Quando aveva vinto questo stesso premio l’ultima volta, Leonardo Mancuso aveva segnato 4 gol in 14 minuti e 32 secondi. Il poker più veloce della storia della Serie B. Angelo Pisani, nel pezzo che lo aveva celebrato per la vittoria del premio, a dicembre, lo aveva definito il suo “Momento Lewandowski”, citando il maestro delle marcature multiple, un giocatore capace di andare a fuoco nei momenti di massimo splendore sul campo. Un glitch della realtà. Mancuso non sarà Lewandowski, ma ha segnato 19 in Serie B quest’anno: è secondo nella classifica marcatori, dietro Massimo Coda, ma senza rigori sarebbe primo. Sono numeri che assumono una particolare rilevanza perché Mancuso è il miglior marcatore della migliore squadra del campionato, l’Empoli primo in classifica. La squadra di Alessio Dionisi ad aprile ha mantenuto il primato restando imbattuta, ottenendo due pareggi e due vittorie che sono anche il frutto di due doppiette di Mancuso, che si è confermato specialista nelle marcature multiple. Abbiamo raccolto alcune delle sue migliori azioni del mese, oppure quelle che più raccontano il suo stile di gioco, per celebrarne ancora una volta il talento alla sua seconda vittoria del premio calciatore del mese AIC per la Serie B.
La rapidità d’esecuzione nel gol alla Cremonese
Mancuso ha avuto una carriera strana. Fino ai 25 anni giocava ancora in Serie C e lo faceva da esterno offensivo, finché i suoi gol non hanno cominciato a diventare troppi per non essere avvicinato alla porta. È diventato formalmente centravanti all’Empoli a 27 anni suonati. Sono tre anni che va in doppia cifra, ma questo è il primo anno in cui supera i venti gol in Serie B. Se guardate questo gol alla Cremonese - arrivato dopo un digiuno di due mesi che stava diventando pesante - capirete il perché. Il regista Stulac - uno dei migliori della stagione - lancia profondo e sembra voler cambiare gioco sull’esterno; la palla però finisce sulla testa di Ryder Matos, la punta, che fa la sponda per Mancuso. La preparazione e il tiro sono di alto livello: un primo controllo di testa a portarsela avanti e poi una conclusione di interno a incrociare particolarmente improvvisa, con la palla colpita con un taglio a uscire hockeystico.
Una partita vinta 4-2, che ha avuto un peso notevole nella stagione dell’Empoli, in quel momento alle prese con diverse assenze per un focolaio covid.
Il gioco di sponda contro la Cremonese
Il 4-3-1-2 in Serie B rappresenti il canone per molte squadre, ma l’Empoli ha iniziato a usarlo prima che lo diventasse. Il rombo di Dionisi si caratterizza per una maggiore attitudine alla verticalità e per i movimenti estremamente fluidi delle due punte, Matos (o La Mantia) e Mancuso, in grado di muoversi molto anche in orizzontale per dare ampiezza a un sistema che strutturalmente potrebbe non averne. Nell’azione precedente abbiamo visto Matos staccare di testa per fare da sponda a Mancuso, qui invece è Mancuso a venire incontro per dare il via alla ricerca del terzo uomo che trova proprio Matos in profondità.
L’intesa con Leo Stulac
[gallery ids="68655,68654,68653"]
Il ritmo d’attacco dell’Empoli è spesso definito dalle scelte del suo regista, Leo Stulac, che però è tra quei giocatori che davanti alla difesa possiedono il gusto e la visione per cercare l’ultimo passaggio. L’intesa con Mancuso, e i suoi movimenti sul filo del fuorigioco, è speciale. Come vediamo in quest’azione, Mancuso si muove per scattare appena nota che la palla sta per arrivare a Stulac; si muove persino con eccessivo anticipo, visto che viene colto in fuorigioco di qualche centimetro.
L’intelligenza delle letture contro il Brescia
Nonostante sia arrivato tardi a giocare centravanti, Mancuso brilla per l’intelligenza delle sue letture con e senza palla. Un aspetto fondamentale per associarsi con l’altra punta. Mancuso ha una velocità di pensiero notevole per un giocatore cresciuto come esterno offensivo, e che quindi è abituato a portare palla. Da quando è arrivato all’Empoli, lo scorso anno, ha migliorato molto il suo gioco a uno o due tocchi. In quest’azione c’è il suo smarcamento su un calcio di punizione, la sponda di prima, ma poi anche la capacità di alzare la testa e vedere il movimento sul secondo palo.
Lo scavetto al Chievo Verona
Contro il Chievo ha segnato un gol in tap-in dopo un palo di Zurkowski, e ha poi dedicato il gol al padre. Poco prima di essere sostituito ne ha segnato un altro ben più complesso, con uno scavetto di prima intenzione su un filtrante diagonale di Sabelli. Un colpo particolarmente difficile, arrivato dopo un movimento sornione alle spalle dei difensori. Semper era uscito con tempismo e forse non si aspettava che Mancuso, leggermente fuori equilibrio, tirasse di prima, senza mai controllare con lo sguardo la posizione del portiere, attivando quella vista periferica tipica degli attaccanti. L’Empoli ha pareggiato quella partita ma Mancuso ha dato, ancora una volta, l’impressione di stare stretto in Serie B. I suoi movimenti in profondità sono troppo esatti, il suo repertorio di finalizzazioni troppo completo per questa categoria.
Mancuso è tre gol dietro Coda nella classifica marcatori, ma ha ovviamente rassicurato che gli interessa il giusto. A contare è la promozione dell’Empoli, al momento in testa alla classifica con sei punti di vantaggio dal Lecce secondo. Potrebbe arrivare in Serie A alla soglia dei trent’anni, ma lo sappiamo, la storia del calcio italiano è piena di centravanti sbocciati tardi. In un’intervista recente ha dichiarato: «La gavetta serve, perché è qualcosa che ti forma, se parti dal basso hai soltanto da imparare. Sto facendo una crescita graduale, sono partito dai dilettanti e spero di arrivare in alto. Certo c’è chi ci è arrivato molto prima di me. Non ho rimpianti, ho fatto 10 anni di giovanili nel Milan ma non ero pronto per la prima squadra».