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I sogni del romanista
08 lug 2015
Una chiacchierata sul calciomercato della Roma tra tre tifosi giallorossi.
(articolo)
24 min
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Benvenuti alla prima rubrica di calciomercato de l'Ultimo Uomo! Per l'occasione abbiamo pensato di chiedere ai nostri collaboratori di discutere di sogni e incubi estivi, quando nulla è ancora scritto e si può ancora vivere di speranza. Dopo aver parlato della Juventus nella prima puntata e della Fiorentina nella seconda, oggi abbiamo chiuso in una piccola stanza senza finestre tre tifosi giallorossi come Daniele Manusia, Francesco Costa ed Emanuele Atturo. Buona lettura!

PARTE I: I SOGNI

Difesa e Portiere

Emanuele Atturo (@Perelaa)

Se è vero che i romanisti si dividono in pessimisti cosmici e inguaribili mitomani, io appartengo senz’altro al primo gruppo. Per questo non riesco a vedere come possa girare in positivo questo mercato estivo, stretto tra le insicurezze della scorsa stagione e le ombre che si addensano nella prossima. Innanzitutto perché a inizio giugno la permanenza di Garcia non sembrava così certa. L’impressione è che la società gli abbia tagliato i ponti, lanciandogli un messaggio di questo tipo: «Vorremmo cacciarti ma non vorremmo assumerci la responsabilità. Se proprio vuoi, resta, ma se resti non conti niente». E lui pare aver accettato le condizioni, senza più voce in capitolo sulla campagna acquisti.

La versione davvero distopica di interpretare la cosa (mi prendo questa libertà dato che non sappiamo in realtà come funziona dall'interno) è quella secondo cui Jorah-Sabatini, dopo aver fatto fuori Franco Baldini, ha screditato un’altra persona che poteva mettergli dei freni sul mercato e ora rappresenta l’unica figura tecnica che conta in società. Per quanto abbia assoluta fiducia nella competenza calcistica di Saba, come si fa a credere in un calciomercato in cui l’allenatore non viene minimamente coinvolto nelle scelte? Quanti altri casi Uçan-Paredes siamo destinati a ritrovarci in casa?

Daniele Manusia (@DManusia)

OK, ma c'è l'interpretazione opposta. Quella per cui Rudi Garcia non abbia valorizzato i giocatori a disposizione, che Jorah lo sappia ma che non abbia il potere per dire alla società: «Guardate che va cambiato allenatore». Che Rudi da parte sua chieda dei giocatori che piacciono magari solo a lui e che il nostro mercato sia una via di mezzo tra queste due urgenze. Più quella di mettere in pari il bilancio e magari iniziare a guadagnare qualcosa (alla Roma servono le plusvalenze: purtroppo se si vuol capire il mercato ormai anche i tifosi devono tenere conto di queste cose). La questione allenatore è centrale, perché se c'è davvero un conflitto con la società l'allenatore preferirà per forza di cose pescare dal mazzo e puntare a risultati di breve periodo, piuttosto che programmare una crescita di lungo periodo di certi giocatori che per la società rappresentano degli investimenti.

Però vorrei chiarire una cosa: già la Roma 2014/15 aveva una rosa che avrebbe permesso un gioco migliore da quello espresso in campo. Per questo parlare di mercato è particolarmente difficile e, magari, superfluo.

Francesco Costa (@francescocosta)

Daniele ha fatto bene ad affrontare da subito l'elefante nella stanza, cioè che il problema della Roma nella stagione appena conclusa era il gioco—o meglio: l'assenza di gioco—piuttosto che i giocatori: ma Rudi Garcia è ancora l'allenatore della Roma e di mercato bisogna parlare, quindi parliamone. Parto da due fatti. Il primo è noto da prima che lo ufficializzasse sgraziatamente Garcia: la Roma deve vendere per comprare. Lo dicono il buon senso, la storia e il Fair Play Finanziario. Il secondo è che l'anno scorso la Roma ha avuto i suoi problemi più grossi in attacco, piuttosto che in difesa. Quindi anche io mi terrei i centrali che abbiamo—Castan, Manolas, Mapou e Romagnoli—e investirei altrove, confidando che Castan torni quello che era e che Manolas, dopo un anno comunque di ambientamento, faccia un ulteriore salto di qualità. Prenderei un altro centrale solo per cautela, nel caso Castan avesse bisogno di qualche mese in più, e utilizzando la formula finanziaria usata per prendere Mapou: due spicci subito e poi si vede. Magari Basa: d'altra parte bisognerà pure far vincere una battaglia a Garcia. Oppure, ma qui entriamo nel vero delirio sentimentale, un prestito dell'ultimo momento di Benatia, sfinito dalla nostalgia per l'Italia e da un rapporto così così con Guardiola.

L’ultimo aggiornamento vuole che il Milan abbia offerto 18 milioni più due di bonus e che la Roma li abbia ancora rifiutati. Romagnoli, da parte sua, non sembra così convinto di restare.

Daniele

Esatto. Aggiungerei che la rosa dello scorso anno era eccellente (infatti siamo arrivati secondi giocando male per più di 2/3 di campionato), ma comunque era meno competitiva di quella della stagione ancora precedente. In difesa le assenze di Castan e Benatia si sono sentite parecchio e secondo me bisogna cominciare da lì, cercando un difensore complementare con Manolas, straordinario in marcatura. Qualcuno che sappia impostare (come faceva Benatia) e che (a differenza di Benatia) non giochi troppo in anticipo, in grado di temporeggiare e coprire i movimenti in profondità (Mapou è un altro ottimo marcatore in anticipo ma quando corre verso la nostra porta perde molto). Preferibilmente mancino (mi dispiace, ma Astori non ha passato il test della personalità) o che sappia giocare a sinistra.

Il sogno impossibile, senza alcun collegamento con le voci di mercato attuali, per me è Mascherano; oppure, a voler investire pesantemente, Aymeric Laporte (clausola del Bilbao di 42 milioni). Il primo garantirebbe la transizione con qualche giocatore giovane (e dalla Primavera va assolutamente provato il salto per Elio Capradossi, che due anni fa era già superiore ai pari età e lo scorso anno sembrava giocare con meno motivazioni, come se fosse in sala d'attesa per la Serie A). Realisticamente (ma non credo se ne sia parlato recentemente) mi accontenterei anche io di Vlad Chiriches, che al Tottenham gioca più o meno una partita al mese: non è un esperto in copertura e non è mancino, ma almeno ha il destro di un centrocampista. Abbassando le pretese magari pescherei nel mercato italiano, a me piacciono due nomi: Maksimovic, del Torino, che però è abituato a giocare sul centro destra in una difesa a 3; e Armando Izzo, del Genoa, abituato a giocare a sinistra, una faccia da schiaffi che andrebbe benissimo vicino a quella di Manolas sull'album delle figurine.

Poi c'è il grosso problema portieri. Per me Perin è già pronto per una squadra come la Roma, e sarei curioso di vederlo in Champions. Ovviamente Sirigu, ma forse preferirei puntare su un giovane di personalità, facendolo giocare almeno una stagione intera però, facendogli sentire fiducia. Perché a Roma i portieri giocano come se avessero un plotone immaginario davanti?

Emanuele

Sapevamo da mesi che in questa stagione ci sarebbe servito un portiere, ma Saba sembra intenzionato ad applicare la strategia fantacalcistica secondo cui se si prende un portiere spendendo 1 si risparmia per gli altri reparti. In pochi mesi i nomi si sono trasformati da Handanovic e Cech a Allyson (?) e Romero. Allora mi pare che qui non ci sia consentito sognare in grande, o sbaglio?

Da romanista ho bisogno di tutelarmi e quindi razionalizzare i miei sogni anche quando si parla di difesa: quella dello scorso anno è stata pur sempre una delle migliori del campionato e con un budget limitato, e il probabile rientro di Castan, preferisco mantenere il budget intatto anche a costo di tentare di fare le nozze con i fichi secchi per la costruzione difensiva. Il mio sogno è più modesto e autarchico: vorrei che la società puntasse su Alessio Romagnoli e che fosse progressivamente inserito nelle rotazioni, una banalità che però al momento non sembra così scontata. Manolas-Castan-Mapou-Romagnoli sarebbe un ottimo roster difensivo, pur continuando a mancare in qualità di costruzione. Se poi la vostra intuizione su Vlad Chiriches dovesse per qualche strano motivo realizzarsi mi impegno da ora a creare per fine anno una compilation YouTube a montaggio incrociato De Rossi-Chiriches fatta solo di disimpegni leziosi e lanci di quaranta metri gratuiti.

Remember the name.

Francesco

Sul portiere, io aspetterei. Le risorse sono limitate e ci sono ruoli che hanno bisogno di rinforzi più urgenti. Gli ultimi sei mesi di De Sanctis sono stati molto confortanti, pur con tutti i suoi difetti, e Romero è un affare perfetto per un anno di transizione nel ruolo: non costa niente, ha esperienza internazionale, lo rivendi quando vuoi facendo una plusvalenza e liberando un posto per un extracomunitario. La Roma l'anno prossimo potrà tirar fuori 20 milioni per un portiere solo se azzeccherà gli acquisti necessari quest'anno. Per esempio i terzini.

Daniele

Così siamo arrivati a un altro dei punti focali del mercato romanista: i terzini. Quando ho parlato delle assenze di questa stagione rispetto a quella passata ho dimenticato Maicon, solo che non sappiamo se stiamo parlando del Maicon che abbiamo conosciuto nella prima stagione a Roma. In ogni caso quel Maicon è pressoché insostituibile, e comunque non sono molto a favore dell'idea di terzino come trequartista aggiunto (non per altro, ne esistono pochi) e i nomi che si fanno in questo periodo: magari Baba (che ha un'elasticità che in Italia gli permetterebbe di fare la differenza, poi crossa bene) e Digne, che forse è più completo dal punto di vista difensivo. Il mio sogno è Darmian, di cui infatti se ne parla per il Manchester United, ma sarebbe perfetto per completarsi anche con Florenzi, che se imparasse a fare il fuorigioco (o in generale a difendere) secondo me potrebbe essere il titolare a destra. Se poi volessimo davvero la completezza, avremmo bisogno almeno di un terzino destro e di due terzini sinistri, adesso che Cholevas non è più dei nostri. Aggiungo peccato, perché anche se non credo fosse un ottimo terzino avrei voluto vederlo come interno di sinistra o esterno di fascia nella difesa a 5, ma anche esterno in un 3-4-3... ma tanto Garcia gioca solo con la difesa a 4...

Francesco

Io sul terzino destro ho pochi dubbi: libererei Florenzi, che considero più prezioso altrove, e prenderei Davide Zappacosta. È più giovane di Bruno Peres, costa meno, cresce costantemente da anni e alla sua prima stagione in Serie A ha segnato tre gol. Dicono che sia già-della-Juve ma d'altra parte anche Iturbe era già-della-Juve. A sinistra Digne è quel tipo di giocatore che può mettere d'accordo sia Garcia che Sabatini, ma costa tanto e non vedo perché lui e il PSG dovrebbero accettare un prestito: più facile che con quella formula arrivi Adriano dal Barcellona, per restare ai nomi che si fanno, mentre con un grosso investimento sarebbe forse meglio prendere Kurzawa o Baba. Allora rilancio con un nome che mi gira in testa da parecchio, e sul quale sembra che la Roma abbia chiesto informazioni: Filipe Luis. Al Chelsea ha deluso ma ha trent'anni, e lì non aspettano i trentenni: lui alla Roma troverebbe la possibilità di riscattarsi, la Roma troverebbe in lui un grande terzino, bravissimo a costruire gioco quando gli avversari si chiudono. Certo, ha senso solo se il Chelsea lo molla in prestito.

Emanuele

Ho sognato in piccolo sui centrali proprio perché voglio creare i presupposti per sognare in grande sugli esterni bassi. Non solo per una carenza oggettiva (senza Holebas restano Cole, che ormai starà avviando la propria carriera di rapper insieme a Drake e Maicon, che potrebbe avere un ginocchio liquefatto) ma anche per l’idiosincrasia che i tifosi della Roma hanno sempre mostrato nei confronti dei terzini.

Bisognerà intanto capire cosa vorrà fare Alessandro Florenzi: ha davvero voglia di costruirsi una carriera da esterno basso o crede di essere più prezioso altrove? Risolto questo interrogativo, investirei una cifra importante per almeno un terzino di grande livello, che di questi tempi si paga parecchio.

Se devo sognare dico Layvin Kurzawa, esterno pazzo di grande fisico, tecnica notevole e sinistro da sogno. Costa molto, ma è un ’92 e assicurerebbe un’eventuale plusvalenza futura. A questo punto però lo scenario più verosimile, quasi definito, presenta due acquisti, entrambi a sinistra: un giovane interessante offensivamente molto dotato (forse, appunto, Baba dell’Augsburg, a cui pare abbiamo recapitato un'offerta ufficiale di 13 milioni) e un giocatore teoricamente più affidabile come alternativa (forse Adriano, per cui potrebbero bastare 5-6 milioni, che però ha trent'anni). A quel punto per la fascia avremo anche Florenzi e Torosidis (e magari Maicon, aggiustato per 3 o 4 partite come le armi segrete dei Manga). Insomma, per ora la confusione è tale che non si capisce se ne abbiamo troppi o troppo pochi....

Kurzawa è il profilo di marketing giusto: la sua maglia farebbe sfaceli fra i coatti di Roma Est.

Centrocampo

Francesco

Se ci fossero dei soldi da spendere a centrocampo—e non ci sono, credo—mi piacerebbe molto vedere la Roma giocare con Jordy Clasie vertice basso, una specie di De Rossi 2.0: gran passatore sia corto che lungo, rapido e sveglio, bravo a difendere il pallone e a intervenire in scivolata, qualche quintale di carisma, potenzialmente un leader della squadra. Costerebbe molti soldi, ma sarebbe come metterli in banca.

Al minuto 1:07 c'è una combinazione Clasie-van Persie che non può far sognare i romanisti almeno un pochino.

Per il resto, temo che arrivi proprio a centrocampo una cessione di un certo livello. Se nel mondo dei sogni Gervinho è andato all'Al-Jazira, Destro al Monaco e Doumbia al Beijing, e Dzeko è già a Pinzolo a farsi i selfie con Pjanic, abbiamo capito che la realtà sarà più complicata di così e questo rende plausibile una cessione di Pjanic o Nainggolan per far cassa. Se invece Sabatini dovesse fare una magia, oppure fare un sacrificio altrove (Romagnoli seguirà Bertolacci nella lista degli affari candidati a diventare rimpianti?), credo che la Roma a centrocampo resterà così, sperando che basti l'eventuale rientro di Strootman—"eventuale", che dolore—a rinforzarla. Ho solo una richiesta: vedere giocare qualche partita in più a Salih Uçan.

Daniele

Clasie, dopo le due partite di Europa League in cui se ne è andato in giro per il campo insultando chiunque avesse una maglietta o una faccia diversa dalla sua, per me può andare in quel girone dell'inferno in cui i fenomeni di Eredivisie troppo arroganti fanno la panchina a de Jong e van Bommel per l'eternità. Però sono d'accordo su Uçan, ma anche su Paredes. Potrebbero quasi presentarli di nuovo al pubblico, facendo finta che siano giocatori nuovi di zecca, parlando di un giovane che al Boca era considerato l'erede di Riquelme e di un centrocampista turco molto tecnico che ha già una certa esperienza. Accetterei anche una dichiarazione da parte di Garcia in cui si dice promotore di giovani talenti, purché poi li faccia giocare. Ogni tanto, perché Nainggolan, Pjanic e Strootman secondo me dovrebbero giocare insieme, magari in un 4-2-3-1. Per me non va ceduto nessuno di loro, ma la transazione di Nainggolan insieme a quella di Ibarbo lascia qualche dubbio, perché comunque lui è stato valutato abbastanza da lasciare spazio a un'eventuale plusvalenza, mentre Ibarbo forse è stato pagato troppo.

Quindi per me siamo a posto così, anzi, uno tra Keita e De Rossi chiude la porta al già citato Paredes, che potrebbe diventare il nostro prossimo centrale in un 4-3-3, ma che ha le qualità per giocare vicino alla porta, a cui comunque non augurerei il percorso di Verratti, che ormai fa quasi solo il gancio tra difesa e attacco, rinunciando a le sue incredibili qualità vicino all'area avversaria. Avrei anche tenuto Pellegrini (da poco al Sassuolo), che secondo me era l'unico a centrocampo che potesse fare il salto dalla Primavera già quest'anno, mentre non mi dispiace che Viviani sia stato ceduto, perché vorrei evitare un decennio simile a quello di De Rossi, con un giocatore fisso davanti alla difesa. Viviani farà senz'altro una buona carriera, ma i centrocampisti di cui ha bisogno la Roma devono essere completi (strano che molti lettori del mio pezzettino su Viviani prima dell'Europeo U-21 mi abbiano considerato un suo fan: io adoro De Rossi, prima di tutto come persona e personaggio, ma non per questo vorrei un suo sosia calcistico titolare della mia squadra; al tempo stesso anche i giocatori al di fuori della mia top ten hanno aspetti interessanti di cui voglio scrivere...).

Emanuele

Sì, siamo d'accordo, teoricamente il centrocampo è il reparto che andrebbe meno toccato, specie se vogliamo essere ottimisti sul rientro di Kevin Strootman (in questi giorni lo abbiamo visto allenarsi, ma io resto cauto). Sinceramente, però, la prospettiva di giocare un altro anno con De Rossi vertice basso mi spaventa, ma non posso dirlo, altrimenti qualche lettore magari dirà che De Rossi non me lo merito. Anche secondo me Clasie farebbe al caso nostro, è il giocatore ideale per sostituirlo: grande organizzatore di gioco, personalità, è abituato a giocare su ritmi alti. Insomma se DDR decidesse di andare a svernare in MLS (dove comunque incrocerebbe i tacchetti con Lampard, Gerrard e Pirlo... quindi non sarebbe davvero così triste come scelta) saprei su chi puntare. Tenere Bertolacci mi sarebbe sembrata una mossa logica, avrebbe fornito un’alternativa più dinamica a Pjanic nel ruolo di mezzala destra e avrebbe concretizzato uno dei miei sogni più segreti, quello del centrocampo autarchico DDR-Florenzi-Bertolacci. Certo, il Milan ha fatto una di quelle offerte difficili da rifiutare, sempre in chiave plusvalenze...

Attacco

Daniele

È arrivato il momento di parlare di trequartisti e/o punte (intese come centravanti o attaccanti esterni, dato che nel 4-3-3 di Garcia gli esterni spesso stringono molto, come due punte in un 4-3-1-2). Io sono un grande fan del Mudo Vázquez, che sarebbe un'ottima alternativa a Totti, che nel suo ultimo anno, dobbiamo ipotizzare, giocherà meno che nel suo penultimo. Anche se non si sa mai, sia per quanto Totti ci tenga a giocare, sia per quello che offre di fondamentale al gioco di Garcia, che non dà soluzioni collettive contro le difese schierate: Totti è ancora uno di quelli capaci di inventare l'ultimo passaggio per puro talento. Il Mudo è più mobile, ovviamente, ma vive come Totti del feeling con gli altri attaccanti. Non è altrettanto geniale, ma se intorno a lui i giocatori si muovono lui sa fargli arrivare la palla sulla corsa. E poi in area ha una presenza da non sottovalutare.

I nomi che si stanno facendo per la prima punta sono tutti... mhhhhhhh... ok. Dzeko è un campione, fuori dal dubbio, l'ho visto con i miei occhi all'Olimpico lo scorso anno ed è uno di quei giocatori su una scala diversa rispetto agli altri. Stoppava tutti i palloni, prendeva falli inesistenti e sui cross in area dava costantemente l'impressione di arrivare più vicino di tutti alla palla. Anche lui si abbassa molto come Totti, ma non ha neanche lontamente la stessa visione di gioco. Lui è in grado di passare la palla sui piedi ai compagni, ma non è giocatore da filtranti di venti metri, o da filtranti in generale. Per questo avrebbe bisogno almeno di un altro fenomeno (soprattutto dal punto di vista tecnico) con cui combinare.

Anche giocando con 2 attaccanti ai lati almeno 1 dovrebbe venire costantemente vicino a lui, farsi dare la palla sui piedi e correre con questa in spazi stretti. Purtroppo non si stanno facendo nomi di questo tipo (che poi quali sarebbero? Agüero è il più facile da fare, Griezmann ad avere tanti soldi quanti per Laporte, oppure puntare su giocatori), ma sia Ibarbo che Iago Falque sono questo tipo di giocatore: un ibrido tra un trequartista classico e una seconda punta. Che poi lo sono anche Ljajic e Iturbe (meno Gervinho). Ibarbo ha potenzialità fisiche maggiori, certo, per questo Jorah Sabatini ha detto che il loro scopo è farlo diventare un vero campione. Ma se fosse così facile...

Il problema prendendo Dzeko è che, salvo andare molto più spesso al cross, alla Roma mancherebbe la stessa cosa che mancava l'anno scorso: il passaggio o il dribbling in grado di creare spazio in difese chiuse. Anzi, con Dzeko saremmo ancora più prevedibili. Forse un dribblomane come Thauvin potrebbe esaltarsi nel nostro sistema, con tutti i difetti di Thauvin e del sistema stesso. Io speravo in Konoplyanka, ma è andato al Siviglia... Adesso spero (ma poco per non rimanerci male) in Salah. Ovviamente Doumbia è incedibile, a meno che qualcuno offra la cifra pazza che la Roma ha pagato a gennaio, quindi spero che dimostri quello che pensano in molti: che sia un giocatore migliore di quello che abbiamo visto finora, potenzialmente un centravanti da venti gol a stagione, anche in Italia.

Emanuele

Iago Falque non mi entusiasma ma a 7 milioni e spicci rappresenta effettivamente un buon innesto. Lo preferisco comunque a un trequartista velleitario come Thauvin, ma preferirei uno come Mkhitaryan, che secondo me risolverebbe il problema dell’imprevedibilità offensiva. E poi sarebbe il primo armeno della storia della Roma.

Quest’anno si è svalutato e potrebbe essere abbordabile.

L’ideale, mi dispiace dirlo, sarebbe Salah, ma non voglio rubarlo alla Fiorentina e farmi odiare dai viola per il resto dei miei giorni. Altri nomi non circolano, a dimostrazione che se la Roma vuole investire su un centravanti poi di soldi per prenderne uno forte da mettergli accanto non ci sono.

Falque, Iturbe e Ibarbo, al momento, sembrano gli unici su cui la società vuole seriamente puntare come esterni d’attacco. Ljajic potrebbe partire nel caso di un’offerta che superi il costo (circa 11 milioni) e nessuno di noi credo si caverebbe gli occhi nell’eventualità. Gervinho era praticamente venduto, prima che scoppiasse quella storia delle “richieste oscene” sotto cui credo si nasconda un po’ di razzismo, e mi pare comunque con un piede fuori da Trigoria, ma non possiamo esserne certi.

Doumbia per me invece non può giocare con noi, nonostante qualcuno a gennaio abbia pensato il contrario, e nonostante mi senta uno schifo mentre lo dico, perché ripenso a lui che si fa i selfie in Africa con la maglia della Roma. Però davvero, non me la sento di vederlo ancora ronzare in panchina e spero che la trattativa col Beijing (?!) decolli. È stato tutto un equivoco.

Non so se essere contento del riscatto di Ibarbo, un giocatore in grado di esaltarmi e infastidirmi oltremodo nella stessa misura, uno dei calciatori più indecifrabili del calcio mondiale. In ogni caso, paradossalmente, può servire a proseguire sull’idea offensiva "Harlem Globetrotters" (palla a un mago che si inventa qualcosa a ogni azione), che l'anno scorso non ha portato grandi frutti.

Francesco

Sugli esterni, sognerei di sostituire Gervinho con Robben e Ibarbo con Lucas Moura, che ha corsa, sa coprire, sa dribblare e ha un quintale di talento in più, ma non credo proprio sia fattibile. Quindi mi tengo Falque, spero in Salah e prego che non passino entrambi una stagione a rimbalzare sui terzini avversari e sui centrocampisti che raddoppiano. Il Grande Attaccante, questa figura ormai metafisica evocata decine di volte al minuto dalle radio e dai tifosi, in fin dei conti serve: non risolverà da solo tutti i problemi, non è obbligatorio che sia alto e grosso, non è necessario che snaturi il gioco della squadra toccando la palla tre volte a partita come Destro, ma serve. Le grandi squadre giocano con i grandi attaccanti: non con due esterni dribblomani che non segnano mai innescati da un trequartista, sia questo Totti o Vázquez, davanti a difese chiuse e bloccate.

Se devo sognare dico che in quel ruolo vorrei Benzema, ma parliamo appunto di sogni; oppure #unannodiibra, che allo stesso tempo non avrebbe senso e sarebbe irrinunciabile. Tra i sogni che siamo autorizzati a fare, Dzeko mi piace assai—ho la sensazione che molti che non lo conoscono pensano sia solo un lungagnone—e mi piaceva anche Bacca, ma non alla cifrona a cui l'ha preso il Milan, anche se forse il migliore in assoluto sarebbe Higuaín. In ogni caso, credo che l'acquisto del Grande Attaccante porrà una volta per tutte la questione del futuro di Totti. E se nel frattempo i risultati non dovessero arrivare, e il gioco dovesse avvilupparsi nel modo che ha descritto Daniele, sarebbe davvero un bel guaio.

Top 11 dei sogni

Daniele

Perin - Florenzi - Manolas - Laporte - Darmian / Paredes - Strootman - Pjanic / Thauvin - Dzeko - Iturbe.

Francesco

De Sanctis (Romero); Zappacosta, Manolas, Benatia (dai, torna, perdoniamo tutto), Filipe Luis / Clasie, Strootman (Nainggolan), Pjanic / Salah, Dzeko, Iturbe.

Emanuele

Storari; Florenzi, Manolas, Romagnoli, Kurzawa / Clasie, Strootman, Pjanic / Iturbe, Dzeko, Mkhitaryan.

PARTE II: GLI INCUBI

Daniele

Il mio peggior incubo è molto vicino al mio sogno, ovvero pochi giocatori, pagati molto o comunque più del valore reale (e per me la legacy, la domanda: quanti ci ricorderemo di loro fa parte del valore; Dzeko e Higuaín non hanno senso se non vinci lo scudetto l'anno dopo, e non lo vinci se prendi solo Higuaín o Dzeko), e per il resto le toppe del vestito di Arlecchino. Non credo si possa dire che Castan è lo stesso giocatore di prima finché non lo vediamo giocare e non credo che si possano prendere decisioni del genere sulla fiducia o per lealtà: stiamo parlando di un giocatore rimasto fermo un anno. Quindi non punterei su di lui come titolarissimo (a meno che loro abbiano certezze che noi non possiamo avere non vedendolo tutti i giorni). Poi se sta benissimo e abbiamo 3 centrali di alto livello non credo che sarà un problema, comunque si mira ad avere 15 o 16 giocatori forti, giusto?

Allo stesso modo temo che per rispetto nei confronti di quello che è senz'altro un ottimo professionista, De Sanctis, e per le scelte sbagliate fatte in passato, non cercheremo un portiere più adatto al nostro gioco (uno che non faccia tremare lo stadio se tocca la palla con i piedi). A centrocampo invece, con tutti i giocatori in rosa, la mia più grande paura è che resti com'è, ma con un Pjanic in meno. E magari Uçan e Paredes un altro anno a guardare i compagni giocare. Davanti poi tremo al pensiero di Rudi Garcia che mette in campo simultaneamente Totti e Higuaín, Totti e Dzeko. Temo che magari giochino anche bene insieme, e che Garcia mascheri così, per qualche partita almeno, le nostre carenze di gioco offensivo. Insomma, temo una stagione che ripeta quella appena passata, solo con qualche faccia nuova. Temo che la Roma diventi come Game of Thrones, in cui il male (in questo caso il cattivo gioco) trionfa talmente spesso che alla fine ci dovremo abituare.

Francesco

I tifosi della Roma non devono usare molto la fantasia per immaginare come possano andare male le cose. Il nuovo portiere potrebbe essere bravissimo, ma fare un errore alla terza presenza, condannandosi a un futuro di fischi, incertezze e quindi altri errori. Castan potrebbe essere lo Strootman della stagione scorsa—atteso, ritornato e poi sparito di nuovo—mentre Strootman potrebbe non tornare e basta. Il famigerato Glen Johnson potrebbe essere preso a parametro zero e fare la fine di Ashley Cole. Calciatori come Paredes e Uçan potrebbero continuare a fare panchina no matter what, costringendo De Rossi e Keita a scendere in campo durante più partite di quelle che possono sopportare, e quindi giocare peggio e farsi male. Destro potrebbe rifiutare ogni possibile collocazione, restare e mugugnare in panchina, mentre Doumbia tornerebbe a segnare caterve di gol in qualche campionato esotico.

Dopo aver passato un'intera stagione a pensare a intermittenza che il problema fosse prima l'assenza di Gervinho e poi la sua presenza, prima l'assenza di Pjanic e poi la sua presenza, prima l'assenza di Totti e poi la sua presenza, potremmo scoprire che nemmeno l'eventuale arrivo del mitologico Grande Attaccante può risolvere da solo il problema di una squadra che non sa attaccare le difese chiuse e si affida a un giro palla lento, statico e prevedibile, interrotto dall'occasionale trick di uno dei suoi esterni. Insomma, il mercato degli incubi è quello che dimostra che il principale problema di questa Roma non era il mercato. Scena: in svantaggio per 0-1 contro un Frosinone bloccato e ordinato che ha trovato un goffo gol in contropiede, Garcia a furor di popolo fa entrare Totti e sostituisce Dzeko, che ha toccato tre palloni e viene coperto di fischi. È uno scenario così improbabile?

Emanuele

Qualche giorno fa un mio amico mi ha scritto: «Arriverete quinti. Hai visto le milanesi? Vedrete solo un treno davanti, che viaggia forte e rodato». Questo downgrading profondo nelle gerarchie del calcio è l’incubo che fa da sottofondo a queste giornate, in cui l’Inter prende Kondogbia, il Milan aveva quasi preso Jackson Martínez, mentre noi abbiamo avuto nel riscatto di Bertolacci il nostro momento più alto. Ho paura che torni la Rometta, e ho paura del lato oscuro di Walter Sabatini.

Per la porta l’incubo sembra già realtà, con l’arrivo del classico “portiere qualsiasi”. Un mio amico mi ha detto: «Pare che vogliano aspettare Skorupski», che suona come una battuta particolarmente distopica. L’incubo in difesa sarebbe intanto non avere a disposizione il miglior Castan, e poi che si punti sulla quantità più che sulla qualità: far arrivare tanti difensori, mal assortiti e nessuno dei quali in grado di rappresentare un compagno di qualità per Manolas. La possibile cessione di Romagnoli al Milan è lo spettro dietro l’angolo.

A centrocampo e in attacco mi associo ai vostri sogni malinconici: una cessione di Pjanic, un centravanti su cui magari si è investito molto e che non ripagherà le attese, Ljajic di nuovo capocannoniere della Roma (con 7 gol). Iago Falque in pochi mesi derubricato insieme a Bartelt e Fábio Júnior tra i bidoni più esotici e divertenti della storia della AS Roma. A quel punto scavalcheremo la boa di gennaio con Iturbe sull’orlo del suicidio, Ibarbo tornato al Cagliari in Serie B e l’acquisto di Éder nel mercato di riparazione (fischiato al suo ingresso in campo all’esordio). I 15 anni di competitività ad alti livelli—chiusi peraltro con solo uno scudetto e un paio di Coppe Italia—li ricorderemo come un periodo aureo particolarmente sfortunato. Forse, però, sono andato troppo oltre.

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