Il tunnel è il re dei dribbling per una ragione semplice: è il gesto che contiene la più alta umiliazione dell’avversario. Forse perché c’è qualcosa di sessuale nel dribblare l’avversario facendogli passare il pallone in mezzo alle gambe. Quando uno subisce un tunnel è perfido gridargli “chiudi le gambe!” come se quello provasse piacere (ci siamo capiti). Forse solo perché il tunnel è l’inganno supremo. Mettetela come volete ma lo sappiamo da quando giocavamo a pallone per strada: subire un tunnel ti fa sentire violato; farlo ti rende automaticamente il re del campo.
Fare un tunnel è complicato. Bisogna leggere con tale anticipo il movimento delle gambe dell’avversario che diventa una specie di preveggenza. Alcuni tunnel hanno uno scopo puramente pratico, superare gli avversari che ti vengono incontro; altri sono quasi gratuiti, e contengono un grado d’umiliazione imbarazzante. A Roma si chiamano buste e quando succedono qualcuno grida “buuuusta” per certificare la cosa, francobollare questa sopraffazione di un individuo sull’altro. Non riesco a spiegarmi l’etimologia: forse con un tunnel ti ho preso e imbustato. In effetti una “busta” è la strumentalizzazione suprema del corpo del marcatore. O magari l’idea delle due braccia delle buste richiamano le gambe aperte del marcatore. O ancora: potrebbe essere un derivato di “prendi e porta a casa”. Ci sono altri modi per definirle, con un grado di metaforicità più o meno alto. In Spagna “caño” richiama l’idea di un tubo per esempio; in Francia “petit-pont” un piccolo ponte innalzato tra le gambe dell’avversario; in Inghilterra “panna” richiama invece la dolcezza soffice del tocco di palla e “nutmeg” sembra avere un'etimologia ancora più complessa. Richiamerebbe l’essere ingannato come si faceva con la noce moscata mescolata con polvere non di qualità venduta nei mercati dell’Inghilterra di metà ‘800.
Abbiamo raccolto i migliori tunnel dal 2000 a oggi, e li abbiamo fatti scontrare l’uno con l’altro per decretare qual è stato il migliore del secolo. Le regole sono poche: abbiamo scelto un solo tunnel per giocatore (e per alcuni specialisti è stato davvero difficile); abbiamo privilegiato quelli difficili, ma soprattutto quelli umilianti. Magari fatti in contesti prestigiosi, o contro avversari forti che naturalmente è più gustoso umiliare.
Che il grande torneo abbia inizio.
Sedicesimi di finale
Zlatko Junuzovic vs Erik Lamela
L’umiliazione di un tunnel si legge nella reazione di chi lo subisce. Townsend si becca tra le gambe una classica “pettinata” di Lamela e fa come per uscire dal campo. Come a dire “Qua, io, ho finito”. Danny Rose sullo sfondo si mette le mani nei capelli. Molto bello. Junuzovic però qua fa letteralmente ammattire Sokratis: gli fa perdere tutte le coordinate spaziotemporali. Subire un tunnel è brutto, subire due tunnel è tremendo, ma subirne tre è labirintite. Vince Junuzovic.
Neymar vs Memphis Depay
Qui parliamo della stessa tipologia di tunnel: si parte isolati sulla fascia col marcatore alle spalle e si viene incontro al passaggio. Per superarlo si fa passare la palla toccandola di prima col tacco sotto le gambe dell’avversario diretto, prima di girarsi e correre a riprenderla. La difficoltà sta più nel calibrare la distanza col marcatore e scegliere il momento giusto, che nel fare il gesto. Vince Neymar perché invece di ostentare il tacco, tocca appena il pallone, con una sobrietà inusuale per uno dei giocatori più barocchi al mondo.
Pablo Aimar vs Christian Eriksen
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Due giocatori dal fisico normale, che fin da bambini hanno imparato a superare l’avversario diretto attraverso una tecnica purissima. Il gesto di Eriksen con cui trascina il pallone fin dentro le gambe dell’avversario è molto elegante, un classico in Sudamerica dove si chiama “cola de vaca” (coda di mucca). Uno dei giocatori che era solito utilizzarlo dopo aver isolato l’avversario sulla fascia era proprio Pablo Aimar. In questo caso c’è una versione nel suo periodo al Valencia che è ancora più sofisticata perché parte proteggendo palla dall’avversario tenendola ferma in mezzo alle gambe e utilizza la suola del piede per accompagnarla oltre. L'utilizzo della suola in termini di capacità tecniche batte sempre l’utilizzo dell’interno, quindi vince Aimar.
Thierry Henry vs "Tecatito" Corona
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Henry contro i difensori della Premier tra anni 90 e 2000 è un genere porno, lo sappiamo. Questa è una delle pagine più nere di un difensore onestissimo come Danny Mills, 19 presenze con i Tre Leoni. La cosa che rende spietato questo tunnel, ovviamente, è il fatto che Mills ha il pallone, lo vuole difendere col fisico, e invece Henry glielo frega con astuzia e una lieve trattenuta. Poi si tocca palla con la suola e gliela fa passare sotto le gambe con l’esterno. Mills rimane lì a protestare col guardalinee: brutta rosicata.
Quello del “Tecatito” Corona, un vero specialista dell’arte del tunnel, è invece un gesto di grande classe. Uno sberleffo con la suola tirato a un centrocampista arcigno come Strootman nell’occasione un po’ troppo precipitoso. Sfida dura, ma passa Henry.
Dele Alli vs Javier Pastore
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Dele Alli è un giocatore strano. Fa poche cose in una partita, ma sempre con un grado d’ambizione titanico e con un’aria strafottente che non vorrei mai essere nei panni dei difensori costretto a marcarlo. In una sfida tirata contro il Liverpool di Klopp una busta del genere ha un peso specifico non indifferente. Però guardate cosa fa Pastore. Guardatelo bene perché non ci si capisce molto, tocca la palla un numero non ricostruibile di volte. Prima del tunnel di suola se la sposta leggermente con l’interno. Chi ha giocato a calcio a qualsiasi livello sa che livello di sensibilità serve per fare un movimento del genere. È oltraggioso. Vince la complessità del gesto del “Flaco”.
Luis Suarez vs Andrès Iniesta
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Per scaldarsi in una fretta notte moscovita Iniesta si mette a fare il torero. È un'azione che non porta a nulla di significativo se non mantenere il possesso offensivo per la sua squadra. Il tunnel è quasi nascosto in mezzo a una serie di altri modi con cui nasconde palla ai tre malcapitati della difesa dello Spartak. Il fatto che sia quasi nascosto è in linea con un giocatore che per superare l’uomo in realtà ha sempre preferito un altro gesto: la “croqueta”, rubato al suo idolo Michael Laudrup e di cui ci sono decine di compilation su YouTube. Forse il tunnel è un gesto con dinamiche troppo da calcio di strada per Iniesta, cosa che effettivamente spiegherebbe perché tanto piace invece a Luis Suárez, che nonostante il fisico pesante ne ha una lunga lista in carriera.
Questo veramente crudele contro David Luiz è il suo più famoso e porta a uno dei gol che ricorderemo parlando di quanto fosse devastante Suárez nel picco della carriera. Vince Suarez.
Paul Pogba vs Juan Roman Riquelme
All’eleganza di Pogba, ai tempi della Juventus, avevamo dedicato un articolo che racchiudeva i suoi tocchi più swag. Il suo senso di controllo dello spazio e del pallone brilla in modo particolare quando deve fare queste difese del pallone nello stretto. Qui fa un tunnel di tacco a un giocatore alle sue spalle mentre è circondato come nei film western. L’unico modo possibile per uscire da quella situazione. Però i tunnel di tacco di questo tipo sembrano spesso un po’ casuali. In quello di Riquelme invece, lo sappiamo, non c’è nessuna casualità. Lo sapete chi vince.
Joao Felix vs Isco
Due giocatori formidabili nel diventare leggeri quando le strade davanti a loro si riempiono di avversari. Due fenomeni nel superare la pressione. Isco, però, non sembra neanche scomporsi all’intervento di Verratti, gli basta la suola del piede per spostare il pallone oltre l’intervento e continuare come se nulla fosse. Verratti abbassa le spalle come gesto di resa incondizionata invece di avere un moto d’orgoglio e tirarlo giù come fatto da Piqué a João Félix. Cos'è peggio quando si subisce una busta? Fare fallo e denunciare la propria inferiorità o concedere l'onore delle armi all'avversario? Pronunciatevi.
Ronaldo vs Daniele De Rossi
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Il tunnel di De Rossi è un gesto tecnico relativamente banale, almeno dentro questa lista di tocchi folli. Il contesto però è importante: Europei 2016, l’Italia domina la Spagna, e questo gesto è quello di un centrocampista a cui quel giorno riusciva tutto. Persino di umiliare un mago come Iniesta sul suo campo, quello della tecnica e dell’inganno. Il contesto non è irrilevante però neanche nell’azione di Ronaldo: un derby di Madrid. Non è lo è neanche la vittima: Diego Pablo Simeone. Che cosa voleva fare gettandoglisi ai piedi così? La palla gli finisce impietosamente tra le gambe, e Ronaldo segna. Tra un tunnel di piatto a centrocampo e uno che prepara il gol in un derby non c’è gara purtroppo.
Philippe Coutinho vs Lionel Messi
Due giocatori abituati a sfruttare il movimento dell’avversario per superarlo in modi spesso geniali. Per Coutinho basta fare una pausa dopo lo stop per mandare completamente fuori tempo l’intervento irruente dell’avversario appena tocca il pallone. Per Messi invece il contatto con Filipe Luis, dopo lo stop con la testa, gli permette di capire come sfruttare il primo controllo per farne un tunnel, con un livello generale di complessità dell’azione tale da essere molto più appagante di quella semplice di Coutinho. In quella di Messi ogni volta che la si rivede si scoprono cose nuove.
Sebastian Giovinco vs Gael Kakuta
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Gael Kakuta ha avuto una carriera inferiore alle aspettative, ma almeno si è regalato questo momento di gloria assoluta umiliando una leggenda come Gignac. Ma quello di Giovinco in MLS sembra calcio virtuale. Il contesto è quello che è, ma stiamo parlando di due tunnel, di cui uno di tacco, con in mezzo una ruleta a impreziosire. Passa la Formica atomica.
Ronaldinho vs Hatem Ben Arfa
Uno dei miei grandi rimpianti è di non aver mai visto una squadra con in campo contemporaneamente Ronaldinho e Ben Arfa, due giocatori che sarebbero in grado di mantenere il possesso del pallone anche giocando in 2 contro 22 avversari in un campo grande 10 metri quadrati. A far avanzare quello di Ronaldinho c’è il fatto che dopo il primo tunnel Luca Rigoni, non lo molla e riesce a motivarlo a tirare fuori la gemma del secondo con la suola all’indietro. Una delle poche volte in cui Ronaldinho è stato realmente motivato in Serie A va premiata.
Fernando Redondo vs Gareth Bale
Quante volte vi è capitato di vedere fare un tunnel tra due giocatori con un solo tocco di palla? Bale era alle strette e si è inventato questa cosa, ma aveva poco da perdere. Non sto dicendo l’abbia fatta per caso, ma ci ha provato pensando che alle brutte avrebbe preso un calcio d’angolo. Quello di Redondo invece, El Taconazo, è un gesto libero e controintuitivo. Se uno lo ricordiamo e l’altro ce lo siamo scordati ci sarà una ragione.
Cristiano Ronaldo vs Zwane
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Themba Zwane è un calciatore sudafricano e il meno famoso tra quelli presenti e se la vede con quello con più follower su Instagram. Questa è l’azione con cui Zwane potrà dimostrare ai nipoti che effettivamente era un giocatore professionista di buon livello. Mentre quello di Cristiano Ronaldo è solo uno dei tanti tunnel con elastico della sua collezione. Anche senza farsi influenzare dal nome però il gesto di Cristiano è oggettivamente più difficile e quindi va premiato. Il difensore letteralmente cade per la violenza appena subita.
Dani Alves vs Youssef Bennasser
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Andiamo subito al punto: il tunnel di Bennasser è uno dei gesti tecnicamente più incredibili che io abbia mai visto. È una mezza ruleta di quelle che ama fare Franck Ribery, non toccando la palla con la suola ma facendo due tocchi rapidi interno-esterno con due piedi diversi. È una giocata che di solito si fa tenendosi sulla riga laterale, ma qui Bennasser la esegue andando verso il centro del campo e riuscendo in un tunnel. Un capolavoro d’ingegno, prima che di tecnica. Peccato però si perda nel raddoppio dei giocatori del Lione, finendo in un imbuto. Allora dobbiamo premiare il tunnel di Dani Alves, semplice, ma con cui si prende lo scalpo del campione avversario in un Clasico.
Adel Taarabt vs Lautaro Martinez
Ho riguardato 100 volte il tunnel di Lautaro Martinez senza capire come abbia mai fatto. In tema di giocate originali, qui siamo nell’iperspazio. Dobbiamo però pagare il nostro rispetto al mago dei tunnel Adel Taarabt. Il suo curriculum è così vasto che sceglierne uno è stato impossibile. Questo l’ha eseguito nella sua metà campo, quasi da ultimo uomo, e questo basta a fargli vincere la sfida. La pazzia vince sempre.
Ottavi di finale
Zlatko Junuzovic vs Neymar
L'esito di questa sfida è dato da come proseguono le due azioni. Da una parte Junuzovic stesso rimane mezzo stordito dai tre tunnel consecutivi fatti e al primo tocco di Sokratis va a terra accontentandosi del fallo. Neymar invece gira attorno all'avversario e poi si invola direttamente verso la porta.
Pablo Aimar vs Thierry Henry
Sia il difensore del Betis che quello del Boro hanno tutto sotto controllo fino all’istante in cui non è più così e si ritrovano a vedere il pallone sfilare via dalla loro zona. Alla fine è questa l’essenza stessa dell’umiliazione subita da un tunnel a palla ferma: è lì, la stai osservando, va tutto bene, fino a quando non c’è più. In termini di umiliazione pura però la sensazione di dolore quasi fisico che da mettersi nei panni del difensore in quello di Henry nel passaggio dalla fase “sotto controllo” a quella “non c’è più”, gli fa passare il turno. Tutti abbiamo subito un tunnel, ma mentre quello di Aimar stupisce sul piano della tecnica pura nessuno avrebbe dormito la notte dopo averne preso uno come quello di Henry.
Javier Pastore vs Luis Suárez
Quando Luis Suárez ha fatto questo tunnel a David Luiz a tutti è tornato in mente quando gli era successo già ai tempi delle loro sfide in Premier. Eccovi un video che si apre con scritto “David Luiz destroyed by Luis Suárez”. Nell’immagine copertina c’è David Luiz quasi in lacrime che sembra salutare il calcio. Ne hanno scritto tutti, ma davvero tutti. O con tutti intendo: persino Dagospia. Al punto che è dovuta intervenire la mamma di David Luiz, che se ne uscì con un criptico “Dio sa tutto”. Se deve intervenire tua madre per difenderti, beh, la situazione è grave.
David Luiz ha tutta la prossemica di uno che ha appena preso una brutta busta: le gambe che provano a chiudersi troppo tardi, la testa che si gira. È il caso di dire RIP David Luiz. Quello che ha subito la busta da Pastore, invece, ha potuto continuare a vivere normalmente.
Juan Roman Riquelme vs Isco
Due tunnel di suola di due giocatori ultratecnici, scelta difficile. Dobbiamo continuare a premiare Riquelme però, il suo tunnel contiene un grado di umiliazione più alta. Le sfide sono entrambe sentite e tese, ma una è un vero derby, con tutti i significati sociologici del caso. Poi c’è un discorso tecnico che rende il gesto di Riquelme più umiliante. Isco evita Verratti che gli viene addosso, trova la strada più elegante per superare un ostacolo sulla sua strada. Riquelme qui ha fatto il torero: ha sfidato Yepes, ha preparato il tunnel con un primo tocco di suola, poi lo ha lasciato scorrere come fa un torero.
Ronaldo vs Lionel Messi
Ronaldo ha un accenno di pancia, il gesto per superare Simeone si vede che gli porta fatica poi per scattare e recuperare palla e nell’andare poi a segnare non può più saltare il portiere come un tempo. Dall’altra parte Messi è in forma smagliante, tanto da controllare il pallone di testa e subito dopo essere già pronto a proteggerlo col corpo e sgusciare via. Per quanto sia ipnotico vedere un giocatore con quel fisico fare una cosa del genere, la somma di tutti i singoli gesti di Messi è più incredibile perché non sembra riproducibile da nessun altro giocatore al mondo se non aiutandosi con un complesso sistema di specchi e leve.
Sebastian Giovinco vs Ronaldinho
Dal punto di vista del prestigio la sfida è impari. Un tunnel di Ronaldinho in Serie A è nettamente più significativo di uno di Giovinco in MLS, su questo siamo tutti d’accordo credo. Ogni tanto bisogna premiare però la complessità e l’ambizione dei giocatori. Giovinco in MLS ci ha fatto vedere delle cose irreali e questa è una di quelle. Di questi piccoli tunnel di suola quasi da fermo, in cui sembra spostare la gravità del globo col suo sedere pesante, Ronaldinho ne ha fatti tanti. Persino da giocatore sovrappeso e ritirato. Giovinco invece ha fatto una cosa non da repertorio, completamente originale, e si guadagna il passaggio del turno.
Redondo vs Cristiano Ronaldo
Come scriveva Walter Benjamin già negli anni ‘30 del secolo scorso: l'aura di un lavoro artistico viene svalutata dalla sua riproduzione meccanica e c’è qualcosa di meccanico nella riproducibilità e nel gesto stesso di Cristiano Ronaldo. L’avversario cambia, la zona del campo cambia, il contesto cambia, ma lui lo farebbe praticamente uguale perché il tunnel con elastico l’avrà ripetuto centinaia di volte da solo in allenamento e l’avrà insegnato anche al figlio che vedremo tra qualche anno ripeterlo a sua volta. Quello di Redondo è invece arte pura, perché come diceva sempre Benjamin la relazione tra l'arte e lo spettatore è definita dall'unicità ed irripetibilità dell'opera d'arte, dal suo esistere solo “hic et nunc” e non c’è niente di più irriproducibile di quel tunnel di tacco dalla linea di fondo in una partita di Champions League contro il Manchester United di Ferguson.
Dani Alves vs Adel Taarabt
Gli artisti del tunnel sono pochi e Taarabt è uno di quelli. Li riconosci perché sono capaci di eseguire tunnel a ripetizione sempre diversi tra loro, con una tecnica da strada che ha l’umiliazione dell’avversario come obiettivo sottile ma sempre presente. Però umiliare dei difensori malcapitati non è la stessa cosa di umiliare un cinque volte Pallone d’oro.
Il concetto è sempre quello: fare un tunnel in un Clasico a Cristiano Ronaldo ha un peso particolare. Non si può fare a meno di guardare quell’azione e mettersi le mani davanti la bocca.
Quarti di finale
Neymar vs Thierry Henry
Neymar gioca innanzitutto per deridere i suoi avversari, quindi figuriamoci se non è un artista del tunnel. Su internet ce ne sono suoi di tutti i gusti. Questo che abbiamo scelto è uno particolarmente elegante, ce ne sono altri più irridenti. Nessuno però secondo me raggiunge il livello di umiliazione di questo di Henry. Perché il grado di umiliazione in tunnel dipende anche dalla reazione di chi lo subisce, e il difensore del Valencia è tutto sommato dignitoso. A differenza dell’atteggiamento incommentabile di Mills.
Juan Roman Riquelme vs Luis Suárez
Riquelme dopo il tunnel continua l’azione ma perde il pallone, Luis Suárez continua l’azione e segna, ma qui stiamo giudicando un tunnel e non il gol e a patto che il pallone venga ripreso dopo il gesto, quello che succede dopo è meno importante del tunnel in se. Un tunnel con la suola andando all’indietro vale più di uno in corsa frontale e quello di Riquelme è IL tunnel con la suola del piede andando all’indietro. Lui è nato per fare questo gesto, è cresciuto provandolo in mille altre forme contro i malcapitati al campetto, raffinandolo la sua arte e aspettando soltanto il giorno per poterlo finalmente fare contro il River alla Bombonera. Per questo quando arriva un avversario abbastanza irruento come Yepes da entrare a gambe aperte senza pensare alle conseguenze, il gesto di Riquelme risulta così fluido da raggiungere la perfezione. Riquelme è un artista del caño che ci mostra la sua opera migliore.
Lionel Messi vs Sebastian Giovinco
Ok siamo davanti a due dei tunnel più cervellotici mai visti. In entrambi c’è un momento in cui la fisica di quello che vediamo raggiunge vertici di impossibilità. Per Giovinco si tratta della velocità di pensiero e azione. Dopo la ruleta come gli è venuto in mente di usare ancora il retro del corpo, il tacco, per girarsi? Quello di Messi però è totalmente inverosimile. Ci vuole una grande sensibilità tecnica anche solo per stoppare quel pallone come ha fatto - usando addirittura la testa all’inizio - figuriamoci con l’uomo addosso. Le prime volte che ho visto il video pensavo ci fosse un fattore di casualità. Ma il movimento di Messi è continuo, si nota da come un secondo dopo è già dietro a Filipe Luis per recuperare la palla. È una busta così inverosimile che non mi sentirei neanche di parlare di “umiliazione” per il difensore dell’Atlético, ma passa comunque il turno Messi.
Fernando Redondo vs Dani Alves
Il contesto è simile visto che parliamo di una grande partita di Champions League e un Clásico, anche la situazione di gioco perché è in isolamento 1 contro 1 vicino alla linea di fondo con il secondo avversario nei paraggi. Forse il livello di rosicamento dell’avversario è maggiore in quello di Dani Alves soprattutto perché a ricevere il tunnel c’è il giocatore che più si può sentire offeso nella storia del calcio da una cosa del genere. Però c’è un motivo se El taconazo è ancora la prima azione che ci viene in mente pensando a Redondo, mentre per Dani Alves questa busta è solo una tra le tante azioni spettacolari della sua straordinaria carriera. Il tunnel di Redondo è il punto più alto e al tempo stesso un epitaffio alla carriera. La sua maggiore riconoscibilità vince in questo caso sul maggiore livello di rosicamento avversario di quella di Dani Alves.
Semifinali
Thierry Henry vs Juan Roman Riquelme
C’è una punta di sadismo nel voler rivedere la gamba da cicogna con cui Henry invade lo spazio di Mills e gli porta via la palla proprio mentre sta per varcare la linea laterale. Henry il pallone te lo viene a prendere da sotto il naso e poi ti lascia lì a sperare di racimolare almeno un falletto per salvare la faccia mentre tutto attorno ci sono i tifosi che ti prendono in giro. Per questo a prima vista il livello di umiliazione nell’avversario del tunnel di Henry è forse superiore a quello di Riquelme.
Però per contesto ed esecuzione puramente tecnica Riquelme scrive la storia del tunnel come dribbling difensivo che rivolta contro l’audacia del difensore che ha osato provare a privarlo del pallone. Un modo quindi sottile di umiliare l’avversario ma a sua volta devastante: Riquelme il pallone non te lo viene a prendere perché in campo il pallone è suo e provare a dimostrare il contrario può portare soltanto alla figuraccia. Più c’è foga nel cercarlo e maggiore è il grado di umiliazione a cui vai incontro e la probabilità di entrare nella storia dalla parte sbagliata. Yepes si riprende anche dal tunnel subito e prova a recuperare le cose nei secondi successivi, ma nulla toglie lo stigma di un tunnel del genere in una partita del genere.
Lionel Messi vs Fernando Redondo
Rimango dell’idea che il gesto tecnico di Messi sia inarrivabile per complessità. Non sempre però le cose più difficili sono anche le più apprezzabili. C’è una cosa che può sminuire entrambi i tunnel, che sembrano in parte casuali. È possibile che Redondo volesse farla passare a lato di Berg che però trascina la gamba e se la fa passare sotto; Messi magari voleva solo stoppare il pallone, ma il movimento è così continuo che il sospetto dell’intenzionalità rimane forte.
C’è una differenza sostanziale tra i due tunnel: Messi ha eseguito in pratica l’unico gesto che gli permettesse di superare il diretto marcatore; Redondo, invece, avrebbe potuto fare qualsiasi cosa. Il suo gesto è deliberato, si è defilato sulla fascia come per sfidare Berg a duello e poi ha eseguito quel passo di danza improbabile. Van der Gouw, secondo portiere dello United, dopo la partita ha detto che quel tacco “ha ucciso Berg”. Noi, da parte nostra, ricordiamo il difensore norvegese solo per essere finito dalla parte sbagliata della storia. Savio - compagno di Redondo quella sera - ha detto che quel gesto “ce la ricorderemo anche tra cento anni”: mi sembra una buona definizione di “busta del secolo”.
Finalissima
Juan Roman Riquelme vs Fernando Redondo
Non è casuale che nella finale di un torneo dedicato ai tunnel ci siano due sudamericani, due giocatori provenienti da una cultura calcistica che dà grande importanza alla dimensione estetica del calcio. Non è un caso che ci siano finiti due giocatori simili tra loro, due maestri del dribbling come arte difensiva, due grandi lenti del calcio. Due giocatori che avevano nella manipolazione del pallone l’unico strumento per competere ad alti livelli.
Il contesto del tunnel di Riquelme è importante. Siamo a metà maggio del 2000, quarti di finale di Libertadores. Nella partita d’andata al Monumental il River era riuscito a vincere 2-1 con un gol decisivo di Javier Saviola. Il Boca doveva vincere e possibilmente non subire gol. Un’impresa non troppo difficile se hai Riquelme inversione Gesù che cammina sulle acque. Riquelme era in una di quelle giornate in cui prendeva palla e portava a spasso tutta la squadra avversaria. Quella sera non c’era modo di toglierla. Nel primo tempo serve a Schelotto l'assist dell’1-0. Prende palla poco oltre la metà campo, c’è un frastuono assurdo in mezzo a cui Riquelme cammina con la massima calma. I difensori del River gli si gettano addosso, e lui li evita spostando il pallone sempre un attimo prima di perderlo. Poi ha un momento di ispirazione, da sinistra taglia un pallone tesissimo in area che sembra casuale fino a che non lo vediamo cadere sul piede di Schelotto, passando esattamente in mezzo a un difensore e alle mani del portiere in uscita. Riquelme segna anche il rigore del 2-0, camminando con la testa bassa prima di prendere la rincorsa. Poi entra anche nell’azione del 3-0, servendo un passaggio smarcante a Battaglia dopo aver attirato mezza difesa del River ai suoi piedi. Il suo momento di magia era arrivato poco prima, sulla linea laterale, e non era arrivato su un giocatore a caso ma sul miglior difensore avversario, Mario Yepes, futuro capitano della Nazionale colombiana.
Il Boca vince quella Libertadores, ma il tunnel di Riquelme avrà quasi lo stesso valore del trofeo vinto. In Sudamerica l’umiliazione tecnica dell’avversario può valere più di una coppa. Quel tunnel è entrato in maniera potente nell’immaginario popolare argentino, al punto che “Caño a Yepes” è anche il nome di un noto cavallo da corsa.
Ovviamente anche quello di Redondo è arrivato in un contesto prestigioso, quello della Champions League, in una partita contro i campioni in carica. È un’azione che porta addirittura al gol, quello dello 0-3, infine decisivo in una partita terminata 2-3. C’è un dettaglio a far vincere però il tunnel di Riquelme questo torneo immaginario, ed ha a che fare con la dimensione morale. Redondo non voleva necessariamente far passare la palla in mezzo alle gambe di Berg: il suo è più un raffinato drible de vaca eseguito col tacco. Riquelme invece ha preparato il tunnel accuratamente, lontano dalla porta: il suo scopo era la diretta umiliazione del difensore avversario in un derby dai mille significati come Boca-River. È un gesto di una violenza inaudita. Al punto che la sua parabola morale è riuscita a fare un giro completo, con Riquelme che anni dopo renderà l’onore delle armi a Yepes: «È stato più uomo di me in quella situazione. Qualsiasi altro avversario mi avrebbe tirato un calcione». È di Juan Roman Riquelme la busta del secolo.