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Il miglior difensore italiano di cui non avete ancora sentito parlare
17 apr 2023
Si chiama Ibrahima Bamba, gioca in Portogallo e di lui si parla un gran bene.
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11 min
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IMAGO / GlobalImagens
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La prima volta che il nome di Ibrahima Bamba è arrivato all’attenzione dell’opinione pubblica italiana è stato nel maggio del 2022, quando Mancini lo ha inserito in una lista extralarge di convocati per uno stage a Coverciano. In quel momento Bamba aveva iniziato ad accumulare minuti in Primeira Liga con la maglia del Vitoria Guimaraes.

Nato a Vercelli nel 2002, e cresciuto nelle giovanili della Pro Vercelli, il trasferimento in Portogallo era arrivato nel 2020 e gli aveva permesso di raggiungere la prima squadra dopo una crescita graduale durata un paio di stagioni, passando per la squadra B del Vitoria, tra la quarta e la terza divisione portoghese. Poi, dopo gli esordi alla fine del 2021/22, Bamba è diventato un titolare fisso, rivelazione di quella miniera di talento che è il campionato portoghese. Lo ha aiutato di certo ritrovare sulla panchina della prima squadra Moreno Texeira, suo allenatore nel Vitoria B. Se nelle prime gare tra i grandi Bamba aveva giocato da mediano, con Moreno invece ha arretrato la sua posizione, diventando un centrale di una difesa a tre.

Il Vitoria al momento è sesto in campionato, in lotta con Arouca e Casa Pia per la qualificazione alla Conference League. Nelle ultime settimane ha rallentato il passo, perdendo quattro delle ultime cinque partite, tra cui un 5-1 subito contro il Benfica. Forse è un caso, ma in tre di queste era assente Bamba, fermato da un infortunio muscolare. L’italiano è il perno della difesa del Vitoria e di lui in Portogallo si parla benissimo. Così bene che a gennaio sembrava dovesse partire direzione Arsenal, con cui sembra avesse un accordo. Alla fine, però, non se n’è fatto niente e Bamba si è sfogato con una storia di Instagram in cui mostrava di meditare vendetta. Chiusa la sessione di mercato, l’italiano è tornato sui suoi passi e alla termine della gara con dell’Estoril si è recato dai suoi tifosi per chiedere scusa.

Le voci di mercato intorno a lui, in ogni caso, sembrano destinate ad alimentarsi già quest’estate. Bamba, infatti, ha un contratto con il Vitoria fino al 2026, ma con una clausola rescissoria di 30 milioni. Se la cifra potrebbe risultare proibitiva per le squadre italiane (si diceva di un interesse da parte di Napoli e Atalanta), sembra piuttosto abbordabile per le inglesi (oltre all’Arsenal, c’erano stati sondaggi da parte dell’Aston Villa), soprattutto per l’inflazione degli ultimi anni sui cartellini dei difensori.

Per le qualità dimostrate fino ad ora, un investimento su Bamba sarebbe più che giustificato, il suo talento è innegabile. Certo, non è ancora chiaro che tipo di giocatore può diventare: i contenuti tecnici e fisici del suo gioco sono davvero notevoli, il loro contenitore, però, non ha ancora ancora una forma definitiva. A oggi è veramente difficile stabilire con certezza quale sia il suo ruolo ideale, le caratteristiche su cui puntare.

Le particolarità di Bamba e del Vitoria Guimaraes

Come detto, Bamba in passato ha giocato da mediano ma in questa stagione si è affermato come centrale di una difesa a tre. In Italia la difesa a tre di solito si sceglie perché, contemporaneamente, si possono seguire gli uomini tra le linee e difendere la profondità. Insomma, che il baricentro sia basso o alto, scegliendo una difesa a tre si ha quasi sempre la volontà di avere l’avversario come riferimento.

Nel Vitoria, pur non mancando le scalate aggressive in avanti, il punto di riferimento per i difensori è soprattutto il pallone. Il 5-4-1 di Moreno si muove a zona, i giocatori si compattano su un blocco medio. La difesa resta alta, con tanto campo alle spalle, ma non c’è pressing sulla prima costruzione: i quattro di centrocampo rimangono a ridosso della retroguardia, così da mantenere cortissimi gli spazi tra le linee ed impedire che gli avversari possano ricevere in quelle zone di campo. I difensori del Vitoria basculano da una fascia all’altra senza dare troppa importanza all’uomo, salvo nel caso in cui venga forzata una verticalizzazione sugli attaccanti spalle alla porta: a quel punto, i centrali rompono la linea e scalano in avanti, come siamo abituati a vedere in Italia.

Bamba, insomma, gioca da centrale di difesa a tre, ma in maniera atipica rispetto ai nostri standard. Scivola rispettando le distanze con i compagni di reparto, ma, se può, adora sganciarsi sull’attaccante per tentare l’anticipo. È molto veloce, il che lo aiuta quando deve correre in avanti per anticipare l’avversario, un tipo di giocata che esegue in maniera sempre pulita, anche riuscendo con a servire un compagno. Se poi c’è l’occasione, Bamba prova a trasformare l’anticipo o il tackle in un uscita palla al piede, delle volte anche intervenendo direttamente con il tacco. Interviene nei contrasti con grande forza fisica, ma mantiene comunque una certa eleganza, riuscendo a passare da fase difensiva a offensiva a testa alta. A tal proposito, una delle sue migliori partite l’ha giocata contro il Benfica, ad ottobre. Uno 0-0 dove spesso ha tolto palla a Gonçalo Ramos in anticipo e ha fatto ripartire i suoi.

Qui Bamba quasi si sdraia per mettere la gamba davanti a Gonçalo Ramos, un esempio dei tanti modi, anche inusuali, con cui sa usare il suo corpo per difendere, sintomo di grandi qualità fisiche. Se può, gli piace anche andare a terra per provare a recuperare il pallone, nonostante la sua tecnica in scivolata non sia immacolata come quella dei migliori specialisti.

Nelle scalate in avanti lo aiuta di certo la compattezza del Vitoria: con tanti centrocampisti e difensori intorno, per gli attaccanti è difficile divincolarsi dall’anticipo di Bamba. Se poi chi riceve è particolarmente abile a nascondere il possesso, la densità del blocco medio consente all’italiano di rimediare, eventualmente anche con un fallo. I problemi per lui invece aumentano se le distanze si allungano.

In quel caso, l’istinto ad uscire in avanti si rivolta contro di lui: se l’avversario ha spazio per eseguire un controllo orientato, Bamba è più esposto all’errore, perché non calcola sempre bene il tempo. Nel già citato pareggio col Benfica, quando il Vitoria si è scomposto, Rafa Silva era stato capace di eludere gli anticipi di Bamba proprio grazie al controllo orientato: contro un giocatore con la qualità tecnica e la rapidità del portoghese, non si può uscire in maniera sciatta. Giocatori del livello di Rafa Silva sono il tipo di avversario contro cui Bamba punta a giocare nel resto della sua carriera e deve quindi imparare a pensare meglio alle scelte e a dosare l’aggressività contro attaccanti così tecnici e astuti.

Sono errori di interpretazione dovuti alla grande confidenza di Bamba nella sua forza fisica e nella sua capacità di vincere i duelli con i difensori avversari: niente a cui non si possa riparare con l’esperienza. Se l’Atalanta lo aveva davvero cercato, probabilmente era per le sue qualità in anticipo. Il fatto di trovarsi più comodo con le distanze ridotte, però, lascia immaginare che al momento non si tratti di un marcatore puro da difesa a tre, di quelli capaci di gestire l’uno contro uno anche se i compagni di reparto si allontanano per seguire il proprio uomo di riferimento – come accade nell’Atalanta, insomma. Bamba, quindi, non sembra uno specialista della difesa a tre con l’uomo come riferimento, cosa che potrebbe essere anche un pregio, per un eventuale passaggio in squadre che difendono a 4.

Bamba è solo un difensore?

Un altro aspetto su cui Bamba deve migliorare è la difesa dello spazio alle proprie spalle. Se un avversario riesce a ricevere sulla trequarti e a scoprire la palla, non sempre ha delle buone letture. Delle volte, in maniera piuttosto banale, rimane alto invece di preoccuparsi dell’uomo e scappare all’indietro, forse perché confida di intercettare il passaggio, o forse perché dimentica di non avere nessun compagno dietro di sé, essendo l’ultimo difensore.

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C’è da dire che in generale il Vitoria, con la difesa alta ma senza pressing sulla costruzione avversaria, soffre gli attacchi alla profondità, soprattutto i suoi terzini. Non è detto, quindi, che in una squadra diversa e con un altro allenatore Bamba non possa cambiare il suo atteggiamento e imparare a difendere meglio la profondità (non è un velocista ma gode di una discreta corsa), assorbendo i tagli e usando le braccia per ostacolare gli avversari.

I difetti, comunque, passano in secondo piano rispetto alle sue qualità difensive. Detto delle scalate in avanti, Bamba ha veramente un grande intuito quando si tratta di intercettare i tiri. Più di una volta, quest’anno, si è trasformato in un secondo portiere. Anche quando ce l’ha alle spalle, l’italiano sente bene la porta, capisce come deve posizionarsi e quando deve intervenire per bloccare i tiri. È una dote di cui si avvale sia dentro l’area che sul limite.

Uno dei salvataggi più belli, in questo senso, lo ha realizzato contro il Porto. A un quarto d’ora dalla fine Galeno sfonda sulla sinistra e serve in area Pepê Aquino, che arriva da dietro. Bamba è l’uomo più vicino, ma non stringe subito sul brasiliano perché sa che con lo stop a seguire lo salterebbe.

Allora lo lascia controllare, fa un passetto laterale per restargli accanto e preparare l’intervento. Quando Pepê calcia, a botta sicura, l’italiano mette la gamba, stoppando un tiro che di sicuro sarebbe andato in porta. Non sarebbe stato abbastanza rapido da anticipare l’attaccante nello stretto, allora meglio farsi grande davanti a lui e togliere ogni spazio al suo tiro.

Questa capacità di diventare un frangiflutti, scopre però l’interrogativo più grande sulla carriera di Bamba. Continuerà a giocare in difesa (a tre, a quattro, in un sistema misto, o con l’uomo come riferimento)? Oppure in futuro si muoverà anche da mediano? Una prospettiva non impossibile, visti i trascorsi nelle giovanili e nelle prime apparizioni tra i grandi del Vitoria. Come i migliori incontristi, Bamba al cospetto di avversari e pubblico riesce ad apparire più grande di quanto non sia davvero, sia nel respingere i tiri, sia nel rimpicciolire gli spazi. Anche il modo in cui delle volte sceglie di eseguire il tackle, sembra più adatto a un centrocampista che non a un centrale: di frequente usa il piede come una falce, senza limitarsi a seguire l’uomo allarga la gamba e prova a togliergli subito il pallone. Gli è capitato di farlo anche in area, dove non è consigliabile comportarsi in maniera così diretta, anche se per ora non ne ha pagato le conseguenze. Con qualità simili nel tackle e con la mobilità che possiede, Bamba potrebbe rivelarsi efficiente anche nel proteggere lo spazio alle spalle delle mezzali.

Bamba con la palla

Guardandolo con il pallone tra i piedi, è ancora più difficile capire come si svilupperà la sua carriera. Da difensore, le sue qualità tecniche nell’uscita dalla pressione e nel gioco lungo, superano la media: a Bamba non piace buttare il pallone, neanche in situazioni estremamente complicate, con poco spazio e vicino la propria porta. Si sforza sempre di trovare un modo per uscirne in maniera pulita, magari con una veronica, o con una finta di corpo. Se proprio non si può passare, è intelligente a mettersi sopra la palla per cercare il contatto con l’avversario e procurarsi un fallo.

Il fondamentale che risalta di più in fase di costruzione è però il suo lancio. Nel Vitoria, Bamba dal centro si occupa soprattutto di sventagliare verso la fascia, quella destra in particolare. È in grado di disegnare precise aperture di quaranta o cinquanta metri e può farlo con diverse soluzioni: con una parabola liftata, con un lancio teso, oppure con un pallone ad effetto di interno piede. Il suo gioco lungo sposta di peso il baricentro della squadra in attacco.

Bamba è la prima opzione in fase di possesso per il Vitoria, lo dimostrano anche i suoi movimenti in costruzione. Tante volte, con palla ai terzi di difesa, l’italiano da centrale si alza fino a diventare metodista per farsi vedere alle spalle di chi pressa. Insomma, non si limita a lanci e passaggi, ma ragiona come un vero regista.

La manovra di Moreno si sviluppa in maniera diretta, con verticalizzazioni improvvise dalla difesa verso le tre punte strette tra di loro. Per via della fretta con cui la squadra cerca gli attaccanti, non sempre i passaggi vanno a buon fine, perché per i difensori avversari è più facile marcare. Però, anche nei rasoterra lunghi Bamba dimostra una discreta qualità, in alcuni traccianti ricorda un po’ il primo Bonucci di Conte.

Anche in costruzione, quindi, sembra più di un semplice centrale. Da fermo, poi, sa farsi pressare per partire palla al piede e dividere le linee avversarie in conduzione. Doti simili, nei lanci, nei passaggi, nelle incursioni con la sfera, potrebbero tornare utili anche da mediano. Non è detto, però, che possa riuscire lo stesso a metterle a frutto. Il fatto è che, con la palla, da difensore Bamba non deve preoccuparsi di ciò che accade dietro di lui. Da centrocampista, invece, si ritroverebbe spesso spalle alla porta: in un campionato più intenso di quello portoghese, come si comporterebbe in situazioni simili? Sarebbe capace di orientarsi bene per non perdere la palla o per sfuggire alla pressione? Passando meno tempo fronte alla porta, poi, potrebbe incidere di meno con i lanci. Dovrebbe provare a defilarsi tra centrale e terzino, alla Kroos, ma troverà un allenatore che glielo lascerà fare? Impossibile rispondere.

Al momento possiamo solo rimanere ad osservare e a capire quale strada sceglierà, anche in base alla squadra che deciderà di puntare su di lui. Vederlo tornare in Italia sarebbe comodo da un semplice punto di vista dell'osservazione, per seguirne lo sviluppo nel nostro contesto, anche in ottica Nazionale, dove è più facile rientrare nel giro giocando in Serie A. Non dobbiamo però fossilizzarci: ci sono molte realtà all'estero che potrebbe favorire una crescita di Bamba. Giocatori come lui non se ne trovano molti in Italia, per cui - sempre in ottica Nazionale - la speranza è che quanto di buono visto fin qui verrà confermato anche nei prossimi anni. Bamba è uno dei talenti più fulgidi del calcio italiano, ma, per certi versi, anche uno dei più imperscrutabili.

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