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Quella volta che John Cena annunciò la morte di Osama Bin Laden
08 lug 2024
08 lug 2024
Uno dei momenti più assurdi di tutta la sua carriera.
(foto)
IMAGO / ZUMA Press Wire
(foto) IMAGO / ZUMA Press Wire
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Primo maggio 2011. In Pakistan, dove è già il 2 maggio, in gran segreto, sta per andare in scena la cosiddetta Operation Neptune Spear. Un gruppo di Navy SEAL degli Stati Uniti, secondo alcuni senza il consenso del governo pakistano, riesce a individuare il nascondiglio del leader di Al-Qaeda, Osama bin Laden, uccidendolo sul posto. Sarà in parte una vittoria di Pirro, lo sappiamo, ma quel giorno gli Stati Uniti sentono di aver ottenuto la loro vendetta. Obama ne dà l’annuncio non appena ne ha la conferma, ma nel 2011 il mondo è diverso da oggi. Twitter, dove la notizia è stata anticipata, ha ancora una rilevanza minuscola, e su Facebook e Instagram le notizie non circolano ancora incontrollate come oggi. Anzi, non circolano affatto. A molti, negli Stati Uniti, la notizia non arriva in presa diretta dal presidente della Repubblica, poi, perché stanno guardando la WWE.



Mentre Obama sta dando il suo annuncio, infatti, circa diecimila persone si trovano al St. Pete Times Forum di Tampa, Florida, per assistere a WWE Extreme Rules 2011, ignari dell'evento storico che stava avendo luogo in quelle ore. A questi vanno aggiunte circa duecentomila che stanno vedendo l'evento in pay per view.



Nel main event della serata John Cena riesce a conquistare il WWE Championship per l'ottava volta, battendo Mike Mizanin, noto come "The Miz", lottatore arrogante che nelle settimane precedenti era addirittura riuscito ad avere la meglio sul leader della "Cenation" grazie all'appoggio di Dwayne Johnson, cioè "The Rock", già allora una figura piuttosto potente nel mondo del wrestling e oggi una delle figure di spicco nel gruppo TKO che è proprietario della WWE e della UFC. Proprio "The Rock", per un caso abbastanza stupefacente, è uno dei primi a ricevere la notizia e parlarne su Twitter senza ancora confermarla. Mesi dopo, interrogato su come ci fosse arrivato così in anticipo, rispose: «Se te lo dico non devo ucciderti, devo decapitarti... ho le mie fonti, ho amici nelle alte sfere e anche in quelle basse». Forse è stato lui a comunicarla al management della WWE?



In ogni caso, si capisce presto che il vero "main event” della serata non è più la vittoria di John Cena. Il wrestler è a petto nudo, pantaloncini larghi, con le mutande che spuntano oltre la cintura e il microfono in mano, lucido di sudore per aver lottato per oltre venti minuti. È salito sul tavolo dei commentatori per farsi vedere e sentire da quante più persone possibile. È un momento incredibile, in cui realtà e rappresentazioni si mischiano in una cosa sola. John Cena dà la notizia della morte di Bin Laden ma lo fa come se fosse uno dei suoi promo.



«Ogni sera entro qui con “lealtà” e “rispetto” scritto sulle mie maniche. È un credo che ho adottato dagli uomini e dalle donne che difendono la libertà di questo Paese. Il Presidente ha appena annunciato che abbiamo catturato e ucciso Osama bin Laden». Non è solo il fatto che John Cena sta dando la notizia, ma è come la dà a rimanere nella storia. In particolare l'espressione «compromised to a permanent end», utilizzata forse per non impressionare i più giovani con parole come “ucciso” o “assassinato”, ma che nel suo sublimare la violenza dell'apparato militare statunitense diventa quasi letteraria. «Mi sento dannatamente fiero di essere americano».




È un momento spaventoso e incredibile per diversi motivi. Innanzitutto l'incredibile presenza scenica di John Cena, il fighter che dal 2005 al 2016 (prima in maniera continuativa, poi in modo più rarefatto) ha rappresentato per milioni di fan in tutto il mondo il volto assoluto della World Wrestling Entertainment. Ascoltate il modo in cui John Cena pronuncia il nome di Osama bin Laden. Le sillabe sono forti, pesanti. In questa scena c'è tutto il suo talento sul ring, come detto, ma anche il modo unico in cui il wrestling sfuma i confini tra la realtà e la sua rappresentazione in scena.



John Cena è uno dei wrestler che ha più calcato la mano sull'orgoglio di essere americani nella costruzione del suo personaggio. John Cena dalle maglie a stelle e strisce, dal passato da marine che in realtà non è mai stato, dal motto “Rise Above Hate” scritto ovviamente nei colori della bandiera americana. John Cena, insomma, ha rappresentato quegli Stati Uniti che abbiamo imparato a conoscere in versione rarefatta con la famiglia Bush, e poi in maniera inconfondibile e pacchiana con Donald Trump. Anzi, in un certo senso l'ha incarnata. Rivedendo questo video è impossibile non notare una vibrazione di sincerità nella sua voce. John Cena sembra felice di essere americano, orgoglioso, perché forse lo è davvero, e lo si vede da come è sinceramente commosso dallo spettacolo che gli si para di fronte. Il pubblico che esplode di gioia, i cori «USA! USA! USA!», "The Stars and Stripes Forever" di John Phillip Sousa che risuona nell'arena.



Uno spettacolo che da una parte rievoca momenti spaventosi, e che impressiona per il modo in cui celebra la morte e lo sciovinismo; dall'altra affascina proprio per l'autenticità della sua violenza - seppur in un contesto "finto" come quello del wrestling (o forse proprio per questo?). D'altra parte, non bisogna dimenticare che quello stesso giorno ci furono delle celebrazioni studentesche a Times Square.



Rimane l'assurdità del fatto. Quella sera solo due uomini hanno annunciato agli americani che Osama bin Laden era morto: uno era il presidente degli Stati Uniti, l’altro era John Cena. Entrambi quella sera rappresentavano gli Stati Uniti, ma in pochi ricordano le parole di Barack Obama, che pure in quanto a presenza scenica e carisma non è certo un novellino.



Questo penso dica molto sull'impronta indelebile lasciata sul wrestling, e oltre il wrestling, da John Cena, che sabato, a WWE Money In The Bank (tenutosi a Toronto, in Canada), ha annunciato il suo ritiro. Il 2025 sarà quindi l’ultimo anno da lottatore “attivo” per Cena, che apparirà nel primo, storico episodio di WWE Monday Night Raw in onda su Netflix a gennaio e continuerà fino a Wrestlemania 41, che si svolgerà in due notti tra il 19 e il 20 aprile. Abbiamo davanti mesi in cui la sua carriera verrà vivisezionata e ricordata in molti dei suoi momenti più significativi. E per me pochi hanno la stessa forza, lo stesso peso di quando John Cena annunciò la morte di Osama Bin Laden.


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