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Il meglio del 2015
31 dic 2015
Gli avvenimenti sportivi più importanti di quest'anno, da mettere sotto la naftalina della memoria.
(articolo)
34 min
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12 gennaio: Cristiano Ronaldo vince il Pallone d’oro

Il fuoriclasse portoghese vince il suo secondo Pallone d’Oro consecutivo, il terzo della sua carriera. Dietro a lui Lionel Messi e Manuel Neuer.

25 gennaio: si ritira Juan Román Riquelme

Dopo 18 stagioni da professionista, a 36 anni lascia il calcio Riquelme, uno dei più grandi numeri 10 della storia del gioco.

1° febbraio: i New England Patriots vincono il Super Bowl XLIX

I Patriots di Tom Brady vincono l’atto conclusivo della stagione NFL ai danni dei Seattle Seahawks per 28 a 24. I vincitori e il suo quarterback saranno perseguitati dell’eco del "Deflategate", lo scandalo scoppiato alla vigilia del Super Bowl per le accuse rivolte dagli Indianapolis Colts di aver sgonfiato i palloni utilizzati nella finale di Conference. Brady, ritenuto direttamente implicato nella vicenda, riceverà solo a maggio una sospensione per quattro partite, poi revocata a settembre.

8 febbraio: la Costa d’Avorio vince la Coppa d’Africa

Dopo una lunghissima sfida ai rigori in finale contro il Ghana (terminata 0-0 nei novanta minuti) sono il gol del portiere ivoriano Boubacar Barry e l’errore del collega ghanese Brimah Razak, a consegnare la coppa alla Costa d’Avorio, che torna a vincere dopo 23 anni e le due finali perse del 2006 e del 2012.

17 marzo: il Bhutan vince la prima partita ufficiale della sua storia

La piccola Nazionale himalayana sconfigge 2-1 lo Sri Lanka in una gara valida per le qualificazioni ai Mondiali di Russia 2018: in quel momento occupava l’ultimo posto del ranking mondiale FIFA, in 209.esima posizione.

21 marzo: Steve Nash dice basta

Con un articolo sul The Players’ Tribune che inizia con un eloquente: «I’m retiring», il giocatore dei Los Angeles Lakers dice basta al tentativo di tornare in campo dopo il lungo stop dovuto ai problemi fisici. Due volte MVP, Nash lascia il basket professionistico come uno tra i più importanti giocatori degli ultimi 15 anni.

29 marzo: Sebastian Vettel vince il suo primo GP a bordo di una Ferrari

di Alfredo Giacobbe

Su L’UltimoUomo scrivo di calcio, di tattiche, di sfide cerebrali tra allenatori. Ma in casa mia il primo sport è sempre stato l’automobilismo, con la classe regina della Formula Uno a farla da padrona. Sono stato cresciuto con il mito di Gilles Villeneuve e dei suoi ruota a ruota. Abbiamo un cane ormai sedicenne che abbiamo chiamato Schumi (facendoci beffe del fatto che, povera bestiola, fosse di sesso femminile!). Se c’è un GP e una partita di calcio di cartello, si guarda il primo e al massimo si registra la seconda.

La vittoria di Vettel nel Gran Premio della Malesia è stata inaspettata e prematura. Inaspettata perché è arrivata già alla seconda gara e persino Schumacher aveva dovuto aspettare sei GP prima di aggiudicarsi quello corso su un Circuit de Catalunya inzuppato d’acqua. Prematura perché tutto, dai test invernali al Gran Premio d’Australia disputato 14 giorni prima, aveva fatto pensare a un dominio Mercedes che sarebbe durato per un’intera stagione senza soluzione di continuità.

Cosa che in effetti è accaduta: alla fine dell’anno i successi di Vettel sono stati 3 in tutto (come quelli di Schumacher nella sua prima stagione in rosso), inseriti in un contesto nel quale la lotta fratricida tra Hamilton e Rosberg l’ha fatta da padrone. In fondo l’unica cosa buona della stagione 2015 della Ferrari è l’essere stata meno disastrosa della stagione 2014.

Eppure c’è un clima, nel team e nella tifoseria, di eccitazione e di fiducia nella competitività del mezzo che ancora deve nascere. Molto sul piano psicologico ha lavorato, secondo me, proprio la vittoria in Malesia: le suggestioni di un giovane tedesco alla guida della Rossa e la genuina emotività sprigionata nel team radio successivo al primo successo, cullano i sogni dei ferraristi come me verso il prossimo Mondiale.

25 aprile: 500 presenze Xavi & Gerrard

Nello stesso weekend si festeggiano le 500 presenze in campionato di due tra i giocatori più influenti del nuovo millennio, all’ultima stagione prima dell’addio alle loro squadre di sempre: Xavi festeggia il traguardo nel derby contro l’Espanyol, mentre Gerrard contro il West Brom.

26 Aprile: il Torino rivince il derby, Pirlo segna in Italia per l’ultima volta

Dopo aver aspettato 20 anni e 17 giorni, il Torino si aggiudica il derby della Mole battendo la Juve 2-1. Segnano Darmian su assist di Quagliarella e poi Quagliarella su assist di Darmian. Il gol della Juventus è l'ultimo realizzato in Italia, e in Europa, da Andrea Pirlo, ed è anche il suo 27° su calcio di punizione: solo Mihajlovic, con 28, ne ha segnati di più in Serie A.

2 maggio: Manny Pacquiao v Floyd Mayweather Jr.

“The fight of the Century” termina alla 12esima ripresa senza grandi momenti da ricordare, vince Mayweather per decisione unanime dei giudici, non così unanime tra gli appassionati. Nei giorni seguenti si viene a sapere che Pacquiao forse era infortunato alla spalla. Si rifarà?

4 maggio: Steph Curry MVP

Nel bel mezzo della complicata serie contro i Memphis Grizzlies, la stella dei Warriors riceve il premio di MVP, certificando così il nuovo status di superstar.

6 maggio: Messi fa sparire la difesa del Bayern

di Matteo Gatto

Nell'ottantesimo minuto della semifinale di andata della Champions League 2014/15, Messi riceve il pallone in uno stato mentale e ambientale propedeutici alla grande giocata. Nell'aria del Camp Nou c'è ancora l'eccitazione per il sinistro da fuori di due minuti prima, col quale Leo ha sbloccato e indirizzato la sfida. Adesso Rakitic lo ha servito in corsa e tra lui e Neuer c'è Boateng, che gli corre accanto. Più dietro, Benatia. Messi la controlla con l'esterno del sinistro e poi, sempre con quella parte del piede, la tocca altre tre volte convergendo. Ogni tocco più in orizzontale del precedente, eppure sempre allo stesso ritmo. Toc-toc-toc-toc. Il quarto tocco, quello maggiormente verso il centro, è preceduto da un movimento dell'anca rapido ma, in quella frenetica compostezza, evidentissimo. Un movimento che sussurra: ecco, preparo il tiro. Ma sta mentendo. Quella finta convince Boateng che è arrivato il momento di girarsi frontalmente e chiudere Messi con il destro; convince Neuer, poco più avanti, ad abbassarsi sulle ginocchia piantando entrambi i piedi a terra, pronto a spingersi in tuffo; convince Benatia a rallentare il passo con il quale sta rientrando per coprire quello spazio che Messi ha annunciato di voler riempire.

Leo non solo va dall'altra parte, ma lo fa in controtempo, rompendo con il quinto tocco il ticchettio cadenzato dei primi quattro.

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Boateng si annoda su sé stesso e sprofonda, macchiandosi la carriera, ma è solo la vittima principale di un inganno che ha steso tutti. Anche noi, il pubblico a casa, siamo caduti, sobbalzati per la sorpresa, ed è stato stupendo. Era chiaro che sarebbe andato di là, si è detto poi. Ma quella finta era perfetta: una minaccia rimasta vera fino al momento esatto in cui è stata disattesa. Il segreto per fregare tutti è credere alle proprie bugie.

Boateng svanito, Neuer impreparato all’uscita, Benatia completamente fuori da una situazione di gioco in cui, teoricamente, avrebbe avuto anche la possibilità di entrare: così Leo è talmente solo da poter rallentare e accelerare di nuovo, giocando ancora coi tempi di esecuzione. Il sesto tocco elude, scavalca, ignora Manuel Neuer, la sua mole, la sua reputazione, la sua intuizione di restare in piedi. Quello è stato anche l'ultimo momento, dicono gli storici, in cui qualcuno ha davvero pensato che Messi non sapesse usare il destro.

7 maggio: Alex Rodriguez batte il fuoricampo n. 661

Con questo home run Alex Rodriguez supera Willie Mays raggiungendo il quarto posto della classifica dei migliori battitori di sempre. Sopra di lui rimangono solo Babe Ruth, Hank Aron e Barry Bonds.

8 maggio: muore Joseph Mwepu Ilunga

Il calciatore dello Zaire che nei Mondiali del 1974 uscì dalla barriera calciando una punizione assegnata al Brasile. Un gesto interpretato ironicamente per diversi anni, finché non si scoprì la sua portata politica.

16 maggio: Gerrard saluta Anfield Road

710 partite, 186 gol, una squadra: Steven Gerrard dice addio al Liverpool, la sua squadra del cuore, in uno stadio che canta il suo nome tra le lacrime.

16 maggio: Frosinone e Carpi in Serie A

Battendo il Crotone per 3-1 nel penultimo turno di campionato il Frosinone è matematicamente promosso in Serie A. Due giornate prima era stato il turno del Carpi capolista. Per entrambe le società è la prima volta in più di un secolo di storia.

17 maggio: il Real Madrid vince l’Euroleague

Con la vittoria per 78-59 contro l’Olympiacos Pireo, il Real Madrid di Pablo Laso vince (proprio a Madrid) il tanto agognato nono titolo di Campione d’Europa.

20 maggio: la Juventus vince la decima Coppa Italia

Con un gol di Alessandro Matri nei tempi supplementari, la Juventus batte la Lazio per 2-1 e diventa la prima squadra a conquistare dieci Coppe Italia.

21 maggio: Xavi lascia il Barça

https://www.dailymotion.com/video/x35ey4k_xavi-crying-while-saying-goodbye-to-barcelona-at-his-farewell_sport

Il fuoriclasse catalano annuncia il suo addio al Barcellona in conferenza stampa dopo circa 17 anni dall’esordio in prima squadra. Dalla stagione 2015/16 gioca per l’Al-Sadd, squadra qatariota.

23 maggio 2015. Il Genoa non va in Europa League

di Stefano Piri

Juraj Kucka arriva al Genoa nel gennaio 2011 dallo Sparta Praga, dopo aver fatto vedere buone cose con la maglia della sua Nazionale l’estate prima, ai Mondiali in Sudafrica. Già a febbraio ara via dal campo la Sampdoria in un derby da migliore in campo per distacco. Con un po’ di ottimismo lo paragonano a Gerrard per la stazza, la facilità di corsa e il tiro da fuori.

Non sono ancora passati sei mesi dal suo arrivo in Italia quando Preziosi lo cede all’Inter in comproprietà, con l’accordo che il ragazzo resti al Genoa ancora un anno, ma forse Kucka con la testa parte già per Milano, perché nella seconda stagione italiana il suo rendimento crolla al punto che l’Inter non lo vuole più e restituisce al Genoa tutto il cartellino. Da quel momento Kucka sembra imbolsito, gioca bene una partita ogni cinque, perde il posto da titolare e poi si infortuna al ginocchio e sta fuori quasi un anno. Quando torna è arrivato Gasperini, che lo prova esterno d’attacco con risultati così così.

A maggio 2015 Kucka ha ventott’anni e gliene resta uno di contratto. Dopo quattro stagioni al Genoa non si è ancora capito che giocatore sia, le voci di mercato lo danno sicuro partente in estate per destinazioni più remunerative che sportivamente gratificanti, come Russia e Turchia.

Il pomeriggio del 23 maggio mancano 2 minuti alla fine di Genoa - Inter, penultima di campionato, ed Edenilson sta per battere una punizione dalla trequarti, non lontano dalla linea laterale destra. Mi sporgo da una transenna dei distinti con mio fratello per vedere meglio. Le punizioni laterali e i corner sono belle da vedere allo stadio. C’è il brusio dell’attesa, poi il pubblico che tira il fiato mentre il pallone si alza e poi scende verso il centro dell’area, dove fino all’ultima frazione di secondo non puoi sapere chi arriverà prima, un attaccante o un difensore. Quel giorno, tra i giocatori che si fanno strada nell’area di rigore c’è Kucka, che salta alle spalle di Pavoletti e con la fronte schiaccia il pallone nell’angolo basso alla sinistra di Handanovic.

Lo stadio ruggisce nella domenica di primavera, nelle case vicine tremano i vetri delle finestre, fin sulle colline. Io e mio fratello ci abbracciamo per festeggiare il gol del 3 a 2 che vale al Genoa la certezza matematica del sesto posto e della qualificazione all’Europa League. Qualificazione platonica, perché secondo la UEFA il Genoa ha i conti troppo in disordine per giocare una coppa europea e già sappiamo che il posto conquistato dal Genoa sul campo andrà alla squadra che segue in classifica. Per crudele ironia della sorte, la Samp.

Esco dallo stadio, e attraverso piano le vie della mia città, dove non vivo più. Suoniamo i clacson e sventoliamo le sciarpe, per festeggiare una vittoria puramente simbolica arrivata grazie al gol di una promessa mancata. Mi sento bene, mi sento più giovane di quello che sono, con la sensazione che la primavera sia arrivata solo per me, per noi.

27 maggio 2015. il Siviglia vince l’Europa League

A Varsavia, grazie alla vittoria per 3-2 contro il Dnipro, il Siviglia si laurea campione di Europa League per la seconda volta consecutiva, diventando la prima squadra a vincere due edizioni consecutive della competizione e la squadra con più titoli tra Europa League e Coppa UEFA, quattro.

2 giugno: Blatter si dimette

Quattro giorni dopo esser stato rieletto a presidente della FIFA per la quinta volta consecutiva, Blatter annuncia le sue dimissioni con una conferenza stampa a Zurigo a causa dello scandalo corruzione che ha investito l’organizzazione. Il 20 luglio un’altra sua conferenza stampa verrà interrotta dal comico Simon Brodkin, che gli lancerà addosso delle false banconote.

2 giugno: i New York Cosmos sconfiggono a L’Avana la Nazionale cubana

Dopo quarant’anni un club nordamericano torna a calcare i prati cubani: gli ultimi erano stati i Chicago Stings nel 1978. Solo una pioggia torrenziale impedisce a Pelé di dare il simbolico calcio d’inizio allo storico match, che finirà 4-1 per i Cosmos.

6 giugno: la Juventus gioca la finale di Champions League

E a un certo punto, sembrava anche poterla vincere. Contro il Barcellona di Messi-Neymar-Suárez, la squadra di Allegri ancora con Tévez, Pirlo, Vidal, se l’è giocata più di quanto si sia detto dopo.

7 giugno: Wiggins batte il record dell’ora

Sir Bradley Wiggins, ritiratosi dal ciclismo su strada al termine della Parigi-Roubaix del 12 aprile, ritorna alla pista in grande stile facendo registrare il nuovo record dell’ora con 54,526 chilometri, battendo di ben 1589 metri il precedente primato del connazionale Alex Dowsett.

7 giugno: Stan Wawrinka vince il Roland Garros

di Fabio Severo

Novak Djokovic perde la terza finale su tre a Parigi venendo sconfitto da Stanislas Wawrinka in quattro set, per la sorpresa di tutto il mondo. Un conto è ripetere il vecchio adagio che Wawrinka in giornata può battere tutti, un conto è che sia riuscito a farlo alla sua prima finale al Roland Garros (e seconda Slam in assoluto), giocando un tennis a diecimila giri dove qualsiasi colpo, anche il più audace e improbabile, entrava in campo. Tennis di volontà di potenza, gioco proattivo a livelli paradossali o più semplicemente, come l’ha definito Atturo, tennis al quadrato.

15 giugno: divento campione italiano di sputo del nocciolo di ciliegia

di Giovanni Fontana

Se non sapevate che lo sputo del nocciolo di ciliegia è una disciplina sportiva, consolatevi: non lo sapevo neppure io il giorno prima di laurearmi campione italiano della disciplina stessa. Funziona così: c’è uno sputodromo, che assomiglia molto a una pista di pattinaggio con un lungo canale d’entrata, su cui sono segnate le varie metrature. Ogni partecipante si mette all’inizio della pedana e ha due “lanci”, cioè sputi, di noccioli di ciliegia. Chi lancia più lontano vince. Io avevo fiducia nei miei mezzi (come dicono i miei colleghi vincitori di trofei), ma non avevo la minima idea di quali fossero le mie potenzialità. Beh, ho fatto 18 metri, e son bastati a battere tutti gli altri partecipanti. Dopo la gara mi hanno chiesto «hai sputato di bocca, di lingua o di fiato?», e io—che non avevo la minima idea di una tale sofisticazione tecnica—mi sono reso conto di essere un talento naturale (direi più lingua, comunque). Mi hanno dato una coppa gigante, un cesto di ciliegie, e un’enorme boria che si è esaurita soltanto quando ho letto che il record mondiale è detenuto da un americano, capace di sputare a 24 metri. Il campionato si tiene a giugno di ogni anno a Celleno, in provincia di Viterbo: dico se volete venire a sfidare il campione in carica.

16 giugno: Golden State Warriors campioni NBA

Miglior record della Lega, uno dei migliori differenziali della storia, l’MVP in carica, il ribaltamento delle convenzioni comuni: il titolo dei Golden State Warriors contro i Cleveland Cavs è stato un momento cardine della storia della NBA?

25 giugno: Porzingis scelto al Draft

Con la scelta numero 4 i Knicks chiamano il lettone Kristaps Porzingis e regalano a New York la speranza per un futuro migliore.

4 luglio: il Cile vince la Copa América

di Fabrizio Gabrielli

La "Roja" non aveva mai conquistato un titolo nella sua storia centenaria, e la faccenda—dal ‘98 in poi, diciamo—aveva assunto i contorni di qualcosa molto simile a un’ingiustizia, specie alla luce del fatto che con Bielsa prima e con Sampaoli il Cile è diventato l’archetipo di squadra divertente e al contempo disciplinata tatticamente, capace a sprazzi di esprimere il miglior calcio del Sudamerica.

La Copa giocata in casa era un’occasione troppo irrinunciabile per mancare l’appuntamento con la Storia: la felice coincidenza della contemporanea presenza in campo di uomini come Alexis, Valdivia, Vidal, Aránguiz rendeva il Cile più che favorito: vincitore annunciato. Della tesa e nervosa partita contro l’Argentina, la finalissima di Santiago, resteranno negli occhi solo i pochi rigori trasformati dagli albiceleste e lo sguardo triste di Leo mentre abbandona il campo, l’immagine fuori fuoco sullo sfondo di una coppa che non solleverà.

5 luglio: gli USA vincono il Campionato del Mondo di calcio femminile

Battendo il Giappone per 5-2, quattro reti nel primo quarto d’ora, la Nazionale femminile degli Stati Uniti si laurea campione del mondo per la terza volta nella sua storia. Il capitano Lloyd, al 16’, segna un gol assurdo da centrocampo.

10 luglio: Federer batte Murray in semifinale a Wimbledon

di Emanuele Atturo

La partita è passata storicamente in secondo piano a causa della sconfitta di Federer in finale contro Djokovic. Eppure molti la considerano la miglior partita della carriera dello svizzero, una delle massime espressioni di un atleta in uno sport individuale. Il punteggio di 7-5; 7-5; 6-4 rende solo parzialmente la superiorità dell’uno sull’altro: Federer e Murray non sembravano neanche giocare lo stesso sport.

La partita ha rappresentato probabilmente il punto più alto della versione di Federer ammirata quest’anno, quella che ha cercato di tirare il proprio talento tennistico come una corda di violino. Nei momenti migliori di questa stagione lo svizzero ha riorganizzato ex-novo tempo e spazio sul campo da tennis, togliendo continuamente respiro al gioco dell’avversario con continue discese a rete e colpi giocati in anticipo in modo aggressivo. Per tutte queste ragioni la sconfitta di Federer nella successiva finale fa riflettere: se non è riuscito a vincere in quelle condizioni di forma, sul suo terreno preferito, quanto potrà ancora farlo? Avevamo scritto l’analisi della partita qui.

12 luglio: Djokovic vince Wimbledon

di Dario Saltari

La finale di Wimbledon vinta quest’anno da Djokovic contro Federer per 3 set a 1 è stata tante cose. È stata la partita del pareggio di Djokovic su Federer negli scontri diretti (fino a quella vittoria Federer era avanti per 20-19). Ma è stata anche la vittoria con cui Djokovic ha raggiunto Boris Becker, oggi suo allenatore, in quanto a numero di Wimbledon vinti. Non starò qui a descrivervi la partita perché non ne ho la competenza: seguo il tennis solo sporadicamente nonostante ci abbia giocato per 7 anni della mia vita. La cosa che mi ha colpito di quella partita in realtà è che è stato l’unico evento sportivo di quest’anno ad avermi portato a scrivere pubblicamente: «Come si fa a non amare lo sport». Forse il non sapere tutto ciò che c’era dietro quella partita mi ha fatto apprezzare davvero quello che avevo sotto gli occhi. O forse è stata davvero la più bella manifestazione di sport dell’anno.

13 luglio: Tévez torna al Boca

Dopo 11 in anni in giro per il mondo a rompersi la schiena (Carlitos ha usato un termine molto più colorito), el jugador del pueblo ritorna dalla sua gente: viene accolto da una Bombonera stracolma.

17 luglio: Genzebe Dibaba fa il nuovo record mondiale sui 1500

A Monaco l'etiope è la protagonista assoluta di una gara pazzesca: domina i 1500 metri in 3:50.07 e abbatte il primato delle cinesi, imbattuto dagli anni Novanta.

21 luglio: una donna per la prima volta sulla cover di FIFA

L’Electronic Arts annuncia che sulla copertina del popolare videogioco comparirà per la prima volta una calciatrice. Ad affiancare Messi ci sarà Alex Morgan negli Stati Uniti, Christine Sinclair in Canada e Stephanie Catley in Australia.

2 agosto: Wenger batte Mourinho

A Wembley torna in scena l’eterna sfida tra Arsène Wenger e José Mourinho: è il Community Shield che vede contrapposte Arsenal e Chelsea. Alla fine a spuntarla sono i biancorossi grazie al gol di Oxlade-Chamberlain. L’Arsenal si aggiudica così il trofeo per la seconda volta consecutiva.

3 agosto: Cristiano Ronaldo dice che i calciatori parlano di valigie

di Daniele Manusia

Uno dei momenti mediatici dell’anno che più mi hanno colpito. A scandalizzarmi non è stata la persona Cristiano Ronaldo, ma il contesto che permette a Cristiano Ronaldo il più importante calciatore al mondo (o uno dei due, tre, fate voi) la faccia tosta di dire che, a lui e ai suoi compagni di squadra, degli scandali della FIFA non gliene frega niente, che nello spogliatoio parlano di donne, scarpe, valigie e tagli di capelli. A parte il sessismo con cui le donne vengono inserite in una lista di oggetti, il punto è che Ronaldo è perfettamente a suo agio nel rispondere male a una domanda seria in diretta sulla CCN spagnola. In molti, quando il video è girato la scorsa estate, hanno interpretato le domande dell’intervistatore come delle provocazioni, e Cristiano Ronaldo reagisce come se domande del genere siano fuori luogo, bullshit.

Purtroppo è vero, nessuno chiede queste cose ai calciatori, ma dovrebbe essere questa la cosa che ci scandalizza (se state pensando che è la stessa cosa, che non voleva dire qualcosa di negativo sulla FIFA, ricordatevi che quando si è trattato di attaccare Blatter perché a suo avviso non lo trattava allo stesso modo di Messi, Cristiano non si è fatto problemi). Non so se Cristiano Ronaldo è una persona superficiale, se il sistema sta producendo calciatori sempre più ignoranti o se siano i brand e le squadre a esercitare un controllo comunicativo asfissiante, in ogni caso mi sembra che si sia arrivati al paradosso: se la cosa che conta dei calciatori è che facciano il loro lavoro—come si giustifica Cristiano—allora perché vendono scarpe, magliette, cuffie, prodotti per i capelli, abbonamenti telefonici…?

A me starebbe anche bene un mondo in cui i calciatori giocano a calcio e hanno una vita separata, mi chiedo solo se farebbe comodo a chi lavora con lo sport. Non si può andare avanti a storie motivazionali di riscatto. Se i calciatori sono una classe sociale a parte (perché le squadre e gli sponsor non sono tenute a fare qualcosa per la loro educazione, in senso largo) e di fatto formano cittadini 35enni disfunzionali, anche se ricchi, per una società normale, allora forse è il caso che comincino a vendersi le cose tra di loro. Che poi magari un giorno sarà così.

5 agosto: il River Plate vince la Copa Libertadores dopo 19 anni

Dopo 110 anni di successi, l’incredibile onta della Primera B Nacional, l’equivalente della nostra Serie B, sembrava incancellabile, come ci ricordava il video di El Tano Pasman. Invece 4 anni dopo il River Plate torna a vincere la Libertadores, il trofeo più importante, in finale contro i messicani del Tigres appena rinforzati con il centravanti francese André Gignac. Gran parte del merito è dell’allenatore Marcelo "El Muñeco" Gallardo, che ha creato un gruppo solido e finalmente competitivo.

5 agosto: Pellegrini da record

Ai Mondiali di Kazan Federica Pellegrini vince l’argento nei 200 stile libero e conquista il sesto podio consecutivo nella specialità, record assoluto dei Mondiali di nuoto.

8 agosto: Katie Ledecky vince il suo quinto oro ai Mondiali di nuoto

Nella finale degli 800 stile libero dei Mondiali di Kazan, Katie Ledecky conquista la medaglia d’oro e il record del mondo, il secondo dopo quello nei 1500. Per lei è la quinta medaglia d’oro nel libero, che si aggiunge a quelle già vinte nei 200, 400 e 1500 e a quella della staffetta 4x200. A soli 18 anni è la prima atleta, sia in campo maschile che femminile, a vincere tutte le distanze del libero, escluse le gare veloci.

11 agosto: Punizione di Messi vs. Siviglia

Leo Messi segna contro il Siviglia nella Supercoppa europea una punizione simile a quella di Maradona contro la Juventus, una tra le più difficili della storia.

17 agosto: l’Athletic Bilbao vince la Supercoppa di Spagna

di Emiliano Battazzi

Una di quelle notizie che passano inosservate sotto l’ombrellone e di cui si comprende la portata solo con il passare del tempo. L’Athletic di Ernesto Valverde impedisce al Barça di ripetere il famoso “sextete” dell’epoca Guardiola, diventando l’unica squadra a sconfiggere i catalani in una finale nel 2015.

Ci riesce giocando una partita d’andata martellante, con un pressing altissimo nella trequarti avversaria, con la squadra di Luis Enrique che nei primi 13 minuti non arriva mai a giocare un pallone nell’area avversaria. Aduriz segna una tripletta, l’Athletic vince 4-0 contro un Barça che fa turnover dopo la Supercoppa europea. Ma nella partita di ritorno al Camp Nou i baschi legittimano il trofeo pareggiando 1-1. Al ritorno a Bilbao, la squadra viene accolta da una folla impressionante che festeggia la vittoria di un trofeo atteso da ben 31 anni.

23 agosto: Vincenzo Nibali espulso dalla Vuelta

Il ciclista siciliano chiude male il suo anno più nero, quello che doveva essere della definitiva consacrazione. Il vincitore del Tour 2014 viene cacciato dalla corsa spagnola dopo dolo due tappe, perché si è fatto trainare dall’ammiraglia in seguito a una caduta. Proprio le cadute hanno rovinato la stagione di Nibali, finito a terra anche sulle strade di Francia (sempre alla seconda tappa).

27 agosto: Usain Bolt vince i 200 metri ai Mondiali di Pechino

Quattro giorni dopo il titolo sui 100 metri, Bolt raddoppia: il suo impero non crolla. Resta lui l’uomo più veloce al mondo.

27 agosto: Christian Taylor a 8 centimetri da Edwards

Il triplista americano si laurea campione del mondo con la misura di 18.21 metri, appena otto centimetri meno del record di Jonathan Edwards che resiste dal 1995.

6 settembre: Islanda agli Europei

A Reykjavik, contro il Kazakistan, finisce 0-0: l’Islanda festeggia la sua prima storica qualificazione agli Europei di calcio. Tre giorni prima aveva sconfitto l’Olanda determinando di fatto, tra stupore e sbigottimento, l’eliminazione, anche questa storica, degli Oranje dalla fase finale.

6 settembre: Buffon numero uno azzurro

Nella gara contro la Bulgaria Gianluigi Buffon tocca quota 150 presenze con l’Italia e diventa il giocatore più presente della storia della Nazionale.

12 settembre: Flavia Pennetta vince gli US Open e annuncia il ritiro a fine stagione

Mai arrivata a una finale Slam di singolare, Flavia Pennetta vince a New York battendo Roberta Vinci 7-6 6-2, momento irripetibile che riassume la lunga sequenza di fatti altrettanto irripetibili che hanno portato a questa finale tricolore.

13 Settembre: Fabio Aru vince la Vuelta

Il Giro d’Italia l’aveva vinto uno spagnolo, Contador, e secondo era arrivato proprio Fabio Aru, quello che si era presentato a questa stagione come la più grande promessa del ciclismo italiano. Al Giro di Spagna vince proprio Aru (secondo arriva uno spagnolo). È il primo grande giro vinto da Aru, ma è il terzo podio, il quarto piazzamento fra i primi cinque. Considerando che ne ha corsi cinque, a venticinque anni, si può stare certi che nei prossimi anni qualunque grande corsa a tappe con Aru al via lo vedrà protagonista. Magari questa volta al Tour.

16 settembre: gol di Florenzi contro il Barcellona

https://www.dailymotion.com/video/x3g93i7_florenzi-da-roma-faz-golaco-do-meio-de-campo-contra-o-barcelona_sport

Con un gol da centrocampo il giocatore della Roma pareggia la partita contro i campioni d’Europa.

17 settembre: Pau Gasol trascina la Spagna in finale di Eurobasket

Con una prestazione storica, al limite dell’epico (segna la metà esatta dei punti di tutta la squadra), il giocatore catalano a 35 anni domina i padroni di casa della Francia e porta di peso la Spagna alla finale di Eurobasket.

19 settembre: il Giappone batte il Sudafrica nella Coppa del Mondo di rugby

Al Community Stadium di Brighton il Giappone scrive la più sorprendente vittoria della storia del rugby, battendo il Sudafrica. Il coraggio dei nipponici è premiato: a un minuto dalla fine hanno a disposizione un comodo calcio di punizione che calciato porterebbe il risultato in parità. Ma decidono di andare in touche e di provare a vincere. Dopo una lunghissima azione che dura 4 interi minuti realizzano la meta dell’impresa.

22 settembre: la cinquina di Lewandowski

Entrato in campo a inizio secondo tempo con il Bayern sotto di un gol contro il Wolfsburg, l’attaccante polacco segna 5 gol in 9 minuti. Partita vinta e Twitter in fiamme.

17 ottobre: 500 volte De Rossi

Daniele De Rossi gioca Roma - Empoli, la sua 500.esima partita con la maglia giallorossa in tutte le competizioni.

22 ottobre: Johan Cruijff ha il cancro

https://twitter.com/JohanCruyff/status/657221428350164993

Il quotidiano spagnolo El Mundo annuncia che alla leggenda olandese è stato diagnosticato un cancro ai polmoni. Cruyff è stato un accanito fumatore fino al 1991, quando si sottopose a un’operazione al cuore.

21 ottobre: Buffon diventa il giocatore con più minuti in campo nella storia della Juventus

Al termine di Juventus - Borussia Mönchengladbach Gianluigi Buffon raggiunge quota 48.885 minuti giocati in bianconero e diventa il giocatore con più minuti giocati nella storia della Juventus, superando i 48.867 minuti di Alessandro Del Piero.

25 ottobre: l’incidente tra Valentino Rossi e Marc Márquez

Durante il Gran Premio MotoGP di Sepang, Márquez cade dopo un contatto con Valentino Rossi, che lo stava superando. Rossi viene punito e dovrà partire dall’ultima fila nella gara successiva, l’ultima del Mondiale, a Valencia.

30 ottobre: chiude Grantland

Dopo quattro anni, la ESPN annuncia che l’apprezzata rivista online di sport e cultura pop sospende le pubblicazioni: «Dopo attente considerazioni, abbiamo deciso di dirigere il nostro tempo e le nostre energie su progetti che crediamo avranno un impatto più ampio e significativo per la nostra azienda».

31 ottobre: la Nuova Zelanda vince la Coppa del mondo di rugby

Per la prima volta nella storia una Nazionale vince due Mondiali di fila: gli All Blacks battono i Wallabies 34-17 a Twickenham.

1° novembre: i Kansas City Royals vincono le World Series di baseball

Esattamente 30 anni dopo l’ultimo e unico successo la franchigia del Missouri torna in vetta alla MLB battendo 4-1 nella serie finale i New York Mets.

2 novembre: LeBron 25k

Con i 22 punti segnati nella vittoria contro i derelitti Sixers, LeBron James diventa il più giovane giocatore della storia a raggiungere quota 25.000 punti in carriera.

9 novembre: la WADA accusa la Russia di "doping di Stato"

Si tratta del caso di doping più clamoroso degli ultimi vent’anni, qualcuno è arrivato a parlare di ritorno alla “guerra fredda”. Secondo la World Anti-Doping Agency (WADA), Mosca ha barato sui test di centinaia di atleti, sabotando di fatto le manifestazioni internazionali di atletica leggera più importanti, a cominciare dalle Olimpiadi di Londra 2012, con un sistema di occultamento organizzato e gestito dal ministro dello Sport in persona, dai servizi segreti conosciuti con la sigla FSB e da una rete di corruzione che comprende politica e malavita organizzata. La richiesta WADA è scioccante: Russia fuori da tutte le competizioni per due anni: addio Giochi di Rio e figuraccia planetaria del Paese che deve organizzare i Mondiali di calcio 2018. Il ministro Mutko si è detto intenzionato a cambiare tutto e già parla di accordi raggiunti con l’Antidoping internazionale. To be continued...

9 novembre: Peter Sagan si sposa

Erano tanti anni che Peter Sagan era il predestinato del ciclismo mondiale, troppi. Il talento lo riconoscevano tutti, ma molte perplessità destava il suo stile di corsa, per nulla strategico, istintivo, screanzato. Com’è Sagan fuori dalle corse. La sua vittoria al Campionato del Mondo ha definito, finalmente, la sua consacrazione: la vittoria più importante della carriera, vinta con una strategia molto avveduta. Avrà messo la testa a posto, si sono chiesti in molti, tanto più che era in programma il suo matrimonio. Sagan ha risposto: al matrimonio si è presentato vestito da principe slovacco, poi si è fatto issare sopra a un trapezio metallico con un biciclo (quelle biciclette con una ruota grandissima e una piccolissima) a cui era legata una scala di funi sulla quale si è arrampicata la moglie.

13 novembre: gli attentati di Parigi

Durante l’amichevole Francia - Germania allo Stade de France si sente il rumore di alcune esplosioni. Gli attentati dell’ISIS sono il fatto più tragico avvenuto a Parigi dalla Seconda Guerra Mondiale. Nei piani originali dell’ISIS gli attentatori di Saint-Denis si sarebbero dovuti far esplodere dentro allo stadio…

15 novembre: Ronda Rousey perde per KO

Il dominio di Ronda Rousey è durato tre anni: senza perdere un incontro, con una sola avversaria prima di Holly Holm capace di portarla al secondo round, sembrava addirittura che per trovarle un avversario di livello avrebbe dovuto combattere con gli uomini. E forse anche lei ha finito per sentirsi troppo sicura di sé, non solo a livello comunicativo, preparando forse l’incontro senza la cura che avrebbe meritato. Holm, campionessa di boxe e kickboxing, ha vinto costringendo Rousey (campionessa di judo in una vita passata, specializzata nelle prese a terra e nell’armbar che l’ha resa famosa, strappando spalla e gomito delle sue avversarie) a combattere in piedi, con uno splendido footwork, e merita tutti gli onori del caso.

Ronda è diventata in poco tempo il personaggio di punta del mondo delle emergenti MMA: il New Yorker le ha dedicato un profilo in cui viene sembra totalmente pazza, vendicativa, ma anche capace di infrangere tabù di un mondo pieno di maschilismo: di fatto ha costretto il presidente dell’organizzazione, Dana White, a cambiare la propria politica in materia e non ha rinunciato alla propria femminilità non stereotipata, da atleta appunto, posando per Maxim e per la copertina del “Body Issue” del magazine di Espn, cominciando ogni incontro con il fuoco negli occhi e sciogliendosi in pianto subito dopo. Non è ancora chiaro quanti danni abbia riportato dall’incontro con Holm, ma Ronda aveva già un piede a Hollywood (ha recitato in Entourage, Expandables, Fast & Furious). Su Instagram ha annunciato che tornerà a combattere.

15 novembre: l’ultima partita di Raúl

di Daniele V. Morrone

Mi sono chiesto più volte durante la pittoresca partita giocata a notte fonda su di un campo con gli sponsor disegnati sul prato se ne valesse realmente la pena di continuare a guardarla. Due squadre di cui conoscevo soltanto il nome in una finale di un campionato minore americano. Investire due ore della propria vita per vedere con un pessimo streaming una partita del genere. Cosa che non faccio neanche per le amichevoli estive tra big europee in piena astinenza da calcio giocato. La tentazione di spegnere era forte.

Alla fine però non ho mollato perché l’idea di spegnere spariva ogni volta che la palla finiva sul sinistro del 7. Lo stesso che faceva tremare l’Europa. Sono contento di aver resistito tutto il tempo necessario a vederlo giocare in diretta per un’ultima volta. Raúl è stato intelligente nello scegliere il momento di farsi da parte e dire basta all’Europa, quando ancora era in grado di fare la differenza nelle notti di Champions League. E allora era giusto rispettare la sua scelta di dire basta al calcio in quel contesto decisamente meno epico. Dove comunque la coppa a fine partita l’ha alzata lo stesso. Sponsor sul campo o meno le vecchie abitudini sono rimaste le stesse.

18 novembre: muore Jonah Lomu

Addio, Rinoceronte. Fa ancora tristezza pensarci.

22 novembre: il record di Jorginho

In Verona - Napoli Jorginho compie 218 tocchi di palla: un record nei campionati europei dal 2006/07, primo anno di raccolta dati.

24 novembre: il record battuto dai Warriors

Con la vittoria contro i Lakers, la squadra campione NBA vince la sua sedicesima gara consecutiva dall’inizio della stagione, battendo quindi il record di 15-0 detenuto dagli Houston Rockets 1993-94.

28 novembre: Tyson Fury campione del mondo dei pesi massimi

L’americano Fury batte per decisione unanime l’ucraino Wladimir Klitschko, imbattuto per 9 anni 7 mesi e 7 giorni (il secondo periodo più lungo della storia dei massimi, dopo Joe Louis, che negli anni ‘30 aveva resistito 11 anni, 8 mesi, 8 giorni).

29 novembre: Kobe Bryant annuncia il ritiro agonistico

Con un annuncio che sorprende un po’ tutti per tempistiche, la leggenda vivente dei Lakers e futuro Hall of Famer, annuncia il ritiro a fine stagione. Inizia quello che passerà alla storia come il “Kobe’s Farewell Tour”.

29 novembre: la Gran Bretagna vince la Coppa Davis

Con la vittoria su Goffin sulla terra rossa indoor di Gand, Andy Murray regala alla Gran Bretagna la sua prima insalatiera dal 1936.

2 dicembre: Giovinco MVP della MLS

Sebastian Giovinco viene incoronato Most Valuable Player del campionato statunitense. Nel solo 2015 con la maglietta del Toronto FC segna 22 gol e 13 assist, trascinando la squadra canadese fino ai preliminari dei playoff.

4 dicembre: Gregorio Paltrinieri stabilisce il nuovo record mondiale dei 1500 stile libero in vasca corta

di Gianluca Ciucci

Ai Campionati europei di Netanya, Paltrinieri vince l’oro davanti all’altro azzurro Luca Detti e ferma il cronometro su uno strepitoso 14’08’’06. Un tempo che manda in soffitta il precedente record dell’australiano Grant Hackett che resisteva da 14 anni (Perth 2001), migliorandolo di oltre due secondi (14’10’’10). Il 21enne di Carpi, già campione del mondo a Kazan ad agosto, è il più accreditato sfidante al trono del recordman cinese Sun Yang nella corsa all’oro di Rio. Lo stesso Yang proprio ai Campionati russi diede forfait all’ultimo minuto, lasciando vuota la sua corsia in finale e via libera a Greg. Il mistero su quella rinuncia permane ancora: si è parlato di uno scompenso cardiaco, ma anche di un litigio con la squadra brasiliana nella piscina di riscaldamento. L’italia del nuoto si gode il suo ragazzo d’oro e sogna la finale olimpica in terra carioca.

9 dicembre: 50.esima vittoria in Champions League per Guardiola

Il Bayern batte la Dinamo Zagabria e Guardiola diventa il tecnico più veloce a raggiungere 50 vittorie in Champions League, con sole 80 partite all’attivo. Al contempo Lahm vince la sua 300.esima partita con la maglia del Bayern.

14 dicembre: Assegnata a Roma la Ryder Cup di golf del 2022

Il torneo di golf più prestigioso del mondo sbarca per la prima volta in Italia. L’edizione 2022 della leggendaria sfida Europa - USA si disputerà sui green del Marco Simone Golf & Resort.

17 dicembre: Mourinho lascia il Chelsea per la seconda volta

Il Chelsea annuncia la rescissione consensuale del contratto con José Mourinho dopo dodici sconfitte stagionali, l’ultima delle quali contro il Leicester di Claudio Ranieri. Un evento che cambierà il nostro modo di vedere le cose.

20 dicembre: il Barcellona vince l’Intercontinentale

Nella finale di Yokohama, il Barcellona di Luis Enrique batte 3-0 il River Plate di Marcelo Gallardo e si proclama club più titolato al mondo, scatenando le rimostranze del Al-Ahli.

20 dicembre: l’unico civitavecchiese a essere mai stato campione d’Italia e d’India

di Fabrizio Gabrielli

Un aspetto di cui vado molto fiero, della città in cui sono nato e vivo, è la lista DaDa degli uomini a cui ha dato i natali. Eugenio Scalfari e Selvaggia Lucarelli. Pino Quartullo e i fratelli Calcaterra. Marta Grande e Manuele Blasi.

Blasi ha giocato ogni singolo minuto della pazza finale di Hero Indian Super League (rigori sbagliati, gol di mano, bottammuro e tric-trac) nella quale il Chennaiyin allenato da Marco Materazzi ha sconfitto il Goa FC, ribaltando nel giro di cinque minuti una partita che sembrava nelle mani della squadra allenata da Zico in maniera più salda di un abbraccio di Kali.

Blasi è il primo civitavecchiese ad aver conquistato due scudetti: uno in Italia (anche se poi è stato revocato) e uno in India. Quartullo dovrà darsi molto da fare a Hollywood (o a Bollywood) se vorrà eguagliarne il brillio.

21 dicembre: Blatter e Platini squalificati dalla FIFA

Il comitato etico della FIFA squalifica Sepp Blatter e Michel Platini per 8 anni: in mancanza di novità negli appelli, i due ex dirigenti non potranno partecipare in nessuno modo a qualunque attività calcistica. A essere contestato è il pagamento di 2 milioni di franchi effettuato nel 2011 da Blatter a Platini per presunte consulenze. Secondo il comitato etico Blatter avrebbe “violato i doveri che aveva nei confronti della FIFA”, mentre Platini avrebbe “mancato in credibilità e integrità”.

25 dicembre: muore Carlo Vittori

Ha allenato Pietro Mennea ogni giorno, cinque ore al giorno, per undici anni, fino al record mondiale dei 200 metri. Ha recuperato al calcio un giovane ragazzo dal grande talento calcistico che ad appena diciotto anni si è frantumato crociato e menisco del ginocchio destro e la cui carriera sembra finita il 5 maggio 1985. Quel ragazzo è Roberto Baggio e il dottor Vittori lo consegna alla Fiorentina (che lo ha acquistato dal Vicenza due giorni dopo l’incidente) e alla storia del calcio, più forte e più uomo.

Citazioni sparse: «Bisognerebbe squalificare a vita alla prima infrazione, non alla terza. Se gli atleti squalificati si fermassero subito Gatlin non avrebbe più corso. Io mi fido solo di Bolt, a occhi chiusi. Ai Mondiali non era obbligato a correre i 200, ma lo ha fatto lo stesso per dimostrare di essere superiore a Gatlin. Bisogna essere intransigenti, la WADA non dà più alcuna sicurezza». (novembre 2015). «Non si crede più nel lavoro, nella scienza. Perché bisogna arrivare in fretta al risultato. Succede da tanti anni, da quando si spinse troppo l’acceleratore sull’atletica spettacolo, su ricchi premi in denaro» (agosto 2015). «[In Italia] Ci sono 350 atleti militari, che invece di essere seguiti negli appositi centri di appartenenza se ne stanno a casa. Seguiti come? Con quali risultati si vede. Non c’è nemmeno rispetto per lo Stato che sborsa i loro stipendi». (maggio 2015).

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