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Il bello dell'Europa League vol. 12
05 mag 2017
Cose che rendono deliziosa la competizione europea più sciatta.
(articolo)
14 min
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Le cose bellissime successe in Ajax - Lione

Ajax - Lione è stata una delle partite più divertenti di questa stagione. L’Ajax ha tirato verso la porta 24 volte, di cui 19 da dentro l’area di rigore. Il Lione comunque non è stato a guardare e ha tirato verso la porta 14 volte. Per darvi un’idea più visiva, ecco la mappa dei tiri delle due squadre:

Ma la partita è stata bella anche per fattori molto più intangibili di questo. Per l’elettricità che si poteva respirare guardandola, e che sembrava circolare tra giocatori e tifosi in un circolo perfetto, come se tutti avessero davvero la sensazione di stare ad assistere a qualcosa di speciale.

È stata una grande partita soprattutto perché le due squadre l’hanno interpretata in maniera totalmente sfrontata: non preoccupandosi, in sostanza, di adeguarsi alle caratteristiche e al piano gara degli avversari. Questo ha generato una serie di scelte sconsiderate, ma anche di giocate di grande qualità, permesse dal fatto che nessuno sembrava essere spaventato dall’idea di sbagliare.

Ha vinto alla fine la squadra che ha saputo portare fino in fondo - con più convinzione, organizzazione e mentalità - la spregiudicatezza del proprio piano gara. L’Ajax ha giocato una delle migliori partite degli ultimi anni del suo medioevo storico. Le proporzioni dell’impresa sono rese bene dal fatto che dopo il match centinaia di tifosi hanno aspettato la squadra fuori dallo stadio per acclamarla come dopo la vittoria di un trofeo.

La partita ha messo anche un altro mattoncino alla narrativa dell’Ajax come squadra più eccitante d’Europa. Non solo perché quest’anno - va detto, con poche possibilità di vincere la Eredivisie - il suo stile di gioco riesce ad onorare il fascino della propria tradizione storica, ma anche perché la squadra è giovane, davvero molto giovane. L’età media dell’undici titolare dell’Ajax contro il Lione era di 24 anni: cosa che inevitabilmente ricopre tutto di una patina di hype ancora superiore.

L’atteggiamento difensivo dell’Ajax

L’andamento della partita ha rispecchiato il funzionamento del gioco del labirinto di legno. Quello in cui, per arrivare al termine del percorso, bisogna usare delle manopole che controllano l’inclinazione del piano. I ritmi della partita sono stati pazzeschi per tutti e 90 i minuti e ha vinto in sostanza la squadra che, nel braccio di ferro dell’intensità, ha saputo inclinare il campo verso la porta avversaria con più forza e costanza.

Nei primi 20 minuti il Lione ha controllato la partita, avendo individuato sul suo lato destro la strada privilegiata per attaccare l’Ajax. Cornet si accentrava per liberare spazio per l’avanzata palla al piede di Jallet, molto sollecitato nel primo tempo. Dopodiché Cornet si allargava di nuovo verso l’esterno tirando fuori De Ligt dal centro della difesa, a quel punto sfilacciata.

L’Ajax sembrava poter subire gol da un momento all’altro, finché non ha segnato con Traoré da calcio di punizione. A quel punto i biancorossi hanno controllato il gioco alzando ulteriormente i ritmi, giocando con grande agonismo e coraggio sin dalla linea difensiva, che è riuscita a non arretrare di un centimetro e a difendere sempre in avanti. Questo anche grazie alle caratteristiche dei giocatori: Tete, Sanchez, De Ligt e Riedewald sono tutti calciatori più istintivi che cerebrali, a proprio agio quando possono difendere in modo aggressivo e senza pensare.

Anche De Ligt, centrale classe ’99, ha giocato grande partita dopo tante altre in cui ci si chiedeva cosa avesse di speciale. De Ligt ha dimostrato di trovarsi più a suo agio quando può difendere senza preoccuparsi troppo dei buchi lasciati alle proprie spalle.

Anche Tete - a cui normalmente Bosz preferisce Veltman - è stato fra i migliori. I suoi numeri: 7 tackle, 3 intercetti, 6 spazzate. Un dominio su Valbuena pressoché totale: è il giocatore della partita con più duelli vinti. Notevoli anche i numeri di Sanchez: 4 tackle, 5 intercetti, 6 spazzate.

In certe situazioni - quelle in cui cercavano l’anticipo in avanti pur a palla scoperta - il loro ottimismo ha sconfinato nella vera pazzia, e il Lione è andato molto vicino a riaprire la partita persino nel momento peggiore. Al 68esimo, ad esempio, Sanchez sbaglia una lettura (complicata) e Fekir si ritrova da solo davanti ad Onana, che però fa un miracolo (chiuderà con 7 parate).

La creatività di Hakim Ziyech

Qualcuno ha paragonato Hakim Ziyech ad Andrés Iniesta, e questa è una delle più grandi bestialità che mi è capitato di sentire negli ultimi anni. È vero però che l’influenza creativa di Ziyech sulle partite è sbalorditiva. Pur nascendo da trequartista centrale o da ala, Bosz ne ha arretrato la posizione fino a farlo diventare una mezzala che copre una vastissima porzione di campo. In questo modo la sua influenza sul gioco dell’Ajax è enorme e quando è in stato di grazia, come mercoledì, la sua visione di gioco diventa devastante. Ziyech ha servito complessivamente 3 assist, record in una singola partita di Europa League.

La partita ultra-fisica di Bertrand Traoré

Traoré ha giocato una partita sontuosa ed è stato eletto migliore in campo. Non solo ha realizzato 1 assist e segnato 2 gol (il primo, quello dell’1 a 0, fondamentale per cambiare l’inerzia della partita). Tutti i suoi numeri sono ridicoli:

  • 6 tiri

  • 5 passaggi chiave

  • 7 duelli aerei vinti

  • 2 tackle

  • 3 intercetti

La sua è stata una partita di sostanza in ogni piega del gioco, specie quelle sottovalutate. Qui ad esempio aiuta la squadra ad alleggerire dalla pressione del Lione tenendo palla, attirando gli uomini su di sé e scaricando infine su compagni a quel punto liberi.

Dalla costruzione bassa, quando il Lione riusciva a schermare bene tutte le linee di passaggio, i difensori cercavano il passaggio diretto verso Traoré, bravo a venire dentro e a offrire una traccia interna. L'ala dell'Ajax era sempre bravo a difendere palla e a capire quando partire in dribbling e quando invece alleggerire all’indietro.

Poi ci sarebbe da parlare del suo dominio nel gioco aereo. Giocando sulla fascia ha potuto sfruttare i mismatch fisici con i giocatori di fascia del Lione, e lo ha fatto con una spietatezza totale: 7 duelli aerei vinti, uno dei quali si è trasformato in questo impressionante assist per Dolberg, che nasce da una prolungata fase di gegenpressing dell’Ajax.

Per queste doti fisiche, ma anche per la capacità di gestire il pallone sotto pressione, Bosz lo utilizza spesso anche da prima punta al posto del meno atletico Dolberg. Che però ieri è stato uno dei motivi che hanno reso speciale questa partita.

Le sponde di Dolberg

La sicurezza con cui Dolberg si muove in campo è quasi offensiva. Non dovrebbe essere normale muoversi in attacco, a 19 anni, con quella consapevolezza e sensibilità. Il danese ha inizialmente sofferto la fisicità di N’Koulou e Diakhabi, non è quel tipo di centravanti a cui piace il contatto fisico, ma nel corso della partita è stato bravo a sfilarsi.

Dolberg ha lasciato Traoré a lavorare sporco contro la difesa dell’Ajax, mentre ha lavorato molto bene da rifinitore a muro, portando i centrali del Lione su un territorio di fioretto dove si trovano meno a loro agio. La qualità tecnica di Dolberg gli permette di servire i compagni attorno sempre con precisione, cercando sponde anche complesse. Questo il delizioso tacco da cui nasce la trama barocca del gol del 4 a 1.

Finale ipotecata?

La partita sarebbe potuta finire anche 10 a 2 per l’Ajax. Oppure 5 pari. Le due squadre hanno giocato senza mezze misure, ma il Lione più per confusione che per scelta, troppo abituato forse a non controllare le gare, confidando nella qualità individuale dei propri giocatori. Si dice che per Bosz abbia «più valore una vittoria per 5-4 rispetto a una per 1-0», ed è una frase che dice tutto sullo stile di gioco del suo Ajax, e di quanti rischi potrebbe comunque correre nella partita di ritorno in Francia.

La noia di Celta Vigo - Manchester United

Le due squadre arrivavano a questa semifinale con uno stato d’animo molto differente. Per il Manchester United l’Europa League è l’occasione per raddrizzare una stagione mai completamente decollata mentre per il Celta Vigo si tratta della sfida europea più importante della storia e come tale è stato vissuta dalla città, euforica da giorni. Anche l’avvicinamento è stato diverso: il Manchester United non perde da 11 partite e in Premier è rientrato nella lotta per un posto in Champions League. Il Celta invece arriva da 5 sconfitte nelle ultime 8 partite e sembra non abbia più niente da chiedere alla Liga, puntando tutto su questa doppia sfida (come sottolineato, con un po’ di aggressività, da Mourinho prepartita). Gli inglesi dovevano poi rinunciare per infortunio a Ibrahimovic, Marcos Rojo e Shaw, con Mata e Smalling rientranti e in panchina.

Tutti questi piccoli vantaggi potevano livellare una sfida che sulla carta partiva sbilanciata a favore del Manchester United, ma non è stato così. La squadra di Mourinho è stata sempre in controllo, se non del gioco, del risultato e la vittoria fuori casa per uno a zero è sembrato proprio l’esito cercato dal tecnico portoghese fin dall’inizio.

Con Romero portiere di coppa, Valencia e Darmian sugli esterni, Bailly e Blind centrali, Herrera davanti alla difesa, una asimmetrica linea a 4 composta da Mkhitaryan, Pogba, Fellaini e Lingard e Rashford libero di svariare in attacco, Mou cambia un po’ le carte rispetto alle ultime uscite rinunciando a Martial e spostando l’armeno sulla fascia con Lingard che tendeva invece a stringere molto verso il centro per lasciare spazio a Valencia.

Lo United ha provato ad approfittare dello spazio tra la difesa e il centrocampo avversario per far ricevere uno dei suoi centrocampisti offensivi e da lì costruire gioco, una tattica che ha funzionato a momenti alterni.

Berizzo si dispone invece con un 4-2-3-1 che prevede Wass (brutta la sua partita) dietro a Guidetti e Pione Sisto e Iago Aspas sulle fasce, nella speranza che il Celta di Europa League tiri fuori qualcosa dal cilindro grazie a loro due, ma non succederà.

Dopo aver assistito a tre semifinali europee di alto livello, con squadre impegnate a cercare di imporre la propria idea di gioco, Manchester e Celta hanno dato vita ad una partita poco caratterizzata. Sulle idee ha prevalso l’intensità, sulla costruzione il talento dei singoli. Questo ha avvantaggiato ovviamente i Red Devils che si difendevano con un 4-1-4-1 molto ordinato e che potevano contare sulla capacità di creare dal nulla di Pogba e Rashford. Arrivano proprio da loro invenzioni le due giocate più pericolose del primo tempo.

La forza nelle gambe di Rashford è un vantaggio enorme per Mourinho perché gli permette una continua superiorità sulla difesa avversaria. La seconda migliore occasione è invece un Vintage Pogba. Il francese è stato ancora una volta tra i migliori in campo, per mole di gioco prodotta e capacità di farsi trovare nel campo, e le incomprensioni sul suo ruolo all’interno del Manchester sembrano ridursi partita dopo partita. Se commette ancora diversi errori è anche per la quantità di rischi che decide di assumersi durante le partite, ma a questi fa sempre da contraltare una superiorità fisica che in Europa League è ancora più evidente: non ha trovato ancora un centrocampo avversario in grado di contenerlo fisicamente.

In una azione troviamo la sua doppia natura: la forza con cui si libera dell’avversario e la sensibilità e la precisione con cui serve nello spazio Mkhitaryan, che da solo davanti a Sergio Alvarez gli tira addosso. Il portiere spagnolo è decisivo nel primo tempo: con tre interventi importanti ha tenuto in partita la sua squadra.

Nel secondo tempo la partita si spegne. Il Celta capisce che deve provarci di più e prova ad alzare il baricentro senza mai risultare però veramente pericoloso se non con un tiro deviato di Pione Sisto. Il Manchester United perde lentamente l’efficacia del primo tempo e finisce per trovare il gol grazie ad una calcio da fermo.

Ancora una volta Rashford dimostra il suo talento superiore: prima costringe Mallo a fermare una delle sue accelerazioni con il fallo, poi a diciannove anni si prende la responsabilità di calciare la punizione in una semifinale di Europa League, trovando una parabola molto tesa e precisa che batte Sergio Alvarez sul suo palo.

Trovato il vantaggio la squadra di Mou si preoccupa principalmente di chiudere ogni spazio, rinunciando però alle ripartenze e quindi anche alla possibilità di aumentare il vantaggio in vista del ritorno. Il Celta - spinto da un pubblico sempre vivo e pronto ad incitare- ci prova, ma spuntato Iago Aspas non ha nessuna arma per far male al Manchester United e finisce solo per portare attacchi confusi che non preoccupano.

Il Manchester United vince meritatamente una partita controllata dall’inizio, eppure la scelta di accontentarsi dello scarto minimo può essere un boomerang. Mourinho ha preferito non rischiare: evidentemente la fiducia nella superiorità della sua squadra nella partita di ritorno è così alta da non credere in una possibile sconfitta nel ritorno all’Old Trafford.

Cinque foto uguali di Facundo Roncaglia

Al centro della difesa del Celta Vigo si è stagliato - come un’epifania al tramonto - Facundo Roncaglia, una vecchia conoscenza del calcio italiano benvoluta da tutti gli appassionati che non lo hanno avuto nelle proprie squadre del cuore. Vediamo ora cinque foto - diverse ma uguali - del roccioso difensore argentino.

Possibilità di passaggio del turno dopo l’andata delle semifinali

Semifinali, è tempo di incassare. Più si riduce il numero delle partecipanti alla competizione più interessante tra quelle che non prevedono ragazzini che ballano, più aumenta la possibilità di pagarsi il viaggio a Cardiff (non per la finale di Champions, per andare a cercare Craig Bellamy). Per farlo però bisogna aumentare il rischio: chi passa, chi non passa, chi perderà le staffe e chi la dignità. Noi abbiamo le percentuali per ognuna di queste possibilità, più una piccola sorpresa.

Manchester United 90% - Celta Vigo 10% (risultato andata 0 a 1)

Il Manchester United ci aveva abituati a pareggiare 1 a 1 la gara in trasferta per poi chiudere faticosamente i conti all’Old Trafford. Questo progetto si è un po’ discostato dai binari quando - arrivati in semifinale - hanno incontrato una squadra che saresti stato contento di incontrare ai sedicesimi. La vittoria fuori casa inclina il piano della squadra di Mou che sembra diretta a Solna più di una biglia diretta a Solna. Cosa potrebbe andare infatti storto ad una squadra a cui sembra andare tutto storto tranne i risultati di Europa League? Il 10% a favore del Celta Vigo è dato dalla possibilità che da qui al ritorno tutti i giocatori del Manchester United subiscano un qualche tipo di infortunio costingendo lo United a schierare i giocatori del City allenati da Mourinho.

Cosa giocarvi: Iago Aspas non riesce a farsi una ragione del fatto che sta per uscire dall’Europa League ed inizia a calciare di sinistro ogni cosa gli capita a tiro, tra cui - purtroppo - anche il suo compagno Pione Sisto creando un caso di possibile aggressione razziale che avrà strascichi molto pesanti sul Celta Vigo che sarà costretto a cedere il suo marchio alla Red Bull che non vincerà nulla perché proverà a portare il gegenpressing in Spagna senza che nessuno voglia davvero farlo, ma farà una campagna di sensibilizzazione sui tori così forte che nel giro di qualche anno verranno interrotte per sempre le corride, mandando Iago Aspas in depressione (grande fan lui).

Cosa non giocarvi: Che Theresa May abbia l’ardire di andare dai giocatori del Manchester e comunicargli che per via dei processi di Brexit la parola Europa verrà presto eliminata completamente dell’Inghilterra quindi se vogliono possono anche vincerla, ma è evidente che la competizione che vinceranno si chiamerà solo League perdendo quel già poco di appeal che gli restava. Questa è una storia vera, ma nessuno avrà il coraggio di dirlo ai giocatori.

Lione 25% - Ajax 75% (risultato andata 4 a 1)

Ma come - direte voi - una squadra che ha perso quattro a uno ha più possibilità di passare di una che ha perso per 1 a 0? Ebbene sì, questi sono i freddi calcoli della matematica dell’Europa League. L’algoritmo tiene infatti presente che l’Ajax fa abbastanza schifo fuori casa (vi ricordate i quarti), mentre il Lione è capace di ottime partite all’interno del confortevole stadio di casa (vi ricordate quando c’era Juninho Pernambucano?). Detto questo per recuperare lo svantaggio di tre gol che attanaglia gli uomini di Genesio serve principalmente una cosa: un super Lacazette, un tipo di supereroe che solitamente si presenta una volta su quattro, da qui la precisa percentuale del 25%. Dal canto suo l’Ajax si è apparecchiata la tavola del passaggio del turno abbastanza bene e quello che principalmente deve fare è correre per far correre il cronometro, una cosa che non vuol dire nulla ma che spesso fanno le squadre in vantaggio.

Cosa giocarvi: che l’età media dell’Ajax sarà più bassa dell’età media della vostra squadra di calciotto. Molto più bassa.

Cosa non giocarvi: giocatevi tutto: può succedere veramente di tutto: per dire può accadere anche che il Lione decida di continuare a far giocare Diakhaby.

La sorpresa

In accordo con Spotify dal prossimo turno di Europa League sarà possibile scommettere su qualche canzone ascolteranno le squadre negli spogliatoi dopo la partita. I nostri consigli:

Manchester United:

In caso di passaggio del turno: Wannabe - Spice Girls

In caso di eliminazione: Heaven knows i'm miserable now - The Smiths

Celta Vigo:

In caso di passaggio del turno: Anarchy in the U.K. - The Sex Pistol

In caso di eliminazione: Luar na Lubre - Canteixere

Ajax

In caso di passaggio del turno: Forever young - JayZ feat. Mr Hudson

In caso di eliminazione: Forever young - Bob Dylan

Lione:

In caso di passaggio del turno: HOOSS - A50

In caso di eliminazione: The lion sleeps tonight - The Tokens

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