Florian Wirtz è un centrocampista offensivo di diciassette anni in forza ai tedeschi del Bayer Leverkusen. Secondo il sito Transfermarkt, è uno dei quindici calciatori minorenni con la più alta valutazione al mondo. Prelevato dal Colonia lo scorso gennaio, Wirtz è diventato il più giovane marcatore della storia della Bundesliga, grazie a un gol al Bayern campione d’Europa.
È stato al centro di una vera e propria asta di mercato che ha coinvolto tra gli altri, oltre ai renani del Bayer, anche i bavaresi del Bayern – onnipresenti quando si tratta di talenti tedeschi – il Porto e il Liverpool di Jurgen Klopp. Per assicurarsi le sue prestazioni, il Bayer è venuto meno a un accordo verbale stretto con il Colonia, cittadina distante solo diciotto chilometri da Leverkusen, secondo il quale i due club avrebbero evitato di pescare dai reciproci settori giovanili. Wirtz però, nelle intenzioni del Bayer, è stato acquistato per la prima squadra. Infatti, nello scorcio di stagione disputato dopo il lockdown primaverile, ha fatto il suo esordio tra i “grandi”. In tutto, tra Bundesliga ed Europa League, Wirtz ha collezionato ad oggi 865 minuti tra i professionisti.
Con un così scarso impiego, descrivere le caratteristiche di un giovane in via di formazione, è un’impresa rischiosa. Ciononostante, alcuni fondamentali nel gioco di Wirtz sembrano già essersi stabilizzati, come la sua capacità di calcio. Wirtz è dotato di una buona sensibilità in tutto il suo piede naturale, il destro, anche se preferisce le soluzioni di interno-collo a quelle di piatto o di esterno, perché gli permettono di imprimere forza ed effetto, soprattutto quando calcia da situazioni di palla inattiva.
Buono anche il controllo dello slancio della gamba quando si tratta di calciare con il sinistro, il piede con cui ha siglato il gol contro il Bayern. I controlli e le battute di Wirtz con il sinistro sono comunque rare, si capisce che non ha molta fiducia nel suo piede debole. A volte tenta un controllo volante, o un anticipo, quando l’intervento con il sinistro è l’unico modo per togliere tempo al difensore; raramente, in questi casi, riesce a effettuare una giocata di qualità. Anche quando va al cross, i traversoni sono sempre più alti e morbidi, rispetto ai palloni tagliati col destro.
Gol da calcio d’inizio di maradoniana fattura.
La parte più bella del gioco di Wirtz sono i movimenti senza palla. Wirtz ha una capacità di lettura del gioco superiore a qualsiasi suo coetaneo. Caso per caso, in ogni diversa situazione di gioco, Wirtz capisce che tipo di movimento effettuare e riesce ad eseguirlo con il tempo corretto.
Per esempio, quand’è posizionato sull’ala destra, taglia verso l’interno per lasciare spazio alla corsa del terzino. Oppure, da trequartista centrale, quando spinge la difesa ad abbassarsi con uno scatto in profondità, creando lo spazio per l’avanzata palla al piede della mezzala. Ogni movimento di Wirtz è volto a svuotare una zona dagli avversari; oppure, al contrario, a riempirla per creare superiorità numerica e nuove linee di passaggio per la risalita del pallone sul campo.
Wirtz si muove per lo più sull’asse verticale, in questo modo riesce a disordinare lo schieramento avversario, liberandosi alle spalle del centrocampo o costringendo un difensore ad uscire dalla linea. Quando è stato schierato dietro la punta, Wirtz si muoveva dalla posizione del trequartista verso quella della mezzala destra. Nella rotazione imposta dal movimento di Wirtz, sulla stessa linea del centravanti Kevin Volland finiva Kai Havertz, che si inseriva pericolosamente dall’ala destra verso il centro del campo.
Generalmente, Wirtz preferisce ricevere il pallone tra i piedi, come ogni ala che si rispetti. Però dopo ogni scarico successivo a una ricezione segue sempre un movimento senza palla. In campo ha sempre un’aria attiva e rilassata al tempo stesso; tesse gioco di continuo, girando la testa alla ricerca di un’opzione di passaggio, o offrendo una soluzione muovendosi sul campo. Raramente porta il pallone in conduzione, però quando lo fa ha un dribbling molto efficace. Non è un dribblatore di tecnica pura, quasi mai affronta un avversario partendo da fermo, ma è bravo a spostare il pallone sulle frequenze alte del suo passo di corsa, in modo da indurre un avversario all’intervento a vuoto o al fallo.
Il talento di Wirtz è particolare, ben presente anche se in qualche modo rarefatto; persino nelle parole dei compagni fatica a trovare una definizione. Tutti lo percepiscono, in pochi riescono a descriverlo. Wirtz, in campo, semplicemente fa la cosa giusta al momento giusto.
Un compendio del set di movimenti di cui è capace Wirtz.
In fase di non possesso, Wirtz è sempre pronto a scattare in avanti sui trigger del pressing. È abbastanza resistente negli scatti prolungati e gli angoli di pressione che applica al portatore di palla sono sempre efficaci per ridurre le opzioni di passaggio all’avversario. Se viene saltato, però, ha ancora il “vizio” di fermarsi e di non inseguire l’avversario.
Nonostante le buone qualità, Wirtz è un giocatore con ampi margini di crescita, anche dal punto di vista del fisico. È alto 175 centimetri e dovrà sicuramente rinforzare la parte alta del corpo per resistere alle cure di difensori e centrocampisti più forti di lui. Per quanto riguarda la parte bassa, Wirtz ha già gambe forti ed è difficile spostarlo se riesce a prendere posizione. Inoltre ha il baricentro basso che lo aiuta a tenere l’equilibrio se viene spostato mentre è in corsa.
L’affinità di maglia potrebbe portare a confronti con un altro fenomeno della trequarti che ha mosso i suoi primi passi a Leverkusen. Julian Brandt era però un giocatore diverso soprattutto in una cosa: nel Bayer ipercinetico di Roger Schmidt, il cervello calcistico di Brandt girava a velocità superiori, come un processore in overclocking, pensando velocemente anticipava l’azione, riuscendo a riordinare nel caos. Wirtz sembra all’opposto un giocatore che eccelle quando i ritmi si abbassano, la qualità delle sue scelte migliorano, così come la pulizia delle sue giocate. Lo ha dichiarato anche il suo allenatore Peter Bosz, che dopo il match contro il Bayern lo ha rimproverato di essersi fatto travolgere dal dinamismo asfissiante di Alphonso Davies (un cliente scomodissimo per chiunque, come si è visto poi nella Final Eight di Champions League).
A diciassette anni, la parabola calcistica di Wirtz è solo all’inizio e la sua traiettoria rimane imprevedibile. Però, sotto la guida di un tecnico come Bosz, che ha guidato i ragazzini terribili dell’Ajax fino alla finale di Europa League 2017, e in un club come il Bayer, fucina di talenti di cui l’ultimo, Havertz, è stato acquistato dal Chelsea per 80 milioni, saprà tirare fuori il massimo dal suo potenziale. Che oggi sembra davvero grande.