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Il bello del giovedì sera 2023 vol. 5
28 ott 2022
Il meglio del meglio da due competizioni che non saranno in Qatar.
(di)
(articolo)
23 min
(copertina)
Serhat Zafer/Anadolu Agency via Getty Images
(copertina) Serhat Zafer/Anadolu Agency via Getty Images
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Conosci la tua squadra di Conference League: Rigas FS

Ogni storia di calcio lettone è una storia di fantasmi. Questa è la storia del glorioso Daugava Riga, nato nel 1944 con la maglia azzurra come l’acqua della Daugava, che i lettoni considerano “Il fiume del destino”. I cori di donne con corone di fiori di ragazzi dalle guance pingui cantando rimettono in moto ogni volta la storia e il destino della Daugava, e quindi della Lettoni. È la canzone di Janis Pleksans detto Rainis. Nella canzone si dice che la Lettonia è stata fondata dal sole, che l’ha messa sui verdi prati e l’ha chiusa con un cancello. Il diavolo però ha rubato la chiave di questo cancello e l’ha buttata sul fondo del fiume Daugava. Cosa avrebbero bevuto i bambini lettoni? Allora Dio chiama a raccolta i suoi animali, e gli ordina di scavare la Daugava. Gli animali scavano e scavano, e Dio riempie la buca con l’acqua di una nuvola.

Nel 1948 il Daugava Riga entra nel campionato sovietico. È la seconda squadra lettone della storia a riuscirci, dopo la Dinamo Riga. Nel 1989 il club è sull’orlo del fallimento, retrocede mentre l’Unione Sovietica crolla, e il primo McDonalds viene aperto nella Piazza Rossa. Il capitalismo punta la propria bandiera nel cuore dell’impero nemico. Il Daugava Riga fallisce insieme all’URSS. Sulle sue spoglie nascono altre squadre che provano a resuscitare la sua anima: la Torpedo Riga (RTP: Riga Taxi Park), la Ditton Daugavpils, il Daugava Jurmala e il Daugala-90, che successivamente si fonde con il Flaminko Riga e cambia nome in Riga FS. Poche società che giocano le coppe europee hanno una storia così giovane e possiamo dire che in ogni partita di Conference League il Riga FS scrive la sua storia, diventando agli occhi delle persone non lettoni una squadra riconoscibile di Riga in una città che ha più squadre di Londra, ma praticamente tutte sconosciute.

Il Riga FS lo scorso anno ha vissuto la migliore stagione della sua storia. Ha vinto la Coppa di Lettonia e il Campionato nazionale. La finale della coppa si è disputata su un campo dove immagino vi piacerebbe giocare la domenica mattina con i vostri amici, ma non la finale di una coppa nazionale. Una tribuna da un lato, un bosco di conifere sull’altro lato. Case su un lato corto, il nulla sull’altro lato corto.

La partita è stata decisa da un bel gol di Lucas Villela, la cui pagina Wikipedia recita solo: «In carriera ha giocato 10 partite nei turni preliminari d’Europa League». Oggi non gioca più nel Riga ed è passato al Liepaja, la squadra a cui ha segnato quel giorno. I migliori giocatori della squadra oggi sono Kevin Friesenbichler, numero 10 austriaco con l’aria da sciatore e un passato nelle giovanili del Bayern Monaco; Emerson Deocleciano, brasiliano pescato dalla panchina della Lokomotiv Zagabria. Soprattutto Andrej Ilic, bellissimo nome, centravanti della Nazionale U-21 serba, che sta distruggendo il campionato lettone. Ha la media di mezzo gol a partita. Purtroppo ieri questo squadrone, a sorpresa, ha perso contro l’Hearts, guadagnandosi definitivamente l’ultimo posto del gruppo A.




Ad Halloween travestiti come un giocatore del Giovedì sera

Ziguy Badibanga

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Il costume più gettonato in Transnistria, dove nessuno si fa problemi di appropriazione culturale se non siete afro-discendenti e vi acconciate con un look afro. Altrove potreste avere problemi.

Terzino dello Slavia Praga

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Veramente nella media Europa League. Se non volete troppo dare nell’occhio: l’equivalente di sbavarvi le labbra col rossetto rosso sangue.

Blerim Dzemaili

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Perfetto per il vostro party al Soda Pops di Bologna.

Oscar Cardozo

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Solo se sei alto almeno 1,85 sennò sei ridicolo.

Tifoso Eintracht

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L’anima della festa.




Giocatore più Europa League: Emre Mor

Quanto ci abbiamo creduto: 10

Quanto è stato realmente forte: 5

Quanto è caduto in disgrazia: 10

Quanto sembra depresso: 10

La rivelazione avviene nel 2016, sei anni fa. Emre Mor ha 18 anni e gioca nel Nordsjaelland, un piccolo club danese. Chi lo conosce? In pochi. Fatih Terim, l’imperatore, lo chiama per l’Europeo, il posto dove gli occhi di tutti si puntano. Alla prima partita, contro la Croazia, Mor entra a venti minuti dalla fine. La Turchia perde, ma il giorno dopo Repubblica scrive: "Rimane il dubbio su cosa sarebbe stata, se avesse avuto dall'inizio il calcio di seta che Emre Mor lascia intuire a ogni tocco". In estate basta poco, per Mor ancora meno: si scopre che il Borussia Dortmund ci ha già messo le mani sopra, strappandolo - pare - alla Juventus. Alla seconda partita arriva un assist e i paragoni con Lionel Messi, il miglior giocatore al mondo, dopotutto la metrica è la stessa: gambe corte, baricentro basso, capacità di far impazzire gli avversari.

Viaggiamo veloci fino a oggi: Mor ha perso quella luce negli occhi che hanno i giovani fenomeni. Non è ingrassato, forse, ma come imbolsito, il peso di sei anni difficili scavato sotto gli occhi, nei lineamenti del viso. Il suo Fenerbahce perdeva 3 a 0 dopo neanche trenta minuti con il Rennes, lui era in panchina. Jorge Jesus l’ha buttato nella mischia quando mancava mezz’ora e l’impresa sembrava impossibile. Poi, invece, la rimonta. Mor ha segnato l’ultimo gol, quello del pareggio, un piatto sinistro telecomandato che ha fatto esplodere lo stadio. È la magia dell’Europa League, l’inferno dove scendi a redimerti dei tuoi peccati.

https://twitter.com/fenerrmedya/status/1585729973843030016

In un’azione Mor si è lavato di dosso sei anni di atteggiamenti sbagliati, aspettative non corrisposte, allenatori che lo tenevano in panchina, brutte partite. Dopo il gol Mor è scivolato sul terreno del Sukru Saracoglu con le ginocchia, poi si è rialzato senza esultare. Ha guardato i compagni alle sue spalle come se fosse la normalità, una partita raddrizzata da una sua giocata di classe. Ha immaginato un mondo in cui questo succedeva più o meno ogni volta che scendeva in campo, un mondo in cui Mor è davvero diventato simile a Messi come tutti pensavano (anche voi, dite la verità). Un mondo che è ancora possibile: Mor ha gli occhi spenti, la depressione del calcio di frontiera sulle spalle, ma ha anche - solo - 25 anni.

Si può tornare dal regno dei morti?


Le migliori recensioni Google di stadi: Stadio An der Alten Försterei

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Traducibile come “Stadio vicino alla vecchia casa del guardaboschi” è l’iconico stadio dell’Union Berlin. Tra il 2007 e il 2009 fu totalmente ristrutturato, in larga parte grazie al volontariato dei tifosi: in più di 2000 si impegnarono per oltre 140000 ore di lavoro gratuito, dato che la società non poteva permettersi i costi e altrimenti la squadra non avrebbe potuto continuare a giocare lì. Nello stesso periodo la società proprietaria dello stadio vendette a 4141 tra soci e sponsor del club una parte delle azioni della struttura, facendo così diventare l’Alte Försterei il primo stadio di un campionato professionistico tedesco parzialmente di proprietà dei tifosi. Oggi è uno degli stadi più caldi d’Europa, che ospita la squadra capolista in Bundesliga.

Ma cosa ne parlano i fruitori? I giudizi sono generalmente positivi, la media è 4.7 su 5.645 recensioni, ma a noi, in realtà, delle recensioni ci interessa relativamente. Anzi, usiamo questo spazio pubblico per scagliarci contro: sono dannose per i ristoranti, figuratevi per gli stadi. Ci piacciono però le recensioni strane, quelle difficili da capire, ecco qui abbiamo scelto quelle così per l’An der Alten Försterei.

Le persone mi si avvicinano sempre qui, i fan hanno dato fuoco ai Bengals, tutti i miei vestiti sono bruciati e puzzano. Non verrò mai più qui

Gli insulti vengono gridati all'altro club

1 stella (tradotta da Google)

Stadio vecchio stile

Peccato che nn ti fanno entrare nemmeno a fare una foto

Neamche fosse il maracanà!

3 stelle

Grande atmosfera, grande stadio.

I prezzi dei biglietti sono ok.

Sei proprio nel mezzo del gioco.

Ci sono posti extra per i bambini.

Personale molto cordiale e disponibile con problemi.

Alla gente piace andare qui a guardare una partita. 5 stelle in più

5 stelle (tradotto con Google)

Rifiutando un'ulteriore alternativa alla salsiccia vegetariana, non più al passo con i tempi secondo me. Non capisco quale sarebbe stato il problema di offrire un'alternativa a tutti i vegetariani e vegani qui.

1 stella (tradotta da Google)


Gianluca Mancini è stato ammonito?

Sì, Gianluca Mancini è stato ammonito. Che voto diamo a quest’ammonizione di Mancini? Un bel 7, è un’ammonizione un tantino caotica, quindi divertente. Prova un fallo su Hetemaj girato spalle alla porta. Lo sdraia ma quello non batte ciglio e si rialza, girandogli attorno come fosse una porta girevole. A quel punto Mancini gli strattona vistosamente la maglietta. Un’ammonizione presa con grande convinzione.




Alcuni versi di Dante (poeta) per raccontare Dante (terzino dello Sturm Graz)

Sì tosto come l’ultima parola

la benedetta fiamma per dir tolse,

a rotar cominciò la santa mola;

e nel suo giro tutta non si volse

prima ch’un’altra di cerchio la chiuse,

e moto a moto e canto a canto colse;

canto che tanto vince nostre muse, nostre serene in quelle dolci tube,

quanto primo splendor quel ch’e’ refuse.


È tornata la nebbia!

https://twitter.com/fckoeln/status/1585698907681603584

Se aveste dovuto scommettere sul primo posto in cui questa accozzaglia di partite che noi ci limitiamo a chiamare giovedì sera avrebbe avuto problemi con la nebbia, su quale avreste scommesso? Uherské Hradiště (letteralmente "Fortezza Ungherese") è incastonato nella Moravia, circondato da boschi verdi come una pietra di lago, il centro cittadino è tagliato dalla Morava. È uno di quei posti dove l'umidità ti entra nelle ossa da bambino, dove a sentire i piedi freddi impari ancora prima che a camminare. Ieri la nebbia l’ha avvolta come un guanto, insinuandosi tra i seggiolini dello Stadio Městský come un’idea rivoluzionaria. La partita è stata prima rimandata una volta, due volte, alla fine si è provati a giocare. Ma sconfiggere un’idea è difficile e l’arbitro ci ha rinunciato dopo sette minuti, rinviando tutto al giorno successivo.

Mentre scrivo Slovacko e Colonia sono al 77esimo minuto, il risultato è di zero a zero, sui calciatori splende un pallido e tristissimo sole.


Hetemaj, tifoso della Lazio, ha segnato alla Roma

Questa è una delle side story più assurde della storia recente della Serie A, e cioè che Perparim Hetemaj, finlandese di origine kosovare, è tifoso della Lazio. «Quando ero piccolo guardavo sempre il calcio italiano e mi piaceva tanto la Lazio. Ricordo Nedved che era un grande giocatore. Poi anche negli anni successivi ho visto molte partite della Lazio, quando giocavano Behrami e Tare». Cosa deve aver pensato Hetemaj quando il sorteggio ha messo davanti alla sua squadra, l’HJK Helsinki, dove è tornato in estate, alla Roma? Di sicuro sappiamo cosa deve aver pensato un tifoso della Roma, e cioè che Hetemaj avrebbe segnato. Così è stato, molto semplicemente. L’ultimo gol alla Roma Hetemaj lo aveva segnato nel 2010, quando giocava al Brescia, su assist di Caracciolo. Nella stessa partita aveva toccato la palla con la mano in area. L’arbitro non aveva fischiato il rigore e lui, nei secondi successivi, si è massaggiato la faccia per far finta di averla presa lì. Non esisteva il VAR.




Power Ranking dei migliori Volpato

Ieri Cristian Volpato ha esordito da titolare con la maglia della Roma. Nato in Australia, a Camperdown, ma di chiare origini italiane, a qualcuno avrà ricordato sicuramente Rey Volpato, meteora del calcio italiano passato dalle giovanili della Juventus. Ma esistono altri Volpato, eccone alcuni, messi in classifica.

1° Benvenuto Volpato - partigiano e antifascista italiano

Nome di battaglia "Armonica" - e insomma basterebbe - ha partecipato a diverse azioni durante la guerra di resistenza partigiana. Il 12 aprile 1945 viene ferito mentre cerca di attirare l'attenzione su di sé per lasciare il tempo ai suoi compagni di fuggire. Per non cadere vivo in mano ai tedeschi, sceglie di togliersi la vita con un colpo alla testa.

2° Volpato - parola

Participio passato di volpare, che vuol dire prendere la volpe, cioè la carie, riferito al frumento (il grano, quest’anno, minaccia di volpare), ma anche aggettivo come “che ha preso la volpe”: grano volpato. (onestamente non ho capito bene).

3° Gianfranco Volpato - difensore italiano

255 presenze con la maglia della Lanerossi Vicenza, un gol. Ha il record di venti stagioni in A con la squadra biancorossa.

4° Giovanni Trevisan, detto Volpato - incisore

Possiede una lunghissima voce a suo nome su Treccani, che purtroppo non avevo il tempo di leggere.

5°Giovanni Battista Volpato - pittore italiano

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Nato a Bassano del Grappa nel 1633, fu pittore ma anche matematico e scrittore d'arte. Mentre si trovava a feltre sottrasse due tele di Jacopo da Bassano da due diverse chiese. Quando fu scoperto venne bandito dalla città per 10 anni. Un testimone del processo riferì che il pittore aveva ammesso di aver “havuto quelle Palle dai Preti havendogli datto tanta Pittura per esse palle”.


Parliamo della partita di Xavi Simons

https://twitter.com/RdScouting/status/1585730552593756160

Forse il primo bluff di YouTube a diventare un vero calciatore. Un calciatore diventato forte pur non perdendo un briciolo dello stile da boyband creata da Spotify che aveva quando aveva quindici anni. Forse è il primo caso in assoluto di bimbo prodigio (davvero bimbo in questo caso) diventato un giocatore vero. Xavi Simons al PSV gioca da falso nove, come negli ultimi anni del suo percorso giovanile, e ieri sera si mosso con una notevole intelligenza per fare gioco sulla trequarti. Il suo primo controllo e la sua tecnica sono davvero d’alta scuola, ma la cosa che più impressiona è la rapidità con cui prende scelte difficili, oltre alla sua forza fisica. Due dei grandi dubbi che c’erano su di lui quando era solamente un fenomeno mediatico. Nella sua partita ci sono un paio di momenti che spiccano sugli altri. Quando ha segnato il gol del vantaggio del PSV, poi annullato dall’arbitro per una posizione di fuorigioco - non sua ma del compagno che gli ha fatto la sponda. Un gol in cui la sua tecnica nel controllo in spazi stretti eccelle.

E poi il momento in cui litiga con Granit Xhaka perché stava facendo troppo lo splendido con la sua squadra in vantaggio. Avreste mai immaginato che Xavi Simons potesse venire alle mani con un essere umano così diverso da lui, come Granit Xhaka? Sembra un videogioco.


Il fu gol più Europa League

https://twitter.com/EscapeToSuomi/status/1585901937605890048

Abbiamo passato anni a raccontare gol che avevano paura della morte, gol pieni di epica al contrario, fatti di indecisioni clamorose o di improvvisi colpi di incoscienza. Anni in cui la Conference League esisteva solo, forse, nella testa di qualche burocrate della Uefa, mentre l’Europa League tesseva i suoi tentacoli sulle nostre vite, ci insegnava ad amare la periferia, le stranezze, le notti più buie. Poi tutto è cambiato: oggi l’Europa League ha abbracciato la modernità, ospita squadre che schierano Cristiano Ronaldo, lascia decidere alla tecnologia.

In HJK-Roma c’è stato un gol che avrebbe promesso un ritorno al passato, segnato su un campo che ci ricorda cosa eravamo, da una squadra abbastanza assurda da scaldarci il cuore. Non ci porta se il fallo ci fosse o meno, non è questo il punto, l’Europa League non è mettersi a discutere con gli arbitri. Il fatto è che il gol c’è stato: a segnarlo David Browne, calciatore della Papua Nuova Guinea (e, insomma, dovendo scegliere, sareste stati in grado di scegliere una nazione più assurda?), tirando da tipo quaranta metri fortissimo dritto per dritto, uno di quei gol che esistono solo nei cartoni animati o nei sogni dei giusti. Come se non bastasse c’è il dettaglio pazzesco che il pallone viene deviato da Abraham in, praticamente, rovesciata, un gesto tecnico difficilissimo e strano, fatto forse per la paura di morire se avesse colpito quel missile di testa.

Un gol che rimarrà carta velina, ancorato forse alla memoria di qualcuno dei presenti allo stadio, cancellato dalla storia. Un gol che chiude per sempre la parentesi di ingenuità delle nostre vite, la perdita di un qualche tipo di verginità. Da oggi non ci saranno mai più gol Europa League.




L’erede di Aritz Aduriz?

Nella Real Sociedad sta trovando in queste partite di coppa Jon Karrikaburu, vent’anni, grande speranza basca per il ruolo di centravanti. Per alcuni è l’erede di Aritz Aduriz, il principe di questa rubrica. Ieri Karrikaburu si è mangiato un gol fatto e, in generale, in 184 minuti di Europa League non ha ancora segnato. Noi, quindi, ci permettiamo di avere qualche dubbio.


Il caso Antony

https://twitter.com/JonnyGabriel/status/1585735091795677184

Ieri dopo una quarantina di minuti dall’inizio della partita tra Manchester United e Sheriff, col risultato sullo 0-0, Antony ha ricevuto palla sulla destra e ha cominciato a girare su sé stesso con la sfera ferma sul suo interno del piede. Ha fatto due giri, per poi provare a servire un compagno che si è inserito in avanti. Sbagliando il passaggio di diversi metri. Se quel filtrante fosse andato a segno, magari la percezione del trick di Antony sarebbe stata diversa. Così: un trick totalmente gratuito, nel mezzo di una prestazione deludente del Manchester United, ha scoperchiato l’ira più funesta di un pubblico puritano come quello inglese. Le critiche sono diventate di massa, suggerendo un articolo di opinione sull’Independent che prende le difese del giocatore dello United.

Sul gusto barocco di Antony abbiamo già scritto qui. Fuori dai cliché e dalle tipizzazioni, il suo stile di gioco brasiliano rende molto più sottile il confine tra il bello e l’utile. Per giocare ha bisogno di entrare in ritmo, raggiungere un certo livello di ispirazione, e questo tipo di giocate (questa in particolare è un classico del suo repertorio) serve per metterlo in ritmo. Non voglio nemmeno ridurre una giocata del genere al puro funzionalismo. Antony l’ha fatta semplicemente perché gli andava, e cosa ci disturba, allora, se non il fatto che non vogliamo assolutamente che qualcuno ci ricordi che il calcio è davvero un gioco?




Luuk de Jong colpisce di testa i problemi del mondo

Il pallone viaggia sempre più spesso dal basso e gli specialisti del colpo di testa stanno scomparendo come i panda, custodi di un segreto rischioso e anacronistico. Luuk de Jong è uno di loro. In qualche modo, colpo di testa dopo colpo di testa, si è spinto fino al Barcellona e alla Nazionale Olandese (38 presenze). Se ci pensate nel solco dei grandi rivoluzionari del gioco. De Jong è il Cruyff dei colpi di testa? Ora non esageriamo, ma è piuttosto forte: ieri ha segnato all’Arsenal arrivando con la capoccia lì dove il portiere non era arrivato con le mani. I suoi colpi di testa non hanno la potenza metafisica di quelli di Aduriz (ma ve lo ricordate Aduriz?) o la precisione chirurgica di quelli di Mitrovic, ma sembrano perfetti per risolvere tutti i problemi del mondo. Luuk de Jong che entra all’ottantesimo e di testa vi spizza all’angoletto quella bolletta del gas troppo alta che dovete ancora pagare, la chat ferma da tre anni con il/la vostra/o ex che aprite ancora ogni tanto, ma anche problemi più seri, come questi.

La Great Pacific Garbage Patch

L’isola di plastica, anche se non è davvero un’isola, più grande del mondo. Si stima che potrebbe occupare dai 700 mila km2 fino ai 10 milioni di km2, praticamente come se uniste Spagna e Portogallo. Sta lì dagli anni ‘80 e nessuno sa come smaltirla, perché non farci provare Luuk de Jong?

Le relazioni Usa-Cina

I rapporti tra le due più grandi potenze della contemporaneità si congelano e scongelano con la stessa rapidità con cui una volta cambiavamo i nostri stati su Facebook. Ora io non sono un esperto di geopolitica, ma tra un incontro infruttuoso e l’altro, quanto potrà fare male infilarci la testa di Luuk de Jong?

Covid

L’abbiamo sconfitto? Non lo abbiamo sconfitto? Non lo so, non sono un virologo, ma l’immagine di quel virus a forma di palla verde, con tutti gli spuntoni intorno e magari una faccetta da carogna mi sembra perfetta per essere sparata fuori dalla nostra atmosfera da un colpo di testa di Luuk de Jong.




Osservatorio Cristiano Ronaldo in Europa League

Fiuuuuuuuuuuuuuuuuu.

Tutto è bene quel che finisce bene, ma quanto abbiamo rischiato, amici. Noi dell’Osservatorio abbiamo rischiato di perdere il lavoro, tanto per cominciare. Voi ammiratori di Cristiano Ronaldo avete rischiato di non vederlo più in Europa League e, chissà, potenzialmente non vederlo più.

Ci ha pensato Cristiano Ronaldo a tutte quelle persone che dipendono da lui, alla microeconomia che gli gira intorno - alle nostre famiglie!!!!! - quando negli ultimi minuti della partita con il Tottenham si è rifiutato di entrare in campo e poi si è alzato e se ne è andato prima che la partita finisse come quelli che hanno paura di restare bloccati nel traffico? Sarebbe come chiedere a un dio greco se pensa a dove atterrano i suoi fulmini, o agli Avengers se pensano alle persone che vivono nei palazzi che distruggono mentre lottano con Godzilla.

Anyways. Cristiano Ronaldo ha chiesto scusa, più o meno, Ten Hag lo ha perdonato e lo ha messo titolare in Europa League contro lo Sheriff. Che ormai è ufficialmente la coppa Cristiano Ronaldo. Il luogo dove avverrà la sua redenzione, la collina sulla cui cima noi fedeli ci recheremo all’alba del giorno dell’avvento, cioè ogni volta che gioca lo United, per vederlo apparire dall’alto dei cieli.

E quello che abbiamo osservato in questo giovedì di fine ottobre 2022 è un Cristiano Ronaldo che si sbatte per la squadra, che viene incontro, fraseggia, si muove in profondità e - addirittura - un Cristiano Ronaldo che pressa. Un Cristiano Ronaldo, quindi generoso, che a un certo punto lascia persino una punizione da fuori area a Christian Eriksen.

Un Cristiano Ronaldo, però frustrato, autoironico, sarcastico, quando non riesce a segnare. Ad esempio, quando gli viene annullato un gol per fuorigioco, calcia la palla fuori dallo stadio.

Letteralmente fuori dallo stadio.

Ha avuto una prima occasione al 13esimo: colpo di testa parato.

Una seconda occasione al 26esimo, un’occasione che rientra nella categoria “incubo”: lancio di Lindelof in area di rigore, sponda di Bruno Fernandes e la palla che arriva sulla corsa di Ronaldo dentro l’area piccola. Come spesso gli è accaduto in occasioni simili, ultimamente, Ronaldo sbaglia in modo incomprensibile, quasi lisciando la palla a un passo dal portiere.

La terza occasione arriva al 58esimo. Cristiano Ronaldo riceve a pochi metri dall’area di rigore, sul centro sinistro, il difendente che si trova davanti è rigido e legnoso e gli basta sterzare sulla destra per crearsi lo spazio per il tiro (l’unico dribbling, se così vogliamo chiamarlo, o comunque l’unico duello individuale che ha vinto con la palla al piede) quando l’Old Trafford è già pronto per esultare, però, con una conclusione tutto sommato semplice - semplice per il quarto miglior marcatore DELLA STORIA DEL CALCIO - Ronaldo calcia troppo largo e troppo alto.

Il suo sguardo va in punto indefinito del cielo, Ronaldo è scocciato, forse persino stanco. Possibile?

Poi c’è il gol annullato e, infine, arriva il suo gol. Il momento della liberazione. Aveva visto segnare i suoi compagni - Dalot e Rashford - e aveva calciato, proprio poco prima di segnare, una punizione addosso alla barriera. Insomma sembrava l’ennesima partita sceneggiata per farlo impazzire, invece la sua determinazione ha avuto la meglio.

Anche il gol non è stato semplice: il colpo di testa su cross di Bruno Fernandes, quasi a colpo sicuro, è finito sulle mani del portiere e Ronaldo ha dovuto avventarsi sulla respinta e calciare in torsione di sinistro per mettere finalmente quella dannata palla in porta.

Poi ha messo in mostra la sua nuova esultanza.

https://twitter.com/ESPNFC/status/1585734110424727553

Quindi è ufficiale: Cristiano Ronaldo non fa più SIUUUUUUUU.

Adesso (dopo aver indicato qualcuno in quell’angolo dell’Old Trafford verso cui ha corso, qualcuno in particolare o qualcuno a caso, è uguale) Cristiano Ronaldo incrocia le mani sul petto e reclina la testa all’indietro. Come se stesse dormendo in piedi, riposando, come se la sua carriera, la sua vita, fossero un bel sogno.

Spicca, in questa nuova esultanza, il suo affilato pomo d’adamo. È il suo pomo d’adamo il vero protagonista di questa esultanza, una specie di piccolo ginocchio, di piccolo gomito, insomma un’articolazione che forse è il segreto della forza dei suoi colpi di testa. Si dice che quando Diego Armando Maradona è nato il dottore ha detto alla madre, Dona Tota: “è tutto muscolo”, ci piace immaginare che il dottore che ha aiutato Maria Dolores, la madre di Ronaldo, a metterlo al mondo, abbia detto: “è tutto un pomo d’adamo”.

E con questa speculazione giornalistica si chiude questa puntata dell’Osservatorio Cristiano Ronaldo, la prima puntata quasi del tutto positiva, la prima puntata in cui ci sentiamo di dire che Cristiano Ronaldo sta tornando.


Cose che non abbiamo capito così bene dello Zurigo

Perché lo stadio sembra un cinema vuoto

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Nelle foto lo stadio Letzigrund sembra sempre un posto allegro, dove le famiglie possono andare ad assistere a eventi sportivi o musicali. Il giovedì però si trasforma in un posto tetro, con i seggiolini vuoti e rosso scuri, dove la pista di atletica mangia anche quel poco di tifo che ci potrebbe essere. Gli spettatori sparuti spuntano come comparse, non sembra calcio, ma una rassegna cinematografica andata deserta.

Se il presidente è simpatico o eccessivo

Si chiama Ancillo Canepa, in caso potete indagare anche voi e farci sapere.

Se la pagina Wikipedia di Antonio Marchesano dice che è bravo a fare gol o solo che è cinico come persona quando si trova nei pressi delle porte.

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Classifica delle migliori coreografie di ieri

4.Nantes

https://twitter.com/thecasualultra/status/1585719497742245890?s=20&t=plhwQ4azrdeYbsCLvCPQpA

Classica contraerea.

3.Lech Poznan

https://twitter.com/thecasualultra/status/1585953839324098560?s=20&t=plhwQ4azrdeYbsCLvCPQpA

Qualcuno sa riconoscere la figura baffuta a cavallo?

2.Eintracht Francoforte

https://twitter.com/thecasualultra/status/1585360651287162880?s=20&t=plhwQ4azrdeYbsCLvCPQpA

Ha sempre un posto speciale nel nostro cuore.

1.Sturm Graz

https://twitter.com/thecasualultra/status/1585711786535243777?s=20&t=plhwQ4azrdeYbsCLvCPQpA

Questo fumo che esce da sopra lo striscione è veramente notevole.


La sforbiciata di Altman è meglio di, ma peggio dì

È meglio della rovesciata di Rooney nel derby contro il City, ma peggio della sforbiciata di Carlo Parola.

È meglio del primo libro di Sally Rooney, ma peggio del primo libro di J. D. Salinger.

È meglio del Padrino parte terza, ma peggio del Padrino parte seconda.

È meglio della focaccia, ma peggio della pizza.

È meglio di andare al mare, ma peggio di farlo (andare al mare) con la persona amata


Cose che succedono solo il giovedì

Non ci avevo mai pensato, ma questa rubrica si potrebbe chiamare “ultimo giro”, quell’ideale di ultima bevuta della serata tipica dei film di hollywood dove l’alcool è romanticizzato invece di essere stigmatizzato. Qui però non c’è niente di romantico, ci sono solo piccoli momenti di stranezza, evidenziati come se a qualcuno importasse qualcosa.

La Conference League ma si possono creare occasioni da gol solo in maniera stranissima (quindi, per questa volta, diciamo, è davvero la realtà)

L’Europa League, ma nessuno ha un briciolo di amor proprio

L’Europa League, ma io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.

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Ci vediamo tra una settimana, dove ca**o andate.


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