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Sullo schermo compare l'esterno dello stadio di San Siro. Poi le immagini ci portano all'interno e, a sorpresa, ci ritroviamo in un impianto di provincia, con i vessilli del Pavia Club Gropello Cairoli. Due squadre entrano in campo: una, in maglia blu, è ovviamente il Pavia, mentre l'altra, in rosso, porta il nome di Cervara. Sugli spalti, gremiti per l'occasione, una giovane donna cinese spiega al padre che il Pavia era una volta l'orgoglio della città, ma che negli ultimi anni le cose sono andate male, non ci sono più sponsor e la gara che stanno guardando è in qualche modo cruciale per i destini del club; acquistare o almeno sponsorizzare la società sarebbe un modo per ottenere il favore dei pavesi e poter realizzare i suoi piani in città.
L'uomo non esita: è pronto a sostenere economicamente la squadra e a discuterne immediatamente, a partita in corso, con chi di dovere. Ovvero con Maria Grazia Cucinotta, qui negli inconsueti panni di una nota commerciante pavese che anni prima ha avuto una relazione con quell'uomo, quando entrambi vivevano negli Stati Uniti. L'imprenditore e Cucinotta scendono negli spogliatoi, dove l'allenatore del Pavia sta parlando ai suoi dopo un brutto primo tempo finito sul risultato di 0-3: all'annuncio di una nuova sponsorizzazione triennale i giocatori esultano e, spronati dal nuovo benefattore, che chiede loro non di vincere, ma di segnare un gol, tornano in campo e pareggiano 3-3.
Pochi minuti, ma cruciali nel meccanismo narrativo del film: finalmente, grazie all'unica cosa che interessa davvero agli italiani, l'imprenditore cinese competente, incaricato dall'Interpol di aiutare un suo rivale e connazionale, erede di una ricca famiglia, incredibilmente stupido e interessato soltanto al karaoke, a completare l'acquisto di Strada Nuova, ampio corso centrale di Pavia, in modo tale da poter cogliere sul fatto una potente gang di clonatori di carte di credito, può convincere i commercianti locali, poco sedotti dall'iniziale e stravagante piano che prevedeva di radere al suolo il centro cittadino per costruire piazza Karaoke, a cedere i loro esercizi, dando il via a uno scontato finale fatto di calci volanti e mosse di arti marziali, preludio al trionfo dei buoni e all'arresto dei cattivi.
Magic Card è una commedia d'azione romantica uscita il 16 ottobre 2015 nei cinema cinesi, dove ha incassato poco meno di un milione e mezzo di yuan, intorno ai duecentomila euro. La locandina raffigura uno degli attori, nell'atto di sferrare un calcio a una carta di credito, con il Duomo di Milano sullo sfondo. Il film è stato proposto anche in televisione: dai commenti su douban.com, dove più della metà dei votanti ha attribuito alla pellicola una stella su cinque, sappiamo che è stato trasmesso da CCTV-6, rete televisiva pubblica dedicata al cinema, il 28 gennaio 2017, giorno del capodanno cinese. Siamo quindi autorizzati a immaginare intere famiglie di Pechino o Shanghai, nel bel mezzo di una settimana di vacanza, rilassarsi sul divano mentre guardano un'esaltante rimonta del Pavia, dovuta in parte a Maria Grazia Cucinotta, in un luogo di fantasia che all'esterno ha le iconiche torri del Meazza e all'interno le più umili tribune del Pietro Fortunati.
Anche nella realtà, come nella finzione, l'interesse per la squadra di calcio di Pavia è una conseguenza di quello per la città e gli affari che vi si possono fare. Nemmeno in Italia, infatti, il Pavia riscuote troppa attenzione: escluse tre stagioni nella massima serie nel primo dopoguerra, gli Azzurri hanno come punto più alto della storia quattro stagioni in Serie B, l'ultima nel 1954-55, e se del Pavia si parla e si scrive, nei primi anni '90, è per la peculiarità della prima presidente donna del calcio professionistico italiano, Giusy Achilli, che viaggia in Harley Davidson e tuta di pelle nera ai tempi in cui dal Fortunati passano giocatori come Ricky Massara, Massimiliano Allegri, Stefan Schwoch e un dirigente a inizio carriera come Giovanni Carnevali. Eventi ormai lontani nell'estate del 2014, quando il Pavia è reduce da un tranquillo ultimo posto nel girone A di Prima Divisione, che non comporta retrocessione, vista l'imminente ristrutturazione della Lega Pro con il ritorno all'antico formato della Serie C.
Galeotta, nella città delle due discoteche e centosei farmacie, è un'ex caserma dei Carabinieri, un edificio che la Provincia sta cercando di vendere da tempo e a cui si interessa Agenzia per l'Italia, una società costituita pochi mesi prima, a Milano, le cui quote appartengono per il 70% a Xiadong Zhu, 45 anni, e per il restante 30% all'amministratore unico Qiangming Wang, 49 anni, nato a Shangai ma con cittadinanza italiana, e dietro la quale agisce il fondo d'investimento PingYi Shanghai Equity Investment. La caserma resterà invenduta, ma la trattativa per la società di calcio, che la famiglia Zanchi ha messo in vendita a febbraio, si conclude positivamente: a inizio luglio il Pavia diventa il secondo club del calcio professionistico italiano acquisito da un investitore cinese. L'unico precedente è quello della Palmese 2003-04, finita nelle mani di Zhicai Song, ricercato per truffa in patria: ma è una storia durata poco, con l'imprenditore che, dopo aver promesso la Serie A e acquistato diciassette giocatori, dimentica di pagare gli stipendi per tre mesi e cede la società, concentrandosi sull'organizzazione di un Maradona Day e di una rete commerciale di prodotti griffati Maradona e su un mega multisala in Brianza, con all'interno un mercato cinese all'ingrosso, da costruire in collaborazione con la ndrangheta. Questa volta le cose sono, o sembrano, diverse, più serie: chi arriva vuole investire anche fuori dal calcio e considera l'acquisto del Pavia come il biglietto d'ingresso a un territorio intriso di cultura, ricco di possibilità. Qualche commentatore vede addirittura una svolta che potrebbe salvare la città dall'epidemia del sonno degli ultimi decenni.
Massimo Londrosi, professore di italiano e latino e dirigente sportivo cresciuto nell'Oltrepò degli anni '80, che sostiene di aver preso i primi contatti con i nuovi proprietari, convinti dalle opportunità di business nei settori sanitario ed enologico, diventa direttore generale del Pavia e deve illustrare le intenzioni di Zhu e Wang, rispettivamente presidente e consigliere delegato, sottolineando il crescente interesse in Oriente per questo sport e quindi la possibilità di un'Academy che, a Pavia, formi allenatori per il calcio cinese, un progetto che potrebbe essere coordinato da una figura di esperienza come, per esempio, Nedo Sonetti. Oltre al sogno di un esercito di replicanti di Sonetti pronti a plasmare il calcio del Celeste Impero, però, c'è ovviamente di più: un piano triennale e fondi sufficienti ad allestire una buona squadra per il nuovo allenatore, Riccardo Maspero, «un lodigiano-bergamasco con i piedi per terra e una gran voglia di arrivare», reduce, alla sua prima esperienza in panchina, da una storica promozione in Serie D con il Ciliverghe Mazzano.
La campagna acquisti porta, tra gli altri, giocatori d'esperienza come l'ex Catania Rocco Sabato, che proprio con un prestito al Pavia aveva iniziato la sua carriera, nel lontano 2000-01, e soprattutto il Cobra Andrea Soncin, nativo della vicina Vigevano, vecchia conoscenza di Londrosi e compagno di Maspero alla Fiorentina, di ritorno nella terza serie dopo nove stagioni tra A e B e immediatamente proclamato capitano. Una fideiussione emessa dall'Industrial and Commercial Bank of China permette di iscriversi alla Lega Pro e di pensare a un 3-4-1-2 con l'obiettivo di puntare, entro un paio d'anni, alla promozione in Serie B.
Già a metà agosto, dopo una vittoria in Coppa Italia di Lega Pro sulla Pro Piacenza, l'atmosfera è euforica: servizi sul Pavia sono trasmessi in Cina da CCTV, i tifosi si mettono in coda per sottoscrivere abbonamenti e gli imprenditori locali chiedono di incontrare Qiangming Wang, per tutti David. L'inizio di campionato è altrettanto esaltante: alla quarta giornata, con la vittoria sulla Feralpi Salò, la squadra è sola in testa alla classifica e al Fortunati si registrano ben 1650 spettatori paganti, un netto miglioramento rispetto alle ultime, deprimenti stagioni; più avanti si vedranno allo stadio anche studenti cinesi con la bandiera rossa, un'avanguardia di quei cinquanta milioni di tifosi del Pavia in Oriente promessi dalla nuova proprietà. Da Shanghai, dove Zhu segue le partite in streaming e riceve la rassegna stampa con tutti gli articoli sulla squadra, arrivano complimenti via Skype. Si sogna dentro e fuori dal rettangolo di gioco: a fine settembre, nella sala consiliare del comune di Pavia, Zhu promette di portare, in un anno, centomila turisti cinesi a Pavia e, come si scoprirà mesi dopo, sogna di alloggiarli in un villaggio di bungalow da costruire attorno allo stadio. A garantire per lui, in un certo senso, Maria Grazia Cucinotta, ammiratrice di un certo autoritarismo («come dicono loro in Cina c'è uno che decide e tutti fanno, da noi invece tutti decidono e nessuno fa niente») e figura totemica di questo rapporto Pavia-Cina tutto da costruire: il Pavia, grazie ai cinesi, può tornare a sognare, almeno secondo l'attrice, che coglie l'occasione per un endorsement al primo cittadino Depaoli, «un sindaco fantastico».
Il legame tra l'ex capitale longobarda, la sua squadra di calcio e il secondo paese più popoloso del mondo è suggellato, tra fine dicembre e inizio gennaio 2015, dal viaggio in Cina di una delegazione composta da presidente e dg del club, dall'assessore provinciale Brendolise e da Renzo Ulivieri, presidente dell'Associazione Italiana Allenatori Calcio, che è già stato più volte nella città lombarda e ha un legame decennale con la federcalcio cinese. La spedizione pavese partecipa a incontri e firma protocolli d'intesa, seguita con servizi e approfondimenti dalle telecamere della televisione di stato. Ulivieri approfitta della trasferta per comprare un poster di Mao Tse Tung per se stesso e un busto in bronzo, sempre di Mao, da regalare all'assessore Brendolise, e per fare il punto sulla Repubblica Popolare: «Parlare di paese comunista è fuori del tempo. Lo dico con un po' di nostalgia». Risultato del viaggio è la nascita a Cascina Scova dell'Academy per allenatori cinesi, che vedrà l'inizio dei corsi, diretti dall'ex tecnico del Torino Giancarlo Camolese, a fine aprile, con una ventina di studenti, tra cui molti insegnanti di educazione fisica e un ex commissario tecnico della nazionale, Guanghu Zhu, ai quali dopo due settimane vengono consegnati i primi diplomi.
Oggi sappiamo che la visione di centomila cittadini cinesi che, nel nome del Cobra Soncin, affollano la basilica di San Pietro in Ciel d'Oro per rendere omaggio alle spoglie di Agostino d'Ippona, o ammirano i luoghi degli 883, non si è realizzata, nonostante l'approvazione dei commercianti pavesi, pronti a ospitarne anche di più per rilanciare l'economia. All'epoca, però, non mancano idee altrettanto stravaganti: quotare il Pavia alla borsa di Hong Kong; acquistare un canale televisivo cinese che mandi in onda un programma dedicato alla cultura italiana condotto da Maria Grazia Cucinotta; dotare un milione e mezzo di turisti cinesi diretti a Milano di un telefono con un'app che contenga indicazioni sulle aziende locali; portare il Pavia in B, e poi in A, e poi anche in Europa; invitare a Pavia il presidente Xi Jinping in visita ufficiale a fine aprile 2015; costruire uno stadio di proprietà da ventimila posti a sedere, con negozi, palestre e piscina, da inaugurare, secondo i programmi, il 31 dicembre 2017; girare un reality show italo-cinese, Vieni anche tu, sempre finanziato da Zhu e condotto da Cucinotta, con concorrenti italiani e cinesi, tra cui un giocatore della giovanili del Pavia, a sfidarsi in una sorta di Isola dei Famosi di ambientazione pavese; realizzare un reality show sul calcio, Gol, che coinvolga società calcistiche italiane e l'onnipresente Cucinotta. E poi c'è il film.
Si sa che sarà finanziato, in parte, dal Pavia Calcio. Si dice che tra gli attori debba esserci Arnold Schwarzenegger, che uscirà in occasione della Mostra del Cinema di Venezia e che ci saranno sparatorie e inseguimenti nel centro storico di Pavia. Alla presentazione ufficiale, in un albergo in piazza Duca d'Aosta a Milano, alla presenza di Cristiano Malgioglio, che si intrattiene a lungo con Cucinotta, si scopre che il titolo è Magic Card. La trama dovrebbe essere incentrata, infatti, sulle disavventure cui si può andare incontro con una carta di credito, su traffici illegali di carte clonate, con riferimenti a Expo 2010 ed Expo 2015. A marzo iniziano le riprese, prima a Milano e quindi a Pavia: di Schwarzenegger si sono perse le tracce, ma c'è ampio spazio per chi aspira a un ruolo da comparsa. In occasione delle partite interne del Pavia, ragazzi e ragazze tra i 18 e i 35 anni possono infatti partecipare al concorso Vuoi diventare miss o mister Pavia?, sfilando nell'intervallo e venendo votati tramite Facebook e schede cartacee: in palio, per i vincitori finali, selezionati ovviamente da Cucinotta, la partecipazione al film. E così, mentre il Pavia sogna davvero la Serie B, chiudendo il girone d'andata al terzo posto e vincendo sei delle prime otto partite del girone di ritorno, realtà e finzione si sfiorano: due giorni dopo il pareggio in casa della Giana Erminio, allo stadio Fortunati si ritrovano, il 30 marzo, giocatori del Pavia, insieme ad altri prestati per l'occasione dall'OltrepoVoghera, per vestire la maglia blu e girare le scene di una partita contro i giocatori delle giovanili in maglia rossa. Con loro, oltre a Cucinotta, l'attore di Hong Kong Simon Yam, con più di duecento film all'attivo, e diversi tifosi.
Lontano dai set cinematografici, il Pavia resta in lotta per la testa della classifica fino alla penultima giornata, quando una sconfitta per 3-0 a Como porta al clamoroso esonero di Maspero, cui non basta aver portato la squadra al terzo posto. A sostituirlo è Andrea Vavassori, che non siede su una panchina da cinque anni e in due gare consuma la sua ultima esperienza da allenatore: al primo turno dei play-off, al XXI settembre di Matera, dopo essersi portati in vantaggio, i lombardi vengono prima raggiunti e, all'ultimo minuto dei supplementari, superati ed eliminati dai padroni di casa. Sulla ghiaia del Broletto, dove l'annunciato maxischermo si è rivelato essere in realtà un umile 40 pollici, la delusione dei tifosi è evidente. La proprietà, però, non si lascia prendere dallo sconforto: a giugno, in occasione di una sfilata di fine stagione in Piazza della Vittoria, con fumogeni, cori e la consegna di medaglie ai giocatori, il presidente Zhu promette non solo la Serie B, ma anche la A e l'Europa e annuncia di aver avviato la trattativa per la costruzione di un nuovo stadio con una società tedesca e di aver comprato un terreno nel centro di Milano, destinato a diventare Casa Pavia. Si riparte da un nuovo allenatore, l'ex Chievo Michele Marcolini, quarantenne proveniente dal Real Vicenza, alla cui presentazione ufficiale assiste anche la televisione cinese: sempre più cittadini della Repubblica Popolare, apparentemente, seguono con interesse le sorti del Pavia, e volano paragoni tra Marcolini, Lippi e Cannavaro. Si tratta anche per la cessione dell'attaccante azzurro Andrea Ferretti a una squadra di Shanghai. La Cina è vicina.
A luglio, all'improvviso, arriva la notizia del licenziamento di Londrosi, direttore generale e direttore sportivo, l'uomo che ha costruito la squadra, colui che deve spiegare Lotito e Tavecchio a un fondo d'investimento di Shanghai («Lo racconto come fosse un fumetto popolato di caricature»). La posizione della proprietà è che il dirigente, oggetto di una visibilità eccessiva per gli standard orientali, non sarebbe la figura adatta a occuparsi di un club che non è solo calcio, ma anche film, reality show, sanità, agroalimentare. Londrosi, «chiamato per fare il dirigente del calcio, non del circo», crede invece di aver dato fastidio ricordando più volte i debiti da pagare, circa mezzo milione di euro, dovuti per lo più a benzinai, procuratori, società di steward: ed effettivamente, qualche giorno prima, alcuni creditori, tra cui il proprietario dell'Osteria del Naviglio, si sono recati in sede per esigere quanto dovuto. Scaricato dalla società, l'ex dg rivela alcuni piani del presidente Zhu, dall'acquisizione di locali in città per metterci slot machine al tentativo di acquistare un club calcistico maltese, il Pembroke, per sfruttarne il centro sportivo, sito in zona turistica, o il tentativo di acquistare un hotel con casinò per fare di Malta “la Macao del Mediterraneo”. Un mese più tardi, ad agosto, la Soccersport presenta istanza di fallimento, ma nel frattempo il Pavia cinese ha vissuto, forse, il suo momento più alto.
La Coppa Italia, considerata inizialmente quasi un disturbo, con quelle partite a inizio agosto che impediscono una tournée in Cina, si rivela un successo: eliminato il Poggibonsi al primo turno, in casa, il Pavia si è guadagnato il diritto di affrontare il Latina, una squadra di Serie B, nella partita più prestigiosa degli ultimi nove anni, e si è imposto per 4-1 al Domenico Francioni. La qualificazione al terzo turno eguaglia il miglior risultato del Pavia nella coppa nazionale e il tabellone offre, come avversario, niente meno che il Bologna. Sarebbe una partita di assoluto prestigio: per la prima volta nella storia il Pavia affronta una squadra di Serie A in gara ufficiale. Peccato che, dopo che il Bologna, a causa dei lavori in corso al Dall'Ara, ha chiesto e ottenuto l'inversione di campo, intervenga la Questura a negare l'utilizzo del Fortunati per questioni di ordine pubblico: la Lega Serie A non la prende bene, l'Osservatorio per le manifestazioni sportive tenta di mediare, i tifosi protestano, il sindaco Depaoli contatta parlamentari di tutte le parti politiche, il leghista Centinaio chiama prefetto e capo della Digos, ma non c'è nulla da fare. Fallito anche il tentativo di trovare uno stadio in Romagna, per attirare bolognesi in vacanza, si tenta, con l'accordo delle due squadre, di rinviare la partita, ma la Rai, che trasmette l'evento in diretta, si oppone. Il 14 agosto 2015, alle ore 21, la storia va così in scena al Menti di Vicenza, alla presenza di un centinaio di tifosi rossoblu e di una trentina di pavesi con lo striscione «Povar ma gnucc»: al minuto 37 Stefano Del Sante, sugli sviluppi di un calcio di punizione, insacca alle spalle di Mirante per lo 0-1 finale. In altri contesti sarebbe un'impresa da tramandare ai posteri, ma in Italia la coppa è un fatto intimo, qualcosa su cui mantenere un discreto riserbo; il Pavia uscirà al quarto turno, a dicembre, colpito nei minuti di recupero dall'unica rete messa a segno in due presenze con la maglia dell'Hellas Verona dal brasiliano Cláudio Winck.
Per gli Azzurri, che avrebbero forse meritato i supplementari, è comunque una buona prestazione, ma il momento è quello che è: dieci giorni dopo, al termine di una sconfitta interna col Lumezzane, segnata dalla contestazione dei tifosi («Presidente portaci in Europa»), Marcolini viene esonerato e sostituito da Fabio Brini. La società non è delle più pazienti: a ottobre, con un secondo posto a due punti dalla vetta, la squadra, che non percepiva stipendio da fine luglio, era stata punita con un giorno di allenamento in più dopo una vittoria non troppo convincente in casa dell'Albinoleffe. «Un modo per tenere alta la tensione».
L'obiettivo, in ogni caso, resta la Serie B e a gennaio arrivano ben dieci nuovi calciatori, tra i quali un attaccante di categoria superiore come Nando Sforzini, il futuro giocatore del Cagliari Azzi, Kastriot Dermaku in prestito dall'Empoli, e due colpi di caratura internazionale: il nazionale maltese Rowen Muscat, che gira a bordo di una Bmw bianca targata Rowen24, e il ceco Jiri Kladrubsky, che si fa chiamare Gigi, ha nel suo passato due presenze in nazionale ed è noto per il suo legame con Juraj Kucka, amico dai tempi in cui entrambi giocavano allo Sparta Praga. Pochi anni prima Kladbrubsky aveva fatto da autista all'ex compagno, allora al Genoa, alle prese con un infortunio; ora spetta al milanista ricambiare il favore, ospitando il collega nella sua casa di Milano, prestandogli una Lamborghini per recarsi a Pavia, facendogli da interprete al telefono, di ritorno da un Sassuolo-Milan, per un'intervista a fine partita e andandolo a vedere, più di una volta, sugli spalti del Fortunati.
Non basta: a marzo, dopo una sconfitta per 3-0 a Padova vista in streaming a Shanghai, il presidente decide di mandare via non solo l'allenatore, ma anche vice-allenatore, preparatore atletico e responsabile della prima squadra. Il direttore generale Bignotti, vorrebbe mandare via anche i calciatori, e lo fa sapere, senza molta grazia, ai microfoni di TelePavia: «I giocatori si dividono in generali, soldati e merde. Identificate le merde farebbe piacere a tutti poterle sciogliere nell'acido».
Ancora a inizio aprile, in occasione di una cruciale sfida con l'Alessandria, Zhu non dà segni di cedimento: offre tè verde rilassante al presidente dei grigi, rassicura sulla sua volontà di restare e ribadisce l'intenzione di costruire uno stadio che possa ospitare eventuali partite del Pavia in Champions League. Con il passare delle settimane, però, conclusa la stagione con un anonimo nono posto, diventa sempre più difficile immaginarsi la celebre musichetta sulle rive del Ticino: ai primi annunci di tagli al budget e cessioni di giocatori seguono proclami di disimpegno totale e avvertimenti sulla necessità di autogestirsi; in un videomessaggio Zhu arriva ad accusare alcuni italiani di aver sfruttato i cinesi, invece di pensare a lavorare, e di avergli fatto acquistare calciatori di cui non c'era bisogno.
A Pavia tutto è in mano a Luna Zheng, enigmatica venticinquenne nata a Firenze, ufficialmente traduttrice di Zhu, in realtà dotata ormai dei pieni poteri, il cui motto è «I can be both angel and devil». Spetterebbe a lei cercare un'uscita onorevole, ovvero iscrivere il Pavia al prossimo campionato di Lega Pro prima di cedere la società, ma per questo occorre essere in regola con il pagamento degli stipendi. È più semplice incassare la modica somma di un euro, la stessa versata due anni prima, e lasciare il problema all'imprenditore romano Alessandro Nuccilli, accusato di essersi presentato, quando voleva acquistare il Siena, con la falsa identità di Alessandro Monzi («siamo persone diverse, avranno sbagliato i giornalisti»). Il nuovo proprietario arriva allo stadio, a metà luglio, mentre il suo autista, a bordo di una vecchia Fiat Stilo, vede accendersi delle spie del cruscotto e chiede acqua e olio. Pochi mesi dopo, a ottobre, quando già una nuova società muove i primi passi in Eccellenza, il Tribunale dichiara fallito l'Ac Pavia: tutto quello che resta sono debiti non onorati e un film, caratterizzato da una recitazione di infimo livello, dove, sotto la sapiente guida di Maria Grazia Cucinotta, italiani e cinesi si dimostrano in grado di mettere da parte pregiudizi e diffidenze e di collaborare in nome di un bene superiore, quello della città e della squadra di Pavia.