Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
Il fantasma di Gourcuff
18 mar 2016
Il talento francese ha ricominciato a giocare, quanto durerà stavolta?
(articolo)
11 min
Dark mode
(ON)

Yoann Gourcuff è tornato. Ma avrei potuto scrivere che il fantasma di Yoann Gourcuff è tornato, considerate le precedenti apparizioni in cui sembrava fosse davvero tra noi e invece era solo il rumore di una porta mossa dal vento: il tempo che si venisse a sapere che era di nuovo tra noi ed era sparito di nuovo. Da metà febbraio, però, Gourcuff è a disposizione di Roland Courbis, allenatore del Rennes, e delle ultime cinque partite ne ha giocate tre da titolare (uscendo dopo un tempo o al massimo dopo un'ora) e due da subentrante (con tempistiche inverse). Ero indeciso se dare o meno la notizia del suo rientro, non ho le prove che si tratti davvero di Gourcuff, magari è solo la sua anima in pena che continua a infestare gli schermi e gli stadi di chi gli ha voluto bene. Di chi lo ricorda quando aveva ancora un corpo funzionante.

Lo spirito di Gourcuff si è manifestato per la prima volta, recentemente, a inizio gennaio, quando è entrato a un quarto dalla fine nel derby bretone contro il Lorient, ma si è infortunato poco dopo, allo scadere, quando il suo compagno Cheikh Mbengue gli è scivolato addosso. Mbengue voleva calciare una palla che si era spostato sul destro in area di rigore e non ha visto Gourcuff arrivare da dietro, coordinato per calciare in porta. Gourcuff si è fatto male alla caviglia e al ginocchio sinistro e ha speso il minuto e mezzo restante prima della fine della partita zoppicando in giro per il campo. Zoppicando con la gamba sinistra rigida, seguendo la direzione della palla come se potesse essere di una qualche utilità. Ostinandosi a giocare. Un'immagine ancora più triste perché riassume, almeno in parte, il resto della sua carriera.

Dopo quel breve rientro Gourcuff è stato fuori un altro mese (e i suoi infortuni negli ultimi cinque anni hanno superato quota 20) ma adesso è tornato tra i titolari, pur ancora con qualche problemino (prima della partita della settimana scorsa con il Lione si parlava di problemi muscolari al bacino). Se è davvero lui, se Gourcuff è ancora Gourcuff, questa è probabilmente l'ultima possibilità che ha per dimostrarlo. In alternativa qualcuno potrebbe guardargli nel costato.

Il nuovo rientro. Chi glielo dice che si sta per rifare male?

La precedente apparizione del fantasma

Gourcuff adesso ha quasi trent'anni. Negli ultimi cinque con la maglia del Lione ha giocato meno della metà delle partite del club (90 su 190) ed è dal marzo del 2014 che non gioca una partita intera. Quando è stato possibile schierarlo, il Lione ne ha persino beneficiato, e all'inizio della scorsa stagione Gourcuff aveva accettato una riduzione dello stipendio. Era settembre del 2014 e un mese dopo Gourcuff si è ritrovato in un altro splendido momento, segnando due gol contro il Montpellier e uno molto bello contro l'Olympique Marseille. Il fantasma di Yoann Gourcuff aveva iniziato ad agitare le catene nei corridoi, ha aperto e sbattuto porte, e noi poveri spettatori abbiamo pensato ancora una volta che esistesse davvero. Che fosse tornato dall'aldilà calcistico.

Se non era tornato ai livelli della stagione d'oro 2008-09 con il Bordeaux (e, nel caso ve lo foste dimenticati, quell'anno era in prestito dal Milan) sembrava comunque in una delle sue versioni migliori. Forse più rigido e pesante, meno decisivo con una singola giocata, ma anche più a proprio agio nel collegare compagni tra loro o garantire la sponda per il tiro di qualcun altro. Grazie alla sua squisita tecnica di base e all'eleganza che non lo avevano abbandonato. Lui stesso aveva detto di non considerarsi un giocatore creativo quanto un “passatore”, di preferire le sequenze stop-passaggio pulite ai dribbling (nel suo caso quasi sempre difensivi), e questa sua nuova dimensione sembrava corrispondere ai suoi desideri. Sembrava una dimensione più vivibile, più durevole.

Si era persino accorto che i suoi compagni di squadra erano degli esseri umani.

Ma anche quella striscia positiva è stata interrotta da un infortunio che lo ha tenuto fuori praticamente fino a febbraio 2015, per poi concludersi in grande stile un mese e mezzo dopo, il 21 marzo. A cinque minuti dall'inizio del secondo tempo della partita contro il Nice, Gourcuff calcia una palla alta sopra la traversa, sente tirare la coscia, corruccia la bocca e comincia a camminare verso l'uscita senza dire niente a nessuno, o almeno così sembra dalle immagini televisive. Di sicuro non stringe la mano all'allenatore dell'OL Fournier, non si fa guardare dai medici, non si siede in panchina né tanto meno aspetta la sostituzione. Va dritto verso gli spogliatoi con la testa bassa e un passo veloce in contraddizione con l'idea stessa di un infortunio grave.

Pierre Labat, suo ex-allenatore a Bordeaux – con cui si è allenato anche di recente, prima di firmare con il Rennes – in un breve documentario di L'Equipe su quest'ennesimo rientro dice dell'uscita dal campo di Gourcuff: «La stessa cosa della testata di Zizou. Per me è la stessa cosa: il ragazzo non è padrone di sé in quel momento». Non solo Gourcuff ha marcato gli spiriti al punto che l'ennesimo infortunio fa notizia, ma continua ad essere paragonato a Zidane, nei suoi momenti migliori ma anche in quelli peggiori.

In effetti la stessa impenetrabilità di Zidane. Diciamo allora che Gourcuff è uno Zidane passivo-aggressivo.

Perché ostinarci a seguirlo

Due anni e mezzo fa Gourcuff era tornato da una lunga assenza, giocando bene per qualche giornata per poi sparire di nuovo. A novembre 2013 mi chiedevo: “Quanto passerà prima del prossimo infortunio o, peggio, della prossima prestazione eccezionale che ci illuda di nuovo che Yoann Gourcuff sia sul serio uno dei migliori calciatori della sua generazione?”. Se in quel periodo sapevamo già che si trattava di un'illusione momentanea, oggi la prospettiva da cui lo osserviamo si è ribaltata.

La preoccupazione non è più quanto potrebbe durare Gourcuff, e se non è troppo struggente seguirne l'ennesima ricaduta, ma se la sua stella tornerà a brillare, anche solo un'altra volta.

Da quando ho scritto quel pezzo, per Gourcuff sono cambiate molte cose. È quasi padre (o forse lo è già diventato), è morto il mitico fisioterapista Tiburce Darou (con cui hanno lavorato McEnroe, Borg, Yannick Noah, Pirés e Vieira, tra gli altri) uno dei pochi che sembrava averlo capito: “Gestire Gourcuff significa gestire l'uomo e il giocatore al tempo stesso, non gestire il giocatore dimenticando l'uomo”.

E nel frattempo Gourcuff è diventato ufficialmente oggetto di scherno per il pubblico francese.

In un montaggio ironico di Canal Plus si vede Gourcuff toccarsi continuamente la coscia, allungare i muscoli nelle pause di gioco, piegarsi dal dolore quando i compagni scherzano con lui. Quando Lacazette gli dà il cinque in panchina, Gourcuff si guarda il polso preoccupato. Si è parlato persino di infortuni avuti portando a spasso il cane. Ma la realtà non è molto lontana dallo scherzo: a settembre 2015 Gourcuff aveva saltato 35 partite per problemi al ginocchio, 23 per la caviglia, un'altra quarantina per la coscia, le costole, la schiena e altre parti del suo corpo fragile. Ha vinto il “Pallone di gesso” del magazine BeFoot per due anni di seguito, più votato addirittura di Abu Diaby.

Alla fine della scorsa stagione il presidente del Lione, Jean-Michel Aulas, ha buttato la spugna (e l'investimento precedente) scegliendo di non rinnovargli il contratto. Gourcuff è andato a farsi curare in Costa Azzurra dal dottor Fichez che, a parte i problemi muscolari, gli ha trovato una frattura non diagnosticata dallo staff medico del Lione al sesamoide del piede sinistro, un piccolo osso sotto l'alluce (causata non da un urto ma da sovrastimolazione, cioè si è rotto da solo).

“Lo fanno passare come giocatore delicatino, ma ogni volta che io l'ho visitato aveva delle lesioni assolutamente oggettive, come nel caso di questa frattura”. Secondo Fichez il problema è la timidezza di Gourcuff che non gli permette di esprimere il dolore che prova. E, ovviamente, il fatto che a Lione non avessero capito quale era il problema. Fragile? Chiede l'ennesimo giornalista affascinato dal mistero di Gourcuff. “No”, risponde Fichez. Delicato? “No. Sfortunato. Penso che i suoi anni migliori siano ancora davanti a lui.”

Quanto meno è sempre bellissimo

Yoann Gourcuff resta uno dei personaggi sportivi più complessi degli ultimi anni. A metà strada tra le parole del padre (che adesso allena l'Algeria): “Yoann disturba. È diverso... in questo ambiente a nessuno piace la diversità”; e quelle del suo nuovo allenatore, Rolland Courbis: “Yoann è un originale, pensate che dopo la doccia usa un asciugamano”. Qualsiasi cosa volesse dire Courbis, restituisce l'abisso di assurdità che separa Gourcuff da chi lo osserva dall'esterno.

Ma non può essere solo una vittima. Maxime Gonalons, capitano del Lione, si è lamentato del modo in cui ha lasciato la squadra: “È stata una grossa delusione. Ok si è infortunato, ma c'è modo e modo di lasciare i propri compagni, e lui purtroppo non ha scelto il modo migliore”.

Gourcuff, oggi

Dopo l'addio a Lione molti club francesi (Saint-Etienne, Bordeaux, Guingamp, Nantes) hanno provato a prenderlo. Il suo avvocato-consigliere (da cui poi si è separato per ragioni economiche) ha provato a convincerlo a firmare con qualcuno e poi farsi curare, ma Gourcuff ma non ha voluto finché non è stato in grado di tornare ad allenarsi. L'avvocato dice che gli sono state offerte “somme colossali” dall'Arabia Saudita ma Gourcuff ha preferito tornare in Bretagna, alla squadra in cui è cresciuto e con cui ha esordito dieci anni fa (dieci anni fa!) per una cifra vicina ai settantacinquemila euro al mese lordi.

È casa mia, sono fiero di essere bretone”, ha detto Gourcuff, che nel dietro le quinte di un servizio fotografico sembra in imbarazzo anche di fronte a dei bambini sconosciuti, e alla fine gli dà la mano.

Il presidente del Lione, che in passato lo aveva sostenuto contro quasi tutta l'opinione pubblica francese, ha commentato la scelta di Yoann dicendo che finalmente è arrivato in un club “alla sua dimensione”. Da una parte non vuol dire niente, perché se il motivo per cui si sono liberati di lui è che è sempre infortunato significa che secondo loro non esiste proprio nessuna dimensione; ma dall'altra la gestione paziente di Courbis (aiutato dalla profondità della rosa del Rennes, al momento quinto in classifica, a 1 solo punto dall'Europa League) potrebbe essere davvero la cosa migliore per lui.

“Saranno i suoi dieci compagni a dovergli dare una mano”, ha detto Courbis. “Non è Yoann a dover aiutare loro”.

C'è ancora un po' di strada da fare. Ma smettetela di sbatterlo a terra.

Nell'ultimo mese ho guardato le partite del Rennes in cui Gourcuff ha giocato aspettando che il suo talento si manifestasse di nuovo. Anche in un piccolo gesto. Per ora ho segnato solo un doppio passo che ha mandato in porta un compagno in fuorigioco e molti errori non da Gourcuff. È ancora lontano da uno stato di forma ottimale, per Gourcuff al momento è quasi impossibile correre con la palla per lunghi tratti, coordinarsi velocemente per non essere anticipato, e la minore potenza gli ha fatto perdere efficacia nell'uso dell'esterno del piede, uno dei tratti distintivi del suo stile. Ha fatto meglio quando Courbis lo ha schierato a centrocampo da mezzala (nelle prime apparizioni) dove ha potuto toccare più palloni e dare ritmo al proprio gioco con più spazio. Contro il Caen ha effettuato 46 passaggi, su un totale di 47 tentati, mentre contro il Lione (che ha dominato il possesso) in un tempo da trequartista dietro la punta ha giocato solo 9 palloni (sbagliandone uno). Da giovane Gourcuff era un talento anche nel tennis e oggi si ritrova con un gioco senza profondità, limitato nelle distanze, nei tempi, e con sempre meno influenza sulla partita.

Ma in alcuni rari momenti nello stretto, fronte alla porta con compagni da servire e quando si trasforma in una sponda che gira per il campo per aiutare i compagni, si capisce che Gourcuff può ancora giocare. Magari non avrà davanti i suoi anni migliori, ma può giocare. Il nuovo paradosso di Gourcuff è che per il tipo di giocatore che sta diventando (più fermo, meno fluido nei movimenti ma sempre molto intelligente) a fare la differenza sarà una questione quantitativa, difficilmente cambierà il Rennes con singole giocate, ma potrebbe farlo toccando molti palloni, con una presenza di lungo periodo.

Secondo il dottor Fichez, Gourcuff dovrà imparare a gestire il dolore, perché la frattura del sesamoide non si ricomporrà e quando non si è felici è anche più difficile sopportare il dolore. Quando sembrava che Gourcuff potesse tornare al Bordeaux, Willy Sagnol non aveva nascosto la sua felicità nel poterlo allenare. Ma, al di là dei suoi interessi personali, si è sentito in dovere di aggiungere: “A me farebbe piacere rivederlo in campo. Ci sono giocatori che è bello veder giocare”.

E in un contesto sempre più competitivo, in cui è un continuo dover dimostrare il proprio valore e i talenti effimeri vengono esclusi sempre prima, non saranno in molti ad avere la pazienza di aspettare, ancora una volta, Yoann Gourcuff. Ma chi vorrà farlo, sappia che non è il solo a credere nei fantasmi.

Update: il giorno in cui è uscito questo pezzo il Rennes ha giocato in trasferta a Marsiglia, vincendo 5-2 e salendo momentaneamente al terzo posto (in attesa delle partite di Lione e Nice). Gourcuff ha giocato poco più di un'ora segnando una doppietta. Il suo ultimo gol in campionato e la sua ultima doppietta risalivano a ottobre 2014. L'ultimo suo gol con la maglia del Rennes è di ESATTAMENTE dieci anni fa: 18 marzo 2006.

[@portabletext/react] Unknown block type "imageExternal", specify a component for it in the `components.types` prop

Gourcuff è sembrato in netto miglioramento in tutti gli aspetti del suo gioco: più mobile e più veloce, più forte nei recuperi e nella protezione del pallone. Ha segnato il primo gol di testa, nella stessa azione in cui pochi secondi prima aveva preso un palo calciando dal centro dell'area rasoterra: la palla è tornata dalle sue parti e Gourcuff ha anticipato un difensore tuffandosi di testa e colpendo in controbalzo. Il secondo gol è arrivato su tiro da trenta metri, con l'aiuto del portiere marsigliese Mandanda. Ma Gourcuff ha dato il meglio di sé nei momenti più associativi con una tecnica e una visione di gioco che hanno fatto pensare ancora una volta a che giocatore splendido ci siamo persi tutto questo tempo. Speriamo duri.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura