Ricordo ancora il suono della traversa colpita da Adriano contro il Palermo. Un rumore sordo, che aveva qualcosa di inorganico e di completamente alieno dallo scenario sonoro di una partita di calcio. Avesse fatto gol sarebbe crollato lo stadio, come si dice in questi casi. Sarebbe stato memorabile, una delle reti che più avrebbe espresso la potenza debordante di Adriano sul campo da calcio. Ma è proprio il fatto di non aver segnato, o meglio di aver quasi segnato ad aver reso quel gesto leggendario. Al contempo, una metafora forte dell’incompiutezza della carriera di Adriano e della fragilità della sua potenza da supereroe Marvel. Ricordo i tifosi scioccati da quella traversa. Ricordo che quella sera a «Controcampo» non si parlava d’altro e in qualche modo avevano misurato la velocità di quel tiro: 140 km/h. Si parlava di Adriano come di un nuovo modello di automobile, un prototipo di essere umano in grado di portare il calcio in una nuova dimensione di potenza e velocità. Nella sua sintesi Bruno Longhi definirà il tiro “una violentissima cannonata”.
Questo articolo è dedicato ai più grandi quasi gol della storia del calcio. A tutti quei gesti che non sono riusciti a finire nelle compilation mainstream, ma che hanno un posto d’onore in quelle underground. Ho tenuto fuori i gol annullati, che sono un genere a parte. Ringrazio tutte le persone su Twitter mi hanno segnalato i loro quasi gol preferiti, passandomi video sgranati e highlights di partite oscure e dimenticate con piacere clandestino. Spesso il “What if” è, in sé, più affascinante della realtà per come la conosciamo; e una traversa può essere più gustosa di un gol.
27. Leandro Damiao vs Argentina
Iniziamo piano, e iniziamo con uno di quei giocatori considerati fenomeni giusto per una manciata di mesi. Leandro Damiao è uno di quei calciatori strani perché hanno cominciato a giocare tardi, fino ai 20 anni giocava in divisioni minori poi, all’Internacional, ha avuto la sua piccola affermazione, prima di perdersi e ricominciare il giro da capo, tra una serie di alti e bassi che lo ha portato fino al Giappone, dove oggi gioca con la maglia del Kawasaki centrale. Nel 2011 era nel suo massimo momento di forma, in quel periodo in cui era il mancato acquisto di tutti, del Milan in particolare.
Cosa riassume meglio di un mancato gol la carriera di un mancato acquisto e di un mancato fenomeno?
In quest’azione c’è tutto il gusto estemporaneo del futbol bailado, al punto che pare quasi una caricatura dell'ideale di calcio brasiliano, con il numero 9 che riceve la palla sull’esterno e fa una bicicletta al diretto marcatore, credo Heinze. La partita è Argentina-Brasile, si gioca a Cordoba, e Damiao dopo la bicicletta odora la possibilità di entrare nella storia, quindi prova a superare il portiere nel modo più difficile e beffardo, con un pallonetto di piatto che quando parte sembra un cross, poi il portiere è costretto a voltarsi e a pregare che non entri. La palla colpisce il palo: avesse segnato, magari, i club europei si sarebbero convinti che Damiao valeva i soldi che chiedeva l’Internacional in quel periodo.
26. Ricardo Faty vs Napoli
A volte i quasi-gol sono sliding door che hanno fatto cadere in disgrazia giocatori fino a farli rientrare nella categoria infernale dei bidoni, in cui i tifosi infilano più giocatori possibile. Tra quelli della Roma c’è la piccola, taciuta convinzione che se Ricardo Faty avesse segnato questo gol improbabile al Napoli la sua carriera avrebbe preso una strada diversa. Chissà su quali basi.
25. Djibril Cissè
Ma a Roma il più grande “what if” è legato a questo palo colto da Djibril Cissè in un derby, con un’esecuzione simile quella di Faty. Un gol in un derby può cambiare tutto, e magari questo avrebbe instradato diversamente la carriera di un talento incostante come Cissè, arrivato alla Lazio nella stessa estate di Miro Klose, persino con aspettative più alte (in fondo aveva tre anni meno del tedesco). Riguardando indietro al suo fallimento - 18 partite, 1 gol - quel singolo, brutale spunto da punta veloce e tecnica, conterrà tutto quello che sarebbe potuto essere e non è stato.
24. Lucas Moura vs OM
Lucas Moura si rifarà ampiamente con la maglia del Tottenham, nell’epica rimonta contro l’Ajax nella Champions League 2018-19, ma in carriera non segnerà mai un gol bello come sarebbe potuto essere questo contro l'Olympique Marsiglia.
L’aspetto che preferisco di questa azione è il pubblico che accompagna e segue la corsa di Lucas con una progressiva eccitazione. I decibel salgono di un gradino per ogni dribbling, poi c’è una breve sospensione prima del tiro, e il grido successivo del pubblico è quello di chi vuole che la palla entri ma si è già accorto che quel pallonetto è troppo corto. Ci manca il pubblico allo stadio.
23. Mesut Ozil vs Barcellona
Le bombe da fuori come questa sono più belle quando non entrano ma prendono i legni. Victor Valdes aveva battezzato la palla fuori, la accompagna con lo sguardo pendendo, poi allarga le braccia come richiamare la calma mentre scoppia un incendio. È ridicolo. Il commentatore inglese, quello pazzo che vorrei commentasse anche le mie azioni a calciotto, quasi si strappa la corde vocali per la sorpresa.
22. Diego Milito vs Fiorentina
Il contrasto tra la morbidezza del controllo e la violenza della conclusione è ciò che rende speciale questo quasi gol di Diego Milito, un fenomeno della preparazione al tiro.
21. Icardi traversa da centrocampo
Quanto bisogna essere mitomani per provare a segnare col primo pallone toccato? Chi poteva esserci riuscito, nella storia del calcio, se non l’uomo con la più grande fandom per sé stesso, cioè Diego Maradona? Il gol di Maradona ha qualcosa di malizioso, con quei tre palleggi scanzonati prima del tiro. Icardi invece tira in modo semplice, Meret para senza eccessive difficoltà, ma comunque con un certo spavento. Un quasi gol da centrocampo è anche un messaggio psicologico alla squadra avversaria (l’Inter vincerà 1-0, ma segnerà Lautaro). In fondo Icardi non è andato veramente vicino a segnare, ma ricordiamo questo quasi-gol come uno dei suoi ultimi momenti di onnipotenza con la maglia dell’Inter.
20. Zlatan Ibrahimovic vs Brest
Questi colpi li ha fatti solo Ibra nella storia del calcio, e li ha eseguiti con una continuità che li ha resi quasi seriali. Non che abbiano perso la loro patina di eccezionalità. Sarebbe stato un gol pazzesco, ma forse comunque meno di altri già realizzati da Ibra, come quello maledetto segnato all’Italia o quello realizzato contro il Bastia, meno atletico di questo ma più beffardo.
19. Zinedine Zidane vs Real Valladolid
Questo è il gol che avrebbe dovuto cristallizzare il gesto tecnico della ruleta, elevato ad arte da Zidane, in un singolo momento di grandezza. Tutta l’azione è arroganza, tecnica e decadenza: puro Real Madrid dei Galacticos. Sul tocco di Ronaldo, Zidane si inserisce come un Perrotta qualsiasi, ma poi trasforma la sua corsa in danza classica. Dedicate una visione del video al movimento del difensore del Valladolid, che gira su sé stesso dalla parte sbagliata come in quegli slapstick in cui una persona viene srotolata da un tappeto. La coordinazione del corpo di Zidane è lirica anche per come, dopo una ruleta, riprende il controllo e dribbla sull’esterno il portiere, ma a quel punto il filo è troppo sottile persino per lui e calcia fuori equilibrio, col corpo all’indietro. Il Bernabeu applaude col compiacimento un po’ blasé tipico degli stadi spagnoli.
18. Alessandro Del Piero vs Bayer Leverkusen
È per questo tipo di azioni che ho scritto quest’articolo, e dobbiamo ringraziare chi ha speso tempo e energie per ripescare, in modo un po’ da maniaco, questo tipo di giocate e caricarle su YouTube. Sei anni fa l’utente fiorentin87 commentava dicendo: «Grande, grazie per aver pubblicato questo video, erano anni che ricordavo e cercavo il video di questa giocata...cacchio che peccato per il goal!!».
Quest'azione è nella memoria comune degli juventini e ricordarla è un modo per sentirsi vicini. Stiamo parlando soprattutto del primo controllo di Del Piero, col tacco, così improvviso che sdraia il difensore a terra. Poi ne sdraia un altro con una semplice finta di tiro. Il tiro vero, di interno destro, finisce alto, ed è strano per un giocatore tecnico e freddissimo sotto porta come Del Piero.
17. Ganso vs Botafogo
Paulo Henrique Ganso a un certo punto è stato uno dei giocatori più divertenti da veder giocare. Uno di quelli dalla tecnica più squisita, e dalle intuizioni più geniali. Fosse nato quarant’anni fa sarebbe stato uno dei calciatori più forti della sua generazione, ma in questi anni si è scontrato così tragicamente con le esigenze fisiche del calcio contemporaneo da essere finito in pezzi. Per la maggior parte della sua carriera è stato poco più di un’idea, che ha preso concretezza solo in certe giocate minori in contesti lontani dal calcio europeo. Tipo questa. La tecnica di Ganso è più sobria di quella dei funamboli brasiliani, quando tocca palla non riesce mai a liberarsi di una certa rigidità, e per questo è ancora più sorprendente quando esce da quell’imbuto con un tunnel, a cui segue un pallonetto che voleva punire un’uscita fin troppo esuberante del portiere. Neanche il difensore ci arriva, e a quel punto è davvero crudele che la palla si fermi sul palo.
16. Hatem Ben Arfa vs Rennes
Ben Arfa è uno dei migliori dribblatori di sempre, ne abbiamo scritto anche nel nostro articolo dedicato ai migliori dribblatori dal 2000 a oggi. Nelle sue azioni a volte sembra voler entrare in porta col pallone, e questa è una di quelle, forse la più sontuosa. Ben Arfa entra nella difesa del Rennes con una facilità ridicola che rimanda ai video dei dribblatori degli anni ’60. Ma la vera chicca è il tocco di suola con cui lascia per terra il portiere, a quel punto francamente superfluo, e quindi bellissimo. Dopodiché prova a segnare con una croqueta, con quella che non è quindi una conclusione ma un dribbling. È stato persino semplice negargli il gol sulla linea di porta. Hybris?
15. Cristiano Ronaldo vs Spagna
Ogni gol mancato è un piccola ferita sull’integrità mentale di Cristiano Ronaldo, che vive per aumentare a dismisura il suo già smisurato tabellino di reti segnate. Per nessuno un quasi gol è doloroso come per CR7, quindi. Per questo un’azione del genere, dove un suo compagno in fuorigioco interviene goffamente a rubargli un gol da antologia, ha un livello tragicomico impareggiabile. Il tocco d’esterno con cui supera Casillas non somiglia del tutto a un tiro, ma è fuori discussione che lo sia, conoscendo Ronaldo: la sua inventiva ma soprattutto la sua voracità. La reazione alla bandierina alzata dal guardalinee è tenera e patetica, il modo in cui sbraccia, sbraita sul posto, non si capacita di quello che è appena successo. Nani non deve aver passato bei momenti nello spogliatoio del Portogallo.
14. Paul Pogba vs Chievo
Cosa ci dice sulla carriera di Pogba il fatto che sarebbe potuto entrare in questa classifica addirittura con due azioni? Cosa rappresenta meglio di questo il luogo comune che lo ha circondato, cioè il fatto che sia un calciatore più bello che utile? La prima azione che avremmo potuto inserire è quella in cui mette in scacco la difesa dell’Inter con un elastico, seguito da una conclusione però sciatta. Sembra che Pogba abbia finito le idee arrivato davanti ad Handanovic. Poi si rivolge direttamente a Dio come se gli avesse fatto un torto. Effettivamente hai ricevuto poco da nostro signore, Paul. Il quasi gol contro il Chievo, invece, è una giocata che sintetizza più di ogni altra cosa la dolcezza e la potenza che riusciva a esprimere contemporaneamente Pogba. C’era davvero bisogno di tirare così forte? No, ma che bella traversa è stata.
13. Drazen Brncic vs Ancona
Benedetto su Twitter mi ha segnalato questa traversa di Brncic di cui non conoscevo l’esistenza. Il gesto in sé è straordinario, nonostante l’imbarazzo del portiere dell’Ancona che si lascia passare la palla tra le mani con notevole fiacchezza. Ma è il contesto a essere importante in questo caso: l’Ancona di Gigi Simoni si gioca dei punti fondamentali per la promozione, che poi arriverà generando una delle stagioni di Serie A più random del ventennio. Con un triplice cambio di panchina e un mercato pirotecnico che è riuscito a portare in Italia un appesantito Mario Jardel.
La partita è ferma sull’1-1, prima del gol del 2-1 dell’Ancona a trenta secondi dal termine: partita finita, sembra, ma c’è una punizione apparentemente innocua poco oltre il centrocampo. Non c’è tempo per far niente, quindi Drazen Brncic (un passato tra Milan e Inter da una presenza complessiva, e che peraltro aveva iniziato quella stagione proprio all’Ancona) decide di tirare. Sul tiro si sente una donna gridare di vero spavento. Quella traversa permetterà all’Ancona di fare tre punti decisivi per la promozione. Il telecronista, scusandosi per la concitazione, dice che il finale sembra uscito «da un libro giallo».
12. Diego Armando Maradona vs Inghilterra
Il gol di Diego Maradona all’Inghilterra, nei Mondiali dell'86, ha una mistica tutta sua. I suoi significati politici, la sua perfezione estetica, la telecronaca di Morales. Il fatto che Messi, vent'anni dopo, l’abbia replicato uguale, pur nel contesto minore di una partita di Liga contro il Getafe, è stato un segno del destino troppo forte per essere ignorato. Ma è ancora più incomprensibile che Maradona ne avesse quasi segnato uno simile poco tempo prima, nel 1980, sempre contro l'Inghilterra. Non so bene che dire, bisognerebbe provare a interpretare che cosa Dio abbia voluto farci capire con tutti questi gol o quasi gol prodigiosi, e tutti uguali, di giocatori con cui aveva, lo sappiamo, un rapporto privilegiato.
11. Fabio Quagliarella vs Livorno
Sarebbe stata strana questa classifica senza Fabio Quagliarella, un uomo che ha consacrato la sua vita a provare a segnare gol impossibili. Questo tiro ovviamente mette in mostra le sue paradossali qualità balistiche, ma queste da sole non bastano a spiegarlo. Insomma, Quagliarella sembra tirare a caso; più che tirare sembra schiaffeggiare il pallone con violenza. Non si capisce come abbia fatto ad andare in cielo e a prendere la traversa. Voglio dire, a quel punto sarebbe stato persino più “normale” se fosse entrata, usando un minimo di raziocinio e geometria. Voto 10 alla musica in sottofondo.
10. Adriano vs Palermo
Di questo abbiamo già parlato, è uno dei gol mancati più famosi della storia della Serie A degli ultimi anni, perché è uno dei tiri più famosi della storia della Serie A degli ultimi anni. Mi limito a suggerirvi, guardandolo, di far caso a dove arriva il pallone dopo aver colpito la traversa.
9. Francesco Totti vs Juventus
Forse per nessuno, come per Totti, i quasi-gol sono stati una delusione profonda e intima. La sua storia è legata al suo amore per la Roma e la sua grandezza non ha a che fare con i titoli ma con i gesti tecnici che ci ha lasciato durante la sua lunga carriera. Di gol incredibili Totti ne ha fatti tanti, e ne avrebbe potuti fare di più. Per esempio quel pallonetto improvviso dalla sua trequarti difensiva contro la Fiorentina, su cui arrivò Lupatelli in tuffo. Ma il suo quasi-gol più celebre è questo contro la Juventus. Totti ha i capelli lunghi, le total 90, è nel suo periodo di onnipotenza. Dopo aver stoppato col petto tira fuori la lingua come nei momenti di massima concentrazione e colpisce la palla con la sua classica pulizia tecnica. Un tiro di leggero esterno che scavalca Buffon e prende la traversa. Lo avremmo ricordato sullo stesso piano della geometria impossibile con la Sampdoria, o dello sberleffo supremo a San Siro contro l’Inter.
8. Andrea Pirlo vs Inghilterra
Andrea Pirlo ha segnato, su punizione, 28 gol in Serie A in carriera. È stato uno dei migliori specialisti di sempre, e allora perché la sua punizione più famosa è una che non è entrata? Pirlo calciava soprattutto sopra la barriera, in modo classico, ma col tempo ha adattato la sua tecnica alla volatilità dei nuovi palloni, calciando con il piede rigido per creare un effetto “ad ascensore”. La palla resta in aria per abbassarsi solo quando il portiere non ci può più arrivare. In questo caso però il pallone non resta solo in aria, ma devia la sua traiettoria in modo inaspettato verso il palo dov’era posizionato inizialmente Hart. Probabilmente perché Pirlo la striscia con un po’ di esterno. Hart fa una faccia stupita verso Pirlo quando lo incrocia, e lo stupore dei portieri è uno dei dettagli più belli di un grande gesto tecnico.
7. Kylian Mbappè vs Saint Etienne
Kylian Mbappé ha un gioco semplice e brutale, ma in questa stagione sta aumentando la vena creativa, aiutato dalla rilassatezza che il PSG può concedersi in Ligue 1 e dalla presenza di un mago del cazzeggio come Neymar. Manca ancora, però, un grande gol che ne certifichi lo status di uno dei migliori giocatori al mondo. Qui ci è andato vicinissimo, con un quasi-gol che ci saremmo aspettati più da Neymar che da lui. La palla esce di un paio di metri, ma nel replay da dietro si nota come avesse preso il giro giusto per entrare in porta. Il gol sarebbe stato un simbolo potente dell’antipatia e dell’arroganza del Paris Saint Germain, che ormai sembra vincere i campionati senza nessuna fatica.
6. Rivaldo vs Como
Quando Rivaldo è arrivato al Milan aveva 30 anni, non tanti per un calciatore col suo stile di gioco. Eppure sarà un mezzo disastro. Lascerà il Milan con 5 gol in 22 partite. È eccezionale la leggerezza con con cui, con le gambe da fenicottero, Rivaldo riesce a passare in mezzo ai giocatori del Como a centrocampo. Poi la decisione del pallonetto è ambiziosissima perché non è messo benissimo col corpo, e lo spazio per superare il portiere è poco, troppo poco, e il tiro si fermerà sulla traversa. Sarà uno dei pochi momenti memorabili di Rivaldo al Milan, e non è neanche un gol.
5. Lionel Messi vs Viktoria Plzen
Questo articolo poteva essere tranquillamente dedicato solo ai quasi-gol di Messi. A questa categoria è dedicato un video lungo venti minuti (!). Il video si intitola “Immaginate se Messi avesse segnato questi gol”. Ci ho pensato e non mi viene in mente niente, perché è impossibile immaginare Messi raggiungere una grandezza ulteriore ai nostri occhi. Cosa avrebbe potuto fare più di così? Nella maggior parte di queste azioni Messi si è spinto veramente troppo in là. Quella sensazione di incredulità del pubblico che abbiamo visto in tutti questi quasi gol per Messi arriva a un punto insostenibile, in cui siamo costretti a domandarci se quello che stiamo vedendo è reale.
Sceglierne uno era complicato ma il mio preferito è uno non troppo famoso contro il Viktoria Plzen nella Champions League del 2011. È una classica azione solitaria di Messi, ma c’è un surplus di magia. Il tocco con cui salta la scivolata del difensore accorrente è implausibile, nella sua meccanica. Ma poi non è neanche chiaro come riesca a evitare l’ultimo difensore in uno spazio di campo così esiguo. Non si capisce mai del tutto come Messi riesca a fare le sue cose, come se viaggiasse in una dimensione fisica leggermente diversa dagli altri.
4. Pinilla vs Brasile
Questa traversa è stata così dolorosa che Pinilla se l'è tatuata, col senso per il dramma e per la malinconia tipico di certi sudamericani. Alla fine dei tempi supplementari, sarebbe stato il gol che avrebbe la qualificazione al Cile contro la squadra padrona di casa, e che forse avrebbe reso Pinilla un eroe nazionale.
3. Pelé vs Uruguay
Questo è uno dei quasi-gol più famosi della storia del calcio, anche perché il protagonista è uno dei più grandi giocatori della storia del calcio. Per descriverlo vi rimando all’articolo di Demuru e Sedda: «Indirizzare la palla da un lato e aggirare l’avversario dall’altro: in Brasile lo chiamano il drible da vaca, letteralmente, il “dribbling della vacca”. Pare che l’espressione alluda al movimento utilizzato dai primi calciatori tropicali per scartare le bestie che molto spesso invadevano i terreni di gioco improvvisati nelle piane pluviali, a inizio novecento, quando il calcio giunse in Sudamerica. O almeno questo dice la leggenda. Pelé fa più o meno lo stesso. Più o meno, e in mezzo c’è un abisso. Perché se in un normale dribbling della vacca è il giocatore con la palla tra i piedi a decidere dove mandarla, a calibrarne l’intensità, a stabilirne la traiettoria per definire poi l’angolo, i tempi e la velocità giuste per superare il difensore dalla parte opposta, in questo caso le cose non stanno esattamente così. Pelé tutti questi calcoli deve farli – li fa – sul passaggio di Tostão. Sul pallone servitogli da un altro, pensato e programmato perché lui lo tocchi lì, subito, di fronte a Mazurkievicz, e non dopo, alle sue spalle. È il dettaglio che fa del gesto di Pelé un gesto doppiamente imprevedibile».
2. Baggio vs Francia
Questo è uno dei quasi-gol più famosi della storia del calcio anche solo grazie al contesto. I quarti di finale del Mondiale di Francia 98. Quattro anni più tardi il rigore di Pasadena, Baggio entra nella storia della Nazionale ancora in modo malinconico con questo tiro al volo dalla coordinazione impossibile. Chi ha giocato a calcio può capire la difficoltà di calciare al volo, da quella angolazione, un pallone che ti arriva da dietro così. È un tiro che ha a che fare con la tecnica ma soprattutto con l'istinto. Nell'intervista a Sfide Baggio ne parla in modo disincantato, ma il fatto che rimpianga ancora di non aver stoppato la palla - perché pensava che Barthez fosse uscito - la dice lunga su quanto ancora ci pensi. Secondo Ravanelli quel gol avrebbe dato il Mondiale a una delle nazionali dalla più alta qualità tecnica.
1. Ronaldinho vs Athletic Club
Siamo in quel brevissimo lasso di tempo in cui il corpo di Ronaldinho aveva raggiunto la proporzione perfetta tra gravità e leggerezza. Sembra già lievemente grasso e la sua reattività è strana e sempre inattesa, si muove a piccoli strappi con la coda dei capelli che fa su e giù e sembra poter fare qualsiasi cosa a ogni tocco palla. Lo scavetto con cui salta il primo avversario sulla fascia è quasi semplice rispetto a quello che fa dopo, a quei tocchi d’interno compassati e ipnotici che mandano fuori equilibrio due marcatori contemporaneamente. Nel tiro c’è una smanacciata miracolosa di Aranzubia che fa finire il pallone sulla traversa. Ronaldinho ride, Eto’o ride, il pubblico applaude, il telecronista grida che «questo è, sì, il miglior giocatore al mondo».