La grande partita di Amadou Haidara contro l'OM
Amadou Haidara è nato il 31 gennaio 1998. Gioca nel Salisburgo da meno di un anno e ieri ha disputato una grandissima semifinale di ritorno, segnando anche uno dei gol più belli della competizione. Il suo nome è già nei taccuini degli scout di tutta Europa, anche se probabilmente sarà lui a sostituire Naby Keita al Lipsia, che come sappiamo ha un canale preferenziale quando si parla di Red Bull.
Nel 4-1-2-1-2 del Salisburgo Haidara svolge il suo compito di mezz’ala destra unendo ad un dinamismo insensato una capacità di lettura tattica dei momenti di gioco inaspettata per un ragazzo così giovane, la cui unica altra stagione da professionista è stata nel Liefering, nella seconda divisione austriaca.
Contro il Marsiglia Haidara ha giocato una partita di una solidità spaventosa. 4 dribbling riusciti su 5 tentati, 7 contrasti vinti su 9, 3 duelli aerei, 9 palloni recuperati e 1 gol. Haidara ha costantemente vinto i duelli nella zona destra del campo contro Sanson e Ocampos, risultando anche decisivo in fase di copertura, quando negli ultimi minuti il Salisburgo si è scoperto provando a vincere la partita (dopo un recupero prodigioso sembrava anche essersi infortunato).
La geografia dei tocchi di Haidara.
Proprio il gol racconta bene lo stato di grazia di Haidara: quando il maliano ha ricevuto di spalle a 45 metri dalla porta, non sembrava un grande pericolo. Ma con un misto di velocità, potenza e tecnica Haidara è riuscito ad arrivare fino al cuore dell’area del Marsiglia e battere Pelé con un bel tocco di punta, dimostrando anche una lucidità in zona gol, una qualità che non fa mai male ad una mezz’ala.
La freddezza con cui l’account del Red Bull Salisburgo racconta il gol di Haidara.
Drammaticamente la partita di Haidara si è conclusa nel peggiore dei modi: un secondo cartellino giallo l’ha costretto ad abbandonare il campo a pochi minuti dal termine del secondo tempo supplementare. Una sanzione ricevuta per l’ennesimo tentativo di recupero al minuto 119’, a cui è seguita una reazione che dimostra anche quanto ci teneva il giovane centrocampista a questa partita.
Se il futuro del Salisburgo a questi livelli è un mistero, quello di Haidara sembra luminoso e lastricato di buone intenzioni.
5 coppie di attori che potrebbero interpretare la rivalità tra Marco Rose e Rudi Garcia
Ieri sera Marco Rose e Rudi Garcia non erano solo due allenatori con l’obiettivo di portare le loro squadre in finale di Europa League contro le aspettative della vigilia. Ieri sera Marco Rose e Rudi Garcia erano personaggi antagonisti in un bel film: geniali e nevrotici al tempo stesso, pronti a darsi battaglia in campo e fuori. Alla fine l’ha spuntata Garcia, ma non senza momenti di alta tensione: alla fine della partita tra i due c’è stato un momento di frizione piuttosto pesante che è il preludio ad un seguito, almeno cinematografico.
Ecco cinque possibili film e le coppie di attori scelte per interpretare i due
- Marlon Brando e Gerard Depardieu
Marco Rose (Marlon Brando) e Rudi Garcia (Gerard Depardieu), ormai vecchi e grassi, si incontrano nel bar di un hotel di Casablanca. Il film è girato tutto intorno al loro tavolo, costante sottofondo di piano bar, loro parlando di calcio, città, donne, insomma: vita.
Brad Pitt e Edward Norton
Si ricompone la coppia di Fight Club, questa volta per un film in cui Marco Rose (Brad Pitt) si infila abusivamente nella vita di Rudi Garcia (Edward Norton) e gli manipola il cervello così tanto da convincerlo a farsi sostituire da lui il giorno della finale di Europa League. Alla fine del film si scopre che i due sono la stessa persona, Vincenzo Montella.
Adam Driver e Paul Dano
Il film inizia nella zona mista dopo la fine della semifinale. Marco Rose (Adam Driver) e Rudi Garcia (Paul Dano) si chiariscono, scoprono di avere molto in comune e diventano amici. Si incontrano di nascosto nella cameretta di Garcia (Rose ci arriva salendo da un albero). Alla vigilia della finale decidono di scappare per un viaggio in autostop in giro per l’Europa. Colonna sonora dei Car Seat Headrest.
Alan Rickman e Bruce Willis
Film omaggio alle pellicole d’azione degli anni ‘80. Rudi Garcia (Alan Rickman) vince l’Europa League e diventa sempre più cattivo tanto da prendere in ostaggio un intero grattacielo nel centro di Salisburgo. Marco Rose (Bruce Willis) non può far altro che mettersi in gioco e provare a sconfiggerlo almeno questa volta.
Louis Garrel e Timothée Chalamet
Marco Rose (Timothée Chalamet) va in vacanza in una bellissima villa immersa nelle campagne del Cremasco. Qui per una strana coincidenza arriva anche Rudi Garcia (Louis Garrel). I due all’inizio non si sopportano, poi nasce una bellissima storia d’amore. Produzione italo-francese, fotografia magnifica.
5 chiese tornate al centro di Salisburgo
Sappiamo tutti cosa fa Rudi Garcia quando vince: rimette le chiese al centro del villaggio. La missione di ieri è stata particolarmente stimolante, visto che Salisburgo oltre che la città della musica e delle meringhe è anche la città delle chiese, soprannominata “La Roma del nord”. Ecco 5 chiese tornate da ieri al centro di Salisburgo.
La chiesa Francescana
Col suo stile a metà tra romanico e barocco, la chiesa Francescana è un edificio inconfondibile dello skyline di Salisburgo. Da ieri il suo campanile, il Marienglocke, tra i più imponenti d’Austria, è tornato al suo posto: al centro del villaggio.
Il monastero di San Pietro
Fondato nel settimo secolo d.C., il monastero è il cuore spirituale di Salisburgo ed è giusto che sia quindi tornato al centro. Nel cimitero potete trovare le tombe di personalità illustri quali Michael Haydn e la sorella di Mozart che, ricordiamolo, era più brava del fratello.
La cattedrale di Salisburgo
Da sempre al centro di Salisburgo, la cattedrale da ieri ha però una centralità tutta sua, particolare. Se siete fortunati potreste ascoltare il suono inconfondibile del suo mastodontico organo.
A proposito.
La chiesa di San Sebastiano
Più volte distrutta, la chiesa di San Sebastiano è un gioiello barocco il cui cimitero è stato designato sullo stile di un “campo santo” italiano. Al suo centro, quindi al centro del centro del centro, troviamo la tomba mausoleo del cardinale Wolf Dietrich, un capolavoro architettonico.
Il monastero dei cappuccini
Tradizionalmente ubicato sul colle Kapuzinerberg, da ieri questo magnifico monastero è al centro di Salisburgo e nessuno potrà godere della magnifica vista sulla città.
I 5 giocatori più Arsenal dell’Arsenal
“Essere l’Arsenal”, “fare l’Arsenal”, “Sentirsi Arsenal”, rappresentano dei concetti specifici e complessi che racchiudono una certa quantità di azioni e stati emotivi:
- Vivere dei momenti di profondo imbarazzo (“ho visto la mia ex baciare mio padre, mi sono sentito l’Arsenal”).
- Sentirsi inadeguati rispetto al contesto (“la mia ragazza mi ha chiamato perché c’era un ragno nella vasca ma non me la sono sentita di ucciderlo, ho fatto l’Arsenal”).
- Buttare via all’improvviso una situazione vantaggiosa (“avevo condotto un’asta magistrale ma poi ho deciso di puntare tutto su Belotti”).
- Esprimere la migliore versione di sé stessi quando ormai non serve a niente (“l’ho invitata al ristorante di Bottura ma mi ha detto che ormai è innamorata di mio padre”).
Abbiamo catalogato i cinque giocatori che ieri sera hanno fatto più l’Arsenal, tra quelli dell’Arsenal, che ieri hanno giocato contro la squadra meno Arsenal della competizione.
Granit Xhaka
Qualche mese fa Xhaka è stato etichettato da Gary Neville come “absolute disgraceful”. Nel calcio inglese è raro che un pundit esprima un giudizio così estremo nella sua severità su un calciatore, ma quando si parla di un giocatore comprato da 40 milioni dall’Arsenal è facile esprimere sentenze dure. Xhaka a dire il vero è stato il migliore dell’Arsenal ieri: ha controllato bene il gioco, è stato intenso senza palla e preciso col pallone. I suoi cambi di gioco verso Nacho Monreal avevano una grazia rispetto a cui Monreal è stato quasi offensivo. Eppure questa buona partita non servirà a niente a Xhaka, neanche ad evitare, con la sua capacità quasi magica di commettere errori, che sia uno dei volti dell’ultimo naufragio dell’Arsenal di Wenger.
Danny Welbeck
Il fatto che nessuno di noi ricordi una singola giocata di Danny Welbeck ieri sera contro l’Atletico Madrid rende la prestazione di Danny Welbeck molto Arsenal.
Hector Bellerin
Bellerin è un giocatore forte e di talento, lo sappiamo tutti. Ieri però ha sbagliato la linea difensiva e nel momento in cui Griezmann ha servito Diego Costa era in grave ritardo. Ha provato a rimontare con tutta la velocità a disposizione, che sappiamo non essere poca, ma non è bastato. Diego Costa ha temporeggiato, protetto palla con le braccia il pallone, e segnato col sinistro il gol decisivo della partita. Una chiara dimostrazione che nel calcio i bruti e i pazzi avranno sempre la meglio sulle persone sensibili, che gli Atletico Madrid avranno sempre la meglio sugli Arsenal.
Nacho Monreal
Non potrebbe, un uomo capitato per caso nel centro sportivo dell’Arsenal, diventare il terzino titolare di una squadra in semifinale d’Europa League. Sui motivi che spingono a schierare Nacho Monreal terzino titolare dell’Arsenal in tutto si interrogano da anni senza risposta. È l’amante di Wenger? C’entra un complotto delle banche? È un raccomandato politico? Custodisce un segreto su Wenger che gli permette di ricattare il suo allenatore?
I suoi cross sbagliati a ripetizione, assurdi e crudeli come la vita, sono la quintessenza dell’Arsenal.
Alcuni momenti notevoli da RB Salisburgo - Olympique Marsiglia
Gli arbitri entrano in campo
Il tunnel del Red Bull Stadion è luminescente, pulsa come se la terna arbitrale stesse per entrare in un organismo vivo. Nessuno di loro tradisce un’emozione.
Il momento in cui lo stadio è diventato una scenografia dell’orrore
Un’insolita nebbia di maggio scende sul Red Bull Stadion, la casa della prima squadra al mondo brandizzata da una bibita energetica. Il mondo all’improvviso sembra sul punto di finire.
Quando due giocatori del Salisburgo sono andati a terra contemporaneamente
Come se fosse una coreografia di The Rocky Picture Show, con Dabbur coreografo.
Il gol di Rolando
Quando la terna arbitrale si è inventata di sana pianta quel calcio d’angolo sembrava quasi scontato che l’OM segnasse: siamo in settimane europee in cui ogni piccolo errore arbitrale diventa decisivo per il risultato. Certo era difficile immaginare segnasse Rolando, un uomo stempiato e sovrappeso, che da tempo sembrava aver superato quella fase in cui poteva essere considerato un calciatore.
Rolando, entrato a gara in corso per mettere un argine agli assalti del RB Salisburg, ha strusciato la palla col piatto. La palla è entrata lentissimamente sul palo lontano: proprio come ci immagineremmo un gol di Rolando.
Quando un tipo buffo si è andato a congratulare con Rolando
Un tipo davvero buffo, dall’aria molto simpatica. Ciao.
Gli ultimi tre cross di Monreal nell’Europa League 2017-18
Come da molti anni a questa parte, anche ieri l’Atletico di Simeone ha giocato la sua partita difensiva preoccupandosi principalmente di coprire il centro e spingere l’Arsenal ha giocare sulle fasce e cercare di svoltare la finale con i cross. La squadra di Wenger non riuscendo in alcun modo a sfondare la resistenza al centro ha finito per assecondare il gioco dell’Atletico e giocare sugli esterni, ma soprattutto questa tattica ha portato a crossare molto - tra tutti i giocatori dell’Arsenal - il terzino sinistro Nacho Monreal e siamo sicuri sia stata una buona idea?
Lo spagnolo ha provato 10 cross in 90’ minuti e per capire il livello di drammaticità della cosa ecco gli ultimi 3, nel momento di “massimo” sforzo dell’Arsenal (la x gialla segna il punto in cui finisce il cross di Monreal).
Monreal insegue un pallone che sta uscendo sulla sinistra.
Lo recupera appena prima che esca e con uno scavetto vanifica il recupero in scivolata di Griezmann (che vedete fuori del campo).
A questo punto l’avversario più vicino è a 10 metri e Monreal potrebbe attaccare il fondo oppure crossare subito con tempo e spazio.
Monreal invece si aggiusta il pallone per due secondi e crossa.
Il cross colpisce lo scarpino del giocatore dell’Atletico che ha avuto due secondi per accorciare su Monreal e finisce tra le braccia di Oblak.
L’Atletico a questo punto tiene fissi 8 giocatori all’interno della propria area di rigore. Monreal è sempre completamente solo sul lato sinistro del campo.
Riceve un passaggio da Xhaka e approfittando di un’uscita pigra di Koke riesce ad arrivare sul fondo.
Ci sono 5 giocatori dell’Arsenal all’interno dell’area contro 7 dell’Atletico, eppure la loro disposizione è buona: se guardate all’altezza del dischetto ci sono tre giocatori che potrebbero attaccare bene un pallone calciato lì.
Il cross di Monreal è buono per un guardalinee con buona coordinazione e particolari sogni di gloria.
Siamo nei minuti di recupero, l’azione è confusa: Bellerin crossa verso il centro, il suo pallone viene alzato da un colpo di testa. Finisce nella zona di Ramsey che vince un duello aereo contro Tomas e Griezmann e riesce ad allungare il pallone verso Monreal alle sue spalle.
In quel momento Monreal si trova ben dentro l’area con un pallone che spiove lento sul suo sinistro.
Può scegliere se provare direttamente il tiro al volo o cercare un cross forte e teso.
Monreal la cicca di controbalzo alzando un piccolo campanile così debole che non finisce neanche direttamente fuori, ma costringe Mustafi a provare un vergognoso recupero nelle vicinanze della bandierina.
I migliori celebrativi di Marsiglia
Marsiglia ha accolto con assoluta sobrietà il passaggio della squadra in finale di Europa League. Ecco alcuni video celebrativi usciti sull’Internet per celebrare l’evento.
Rudi Garcia tutto sudato nello spogliatoio
Che canta con i suoi giocatori. Fuori fumogeni rossi.
Un video con vari momenti di felicità dell’OM
Provenienti da epoche diverse, con la colonna sonora “En avant les marsellaise” dei Psy4.
Un video della città impazzita
Con macchine che attraverso una cortina rossa infernale.
Si parte!
Bentornati all’unica rubrica di questa rubrica sull’Europa League di cui potete parlare anche in ascensore con il vostro vicino che odia il calcio, ma ama andare in vacanza prenotando fine settimana in posti a caso solo perché i voli Ryanair costano poco e la fidanzata gli rompe le palle a casa. L’unico momento di questa rubrica in cui trovate consigli più utili di un montaggio di foto private di Stefan Lainer.
In questa puntata organizzeremo i trasferimenti per Lione, la città in cui tutto il mondo vorrà trovarsi il 16 maggio, giorno della finale. Come l’anno scorso abbiamo organizzato per voi tre diversi pacchetti di viaggio, ciascuno ispirato a un protagonista dell’Europa League.
Pacchetto “Diego Costa”
Il pacchetto “Diego Costa” è quello dedicato ai tifosi a cui interessa poco dell’Europa League, ma vogliono prendersi tutto. Non possono perdersi niente, devono mordere la vita come fosse un braccio di Monreal.
Come arrivare
Per voi abbiamo pensato una soluzione rapida: partire il 16 e tornare il 18, così da avere il weekend per raccontare la vostra esperienza agli amici. Se partite da Roma potete fare andata il 16 mattina con Easyjet e ritorno il 18 ora di pranzo con Vueling per 168€ ; da Milano valutate se aprire il portafogli e regalare 386€ ad Alitalia per un’ora di volo, loro - comunque - ne avrebbero bisogno. Se state a Torino, magari vi conviene andare in macchina (sono solo 315 km in mezzo alle Alpi).
Dove alloggiare
Il tifoso “Diego Costa” vuole vivere l’esperienza lionese fino in fondo, per questo vi consigliamo questa maison nel centro del quartiere Vieux-Lyon (quartiere Patrimonio dell’UNESCO). Non costa poco, ma sono soldi ben spesi.
Cosa fare
Se vi abbiamo capito bene, più che il calcio, a voi piace la bella vita. Siete fortunati: A Lione dicono "qui saute un repas n'est pas lyonnais" ("chi salta un pasto non è lionese") e qui potrete deliziare il vostro palato con un tripudio di andouillettes, rosette de Lyon, foie de veau à la lyonnaise e boudin aux pommes.
Per farlo vi consigliamo di mangiare nei Bouchon Lyonnais, tipici ristoranti del luogo, la cui leggerezza della cucina potete carpire da questo video.
Pacchetto “Luiz Gustavo”
Il pacchetto Luiz Gustavo è dedicato ai tifosi senza un soldo. D’altronde il biglietto per la finale costa tipo 2000 euro, e qualcuno di voi, a quel punto, potrebbe non avere più soldi per mangiare. Questo pacchetto è pensato per voi.
Come arrivare
L’unico modo per viaggiare a costo zero rimane da secoli l’autostop, a patto però che abbiate il coraggio di sopportare eventuali discussioni sulla mancanza di governo in Italia o a fare i vaghi in caso di richiesta di contributi per la benzina. In alternativa con BlaBlaCar potete partire il 12 maggio con Clémence, una simpatica francese di 23 anni, che passerà per Napoli-Roma-Bologna e Torino prima di arrivare a Lione. Partendo da Roma chiede 60€ e viaggia con una Ford Fiesta di colore blu. Se invece volete proprio andare in autostop, vi conviene avviarvi già ora.
Dove alloggiare
Il parc de la Tête d'Or, situato nel sesto arrondissement municipale di Lione, è il più grande parco urbano francese. Al suo interno si trovano un velodromo, un campo da bocce, un campo da mini-golf e grande lago su cui è possibile andare in barca qualora la notte non riusciste a prendere sonno.
Cosa fare
È quasi impossibile fare qualcosa in Francia senza avere dei soldi. Ricordatevi però che Lione con Torino e Praga forma il Triangolo di Magia Bianca, qualunque cosa questo voglia dire, e che l’alchimia prometteva di trasformare le cose in oro.
Pacchetto “Schlager”
Il pacchetto Schlager è dedicato ai tifosi per cui l’Europa League è la cosa più importante della vita. I tifosi del pacchetto Schlager hanno letto tutte le puntate di questa rubrica e hanno visto praticamente tutte le partite della competizione dagli albori. Il loro giocatore preferito è Moussa Sow, che considerano un po’ più forte di Aguero (o anche: “Un Aguero migliore in acrobazia”). Se siete questo tipo di tifosi, già vi siete licenziati e state dedicando la vostra vita alla finale tra Marsiglia e Atletico Madrid.
Come arrivare
I tifosi Schlager vogliono spremere dall’esperienza “Finale di Europa League” tutta la linfa vitale. Il viaggio dovrà essere a piedi, l’unico mezzo di trasporto non inventato dall’uomo, e quindi il più sacro. Se siete a Roma, e magari partite dall’ufficio dell’Ultimo Uomo (detto anche ufficio Europa League) sono 955 km fino al Parc OL, stadio della finale. Se tenete una velocità media di 6 km/h fissa (anche quando scalate le Alpi) e non dormite mai, potete arrivare in una sola settimana. Se invece la forza dell’Europa League non è così pura dentro di voi e avete bisogno di fare delle soste, vi servono almeno 10/12 giorni. Vi conviene partire subito, ma proprio subito, appena finito di leggere qui.
Dove alloggiare
Il soggiorno minimo pensato per voi è di dieci giorni: arrivo il 16 con partenza il 26, dove potete scegliere se tornare di nuovo a piedi (magari vi siete trovati bene o prendere un aereo). Per 466€ potrete alloggiare in una casa galleggiante lungo il Rodano: una soluzione romantica e particolare che vi permetterà di connettervi pienamente con Lione.
Cosa fare
Dieci giorni a Lione vi permettono parecchio spazio di manovra, anche apprendere i rudimenti necessari per lavorare la seta al fine di aprirvi una piccola attività nella periferia della città per tenervi occupati fino alla prossima finale di Europa League, che si disputerà a Baku, una bella città dove trovare altro da fare. Trasformarsi in rondini che migrano seguendo le strade della più magica delle coppe europee.
Chi sa solo di Europa League non sa niente di Europa League
Ci siamo quindi. Solo una partita ci divide dalla fine di questa rubrica. Niente più venerdì, si passerà direttamente dal giovedì al lunedì e tutte le sere in TV sarà possibile vedere solo gli arbitraggi delle partite di Champions del Real.
Ma aspettando questa apocalisse del capitalismo, vi siete preparati a sufficienza sulle finali di Europa League? Nella storia ne sono state disputate 8, una è finita ai rigori, una ai supplementari e altre 6 nei tempi regolamentari. Se siete amanti di questa rubrica - probabilmente - ve le riguardate tutte una volta a settimana, magari per caricarvi la mattina prima di andare al lavoro o all’università. Probabilmente avete la vostra partita preferita, il vostro giocatore feticcio e la vostra personale classifica dei migliori gol. In questo caso per voi sarà un lampo rispondere a questo quiz, in alternativa potete chiedere l’aiuto di Unay Emery chiamando la sede del PSG (non ha molto di meglio da fare).
L’autore del gol più veloce nella storia delle finali di Europa League
Kalinic
Falcao
Pogba
Una di queste squadre non è mai arrivata in finale di Europa League
Dnipro
Fulham
Braga
L’autore del gol più tardo in finale escludendo i supplementari
Ivanovic
Forlan
Diego
L’unico storico marcatore nei supplementari di una finale di Europa League
Diego
Forlan
Bacca
MVP della finale del 2016
Éver Banega
Vitolo
Coke (da non confondere con Koke dell’Atletico o con la bevanda)
Uno di questi giocatori ha sbagliato un rigore nella lotteria della finale del 2014
Sulejmani
Luisao
Oscar Cardozo
Solo uno tra questi giocatori che non conosci non ha segnato in una finale di Europa League. Quale?
Simon Davies
Albert Meyong Zé
Ruslan Rotan'
Risposte:
a o b: Kalinic e Falcao hanno segnato tutti e due al minuto ‘7 di una finale di Europa League, rispettivamente in quella del 2015 contro il Siviglia e in quella del 2012 contro l’Athletic Bilbao.
domanda a trabocchetto: tutte tre sono arrivate in finale di Europa League.
a: Ivanovic, al minuto ‘93 per spezzare le reni del Benfica.
b: Forlan, al minuto 116’ di un “indimenticabile” Atletico Madrid - Fulham, prima finale di Europa League della storia.
c: Koke, autore di una doppietta in quella finale contro il Liverpool. Oggi gioca al Levante con Pazzini.
c: Oscar Cardozo, se ci tenete potete vedere il momento in cui si fa ipnotizzare da un portiere con il nome di una marca di cattivi formaggini spagnoli proprio qui sotto.
b: Albert Meyong Zé. Attaccante camerunense, ha giocato una mezz’oretta nella finale tra Porto e Braga senza lasciare il segno. Però nella sua bacheca compare una medaglia olimpica, vinta nel 2000 e soprattutto 7 presenze e 2 gol nel Ravenna 98’-99’.
Giocatore più Europa League: Rolando
Quanto ci abbiamo creduto: 7
Quanto è stato realmente forte: 5
Quanto è caduto in disgrazia: 6
Quanto sembra depresso: 7
Quando pensavi che i giocatori Europa League fossero più o meno tutti eliminati, arriva Rolando a spiattonare in porta un calcio d’angolo che non c’era e ti ricorda quanto questa competizione abbia bisogno di più giocatori come lui. Cresciuto calcisticamente nel Campomaiorense, Rolando è nato sull’Isola di Capo Verde, più precisamente nelle Ilhas do Barlavento. Lo si capisce anche guardando il naso schiacciato, gli occhi piccoli e le orecchie larghe tutti tratti tipici di un isolano.
Non è chiaro quando Rolando entra nei radar del calcio-che-conta, ma dopo 11 anni in Portogallo divisi tra Belenenses e Porto, il Napoli di Mazzarri decide che ha bisogno di lui per provare a vincere lo scudetto e lo porta in Italia nel gennaio del 2013 in prestito. La sua prima partita in Serie A - il 10 marzo contro il Chievo - coincide con una sconfitta che azzoppa definitivamente i sogni del Napoli, ma non quelli di Rolando che Mazzarri decide di portarsi dietro all’Inter nella stagione successiva.
A Milano Rolando indossa la maglia numero 35 e diventa famoso principalmente per l’assonanza con il personaggio del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo. Riesce comunque a garantirsi 29 presenze nella difesa a tre di Mazzarri e segnare 4 gol, di cui uno alla Juventus. Anche all’Inter però non riesce a guadagnarsi il riscatto e torna al Porto solo per finire come nome buono da spendere negli ultimi giorni di mercato.
Dopo una parentesi non indimenticabile con la maglia dell’Anderlecht, finisce a Marsiglia, che diventa il suo buen ritiro. Tra un pastis al porto e una visita all’isola del Conte di Montecristo, Rolando difende la porta del Marsiglia insieme al fidanzato di Pamela Anderson (forse la cosa più eccitante della sua carriera), fino a che il suo posto viene preso da un centrocampista, Luiz Gustavo.
Probabilmente ci eravamo scordati di lui fino a ieri sera, quando la sua assonanza con i Ronaldo è tornata a farsi viva.