Era la prima sfida tra Arsenal e Inter dopo 21 anni, dopo un 1-5 in cui Thierry Henry danzò sui cadaveri della difesa nerazzurra. Era tutto un altro Arsenal, era tutta un'altra Inter. Nessuna delle due squadre voleva che arrivasse proprio in questo momento: a pochi giorni sia dallo scontro diretto contro il Napoli capolista per i nerazzurri, sia dal derby di Londra contro il Chelsea per i "Gunners".
La partita, però, è arrivata, e l'Inter l'ha vinta. Pur con una formazione rimaneggiata, pur non giocando in modo brillante, pur potendo contare con un po' di fortuna. L'ha vinta e questo è l'importante, pesando la classifica e il prestigio dello scontro. L'ha vinta soprattutto con una fase difensiva eccellente al cospetto di un avversario poco in forma ma di grande valore; con una fase difensiva intensa e concentrata, e che era mancata - in questi due elementi - per il resto della stagione.
Visto il periodo negativo, nonostante gli impegni Arteta ha comunque messo in campo il miglior undici disponibile, mentre Inzaghi ha preferito un’ampia rotazione di uomini in ogni reparto.
La partita è iniziata a ritmo alto, e l’intensità e le marcature a tutto campo dell’Inter hanno costretto l’Arsenal ad andare troppo presto in verticale. Col tempo gli inglesi hanno preso le misure e lo spartito è cambiato. Da metà primo tempo l’Arsenal ha schiacciato l’Inter nella propria metà campo: ha completato 166 passaggi nella trequarti neroazzurra, più di ⅓ dei totali completati (437). L’Inter raramente è riuscita a completare la risalita del campo fino all’area avversaria - soprattutto trovando Lautaro sulla trequarti - e a spaventare gli inglesi.
Con tutto questo volume di gioco offensivo, la squadra di Arteta non è riuscita ad arrivare alla conclusione pulita. Saka ha chiuso con 2 tiri in porta, Havertz 1, Trossard, Gabriel Jesus e Martinelli 0. Le migliori occasioni sono arrivate da calcio d'angolo (14). L’Arsenal ha messo insieme diverse piccoli occasioni, rimaste però solo potenziali, e che non si sono poi concretizzate in dei veri e propri tiri.
Gli inglesi sono stati poco precisi, poco creativi, ma si sono anche trovati di fronte un livello difensivo eccellente.
La squadra di Inzaghi non è riuscita a fermare il flusso dell’attacco dell’Arsenal, ma ha fatto il possibile per indirizzare la corrente su canali in cui si sentiva più a suo agio, che è poi quello che deve fare un sistema difensivo che decide di difendersi col baricentro basso a protezione della propria area.
Con il suo 5-3-2 l’Inter ha assecondato la naturale propensione dell’Arsenal a far circolare il pallone sull’esterno, dove ricevono i giocatori che fanno la differenza palla al piede (vista l’assenza di Ødegaard). Togliendo però l’opzione dell’uno contro uno facile, grazie all’uso dei raddoppi e alla concentrazione del giocatore puntato. I giocatori offensivi dell’Arsenal che ricevevano in fascia, anche scambiandosi la posizione durante la manovra, hanno ricevuto sui piedi da fermi e hanno tentato pochissimi dribbling per quanti tocchi hanno avuto: per Sofascore Martinelli 3 dribbling tentati (2 riusciti), Saka 4 tentati (1 riuscito), Gabriel Jesus 2 tentati (0 riusciti), Havertz 1 tentato (1 riuscito), Trossard 1 tentato (1 riuscito).
In quest’azione alla mezz'ora si vede come il sistema difensivo dell’Inter indipendentemente da come sono sistemate le marcature, si aggiusta per togliere la possibilità di un dribbling facile.
Bisseck si allarga su Saka seguendo le rotazioni dell’attacco e Trossard che era rimasto nel mezzo spazio col pallone è seguito da Zielinski. L’esterno Darmian allora va a sostituire Bisseck nella linea difensiva. Appena Saka sta per puntare Bisseck allora Zielinski si allarga in fascia a raddoppiarlo. Darmian è quello spagliato e allora dirige le posizioni dei compagni; quando nota che il terzino destro White sta facendo una sovrapposizione indica a Çalhanoğlu di seguire Trossard, così da permettere a Bisseck e Zielinski di scivolare seguendo la sovrapposizione.
Zielinski toglie il centro a Saka e Bisseck si allarga, lì ci sarebbe lo spazio per il filtrante per White, ma Bisseck lo legge e lo intercetta. Saka va subito sul pallone respinto, ma si è attivato anche Çalhanoğlu con reattività e subisce il fallo sul contrasto dell’inglese. Non conta ai fini del gioco visto il fallo, ma Darmian aveva letto la traiettoria del pallone uscito dal contrasto ed era riuscito a recuperarlo.
Mi rendo conto di essere sceso molto nel dettaglio nel raccontare i vari movimenti, ma è per scomporre e farvi capire meglio l'intensità e l'applicazione e la cura dei dettagli con cui ha difeso l'Inter.
Prendiamo un'altra azione. Al 37’ Martinelli riceve il pallone sulla linea laterale e punta subito Dumfries, che non lo attacca, gli corre in parallelo per invitarlo a continuare largo invece di rientrare. Nel frattempo Frattesi è accorso in raddoppio lasciando Timber e mentre si avvicina indica a Dumfries di posizionarsi sul fondo - così da chiudere la possibile entrata di Martinelli in conduzione.
Fermata la corsa del brasiliano la strada verso l’area è sbarrata dai due giocatori e le opzioni sono due: provare a saltare entrambi o andare sul piede forte e crossare. Martinelli sceglie il cross da fermo sul secondo palo ed è anche buono, ma viene respinto da De Vrij che vince il contrasto aereo col più basso Saka.
L’Arsenal ha tentato 46 cross, completandone 10. La squadra di Arteta ha alternato cross veloci sul primo palo ad altri calibrati sul secondo. In entrambi i casi la difesa dell’Inter ha fatto trovare qualcuno pronto a respingerlo o a vincere il duello aereo. Su Saka, il giocatore più forte dell'Arsenal, andavano a turno sia Bisseck che Darmian, entrambi sono destri e naturalmente portati a difendere il rientro di Saka verso il centro.
Saka era il maggiore pericolo e l'Inter è stata attenta a chiudergli la strada del tiro, arrivato soltanto in un’occasione ben gestita da Bisseck e Sommer al 26’.
Costringere Saka ad andare sul fondo per crossare col piede debole era il miglior modo per contenerlo. Questo vale sia in fase di difesa posizionale, che in transizione difensiva.
Nell'azione sotto siamo al minuto 56 e c’è una transizione offensiva dell’Arsenal. Darmian è fuori dalla fascia, si vede come la mezzala sinistra Zielinski ne va a prendere il posto rimanendo nel raggio delle catene di fascia inglesi. Effettua il raddoppio chiudendo la traccia centrale a Saka, mentre Bisseck lo segue invitandolo al cross e non a rientrare.
In area sono arrivati Havertz e Martinelli sul secondo palo, Saka crossa bene col destro un pallone in area piccola dove però il primo ad arrivarci e respingerlo è Pavard, che si era messo proprio tra Martinelli e Havertz, già marcati da Dumfries e De Vrij.
Anche dall’altra parte, e senza la questione del piede invertito, l’Inter invita Martinelli al cross e poi a riceverlo con un uomo in più in area. L’idea di avere sempre un uomo in più in area in copertura rispetto all’attacco è alla base della tattica di invitare ai cross dal fondo e avviene quasi naturalmente quando si incontrano un 5-3-2 e un 4-4-2. Arteta nel secondo tempo fa entrare Gabriel Jesus per avere un fronte offensivo a 5.
In questo caso al minuto 76 c’è Timber che trova alto Martinelli in isolamento su Dumfries, ma subito Barella (che era andato in contrasto su Timber), si sgancia e va al raddoppio.
Martinelli non se la sente di dribblare rientrando sul destro e Dumfries non gli lascia spazio per dribblare sulla linea di fondo. Può solo crossare col piede debole. Il cross è morbido sul secondo palo e viene respinto di testa da Darmian che svetta su Saka. Cosa c'è di meglio per l'Inter di un cross di Martinelli col piede debole verso il giocatore più basso dell’Arsenal?
Inzaghi ha fatto difendere l'Inter depotenziando le armi dell'avversario. «Oggi abbiamo sofferto un po’, ma abbiamo lavorato bene, con tanto sacrificio», ha detto l’autore del gol vittoria, Hakan Çalhanoğlu, a fine partita. Contro l’Arsenal la squadra di Inzaghi si è vista imporre il contesto di gioco dall’avversario, ma ha saputo tenere mentalmente e tatticamente, dimostrando che può ancora trovare quella concentrazione e attenzione tattica fondamentale per proteggere la propria porta. Proprio quello sta mancando in Serie A in questa stagione.