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Il vaso di Pandora del calcioscommesse
11 feb 2019
L'incredibile storia di Wilson Raj Perumal, uno degli uomini più potenti nel match fixing internazionale.
(articolo)
9 min
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Parla un inglese fluente, ha modesti trascorsi calcistici ed è di bell'aspetto. Wilson Raj Perumal è elegante, spesso in camicia, con la dialettica di chi è abituato ad ambienti dove le conversazioni si chiudono versando migliaia di euro, dollari, ringgit, rupie, yen sul tavolo. Perumal ha girato il mondo, con un’idea semplice, cinica, ma efficace: con i soldi si può comprare chiunque, specialmente nel calcio.

Perumal è il vertice di quello che in inglese viene chiamato "sindycate", cioè un cartello criminale, grande, ramificato, con migliaia di affiliati. Nessuno è frenetico e geniale come lui, che preparava i risultati mentre il suo esercito cominciava a scommettere piccole somme online o nelle ricevitorie locali.

Le triadi cinesi, come racconta ESPN, avrebbero messo su vere e proprie fabbriche di scommesse nel Sud-est asiatico, in cui centinaia di lavoratori davanti al computer avevano l’incarico di piazzare quante più puntate possibile - alcune da 3mila dollari l’una - in modo da diminuire la possibilità di essere scoperti.

È una storia di qualche anno fa, che però è bene ricordare.

Ascesa e caduta di uno scommettitore

Perumal è nato a Singapore ma è di origini tamil, un gruppo etnico che ha le sue radici nel sud-est asiatico. Inizialmente è un criminale di modesto lignaggio, un “pesce piccolo”, ma le cose cambiano, quando dietro di lui inizia a muoversi Tan Seet Eng, detto Danahblur (letteralmente «Dan che vede rosso», per via dei suoi eccessi d’ira), delfino cinese di un uomo d'affari singaporiano di origini indiane, che Perumal non cita mai, neppure nelle interviste rilasciate ad Alessandro Righi ed Emanuele Piano, autori di Kelong Kings: Confessions of the world's most prolific match-fixer, uno dei libri più completi sull’argomento.

Perumal entra nel mondo delle scommesse a 19-20 anni. Voleva fare il soldato, ma i piccoli precedenti gli chiudono la porta dell’esercito. «Mi sono appassionato (alle scommesse, ndr) e non volevo perdere... quindi ho iniziato a sistemare le partite locali». Dalle partite locali alla "più nota organizzazione di match fixing del mondo", come l'ha definita l'INTERPOL, il passo non è breve.

Perumal è conosciuto fin dagli anni '80 in Malesia, dove la coppa nazionale è il terreno di caccia preferito dagli scommettitori illegali. Qui avere la certezza di vincere è semplice, spiega in una lunga intervista alla CNN, perché i fixers, cioè coloro che organizzano le combine, hanno una complicità unica con i giocatori, staff, arbitro, federazioni stesse.

«Ero in panchina, a volte, e dicevo ai giocatori cosa dovevano fare, davo ordini all'allenatore, è stato facile, non c'era nessuna sorveglianza», spiega Perumal. Racconta che gli arbitri erano «senza barriere», e che le federazioni a volte «ti accoglievano a braccia aperte».

La vera svolta arriva con l’avvento di Internet e delle scommesse online, che hanno regalato dimensioni planetarie al business illegale dei soci di Perumal, negli anni '90: «Potevamo vedere tutte le partite in giro per il mondo. Ho avuto l'opportunità di prendere di mira i paesi vulnerabili, persone che erano più inclini ad accettare tangenti».

A metà anni ‘90 Perumal prova a condizionare il risultato di 6 partite in Inghilterra. Fino a poco tempo fa si credeva non avesse messo piede nel Regno Unito fino al 2010, ma il Telegraph spiega che nel ‘95 Perumal provò a corrompere il portiere del Birmingham, Ian Bennett. «Non sono interessato», la risposta decisa dell’estremo difensore.

Nel '97 riesce a organizzare la prima partita con il risultato già deciso a tavolino, che però si rivela un fallimento. Amichevole tra Zimbabwe e Bosnia Herzegovina, in Malesia: 6 giocatori della nazionale africana accettano 100mila dollari per perdere 4-0 il match, ma la partita finisce 2-2.

In Africa è potente quanto un emiro, poi arriva anche in Sud America. In Zimbabwe nel 2012 scattano le condanne per il cosiddetto "Asiangate" (con ben 80 giocatori squalificati), una serie di partite truccate tra il 2009 e il 2011 che fece inorridire l'investigatore FIFA che si è occupato del caso: «Quando ho visto quel file non potevo crederci. Non può essere, dicevo. Il match-fixing non può essere così facile e così diffuso, così prevalente».

Perumal non disdegna nemmeno l'Europa, dove arriva ad organizzare perfino amichevoli, forse le partite più facili da truccare: spesso cadono nel vuoto mediatico, ed è in assenza di riflettori che il calcioscommesse prospera come un parassita osceno. Perumal punta sempre più in alto, arriva a scommettere in Premier League. Ha percentuali di successo del 70-80%, e ammetterà in seguito di aver truccato partite di qualificazione alla Coppa del Mondo, di Coppa del Mondo femminile, la "Gold Cup" della CONCACAF (la Cup of Nations africana), perfino le Olimpiadi.

Ma la sua ascesa non è senza ostacoli. Finisce in galera tre volte: nel 1995 (per aver tentato di corrompere un giocatore), nel 1999, e nel 2011, quando la sua carriera si interrompe bruscamente. Ha truccato i match di Veikkausliiga, la prima divisione finlandese: condannato a due anni, verrà estradato in Ungheria.

Terry Steans, un investigatore della FIFA che ha seguito il suo caso, è quasi sotto shock: «In una sola agenda ha contatti relativi a 38 paesi. Giocatori, dirigenti ed arbitri di 38 paesi. Wilson è un po' un enigma», racconta Steans in quest’intervista alla CNN.

Mentre la sua rete cresce, Perumal firma contratti legali con federazioni nazionali di paesi in cui non ha mai operato, come Bolivia e Sudafrica, pagando fino a $ 100.000 per organizzare le loro amichevoli, selezionando arbitri e avversari di alto profilo. E risultati.

Il sistema è talmente oliato che Perumal, per sfuggire alla noia prova a scommettere su partite vere, in cui è sicuro che non ci siano combine. Scommette sui Los Angeles Lakers, sul Manchester United ma le cose vanno male, perde in pochi mesi più di 10 milioni. Comincia ad appropriarsi dei soldi della triade destinati a corrompere, in poco tempo si indebita con i suoi stessi capi.

Per coprire gli ammanchi, organizza un'amichevole amichevole tra Togo e Bahrain ma al posto della nazionale africana porta in campo a Manama una squadra raccolta alla chetichella, senza professionisti. Il coach della nazionale dell’emirato, Josef Hickersberger, ammise con candore che gli avversari «non erano in grado di sostenere i novanta minuti». Il risultato, ovviamente, è quello orchestrato da Perumal: 3-0 per il Bahrein.

L’organizzazione di Perumal, come lui stesso racconta a Invisibile-dog.com, “investirebbe” almeno 260mila euro su ogni singolo match in Europa. Perumal fa riferimento a quattro luogotenenti di Dan Tan, che gestiscono la logistica e i flussi di denaro. Secondo l’Europol, il “sindycate” di Singapore ha influenzato illegalmente 380 partite locali, nazionali, internazionali (anche Champions League e qualificazioni alla Coppa del Mondo) in Europa, almeno altre 300 nel resto del mondo. Italia (Dan Tan assicura a “Der Spiegel” di aver vinto 15 milioni di euro per una partita di Serie A), Ungheria, Germania e Finlandia sono le nazioni più coinvolte.

L’attività di Perumal fa parte di un’organizzazione ramificata ed estesa: «Questi sono bambini, i ragazzi dell'asilo», ha sottolineato Suresh Nair, uno scrittore sportivo di Singapore. «Dan Tan: non è più del terzo gradino su dieci di una scala. Quelli al gradino sei o sette, non li vedrai mai.»

Cosa comincia dopo la fine

All'inizio del 2011 Perumal è in Finlandia, nella "città di Babbo Natale", a Rovaniemi, dove a febbraio viene arrestato mentre è in possesso di un passaporto falso. Nella stazione di polizia della città finlandese un anonimo cittadino di Singapore lo ha denunciato e la polizia finlandese inizia a seguirlo. Lo scopre mentre incontra 3 calciatori del Rovaniemen Palloseura, squadra della Lapponia di basso lignaggio, orgoglio locale: li sta sgridando, qualcosa è andato storto; la polizia scopre i suoi traffici, risale alle sue telefonate, scoppia un enorme scandalo calcioscommesse.

Perumal inizia a collaborare con la polizia europea e, secondo quanto rivela agli autori di Kelong Kings, per vendetta. Crede che la soffiata sia stato un tentativo dell’organizzazione per farlo fuori, e lui, quindi, venderà tutta l'organizzazione di Singapore. Fa con insistenza il nome del suo boss, Dan Tan, a chiunque voglia ascoltarlo.

In Lapponia arriva anche Chris Eaton. Grandi baffi e faccia cupa: è un ex agente dell'Interpol, (“ostinato, antipolitico e incorruttibile”, secondo ESPN) a cui la FIFA ha dato l'incarico di vigilare sui Mondiali sudafricani. Eaton in Finlandia capisce subito che il fenomeno è immenso, ramificato, con gangli ovunque. Chiede di contrastarlo con la stessa veemenza usata contro il terrorismo. Per cercare di frenare il match fixing, la FIFA ha dato qualcosa come 20 milioni di euro all'Interpol solo nel 2011. Ma sono spiccioli per chi può scommetterne 10 su una sola partita.

Eaton trova Perumal decisamente loquace. Scoprirà che le triadi ne hanno abbastanza di lui, a partire da Dan Tan in persona, perché a quanto pare gli avrebbe fatto saltare l'acquisto del Rovaniemen Palloseura, al centro di tantissime, fruttuose partite combinate: a quanto pare Perumal, in quella contrattazione, aveva intascato la maggior parte dei soldi destinati all’acquisto, mai arrivati a destinazione.

Perumal alla fine raggiunge il suo obiettivo: Dan Tan viene arrestato nel 2013 a casa sua, a Singapore, insieme ad altre 13 persone, dopo due giorni di blitz. Decisivo un atto di custodia cautelare internazionale emesso dal Tribunale di Cremona nell'ambito dell'inchiesta sulle partite truccate nei campionati italiani.

Il sito investigativo DeclanHill.com sarebbe riuscito a ricostruire l’interrogatorio a Dan Tan, che spiega: «Devi essere certo di puntare sulle squadre più ricche che non vogliono scendere in Serie B». Dan Tan verrà liberato dopo un paio d’anni «perché le sue attività non hanno provocato danni all'interno dei confini nazionali e non hanno compromesso la sicurezza nazionale», come racconta un po’ incredulo il “The Guardian”. L'indignazione dell’opinione pubblica globale lo fa tornare dietro le sbarre dopo 5 giorni.

Nel frattempo Perumal continua a parlare. «Ho le chiavi del vaso di Pandora e non esiterò ad aprirlo», continua a dire Perumal da una residenza segreta e protetta in Ungheria.

Perumal sembra non avere rimpianti. «Mi è piaciuta quella fase della mia vita, ho viaggiato molto e mi sono divertito» dice. «Il calcio non è più uno sport, è più simile a un business ora. Penso che stiamo solo cercando di fare soldi con questo business, la gente vuole vincere e farà qualsiasi cosa solo per ottenere il risultato».

Ma il calcioscommesse ha il suo prezzo, che il calcio potrebbe pagare prima o poi.

Come dice l'investigatore della FIFA Steans, alla CNN: «(A causa del calcioscommesse) avremo uno sport che manca di integrità, con la reputazione a brandelli e con i tifosi che non sanno davvero cosa stanno guardando. Continueranno a guardarlo? Probabilmente potremmo finire con qualcosa di simile allo Zimbabwe, dove i tifosi si sono allontanati, gli sponsor si sono allontanati... Ci ritroveremmo con un gioco che non significa niente. Senza sponsor, senza tifosi, i calciatori giocherebbero in stadi vuoti. Sarebbe un deserto».

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