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Quindi l'Inghilterra può vincere l'Europeo?
30 giu 2021
Nella partita contro la Germania ha fatto poco ma ha raccolto tutto.
(articolo)
9 min
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Alla fine la palla buona per l’Inghilterra, quella che ha portato a compimento il piano di Gareth Southgate e ha spinto la Germania verso l’eliminazione, è arrivata al minuto 75. Fino a quel momento l’Inghilterra aveva attaccato con una sola idea: far ricevere le ali di fianco ai mediani tedeschi (Kroos e Goretzka), nei mezzi spazi o più aperti al posto degli esterni, meglio se in transizione e comunque con abbastanza spazio per girarsi, portare la palla e puntare il diretto avversario.

In questo caso sia Saka sia Sterling si abbassano per ricevere dai difensori vicino alla linea laterale. Saka lo aveva fatto qualche secondo prima, con la palla sulla destra, qui invece è Sterling che va incontro a Maguire a sinistra.

Era questa la soluzione principale per sveltire la circolazione, per far arrivare la palla negli ultimi metri e creare pericoli. Raggiungere le ali e lasciare ai loro duelli la responsabilità di aprire lo schieramento della Germania e di far avanzare velocemente il pallone, mentre i compagni attorno creavano gli spazi per farle ricevere e minimizzavano i rischi in caso di palla persa. Gli esterni inglesi (Shaw e Trippier) fissavano quelli avversari (Kimmich e Gosens), impedendo a entrambi di uscire sulle ali se queste si abbassavano per ricevere la palla, e in ogni caso di aiutare con un raddoppio i difensori centrali più esterni (Ginter e Rüdiger). Alle loro spalle i tre difensori (Walker, Stones e Maguire) e i due mediani (Phillips e Rice) davano copertura e assicuravano la stabilità difensiva nelle transizioni a palla persa.

Nei piani di Southgate, il passaggio al 3-4-3 avrebbe facilitato il pressing e permesso alla sua squadra di essere più aggressiva sulla circolazione della Germania, schierata a sua volta con il 3-4-3. Ogni giocatore era vicino al proprio avversario di riferimento, due mediani con spiccate doti difensive si occupavano di tagliare le connessioni centrali, alzandosi su Kroos e Goretzka e coprendo le linee di passaggio verso i trequartisti, e i due esterni permettevano all’Inghilterra di gestire senza affanni i temuti attacchi da una fascia all’altra della Germania, in particolare da destra a sinistra, e cioè da Kimmich a Gosens.

Il prezzo da pagare, oltre a tenere la linea difensiva alta e a offrire molto campo ai tagli in profondità di Werner, tenuti sotto controllo anche grazie a qualche errore clamoroso nell’ultimo passaggio dei tedeschi, era la rinuncia a tutto il talento creativo disponibile. In panchina insieme a Southgate c’erano Mount, Foden, Grealish e Sancho, i giocatori con più inventiva, quelli che si muovono meglio tra le linee e avrebbero reso più fluida la circolazione. In coerenza con il piano studiato, Southgate li ha messi da parte puntando su Sterling e Saka (schierati a piede invertito: il primo a sinistra e il secondo a destra), sulla loro velocità e le loro conduzioni in spazi ampi. Se l’idea era di recuperare la palla in alto e di attaccare in transizione negli spazi di fianco ai mediani tedeschi, Sterling e Saka erano i giocatori adatti per farsi trovare in quelle zone, girarsi e andare dritti verso l’area, senza appoggiarsi ai compagni.

Fino al minuto 75 però da questa idea l’Inghilterra aveva ricavato un solo tiro, di Sterling dalla distanza parato senza troppi problemi da Neuer. Un’azione iniziata già nella metà campo della Germania con una rimessa laterale, evitando quindi l’onere di arrivarci manovrando da dietro. Stones aveva bucato la prima linea di pressione avanzando palla al piede, aveva attirato Kroos e Goretzka e quindi creato lo spazio per far ricevere Sterling sulla sinistra, dopo l’appoggio in orizzontale su Rice. Sterling si era poi accentrato e aveva calciato in porta da una ventina di metri, abbastanza forte e con precisione ma senza sorprendere Neuer alla sua sinistra.

Per quasi tutta la partita la Germania è riuscita a tagliare le connessioni tra la zona di costruzione e quella di rifinitura, difendendo con più prudenza rispetto all’Inghilterra ma con scalate più elaborate, abbassando Havertz sulla destra per liberare un mediano e avere la superiorità numerica al centro. E anche quando Sterling e Saka riuscivano a ricevere in condizioni favorevoli, in transizione e con molto spazio davanti, tutti e due hanno faticato a creare i vantaggi che Southgate si aspettava da loro.

Qui sotto per esempio il pressing inglese porta a un recupero nella trequarti avversaria sulla destra, dopo che la pressione di Phillips aveva costretto Kroos ad affrettarsi e quindi a sbagliare il passaggio verso Gosens. Con una circolazione da destra a sinistra la palla arriva a Sterling, che però quando si gira ha davanti Ginter, rallenta senza appoggiarsi a Shaw sulla sinistra e favorisce il rientro di Müller e Goretzka alle sue spalle, finendo quindi per tornare indietro.

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In quest’altra situazione qui sotto, l’Inghilterra recupera ancora il possesso sulla destra e riesce a trovare Saka dietro Rüdiger, che aveva portato la palla nella metà campo inglese. Saka ha spazio per avanzare accentrandosi, ma la presenza di Goretzka lo fa rallentare e tornare indietro. Con un po’ più di coraggio Saka avrebbe potuto affrontare Goretzka, oppure appoggiarsi a Sterling a sinistra, ma ancora una volta buone premesse per l’Inghilterra non si trasformano in una situazione pericolosa.

Qui sotto invece Shaw recupera la palla con una pressione simile a quella da cui avrà origine il gol di Kane nei minuti finali, e cioè accentrandosi da sinistra per contendere il possesso a Kimmich. La pressione ha successo e consente a Sterling di ricevere smarcato sulla sinistra, con lo spazio per girarsi e avanzare in conduzione. Sterling ignora di nuovo Shaw, che aveva tagliato il campo per dare al suo compagno una linea di passaggio avanzata, salta Ginter ma perde la palla sull’intervento successivo di Hummels.

Fino all'ultimo quarto d'ora, del piano di Southgate aveva funzionato solo la parte difensiva. Il pressing aveva limitato il possesso della Germania, lo aveva tenuto lontano dall'area (il dato degli ingressi nell'ultimo terzo di campo è stato il più basso delle quattro partite giocate dai tedeschi agli Europei), ma ancora una volta Kane era rimasto scollegato dal resto della squadra e Saka e Sterling avevano combinato poco. Saka non aveva fatto nulla (zero dribbling, tiri e occasioni create, secondo i dati di WhoScored), Sterling era stato più vivace, l'unico a prendersi almeno la responsabilità della giocata, a cercare di creare qualcosa (alla fine gli sono riusciti 3 dribbling, gli stessi completati da tutti i suoi compagni messi insieme), ma aveva tirato una sola volta dalla distanza.

Le cose sono cambiate con l’ingresso di Grealish al posto di Saka, una mossa che ha fatto spostare Sterling sulla destra. Senza fare nulla di entusiasmante, Grealish ha dato un senso più compiuto al piano di Southgate. Oltre a muoversi meglio tra le linee, e ad aggiungere quindi ricezioni più dirette ai fianchi o alle spalle dei mediani tedeschi, senza spingere i difensori ad avvicinarsi per portargli la palla sui piedi, Grealish poteva coinvolgere di più i compagni, migliorare il fraseggio nella metà campo avversaria.

Il gol dell’Inghilterra poteva arrivare solo dopo la ricezione dell’ala nello spazio di fianco ai mediani, e la palla buona si è materializzata solo al minuto 75. Prima Grealish si era smarcato dietro Goretzka, ma era inciampato sulla palla ed era stato costretto a tornare indietro, poi sulla circolazione da sinistra a destra Walker ha potuto raggiungere facilmente Sterling di fianco a Kroos.

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È solo a quel momento che tutti i tasselli pensati da Southgate sono andati al posto giusto. Sterling si è girato e con un piccolo scatto si è lasciato dietro Rüdiger, Kroos e Müller, coinvolgendo finalmente Kane. Quest’ultimo si è appoggiato a Grealish, che a sua volta ha fatto scorrere l’azione a sinistra raggiungendo Shaw. Sterling nel frattempo era entrato in area, nella zona del primo palo tra Ginter e Hummels, e sul cross preciso di Shaw ha girato comodamente la palla in porta.

Il copione si è ripetuto una decina di minuti dopo, con la differenza che l’attacco si è sviluppato in transizione dopo il recupero palla di Shaw su Gnabry (pessimo il suo impatto dalla panchina) con una pressione al centro del campo.

Shaw si è quindi trovato solo al centro della trequarti tedesca, con Kane e Grealish vicini alla sua sinistra e Sterling più distante sulla destra. Ancora una volta l’azione si è spostata sulla sinistra, nella zona in cui era più facile muovere la palla, vista la superiorità numerica, e il cross di Grealish è stato spinto in porta da Harry Kane, al suo primo gol in questi Europei.

Ora che ha eliminato l’avversaria più forte, ed è diventata la principale candidata alla finale nel lato più morbido del tabellone, resta da capire se una squadra così parsimoniosa come l’Inghilterra, che ha segnato quattro gol in quattro partite, che produce pochissimo (solo cinque tiri contro la Germania) ma finora se lo è fatto bastare, solida a livello difensivo (non ha ancora subito un gol) ma che ha usato solo in minima parte il talento offensivo di cui dispone, rispetterà i pronostici e arriverà fino in fondo.

Forse la risposta più scontata è sì. I grandi tornei sono vinti di solito da queste squadre, che minimizzano i rischi e ricavano il massimo da quanto creano, ma tutte le possibili rivali dell’Inghilterra da qui alla finale possono ribaltare la situazione, lasciarle le palla e costringerla ad attaccare meglio di quanto ha fatto finora. Speculare cioè sui difetti mostrati dalla squadra di Southgate, che avrà meno margini per proporre piani così difensivi, costruiti sul pressing e gli attacchi in transizione come quello che alla fine è risultato vincente contro la Germania. Aggiungere un po’ di creatività, integrare i giocatori tenuti da parte contro i tedeschi, sarebbe una scelta pragmatica in coerenza con le partite che l’Inghilterra si troverà probabilmente a giocare ai quarti contro l’Ucraina e poi nella possibile semifinale.

Il ciclo di Joachim Löw si chiude invece con un Europeo deludente, in cui la Germania ha vinto solo una partita, ma dominando contro il Portogallo, dando sempre l’impressione di essere una squadra inespressa, capace di far circolare la palla in modo brillante ma fragile in difesa, soprattutto nelle transizioni, e poco consistente in attacco, anche se in teoria il talento offensivo era notevole.

È curioso che a commettere l’errore decisivo, a sbagliare l’occasione che avrebbe cambiato la partita sull’1-0, sia stato proprio Thomas Müller, richiamato in Nazionale dopo un’assenza di due anni nel tentativo di dare una forma più compiuta all’attacco, di aggiungere esperienza e concretezza.

Per anni Löw è riuscito a fare della Germania un modello, una squadra capace di raccogliere il meglio dalla Bundesliga, dagli allenatori più preparati e dalle squadre più forti, e di farne una sintesi efficace. Una squadra spettacolare nelle transizioni ma con un possesso tra i più elaborati nel calcio delle nazionali, che pressava e accettava molti rischi stando con la difesa alta, innovando con Neuer il ruolo del portiere-libero. La spinta innovatrice si è fermata da un po’, e con il ricambio generazionale Löw non è più riuscito a tenere in alto la Germania come aveva fatto per buona parte del suo ciclo. Oggi lascia una squadra con molto talento e diverse incognite, ma il suo ciclo non può essere ricordato solo per i brutti risultati degli ultimi anni.

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