Questo articolo fa parte di un ciclo in cui analizzeremo le situazioni economiche delle principali squadre di Serie A all’inizio del calciomercato estivo. Qui potete leggere l’approfondimento dedicato al Milan, qui quello dedicato alla Roma e qui quello sull'Inter.
Partiamo da un presupposto: nonostante la sconfitta di Cardiff, la Juventus chiuderà il bilancio 2016/17 con un attivo probabilmente superiore ai 50 milioni, e che potrebbe toccare i 70 se la cessione di Coman verrà contabilizzata in questa stagione. Le plusvalenze, la crescita dei ricavi da stadio e l’aumento dei premi incassati dall’Uefa (per il raggiungimento della finale di Champions League, appunto) hanno permesso ai bianconeri di consolidare una situazione patrimoniale già priva di problemi critici.
Quindi, rispetto a quanto si poteva supporre al termine del mercato estivo 2016 (con le uscite sostanziali dovute agli acquisti di Pjanic e Higuain, a coronare un mercato lussuoso), i soldi incassati nel cammino europeo permetteranno ai bianconeri di affrontare con assoluta tranquillità le prossime sessioni di mercato. Senza alcun obbligo, cioè, di incassare una plusvalenza elevata che compensi nei conti quella intascata per Pogba un anno fa, nonostante l’aumento dei costi in ingaggi e ammortamenti. Un eventuale (e anzi quasi certo, viste le minori plusvalenze attese) passivo di bilancio nel 2017/18, infatti, potrà essere adeguatamente coperto dal Patrimonio Netto (ovvero dalle fonti di finanziamento interno presenti a bilancio che, grazie all’attivo 2016/17, supereranno i 100 milioni di euro per la prima volta dal 2011 quando la Exor iniettò nei conti societari 110 milioni di euro con un aumento di capitale a fronte di un Patrimonio Netto azzerato dai deficit degli anni precedenti), mentre per quanto riguarda il Fair Play Finanziario gli attivi delle ultime stagioni sono sufficienti per non infrangere i vincoli richiesti dall’Uefa.
Dove investire
Il che, ovviamente, non vuol dire che la Juventus farà investimenti folli. Scordiamoci nuovi acquisti da 90 milioni per un solo giocatore, che sarebbero troppo rischiosi anche per i bilanci futuri. Ma, a parte questo, si sono tutte le possibilità economiche per spendere i soldi che si riterrà necessari per rinforzare una rosa già forte, nei ruoli più carenti soprattutto dal punto di vista numerico. Che la rosa corta abbia contribuito a fare la differenza tra la Juventus e il Real Madrid non è un mistero…
In primo luogo bisognerà pensare all’attacco, con Mandzukic e Higuain costretti agli straordinari quest’anno, non avendo sostituti adeguati. Il bisogno di ricambi offensivi è giustificato anche dalla dispendiosità di quello che sembra il modulo base per la Juventus (4-2-3-1), un aspetto sottolineato dallo stesso Allegri. Ed è in questa direzione che sembra si siano muovendo i dirigenti bianconeri: se Di Maria non sembra realmente avvicinabile (anche per l’altissimo ingaggio, ma soprattutto perché il PSG non sembra disposto a disfarsene), la società bianconera sta puntando forte su Douglas Costa, fattibile dal punto di vista economico e duttile quanto basta per interessare la dirigenza, oltre a essere stato pubblicamente apprezzato dallo stesso Allegri.
Ma si sta puntando anche su due giovani in rampa di lancio come Schick e Keita. L’operazione Schick pare già imbastita, che il prezzo sia i 25 milioni della clausola o i 30,5 di cui si parla nelle ultime ore poco cambia. Il blucerchiato sarà un’utilissima riserva di lusso sia per Higuain che per Dybala.
Per Keita, invece, c’è sempre lo “scoglio Lotito” da superare: trattare con la Lazio non è mai semplice. Ancora più difficile trattare con una “rivale” come la Fiorentina, per Bernardeschi. A meno di partenze al momento imprevedibili (anche se nelle ultime ore qualche dubbio sulla permanenza di Cuadrado è emerso) non dovrebbero comunque essere più di due gli acquisti offensivi dei bianconeri, numero necessario e sufficiente per allestire una rosa competitiva su tutti i fronti anche nella prossima stagione.
Gli acquisti accessori
Qualche dubbio in più c’è sulle possibilità del “botto” a centrocampo cercato (e fallito) l’anno scorso, quando però le esigenze dovute del modulo erano diverse. Con il 4-2-3-1 è difficile pensare a quattro possibili titolari in rosa per due posti, va quindi verificato sia dal punto di vista tecnico che economico il pressing su N’Zonzi. Sarebbero in ogni caso tanti i 40 milioni richiesti dal Siviglia, per un giocatore di quasi 28 anni e mezzo, considerando che sarebbe molto difficile rivenderlo in futuro se non dovesse risultare determinante. E poi bisognerebbe capire se la società sta pensando di cedere uno fra Khedira, Pjanic e Marchisio.
È quasi certa, invece, la partenza di Lemina, che a sua volta potrebbe garantire una plusvalenza importante (il suo valore di ammortamento residuo a bilancio è di poco superiore ai 7 milioni).
In difesa è possibile l’acquisto di un terzino al posto di Lichtsteiner (o Dani Alves, se deciderà di lasciare la Juve), con De Sciglio favorito. Gli acquisti diventerebbero addirittura due se uno fra Asamoah e Alex Sandro dovesse partire.
Infine, è ormai noto che la Juventus sta puntando su Szczesny come secondo portiere, offrendogli un contratto da “futuro titolare” più che da riserva, visti i 4 milioni netti a stagione proposti e fuori mercato per un semplice “numero 12”. La grossa differenza fra domanda dell’Arsenal (15 milioni) e offerta Juve (4), lascia però molto campo da recuperare.
Per quanto riguarda le cessioni va detto che probabilmente la vittoria in coppa avrebbe portato alcuni big della rosa a valutare importanti offerte dall’estero, e la società a prendere in esame l’ipotesi di cederli di fronte a ricche proposte, ma l’epilogo del 3 giugno rende più improbabile che la Juventus lasci partire tasselli importanti. Insomma sembra verosimile che si cerchi di confermare tutti, per tentare un nuovo assalto alla “coppa dalle grandi orecchie” la prossima stagione.
Se qualcuno spingerà comunque sulla richiesta di cessione (Alex Sandro e Bonucci i nomi sono “più a rischio”) la Juventus dovrebbe lasciarli partire solo a fronte di elevate plusvalenze, che da un lato daranno ancora più mezzi economici per trovare i sostituti adeguati e dall’altro renderanno meno pesante il passivo di bilancio 2017/18, mettendo la società in una situazione ancor più tranquilla anche per gli anni successivi. Insomma, se il futuro sarà migliore del passato dipenderà solo ed esclusivamente dalla Juventus. E non sono in molte le squadre ad avere questa certezza.