“Rookie” è il termine con cui negli sport americani viene identificato un esordiente, un giocatore alla sua prima stagione completa nel professionismo. Secondo l’Oxford Dictionary, il termine avrebbe avuto origine nel tardo 19.esimo secolo, come storpiatura della parola “recruit” (recluta) a sua volta assonante con “rock”, ovverosia roccia.
Nel calcio europeo non è però possibile identificare la categoria allo stesso modo. Le competizioni di massimo livello si moltiplicano e le regole del mercato e le modalità di accesso al professionismo sono completamente diverse rispetto a quanto avviene oltreoceano.
Avremmo potuto considerare rookie, tutti gli esordienti nel campionato di Serie A: da Eddy Salcedo del Genoa, che ha debuttato lo scorso agosto ad appena 15 anni 10 mesi e 20 giorni, a Bacary Sagna del Benvento che quando ha calcato per la prima volta un campo di Serie A, l’Olimpico di Roma, aveva 34 anni 11 mesi 28 giorni. Una forbice di quasi 20 anni era però francamente troppo ampia, anche perché il rookie per definizione è la matricola, ed è difficile considerare Sagna (ma anche Nani, Lucas Levia o Matuidi) un novellino. Abbiamo dunque considerato per il premio solo i giocatori Under-23 che hanno debuttato nel nostro campionato in questa stagione.
Tra i quattro nomi presi in considerazione due rischiano di non continuare la loro carriera in Serie A. Uno è Enrico Brignola, che con il Benevento (e Sagna) è retrocesso in Serie B dopo una sola stagione, pur essendosi giocato al meglio le sue chance per mettersi in mostra a 19 anni ancora da compiere togliendosi anche la soddisfazione di segnare 3 gol e servire 2 assist.
L’altro è Joao Cancelo, tra i migliori terzini del campionato, soprattutto da quando si è imposto nell’undici titolare di Spalletti nella seconda parte di stagione. Purtroppo il diritto di riscatto che di cui l’Inter godeva (che transfermarkt quantifica tra i 33 e i 35 milioni di euro) è scaduto il 31 maggio e il giocatore si riaccaserà al Valencia in attesa di conoscere il suo futuro.
Il terzo candidato era Antonin Barak, centrocampista dell’Udinese con un passato da seconda punta che ha stupito tutti per la sua presenza in zona gol (7, secondo solo a Lasagna). Dopo Jankto un altro ottimo acquisto dalla Repubblica Ceca e una plusvalenza assicurata per il club friulano.
Chi però ha effettivamente sbaragliato la concorrenza, garantendosi il premio viene da un Paese ancora più ad est: il rookie dell’anno secondo i lettori e la redazione di Ultimo Uomo è infatti il turco Cengiz Ünder della Roma (che, vale la pena ricordarlo, lo aveva annunciato così).
Anche i tifosi della Roma lo hanno incoronato come migliore giovane stagionale.
Arrivato con l’arduo compito di sostituire Salah, che nel frattempo è diventato un serio candidato alla vittoria del Pallone d’Oro, l’esterno arrivato dal Başakşehir di Istanbul è stato catapultato a soli 20 anni di età in un Paese, una squadra ed un ambiente a lui completamente sconosciuti.
“Trasferirsi all’estero è stato un vero e proprio shock. Ci sono molti più fattori coinvolti di quanto avrei immaginato. Me ne sono andato da solo, senza la famiglia, senza conoscere nessuno e senza essere in grado di comunicare con gli altri. Non riesco a spiegare quanto sia stato frustrante all’inizio” ha dichiarato lui stesso in un’intervista rilasciata al Guardian.
Ad inizio stagione, le sue difficoltà di adattamento si sono inevitabilmente ripercosse sulle sue prestazioni in allenamento ed in campo, tanto che nel girone di andata ha giocato appena 327 minuti. Anche in quelle poche apparizioni era però evidente quanto faticasse ad inserirsi in squadra e a comprendere le direttive di Di Francesco, la cui filosofia di calcio offensivo è stata una dei motivi per cui Ünder ha deciso di trasferirsi alla Roma.
Con la squadra che viaggiava in Champions, ma non riusciva a decollare in campionato, non sono mancate le voci critiche, soprattutto nei confronti di Monchi, reo di non aver rimpiazzato adeguatamente Salah, visto che il primo gol di Ünder, Schick e Defrel, cioè in linea teorica i tre sostituti dell’egiziano, è arrivato solo a febbraio, quando proprio il turco ha segnato la rete valsa tre punti contro il Verona.
Da quel momento è però riuscito a sbloccarsi definitivamente anche grazie ai miglioramenti di tutta la Roma, con Di Francesco che è riuscito a proporre quegli adattamenti tattici necessari a favorire le caratteristiche dei propri giocatori. Proprio Ünder è forse tra quelli che ha beneficiato di più dell’ammorbidimento delle posizioni dell’ex tecnico del Sassuolo, grazie al lavoro costante ma anche al progressivo adattamento alla nuova vita in Italia e a Roma.
Ma per sua stessa dichiarazione, a Ünder piace “smentire gli altri” e così ella seconda parte di stagione si è letteralmente trasformato, cominciando ad attingere ad un ventaglio più ampio di soluzioni e di conseguenza a rendere maggiore imprevedibile il suo gioco, fin lì troppo dipendente dal dribbling e dalla sua volontà di provare giocate spesso troppo complicate anche per un calciatore della sua qualità.
Al gol al Verona ne sono seguiti altri 6 in campionato, tutti pesantissimi dal punto di vista della classifica, e uno in Champions League, in Ucraina contro lo Shakhtar a conti fatti valso la qualificazione ai quarti per la regola dei gol in trasferta. Finalmente è riuscito ad esprimere anche in maglia giallorossa le qualità senza palla e di attacco alla porta che avevano prima permesso al Başakşehir di sfiorare il titolo turco e poi convinto Monchi a portarlo a Roma, oltre ad una determinazione ed una consapevolezza tecnica rare in un giocatore così giovane.
Spesso per il Rookie of the Year si prospetta un futuro da giocatore franchigia e queste potrebbero essere proprio le aspettative su Ünder per le stagioni a venire. Il turco è riuscito ad imporsi in una squadra che sta aprendo un nuovo ciclo e con i giocatori più rappresentativi tutti oltre i 30 anni di età, potrebbe essere proprio lui a dover raccogliere l’eredità e traghettare il club in un nuovo capitolo della sua storia. Del resto, uno che si chiama come Gengis Khan non può che ambire alla conquista della Roma.