In ogni gara Lorenzo Simonelli cerca di fare bottino pieno. L’ostacolista classe 2002, tesserato con il gruppo sportivo dell’Esercito, ha appena vinto l’oro agli Europei di Roma. Una seconda medaglia internazionale importante, non solo perché arriva dopo l’argento del Mondiale indoor di Glasgow nei 60 ostacoli, ma anche perché è stata conquistata sulla distanza olimpica (i 110 metri), dove adesso punta a sfidare lo statunitense Grant Holloway.
Com’è noto, Lorenzo Simonelli è nato e ha vissuto i primi anni della sua vita in Tanzania, dove suo padre e sua madre si sono conosciuti. Dopo le ultime medaglie, però, il discorso sulle origini è passato in secondo piano e iniziamo l’intervista proprio dall’ultimo, incredibile Europeo a cui ha partecipato.
A mente fredda che voto dai al tuo Europeo e che ti porti dietro da tutta l’esperienza?
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Hai rivisto la gara?
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A maggio avevi già fatto il record italiano (13.21) e poi l’hai migliorato a Roma, ti aspettavi il crono?
Mi riaggancio a questo, ora ci saranno un po’ più di pressioni anche nei tuoi confronti, in Italia si tende a caricare di aspettative uno sportivo subito dopo un bel risultato…
Come te la vivi se non riesci a raggiungere la vittoria? Mi riferisco magari a un secondo o terzo posto. Per dire, ho visto Filippo Tortu visibilmente deluso dopo l’argento nei 200 metri.
Ci avviciniamo a Parigi. Come ti immagini le Olimpiadi? C’è più attesa o ansia?
Come si vive la gara olimpica? Alcuni atleti dicono che bisogna immaginarla come una gara qualunque.
Mi sembra di capire che tra i tuoi punti di forza ci sia un certo tipo di mentalità: hai mai lavorato con mental coach o psicologo dello sport?
In chiave olimpica, nel ranking, hai dietro solo Grant Holloway, lo puoi battere? Ti sei dato un obiettivo per Parigi?
Ti piacerebbe incontrare qualcuno nel villaggio olimpico?
Il presidente FIDAL Stefano Mei ha più volte detto che c’è una ritrovata consapevolezza in voi, quando è scattata?
In squadra è andata a medaglia pure Zaynab Dosso, con cui ti alleni e condividi lo stesso allenatore, che rapporto avete?
Riavvolgendo il nastro, qual è il tuo primo ricordo legato all’atletica leggera?
E poi quando è scattata la scintilla?
Com’è stato crescere con un papà antropologo? Ti sei mai sentito affascinato dai suoi studi, dal suo ambito di lavoro?
Che rapporto hai in generale con la tua famiglia? Li chiami prima o dopo una gara?
So che non vedi i nonni da parecchio. Non vorresti scoprire qualcosa in più sulle tue origini?
Prima hai citato One Piece, cosa hai in comune con il protagonista Monkey D. Rufy?
Ma com’è nata questa passione?
Il cappello te lo porti dietro ogni gara?
Riesci a fare altro nel tempo libero?
Visto che hai parlato di sogni, qual è il tuo sogno più grande?