L’estate ha portato profondi cambiamenti all’interno dell’Inter, a livello tecnico e societario, quello che non sembra essere cambiato di una virgola è Mauro Icardi. I presunti “mal di pancia” dovuti alle richieste di rinnovo (poi esaudite) fanno ormai parte del passato, Icardi è già capocannoniere della Serie A e il suo contributo al gioco dell’Inter è notevole: 6 gol realizzati a cui va aggiunto l’assist a Perisic per completare la rimonta contro la Juventus. Il che significa che Icardi ha partecipato a tutte e 7 le reti segnate finora dall’Inter.
È interessante andare oltre il semplice dato aggregato ed esaminare più nel dettaglio le reti di Icardi. Ciò che salta all’occhio, innanzitutto, è il fatto che abbia già segnato 4 gol di testa: appena due in meno di quanti ne avesse segnati in tutte le precedenti stagioni di Serie A. Difficilmente manterrà questo ritmo (4 reti da 12 colpi di testa), ma il dato in sé è impressionante, anche considerando quanto sia difficile segnare di testa: per avere un termine di paragone la scorsa stagione, con 9 gol di testa, Bale è stato il più prolifico in questa particolare classifica nei cinque maggiori campionati europei.
Il gol di testa con il Pescara è quello segnato dal punto più lontano rispetto al centro della porta.
Oltre le aspettative
Le considerazioni sui gol di testa permettono anche di capire perché, a fronte di 6 reti segnate, Icardi abbia fatto registrare appena 2,80 expected goals complessivi. Storicamente, Icardi è sempre andato oltre le aspettative: la sua efficienza realizzativa, calcolata come il rapporto tra gol segnati (rigori esclusi) ed expected goals accumulati è stato sempre oltre l’1,1 e lo scorso anno ha toccato addirittura l’1,34, un dato sorprendentemente positivo. L’attuale 2,14 di efficienza, quindi, è figlio di tutte quelle reti di testa e delle dimensioni del campione preso in considerazione (450 minuti), sarà impossibile da mantenere proprio perché salirà il minutaggio complessivo.
In ogni caso è importante che Icardi stia generando 0,56 xG ogni 90 minuti, una media finora mai toccata in carriera (lo scorso anno erano 0,39), ma che potrebbe essere mantenuta, soprattutto perché Icardi quest’anno ha raddoppiato il numero di conclusioni tentate nell’arco della partita. Se l’anno scorso ha chiuso il campionato con appena 1,97 tiri ogni 90 minuti, in queste prime cinque gare con De Boer si è spinto fino a 3,80, con appena due tiri (e un gol, in contropiede contro l’Empoli) da fuori area. Le scelte di tiro rimangono sempre molto buone e, seppur con così tanti tiri in più, gli expected goals medi generati dai suoi tiri siano diminuiti (da un eccezionale 0,196 a un ottimo 0,147), il calo è ampiamente compensato dall’aumento nel volume. L’unico campanello d’allarme sulla sostenibilità delle sue prestazioni rimane l’alto volume di conclusioni di testa rispetto a quelle di piede (12 a 7).
Centravanti vero
Analizzando il suo coinvolgimento in termini di palloni ricevuti e passaggi effettuati non si notano sostanziali differenze con la scorsa stagione. Icardi ha ricevuto fin qui poco più di 18 passaggi di media ogni 90 minuti, esattamente quanti ne riceveva la scorsa annata e ne ha giocati 14,4, quando lo scorso anno erano 18,2. Se quantitativamente il volume di palloni toccati è rimasto pressoché invariato, osservando le mappe dei passaggi si vede come sia coinvolto in zone di campo sempre relativamente vicine all’area di rigore avversaria.
Che sia stato De Boer a capire che è quello il suo terreno di caccia o semplicemente sia una sua naturale inclinazione fa poca differenza.
La mappa dei passaggi ricevuti da Icardi contro la Juventus, ben 7 dentro l’area di rigore.
Tutti i grandi attaccanti convertono le proprie conclusioni in rete a un ritmo superiore alla media, ma riescono a mantenere volumi di tiro sempre molto elevati, cosa che a Icardi non è sempre riuscita. Basti pensare che la scorsa stagione il capitano dell’Inter ha segnato 15 reti e un rigore da sole 57 conclusioni. In queste prime cinque partite, approfittando anche dell’aumento complessivo dei tiri di squadra rispetto al passato campionato (da 13,6 a 17,2 a partita), ha già tirato 19 volte: se riuscirà a mantenere questo ritmo e se non verrà tradito (difficile) dalle sue grandi doti da finalizzatore, Icardi può puntare al suo record di marcature in A anche senza calciare i rigori. L’unica condizione, magari, è che cominci a tirare più con i piedi.