, Milinkovic-Savic fa paura anche quando non è mascherato per quanto è grosso, immaginate di trovarvelo davanti in un vicolo dietro il Pantheon con il suo amico porno-Genio.
Papu Gomez padre di provincia
Il Papu rientra a pieno nella narrazione del perfetto padre di provincia ad Halloween, quello che compra il costume dei suoi figli al centro commerciale, si mette la maschera di Batman, li porta in giro il pomeriggio tenendoli per mano e ricordandogli di fare attenzione sempre quando si attraversa e facendo battute sulla moglie che è una strega. La vita fuori dal campo di Gomez è così poco interessante e complicata che come fa ad essere uno dei migliori giocatori della Serie A io non riesco proprio a spiegarmelo.
I giocatori del Tottenham devono guadagnarsi lo stipendio (ma forse alcuni di loro verranno venduti dopo questo video…)
Il Tottenham ha nel suo staff una persona dedicata esclusivamente a creare il video sport della squadra per Halloween. Una cura davvero ammirevole, che permette all’Halloween del Tottenham di sfiorare ogni anno un valore artistico.
La scorsa stagione i giocatori del Tottenham erano al centro di un campo, circondati da zombie che dovevano uccidere tirando delle pallonate. Una cosa a metà tra Silent Hill e La notte dei morti viventi con i palloni al posto dei fucili a canne mozze. Quest’anno la scelta è stata ancora più raffinata, e dal filone horror-thriller si è passati a un fantastico più puro in stile Piccola bottega degli orrori. I giocatori devono mettere la mano dentro delle scatole che contengono oggetti spaventosi e devono riconoscerli: delle salsicce mollicce, una mano mozzata, dei ratti imbalsamati, la testa insanguinata di un uomo con le pupille rigirate, una bambola assassina. Dalla nostra prospettiva possiamo guardare gli oggetti e al contempo le facce disgustate dei calciatori: un effetto cinematografico davvero bello. Trippier sembra seriamente spaventato e Llorente sembra che stia vivendo l’esperienza peggiore della sua vita; non trova proprio il coraggio di mettere la mano nelle scatole, ha gli occhi del pazzo e continua a ripetere “No, my friend, i can’t”. Davvero un cacasotto.
Il Tottenham è una squadra giovane e da fuori sembra avere un buon senso dell’umorismo, ma lo scorso anno i giocatori che si sono dovuti prestare al video di Halloween non hanno fatto una bella fine, sia Janssen, che N’Koudou che Walker sono stati venduti. Un avvertimento serio per quelli di quest’anno - Davies, Vorm, Llorente e Trippier - la cui posizione sembra comunque già precaria.
Felipe Caicedo con la moglie e una bambola (o forse la figlia?)
Felipe Caicedo ha pensato che vestirsi da carcerato sarebbe stata una trovata simpatica e non uno stereotipo vagamente razzista, ma più probabilmente Caicedo non ha pensato a nulla ed è stato costretto a vestirsi così dalla moglie mentre tutto quello che riesce a pensare è perché a ventinove anni deve trovarsi a fare la panchina al centravanti più in forma d’Europa ed avere una bambola per figlia (o una figlia per bambola?).
Dani Alves si fa un selfie con un teschio in un’altra dimensione
Quando si parla di Dani Alves si parla sempre e comunque di professionismo d’alto livello. L’insegnamento che ci dà in questa foto è che una buona foto social di Halloween deve avere un taglio fotografico spaventoso. In un mondo di calciatori truccati da Joker in salotti immersi in una luce fredda e totale, Dani Alves si fa un selfie insieme a un teschio vero e proprio mentre stanno festeggiando Halloween in un universo parallelo, immerso in una specie di oscurità rossastra. Non riusciamo neanche a riconoscere Dani Alves, possiamo al massimo presumere che sia lui, e l’assenza di identità è uno dei presupposti della paura, del macabro e di Halloween in generale.
Gianluigi Buffon col rischio di bruciarsi la carriera politica
La Juventus è da sempre molto attenta alla ricorrenza di Halloween, un modo come un altro per allungare i suoi tentacoli su nuovi tifosi e compiacere i vecchi. Quest’anno ha provato a giocare con le qualità dei propri tesserati, prendendo delle immagini di loro in azione e trasformandoli in dei mostri. Pjanic diventa un fantasma, per la capacità di far sparire il pallone(?); Higuain un lupo mannaro, probabilmente per la molta fame; Allegri un vampiro tipo “Intervista col vampiro” perché, cito, “attaccare l'avversario per togliergli linfa vitale” (sarà poi una frase alla Allegri?); Dybala diventa Jason Voorhees, per la storia della maschera e degli incubi; Chiellini il mostro della Laguna nera, per la sua capacità di fermare gli avversari sempre, anche nelle paludi. Ma la trasformazione più curiosa rimane quella di Buffon, che diventa un portiere con molte braccia e la coda di uno scorpione.
A ragionarci un attimo viene da chiedersi se non staremo un po’ esagerando con questa storia: Buffon è il giocatore italiano più rispettato nel mondo, il veterano della Serie A. Nel suo ultimo anno da atleta, il suo ruolo sta diventando sempre più istituzionale. Nessuno di noi si stupirebbe di trovarselo ministro tra qualche anno, a prescindere del colore dell’esecutivo. Eppure, nonostante tutto questo, nonostante lo stesso Buffon ci tenga anche a questa sua gravitas da essersi messo a studiare inglese per ritirare un premio, deve accettare di vedersi trasformato in uno scorpione per 165 retweet. Ma chi ce lo fa fare?
Arek Milik usa Halloween per immedesimarsi con tutte le persone tristi per lo stato delle sue ginocchia
Cosa avrà pensato Arek Milik quando ha deciso di truccarsi da persona triste (mi pare l’unica indicazione possibile rispetto alla sua maschera) e scrivere come didascalia “Halloween Mood “? Pensava forse di riuscire a passare per uno felice, nascondendo la sua tristezza dietro una maschera triste? Forse non è davvero la maschera di una persona triste, è una maschera neutra che Milik rende triste perché non riesce a nascondere l’enorme disappunto per la seconda rottura del crociato - anche giustamente se lo scopo della tua vita è quello di avere delle ginocchia integre.
Non credo che la produzione social di Milik debba essere completamente rivolta a tranquillizzare i suoi tifosi, però se voi foste tifosi del Napoli cosa pensereste guardando questa foto? Milik avrebbe dovuto approfittare di Halloween e farci felici - farsi felice - mettere una foto di lui che salta, o mentre tiene tre o quattro bambini bellissimi sulle ginocchia, o - perché no - mentre balla con la sua fidanzata (se ne ha una, se no va bene pure un’amica).
Insomma avremmo preferito che Milik ci ricordasse che un ginocchio infortunato di un calciatore professionista sta comunque meglio del ginocchio di un impiegato. Invece niente, neanche halloween lo smuove da questa fissa delle ginocchia.
Che qualcuno gli regali un cane.
Grzegorz Krychowiak non rinuncia alla sua classe
L’account Instagram di Krychowiak accosta le foto dei suoi allenamenti a quelle due suoi viaggi, con hastag tipo #aroundtheworld e #trip. A quanto pare ha preso questa flessione nella sua carriera piuttosto bene, il West Brom rispetto al PSG offre meno pressioni e, a quanto sembra, più tempo libero. Potete scegliere liberamente che posizione tenere sull’elegante distacco con cui Krychowiak ci dà accesso ai suoi interessi e ai suoi paesaggi preferiti (se un giorno diventate calciatori magari guardando le sue foto vi verrà voglia di andare a Bora Bora). Potete decidere voi se Grzegorz non si è mascherato perché non si abbassa al livello di simili sciocchezze, o perché nessuno lo ha invitato a una festa a tema.
Patrice Evra per un uso consapevole delle fettine scongelate e non consumate
Evra aveva vinto il nostro prestigioso contest di calciatore meglio mascherato lo scorso anno, e anche in questo il suo impegno per il travestimento di Halloween ci fa chiedere se Evra sia ancora o no un calciatore. A torso nudo, ricoperto di zucche, pieno di sangue, la faccia tumefatta, una sciabola in mano che lecca di continuo. Per ricreare l’effetto delle costole esposte Evra ha impilato una serie di braciole che non si capisce come facciano a restare in piedi.
Ma Evra è un vero uomo di spettacolo e non si accontenta del travestimento ma ci offre un video in cui ripete ossessivamente il suo claim “I love this game”, declinato in chiave horror. Il video è troppo lungo e raggiunge il suo scopo: metterci a disagio, spaventarci sul serio.
Neymar Jr. non si veste da Joker, è Joker
Qualche giorno prima di Halloween Neymar ha postato un teaser del suo travestimento, più simile ad una copertina di un album di Frank Ocean. Questo per dire che l’asso brasiliano non scherza quando si parla di feste in maschera.
La sua scelta di vestirsi da Joker è però un po’ particolare. Non riprende in pieno la versione di Heath Ledger, altrimenti avrebbe optato per un trucco molto più cupo (quello famosissimo con gli occhi neri e il rossetto a creare un ghigno tremendo). Ma non riprende neanche la versione Jack Nicholson, che avrebbe richiesto dei colori molto più anni ‘80. Il Joker a cui più si avvicina è il Jared Leto di Suicide Squad, però non è neanche uguale a questa versione, o almeno non così uguale come potrebbe permetterselo Neymar, uno che ha un budget costume di Halloween più grande del vostro per le vacanze.
Quello che sto pensando è che questo è il Joker versione Neymar, che non è un costume da Halloween (anche perché poteva di certo fare meglio), ma è il suo biglietto da visita per una futura (ma anche presente) carriera nel cinema. Quindi aspettiamoci un prossimo film su Joker dove Cavani è Batman.