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Come si misura la progressione della palla
08 feb 2019
Un indice per capire chi risale meglio, e come, il campo in Serie A.
(articolo)
5 min
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L’importanza della progressione in avanti della palla è uno degli elementi fondanti del calcio da sempre, uno degli ultimi anelli che lo lega al rugby, alle sue origini. A seconda degli stili di gioco, la progressione verso la porta avversaria può essere differente: più rapida e diretta; oppure più ragionata e compassata. Che preferiscano difendere basse e attaccare in campo largo, o che viceversa preferiscano presidiare la metà campo avversaria, l’obiettivo di tutte le squadre è però lo stesso: generare spazi da attaccare allo scopo di muovere il pallone avvicinandosi alla porta avversaria.

I modi per accorciare la distanza dalla porta sono sostanzialmente due: la conduzione palla al piede e quello che gli anglosassoni chiamano “passing game”, cioè i passaggi. Nella sua storia ormai più che centenaria, il gioco è cambiato radicalmente e siamo passati da una preponderanza di “dribbling”, di corse con la palla, ad una preponderanza di passaggi, prima considerati poco virili e contrari alla filosofia di fondo del gioco.

Finora, per descrivere la progressione in avanti ho utilizzato attributi qualitativi. Ma avere una misura quantitativa della progressione della palla aiuterebbe a comprendere le diverse componenti del gioco di un calciatore in particolare e, soprattutto, qual è il suo apporto allo sviluppo positivo della manovra di squadra. Gli stessi dati, aggregati per squadra e non individualmente, costituirebbero un indice dello stile, oltre che dell’efficacia, di un collettivo.

La costruzione di un indice di questo tipo non è un’idea nuova e ha già avuto formulazioni differenti nella comunità delle analytics anglosassone (statsbomb.com e Michael Caley, su tutti, hanno concepito e utilizzato di frequente una metrica del genere).

Immaginate di guardare il campo da gioco dall’alto, a volo d’uccello. Considerate ora le linee laterali come gli assi di un sistema cartesiano. Ogni passaggio disegna una linea, e ciascuna linea ha una componente orizzontale e una componente verticale. Se facessimo la media di tutte le componenti positive lungo la direzione della porta, se considerassimo cioè solo la porzione di campo guadagnato con un passaggio riuscito in avanti, avremmo la misura che stiamo cercando.

Lo stesso si può fare considerando il punto di partenza e di arrivo di una corsa palla al piede.

I primi venti giocatori della Serie A per la media dei metri guadagnati con un passaggio o una corsa in avanti.

Chi aiuta di più a salire la propria squadra in Serie A?

Marcelo Brozovic è il giocatore che più ha aiutato la progressione della manovra della sua squadra in tutta la Serie A.

Il centrocampista nerazzurro ha ereditato da Jorginho la palma di giocatore più coinvolto del campionato: con i suoi 84,9 passaggi giocati ogni 90 minuti stacca Hamsik (82,7 passaggi/p90) e Pjanic (78,7 passaggi/p90). Ma al di là del volume di gioco, un contributo sicuramente valido dal punto di vista quantitativo, questa nuova misura restituisce un’idea più concreta circa la qualità del gioco proposto da Brozovic, che è in buona parte volto alla progressione della manovra.

La progressione ha poco a vedere col volume di passaggi: Luis Alberto tenta molti meno passaggi di Brozovic (57,5 ogni 90 minuti) e rispetto al croato ha anche una precisione inferiore (82% di passaggi riusciti per il centrocampista della Lazio, 89% per quello dell’Inter); ma la sua abilità nel servire un compagno in verticale è incontestabile.

Luis Alberto, De Paul e Gomez sono gli unici trequartisti nelle prime venti posizioni, e questo va a merito della loro tecnica individuale e della loro comprensione del gioco, perché riescono a fare gioco all’interno della trequarti avversaria, una zona ingolfata di avversari.

I migliori del campionato per la sola conduzione della palla.

Chi porta meglio palla in Serie A?

Questa metrica conferma come negli anni il centro creativo di una squadra si sia via via spostato verso le fasce. Le prestazioni di ottimi interpreti come Srna, Ansaldi e Cancelo sono lì a confermarlo ed è più evidente tenendo conto delle sole corse palla al piede.

Uno dei trend del momento è lo spostamento all’indietro di questo centro creativo: i difensori centrali sono sempre più coinvolti nel cercare di tagliare le linee avversarie con i propri passaggi in avanti. Lo saranno sempre di più, anche se per ora nella classifica dei migliori passatori della Serie A c’è solo Kalidou Koulibaly.

Chissà che, in un futuro forse neanche troppo lontano, persino i portieri non siano chiamati a fare la loro parte.

La classifica per squadre dei metri guadagnati in avanti.

Le squadre che avanzano meglio in A

Juventus e Sampdoria spendono lo stesso tempo in possesso del pallone (54% del tempo di possesso per entrambe), ma l’efficacia con la quale muovono palla in avanti tra le due è ben diversa. La Juventus sale complessivamente 1900 metri a partita, con passaggi e corse palla al piede, ed è la seconda migliore del campionato, dopo l'Atalanta; la squadra di Giampaolo invece percorre quasi il 38% in meno della distanza di quella di Allegri, e ci sono ben 11 squadre che in campionato fanno meglio.

Lazio e Atalanta sono le due squadre che in Serie A fanno più affidamento sulle corse dei loro giocatori, e non è poi così sorprendente: sfruttano sia la ripartenze lunghe dei propri trequartisti (Luis Alberto, Correa, Gomez e Ilicic hanno valori di progressione alti e molto simili tra loro), sia gli inserimenti degli esterni a tutta fascia (Marusic e Lulic da un lato, Gosens e Hateboer dall’altro).

Va notato anche come il Sassuolo si piazzi molto in alto in classifica, grazie soprattutto agli ottimi automatismi che permettono ai neroverdi di imbastire una manovra dal basso di qualità e di uscire dalla pressione avversaria.

L’indice di avanzamento è uno strumento relativamente nuovo, di sicuro in Italia è utilizzato pochissimo dai media, un altro tassello che migliora la comprensione di un singolo aspetto del gioco. Come tutti gli strumenti statistici e le altre metriche, aiuta nel confermare o smentire le ipotesi fatte dopo la visione della partita nel suo insieme, e non va preso come singolo indicatore della qualità o della validità del gioco di una squadra.

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