Il primo commento sul primo video di Speed è stato “Grind bro”, postato da tale Sauce Blatt, nel 2017. Il video è una sessione di allenamento a NBA 2k18. Nessuna reaction, solo musica. Nella didascalia c’è scritto “i'm just entertaining y'all don't take it personal”. Oggi il video ha 2 milioni e mezzo di visualizzazioni e la maggior parte dei commenti recita: “a legend was born”. In quel momento nessun indizio racconta di quello che IShowSpeed sarebbe diventato qualche anno dopo.
Ma perché ne stiamo parlando?
Una risposta è stata data recentemente dal regista di culto Harmony Korine che dal Festival di Venezia ha detto: “IShowSpeed is the new Tarkovskij” e “IShowSpeed is a movie”. Il suo discorso riguardava più in generale il cinema, Hollywood e l’intrattenimento non più lineare che si scompone su internet e che si allontana sempre di più dai poli convenzionali. Il suo nuovo film Baby Invasion nasce dall’idea che in futuro le persone trasmetteranno in streaming i propri crimini. Attraverso lo scanner del telefono puoi accedere alle varie storie dei protagonisti, rendendo l’opera multimediale e multipla. Insomma Korine sta correndo dietro ai multiversi di internet, provando a reggere il confronto con le piattaforme. I suoi riferimenti al giovane streamer parlano proprio di questo: la vita di Speed e dei suoi “colleghi” è un film con cui è difficile stare al passo. Ma chi è costui?
Non è facile da dire, ogni volta che provo a descriverlo a qualcuno e a me stesso penso di fallire nella missione. La prima volta che gli algoritmi hanno cominciato a presentarmelo ho avuto la sensazione che una nuova generazione di personalità del web super accelerate stesse per nascere, una specie che avrebbe fatto invecchiare di 100 anni quelle precedenti. Mi sbagliavo, non era una nuova ondata, era solo Speed, solo lui è così.
Darren Jason Watkins Jr. è di Cincinnati e oggi ha 19 anni. La sua personalità, la sua emotività, la sua faccia, il suo corpo, le sue gambe, la sua voce, sono ciò che usa per smuovere miliardi di visualizzazioni in tutto il mondo. A volte mi ricorda un attore di slapstick comedy, un Buster Keaton sotto anfetamina che per tenerti incollato allo schermo non ha neanche bisogno di parlare. Nulla di quello che fa è particolarmente acuto o raffinato o intelligente. Non è una comicità fatta di battute o di racconti o di chiacchiere e non so neanche se è giusto chiamarla "comicità".
Oserei dire che Speed è una assurda regressione alle energie più basilari della vita. Lui salta, sbatte contro le cose, urla, abbaia (questo è uno dei suoi marchi di fabbrica), fa smorfie pazze insensate, pronuncia male le parole, corre, non sa nulla di niente. È importante sapere che Speed è un fanatico di Cristiano Ronaldo e da qualche anno questo è uno dei motori che portano avanti le sue avventure. Se oggi chiedessi a un qualsiasi quindicenne chi è il più grande tifoso di CR7 che esiste, tutti risponderebbero che è Speed, senza dubbio. Allo stesso tempo egli non sa nulla del portoghese e la prima volta che ne pronuncia il nome lo sbaglia, facendo diventare l’esclamazione “Crista Ronaldo! Sewee!” un meme famosissimo. Inoltre non sa nulla di calcio o di altri giocatori, sa solo che Messi va contrastato in ogni modo possibile.
Questa sua gag folle e perenne, insieme ad altri comportamenti schizzati, lo rendono una pura incarnazione dello spirito di internet, estemporaneo, insensato, ottuso, scritto in maiuscolo, sgrammaticato, furioso, contraddittorio. Speed è anche lo stereotipo del ragazzino statunitense che si avvicina al calcio, ma il suo approccio non è virtuoso, per così dire, ma distruttivo, egocentrico e tossico. Lui non vuole entrare nel mondo del pallone, ma pretende di portare e piegare tutto questo sport nella sua cameretta, con i suoi giochi da streamer, con inner jokes e meme incomprensibili se non frequenti quell’universo. Potremmo dire che è la prima persona a risolvere l’equazione impossibile “USA + calcio” e questo spiega il suo successo.
Il modo in cui però ha unito i due puzzle è diabolico e illogico, autentica magia nera. Lo hanno invitato alle premiazioni del Pallone d’oro e al mondiale in Qatar, ma il suo approccio non è mai cambiato. Quando è venuto in Italia a incontrare Ibra lo ha sfidato a “English or spanish?” un gioco che va tra i ragazzini su TikTok e altri social che funziona così: “Il primo che si muove è gay”. Non serve commentare oltre. In Speed confluiscono tante anime che di solito vanno cercate in luoghi diversi del web e in effetti tutto ciò lo rende una specie cartone animato vivente.
La sensazione è che anche gli streamer con cui collabora lo guardino con meraviglia consci che non è fatto come loro. Probabilmente chi riesce a stare dietro alle sue live per ore e ore, inseguendolo in tutte le sue peripezie, riesce a scorgere la verità umana che lo accompagna, la sua normalità e tutto il resto, ma per la maggior parte degli utenti che lo vedono apparire nei loro giornalieri scrolling sul web diventa una presenza sorprendente, un demonio scollato dalla realtà che potrebbe essere stato creato dall'intelligenza artificiale. Recentemente ha fatto un tour Europeo, come se fosse una band o Taylor Swift, visitando Germania, Albania, Italia, Olanda, Belgio, Polonia, Svezia, Norvegia, Svizzera, Grecia, Bulgaria, Romania, Repubblica Ceca, Austria, Ungheria, Danimarca e Irlanda.
In cosa consiste? Va in giro e “streamma”, interagendo con chi capita e improvvisando il suo repertorio di salti mortali, corse, urla, scherzi, abbai a cani e persone, per poi provare cibi locali, esperienze più o meno turistiche e incontri con celebrità del web e non. Una sorta di vacanza per farsi vedere e per dimostrare ai ragazzini del vecchio mondo che esiste davvero. Ovunque è circondato da ammiratori o semplici spettatori che lo sfidano, lo insultano, lo abbracciano, lo prendono in giro, lo fomentano, anche loro protagonisti dei loro piccoli show in streaming. Ognuno sembra essere disposto a sacrificare qualcosa per essere notato e per affermare la propria esistenza. Le storie si intrecciano e questo grande film quasi-reale delle loro vite prosegue verso nessuna fine.
Il primo agosto di quest’anno, durante un viaggio in Giappone, Speed contrae una cefalea a grappolo e finisce in ospedale a Tokyo. Ha il viso gonfio, non riesce a dormire, a mangiare o a fare nulla, dice che vorrebbe tornare in camera sua e fare streaming come sempre, giocare a Fortnite o a Fifa, si sente come se qualcuno gli pugnalasse l’occhio ripetutamente. Durante questo periodo ogni tanto va in live dal letto dell'ospedale, fasciato e probabilmente sedato. Quando raggiunge i 19 milioni di iscritti al canale abbaia, piange, urla, mentre molti gli scrivono “ti prego Speed non morire”.
Nel momento in cui è convinto di stare per lasciare questo mondo i suoi pensieri, falsi, veri o costruiti che siano, vanno alla chat “Vi voglio bene, pregate per me”. Oggi Speed sta bene, ha fatto un incontro di wrestiling vestito da bottiglia di Prime, ha iniziato un tour dell’Asia e le sue avventure pazze continuano. Quasi meglio di un film.