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Il Classificone 3/4: I migliori gol
24 mar 2015
I 5 gol migliori della prima parte del girone di ritorno. Torna il Classificone, la rubrica più amata de l'Ultimo Uomo. Sempre più fresca, leggera e con vista mare.
(articolo)
7 min
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I cinque migliori gol del terzo quarto di campionato

di Daniele Manusia (@DManusia)

5. Luca Toni vs Napoli, 27a giornata, assist: la glaciazione.

Finalmente l'occasione giusta per aggiungere il suono dei dinosauri di Jurassic Park (ce n'è un numero sorprendente di video su YouTube) alle immagini di Luca Toni in area.

È facile ammirare gli spilungoni tecnici tipo Lamberto Zauli, ma nel tempo siamo riusciti anche ad apprezzare il modo in cui Toni coordina la parte superiore del corpo con quella inferiore. Con le braccia Toni tiene lontani gli avversari, o si tiene semplicemente in equilibrio mentre cerca di anticipare i movimenti di gente molto più agile di lui; con i piedi, intanto, cerca di venire a patti con il fatto che in qualche modo il pallone va controllato.

In questo gol c'è tutto: Luca Toni che si agita come uno pterodattilo in una cristalleria, vince un paio di contrasti/rimpalli e alla fine segna, permettendo alla parte del mio cervello solitamente premuta dall'ansia di rilassarsi per qualche secondo. Non escludo che Luca Toni possa essere l'attaccante italiano più assurdo di sempre.

4. Rigoni vs Napoli, 23a giornata, assist di Vazquez, hockey pass di Dybala, che azione.

Una delle cose che cerco nei gol è la sensazione di sorpresa. Qui, la sponda di Vazquez sul cross di Dybala è qualcosa in più di quello che mi aspettavo, di quello che la somma delle partite di calcio che ho visto in vita mia mi ha abituato ad aspettarmi.

C'è parecchio talento in questo gol, per vedere tutta l'azione non bastano i 6 secondi di Vine. All'inizio c'è un dribbling di tacco di Dybala a centrocampo con cui si lancia da solo in campo aperto. Poi Dybala mette la palla perfettamente sulla testa di Vazquez, che vede arrivare Rigoni a centro area e salta in controtempo, per dare forza con il colpo di frusta a una palla scarica. Poi arriva Rigoni, che scivola come se dovesse passare sotto una serranda che si sta chiudendo.

Ma cose di questo tipo dipendono solo parzialmente dal talento dei giocatori in campo, Iachini ha più di un merito e se guardate il gol di Rigoni contro l'Atalanta anche quella è una grande azione. E anche in quel caso Rigoni si inserisce in area molto prima che si capisse costa stava per succedere. E se Rigoni fosse il nuovo Perrotta? Peccato abbia già trent'anni.

3. Salah vs Sassuolo, 23a giornata, assist di Babacar, di tacco.

In un Classificone passato ho paragonato Babacar a Frankenstein che raccoglie fiori e si commuove, perché anche se è un giocatore prettamente fisico ha dei momenti di sensibilità tecnica davvero raffinati. Ma usiamo un'altra retorica: che aggettivi avrebbero speso stampa nazionale e social network se questo tacco lo avesse fatto uno tra Tevez e Totti?

Sul sito ufficiale di Totti, nella parte “statistiche e info”, qualcuno tiene il conto dei tacchi fatti in carriera dal Capitano. Ogni tanto controllo se il numero è in aumento e adesso è arrivato a 1105 tacchi. Quando la rotellina dei numeri sul sito di Totti si fermerà, molto probabilmente sarò triste, e questo ovviamente fa la differenza tra un grande calciatore e un calciatore che ogni tanto fa cose più o meno grandi.

Ma anche se si trattasse di un tacco passeggero, sono sensibile al gesto di Babacar, a quella gambetta alzata come lo stereotipo anni Cinquanta di una ragazza che bacia il suo spasimante. In quel momento Babacar è un meccanismo delicato del flusso di gioco, prolunga solo la traiettoria della palla sulla corsa del compagno (un compagno con cui tra l'altro gioca da poco).

Di Salah si è detto che forse è merito della differente preparazione fisica del campionato inglese rispetto a quello italiano, ma Salah era uno dei calciatori più veloci palla al piede dai tempi del Basilea. Se Mourinho l'ha lasciato andare via avrà avuto i suoi motivi, ma Salah è sempre stato questo e forse è il caso di smetterla di definire e ridefinire in continuazione il valore dei giocatori in assoluto. E accettare il fatto che lo stesso giocatore in contesti diversi può essere più o meno utile, esprimendosi meglio o peggio (per questo in sottofondo c'è Perception Vs Reality di Joey Badass).

2. Defrel vs Lazio, 21a giornata.

Grégoire Defrel adesso nelle interviste deve rispondere a domande sul PSG e sulla Nazionale francese, ma è in classifica solo perché tra tutte le “bombe da fuori” di questo quarto di campionato il suo è quello più bello.

In ballottaggio c'erano Sansone vs Inter, Pirlo vs Atalanta, Paredes vs Cagliari, Pogba vs Chievo e Felipe Anderson vs Sassuolo. Pirlo sembra che decida di mettere la palla all'incrocio, la fa fluttuare alla velocità necessaria perché entri in porta e decida una partita in bilico; Pogba calcia con una sicurezza che fa paura; la parabola di Felipe Anderson è perfetta e anche gli altri nominati hanno qualcosa di eccezionale.

Ma c'erano anche delle belle conclusioni da dentro l'area: tipo Candreva vs Palermo; Hamsik vs Sassuolo; il colpo da bowling di Pulzetti vs Parma; il dritto lungolinea di Higuain vs Inter (che per un attimo nei replay da dietro esce dalla linea del palo per poi curvare all'ultimo).

Tornando a Defrel: ho scelto il suo gol perché la traiettoria ad uscire sul secondo palo, calciando con l'interno sinistro alla sinistra del portiere (dal replay si apprezza meglio), mi sembra più rara di quella a rientrare. E quasi tutti i tiri citati sopra sono a rientrare. Inoltre Defrel calcia quasi da fermo, sembra quasi un rigore da venticinque metri, calciato fortissimo sotto l'incrocio.

1. Pinilla vs Cagliari, 21a giornata. Assist, il karma.

Per chi non avesse seguito le puntate precedenti: il primo gol di ogni Classificone contiene un messaggio spendibile per i lettori all'interno della loro vita quotidiana. Per capire il messaggio nascosto nel gol di Pinilla bisogna pensare alla traversa che ha colpito con il Brasile nei tempi supplementari, che avrebbe mandato il Cile ai quarti dello scorso Mondiale. E al tatuaggio della traversa colpita nei tempi supplementari contro il Brasile, che Pinilla ha voluto sulla sua schiena per non dimenticare mai.

Adesso, ho sempre pensato che uno degli aspetti difficili della vita di un calciatore deve essere l'impossibilità di staccare dal loro lavoro, che il loro lavoro li definisce al punto che il rischio è di non esistere se non come calciatore. Per la gente con una vita normale è un sollievo entrare in un bar senza che il barista sappia come gli vanno le cose a lavoro, se lavora bene in quel periodo, se il capo lo stima, se la sua azienda sta per fallire o ridurre i costi. Un calciatore, invece, entra in un bar e se il barista o i clienti non sono delicati gli tocca parlare di lavoro.

Per noi Pinilla è un calciatore mediocre a cui è stata negata la gioia di un gol importante al Mondiale e quel tatuaggio in teoria lo costringe a non poter dimenticare un momento doloroso. Ma per Pinilla quel tatuaggio non è una condanna, perché quella traversa non è un momento doloroso da dimenticare ma un buon ricordo perché comunque è arrivato a “un centimetro dalla gloria”, perché Pinilla come la maggior parte dei calciatori è un egocentrico che non esiste al di fuori della retorica dei soldi e del successo.

Il gol al Cagliari lo riscatta in qualche modo, perché significa che a differenza di quello che pensa Pinilla si possono fare cose bellissime in contesti “minori”. E questo, caro lettore, vale anche per te. Per quanto faccia schifo a lavoro, o ti sia capitata una sfortuna, non significa che non puoi ancora fare cose belle. Nessuno (tranne te stesso via il tatuatore) può inchiodarti ai tuoi fallimenti. Però, se ti trovi in area di rigore e il cross del tuo compagno è in ritardo rispetto alla tua corsa, ricordati di provare la rovesciata (per questo in sottofondo c'è Awesome di Kanye West, dedicata a Kim Kardashian che non deve ascoltare nessuno tranne suo marito che le dice quanto è splendida).

Bonus: il rigore di Perotti contro la Lazio.

Un amico francese con cui parlo al telefono spesso, ma che non vedo quasi mai, sta passando un periodo difficile. Pochi giorni fa parlavamo di Manchester City-Barcellona in Champions League e del rigore sbagliato da Agüero che avrebbe potuto portare sull'1-1 i "Citizens" (e con il 2-1 si sarebbe andati ai supplementari).

Il mio amico diceva che un rigore di quel tipo va calciato con forza, associando la forza impressa alla palla con la convinzione interna. Allora gli ho chiesto se aveva visto questo rigore di Perotti. Calciato camminando, con una sicurezza che vale più della semplice forza.

Il mio amico ha riso e ha detto che era un rigore molto fico.

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