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Il Classificone 3/4: I 5 freaks
27 mar 2015
I 5 calciatori freak del campionato italiano: ritorna il Classificone, la rubrica più amata de l'Ultimo Uomo. Sempre più storta, asimmetrica e perturbante.
(articolo)
6 min
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I 5 Freaks della Serie A

di Emanuele Atturo (@Perelaa)

Nel calcio contemporaneo esiste uno standard di fisico a cui i calciatori, nella loro costruzione, dovrebbero aderire. Ci sono però dei casi che, in modi diversi, non aderiscono a questo standard. Per dire, il Gareth Bale raccontato da Daniele Manusia questo standard lo supera con disinvoltura, ne rappresenta la versione esasperata e futuristica. Altri giocatori se ne disinteressano, o ne incarnano un altro, altrettanto estremo, ma diverso. Sono i freaks della Serie A, che aggirano lo standard fisico di un calciatore del 2015, e mettono in campo delle anomalie quasi circensi. Ecco una breve panoramica fatta di muscoli troppo sviluppati, gambe troppo corte, braccia troppo secche. Movimenti assurdi, eleganze inedite e storture affascinanti.

Li accettiamo, li accettiamo.

5. Maxi Moralez, “El Frasquito” (m. 1,59 x 57 kg)

In un video culto dell’Internet Federico Buffa raccontava la complessa genesi del soprannome “El Frasquito”. Questo sarebbe «il barattolino di marmellata che la mamma dà al bambino la mattina per la colazione, ma al di là della struttura» prosegue Buffa «SNAP! Il rumore del tappo che si muove sul 'Frasquito' è il rumore di quando calcia lui». L’immaginifico collasso tra il piano fisico e quello tecnico sono l’essenza di Maxi Moralez.

Ormai è in Serie A da 4 stagioni, ma ogni volta vederlo in campo dà la stessa vertigine freak di quando vediamo giocare a calcio un bambino molto dotato tecnicamente. La stessa impressione di innaturalità, che qualcosa sia stato forzato.

Quando calcia non sembra possibile che delle gambe così corte, contenute in pantaloncini sempre troppo grandi, possano imprimere una forza del genere al pallone.

Per capirci, Maxi Moralez è alto 5 centrimetri in meno di Giovinco, ha 39 di piede. Non sembra neanche particolarmente esplosivo o reattivo, è semplicemente più piccolo: gioca in un rapporto di scala diverso col campo, entra nel gioco come un bisturi, toccando pieghe che gli altri non possono raggiungere.

4. Luca Toni, “Godzilla” (m. 1,93 x 87 kg)

Nell’ultimo Classificone Daniele Manusia ha definito Luca Toni «l’attaccante italiano più assurdo di sempre». Quando sembra essere in ritardo su una palla riesce a usare ogni centimetro del corpo per arrivarci; sembra perdere palla, ma poi piega tutto quello che lo circonda alla propria volontà superiore; sembra fare delle finte troppo prevedibili, ma gli avversari le capiscono sempre un secondo dopo. Non si tratta solo di potenza fisica, è come se avesse attorno a sé un’aurea immateriale che tiene tutti gli avversari a una certa distanza e che lo rende immarcabile. Un’aurea che non svanisce col passare degli anni. Il suo impatto con la Serie A nel 2005 è stato così destabilizzante che Cosmi è arrivato a chiedere agli arbitri di «studiarlo», presupponendo che si muovesse in un modo che noi non siamo capaci di interpretare.

Certe volte pare che non sia lui ad essere troppo grande, ma gli altri ad essere troppo piccoli, e che il campo da calcio sia fatto per gente delle sue dimensioni. Per gli altri c’è il calciotto.

3. Mirko Valdifiori, “Smilzo” (m. 1,76, 70 kg)

È strano che alla domanda su quali siano, secondo lui, i migliori centrocampisti al mondo Valdifiori abbia risposto «Nainggolan e Pogba», cioè due giocatori che basano il proprio gioco su una potenza fisica sopra la media, grazie a cui bullizzano i diretti avversari. Valdifiori questo non se lo può permettere. Non si può dire che il suo fisico sia slanciato, sembra piuttosto schiacciato ai lati, compresso. Il viso lungo, il naso lungo, le braccia lunghe molto oltre il baricentro, e secchissime. Il corpo di Valdifiori sembra stia per scomparire dal campo da un momento all’altro, quasi invisibile, immateriale come il suo gioco costruito per aggirare il contatto diretto con gli avversari: tutto basato sui tempi di passaggio, i tocchi di prima, le letture cognitive del campo.

2. Xherdan Shaqiri, “Power Cube” (m. 1,69 x 72 kg)

Shaqiri è l’unico giocatore della Serie A il cui peso supera l’altezza. La cosa si potrebbe mettere anche in termini più visivi. Shaqiri è l’unico giocatore della Serie A più largo che lungo.

Il suo soprannome, “Power Cube”, rende bene questa presenza geometrica in campo. Shaqiri ha introdotto un corpo da bodybuilder in un ruolo, come quello del 10, a cui solitamente associamo una grazia eterea, quasi femminea. Per questo vederlo giocare è un cortocircuito continuo: a tratti è inverosimile che con una potenza del genere riesca a toccare il pallone con quella morbidezza.

Nell’immaginario futuristico e distopico dei calciatori iperfisicati, Shaqiri ne rappresenta la versione fumettistica: troppo esagerata per essere credibile. In un video del Daily Mail di questa estate viene ripreso in modo ipnotico mentre fa degli esercizi con le sue gambe muscolosissime. Un signore sullo sfondo lo guarda sorridendo incredulo, come davanti ai fenomeni da baraccone.

1. Paul Pogba, “Il polpo” (m. 188 x 80 kg)

Inserire Pogba in questa lista potrebbe suonare incoerente. Se non altro perché si tratta di uno dei giocatori più belli da vedere nel campionato. Ciò non toglie che l’eleganza espressa da Pogba sia in un certo senso un’eleganza freak, straniante. È una grazia sincopata, piena di movimenti asimmetrici e non ortodossi. Di giocate realmente inedite e impensabili, ma eseguite con quel particolare senso per la semplicità propria del classicismo.

Pogba tutto questo sembra saperlo: è il primo giocatore freak che sa di essere tale. Mi piace pensare che è per questo che si fa tutti quei tagli di capelli assurdi o che quando è il momento di esultare si mette a fare gesti incomprensibili con delle facce senza senso:

Gli altri del circo

Daniele Verde: 10 metri quadrati di faccia che esprimono la declinazione coatta di alcuni dettagli estetici un tempo hipster (barba lunga, doppio taglio con capelli all’indietro). Gli occhi dolci e molto femminili, il sorriso perfetto e inquietante, le gambe corte e tozze, il busto tarchiato. I dettagli fisici di Verde sembrano scordati l’uno con l’altro, come se fossero stati messi insieme in momenti diversi grazie agli avanzi di altri corpi. La faccia sembra un elemento estraneo al punto che in ogni immagine risulta come un fotomontaggio mal riuscito.

Allan: Il centrocampista dell’Udinese non ha collo: la faccia è sempre tesa, le sopracciglia inarcate, quando corre il busto rimane fermo e le gambe mulinano quasi senza piegarsi.

Quest’andatura, unita alla furia che mette in fase di pressing, lo fanno sembrare un grosso insetto aggressivo.

Mario Rui: fino ad ora abbiamo parlato di anomalie tra anomalie: cioè di giocatori che evitano lo standard fisico di un calciatore nel 2015, che non è comunque quello di una persona normale del 2015. In tal senso Mario Rui è un’anomalia per la sua normalità. Il suo fisico, così regolare, non particolarmente atletico, un tantino triste, esprime perfettamente un’idea di medietà da terzino operaio.

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