
Avete presente la sensazione di vedere il personaggio di cui non avete mai dubitato per tutta la durata della storia passare “al lato oscuro della forza”? Pensate, che ne so, a Harry Potter che, nella guerra finale a Hogwarts, prende le parti di Voldemort, tradendo tutti i suoi compagni. Ecco, prendete questa sensazione, aggiungete oltre vent'anni di attesa, e capirete cosa hanno provato le oltre 38mila persone presenti al Rogers Centre di Toronto e i milioni di fan che, in occasione dell’evento WWE Elimination Chamber, hanno visto John Felix Anthony Cena diventare un "heel" (cioè sostanzialmente un cattivo nel gergo del wrestling) per la prima volta dal 2003.
Per capire la magnitudine di quanto successo, bisogna tornare indietro fino al 2002. Cena, dopo circa un anno passato nella federazione di sviluppo della WWE, aveva debuttato in televisione con una presentazione ben lontana da quella che abbiamo imparato a conoscere negli anni.
Calzoncini e polsini anonimi, una personalità nemmeno così interessante al microfono: l’ennesimo ragazzone con un fisico impressionante che è naturale considerare soltanto di passaggio. Quell’anno, come ammesso da lui stesso, Cena era a un passo dal licenziamento e per lui non sembravano ci fossero piani. A salvarlo fu una casualità: essere sullo stesso bus di Stephanie McMahon, figlia dell’allora proprietario della WWE, Vince.
Su quel bus, McMahon sentì Cena esibirsi in un rap improvvisato e chiese se ci fosse la possibilità di incorporare questo suo talento nel personaggio che interpretava. La scintilla si accese subito e da quel momento in avanti, Cena incominciò a presentarsi come un rapper strafottente (con tanto di catena al collo, jeans corti, magliette sportive e cappellino con visiera girato all’indietro) e a prendere in giro i suoi avversari con dei freestyle prima o dopo i suoi incontri.
Il pubblico ci mise molto poco ad affezionarsi a quello che si definiva “Doctor of Thuganamics” e dopo qualche mese da heel, la WWE vide in lui un possibile futuro volto della compagnia e lo fece diventare un face alla fine del 2003, in occasione dell’edizione di Survivor Series.
Da quel momento in poi, la sua impennata nelle gerarchie della compagnia è inarrestabile: debutta a Wrestlemania nel 2004, vincendo il titolo degli Stati Uniti, per poi diventare per la prima volta campione mondiale nell’edizione dell’anno successivo, quando diventa a tutti gli effetti il volto della federazione. La trasformazione è certificata dal suo passaggio nelle settimane a venire a RAW, da tutti considerato lo show di punta.
In un periodo storico in cui la WWE ha perso alcune delle sue icone come The Rock e Steve Austin, Cena diventa il wrestler di punta e, data la sua giovane età (vince il primo titolo poco prima di compiere 28 anni), il futuro del wrestling è nelle sue mani.
CENA DOMINATORE DELLA WWE
Da quel momento, la gestione del personaggio di Cena è uno degli aspetti che più fa discutere nel mondo del wrestling. Dopo il 2005, infatti, Cena si discosta sempre di più dalla figura del rapper, passando a un più generico e soprattutto vendibile “eroe positivo”, con alcune connotazioni legate al suo primo ruolo da protagonista nel film The Marine del 2006. Un wrestler caratterizzato da tenacia, positività e patriottismo, che non guasta mai (qualcuno per esempio ricorderà il momento in cui annunciò la morte di Osama Bin Laden). I suoi motti sono: “Never Give Up” e “Hustle, Loyalty, Respect”.
Inizialmente questa sua mutazione non scalfisce l'affetto del pubblico, e in questo è aiutato anche da una crescente resistenza a toglierlo dal main event. I primi scricchiolii arrivano nella seconda metà del 2005, con il passaggio a RAW. Qui condividerà il main event con diversi profili molto apprezzati dagli appassionati di lunga data, sia heel che face, come Chris Jericho, Shawn Michaels e Kurt Angle. Affrontare (e battere) mostri sacri del genere, senza capacità in ring sbalorditive, inizierà a cambiare i sentimenti del pubblico.
Negli anni successivi, le vittorie di Cena diventeranno sempre più ingombranti e con esse crescerà anche il malumore dei fan più sfegatati della WWE che incominceranno a fischiarlo sonoramente. Dal 2006 al 2013, Cena vince il titolo WWE per ben 10 volte, combattendo in 5 main event di Wrestlemania. Soprattutto, si guadagnerà la fama di wrestler che “sotterra” gli avversari.
Nel gergo dei fan di wrestling, essere sotterrati (“buried”) significa subire una sconfitta o comunque un’umiliazione tale da togliere qualsiasi legittimità a un futuro da main eventer per un lottatore.
Per circa dieci anni, Cena viene protetto in questo modo dalla WWE, vincendo spessissimo e soprattutto venendo accusato, per volontà sua o per volontà del team creativo, di aver “sotterrato” tanti lottatori nel momento in cui una loro vittoria li avrebbe resi delle star. John Cena a quel punto era diventato “SuperCena”, per molti anche una specie di meme, grazie a innumerevoli fotomontaggi che lo ritraggono con una pala in mano e all’ormai celebre motto “CenaWinsLOL”.
La goccia che fa traboccare il vaso arriva nell’estate del 2010, con il match Nexus vs Team WWE. Il Nexus era una fazione di lottatori provenienti dallo show di sviluppo NXT (Wade Barrett, David Otunga, Justin Gabriel, Heath Slater, Darren Young, Skip Sheffield e Michael Tarver), tutti volti nuovi e mai visti nel main roster, pronti a una sorta di “invasione” con cui cominciarono a creare scompiglio a RAW e Smackdown. In occasione di Summerslam, i sette sfidano un team composto da lottatori già affermati e intenti a fermare il Nexus, compreso John Cena: una vittoria delle nuove leve avrebbe permesso alla federazione di dare credibilità a 7 talenti in rampa di lancio, in particolare al leader Wade Barrett. Come avrete capito, però, la loro corsa si ferma contro un muro di cemento, in jeans corti e cappellino: dopo le varie eliminazioni, Cena si trova infatti a dover lottare da solo contro gli ultimi due avversari rimasti e riesce a batterli, polverizzando qualsiasi tipo di inerzia del Nexus, che infatti da lì in avanti cadrà in declino (anche a causa di ulteriori umiliazioni successive, sempre per mano di Cena).
A quel punto la pazienza nei confronti di Cena, che già scarseggiava, termina definitivamente. Arrivano le lamentele e i fischi, ma il team creativo della WWE va avanti e mette ancora di più la compagnia sulle sue spalle.
"THE FACE THAT RUNS THE PLACE"
Mi sono dilungato così tanto nel passato di Cena per sottolineare quanto fosse necessaria una svolta nel suo personaggio. Se fatto al momento giusto, un turn nel wrestling può rivitalizzare o dare maggiore spinta alla carriera di un lottatore o di una lottatrice: Hulk Hogan nel 1996, The Rock nel 1997, Becky Lynch nel 2018, Roman Reigns nel 2020 sono solo alcuni degli esempi più famosi di wrestler che avevano ormai perso la loro connessione col pubblico e che si sono rilanciati grazie a un cambio netto.
Per ora, però, John Cena era l'eccezione che confermava la regola (fatta eccezione per il caso particolare di Rey Mysterio, rimasto face dal suo arrivo in federazione ma con un passato da heel in altre compagnie), tra l'altro in maniera discutibile, visto che è stato un face terribile.
Nonostante fosse “un buono” presentato come puro e incorruttibile, agiva spesso in maniera incomprensibilmente scorretta con chi lo circondasse (picchiando avversari già sconfitti, provando a rubare fidanzate a degli “amici”, sfidando Rey Mysterio per il titolo mondiale UN’ORA DOPO che il messicano lo aveva vinto), cadendo inoltre vittima dell’orribile tendenza della WWE nel trasformare i face di punta in sarcastici e infantili - tratto reso ancora più evidente dallo stile attoriale di Cena, da sempre molto caricaturale.
Dal 2011, forse per queste ragioni, Cena incassa sconfitte pesanti molto più spesso di quanto ci si ricordi (contro CM Punk e Daniel Bryan, solo per citare due esempi). Questo creerà una spaccatura ancora maggiore con il pubblico, esasperato al punto di cantare “John Cena sucks” a ritmo della sua musica di entrata.
Eppure la federazione non premerà mai il grilletto sull'heel turn e la decisione di mantenerlo un personaggio positivo verrà sempre presa dai piani alti, con una motivazione piuttosto ovvia. Il wrestler di Boston è stato per più di un decennio l’archetipo ideale di volto della WWE: aspetto da supereroe, incredibilmente carismatico e quindi perfetto per fungere da ambasciatore della compagnia con i media, Cena può essere apprezzato contemporaneamente dagli adulti (che ne riconoscono comunque talento ed etica del lavoro, senza dimenticare la retorica patriottica che ha fatto sua da molto tempo) e dai bambini, che vedono in lui una sorta di action figure vivente.
Non è un caso che Cena sia il detentore del Guinnes dei Primati come persona più “richiesta” dalla Make-A-Wish Foundation, fondazione che si impegna a realizzare i desideri di bambini con malattie gravi, con oltre 650 piccoli pazienti che negli anni hanno chiesto di incontrare proprio la stella della WWE. Se a questo si aggiungono gli astronomici numeri del merchandising di Cena, spinti spesso dai fan più giovani della WWE, e il fatto che al di fuori del mondo del wrestling raramente si sentono pareri negativi su di lui, è più facile comprendere la reticenza di Vince McMahon nel mostrarci un John Cena heel.
LA SVOLTA
Cos'è cambiato, quindi? Innanzitutto bisogna parlare dell'ultima coda della sua carriera. Dal 2015 in poi, infatti, la figura di John Cena cambia ulteriormente. Raggiunta la piena maturità come performer sul ring, l’ormai pluricampione del mondo dimostra di poter dire la sua anche in un’epoca della federazione in cui c’è un'attenzione maggiore all’azione fra le corde, disputando i migliori match della sua carriera contro Brock Lesnar, Seth Rollins, Kevin Owens e una splendida serie con A.J. Styles (contro cui vince il suo ultimo titolo mondiale in un incontro capolavoro alla Royal Rumble 2017).
L'atteggiamento del pubblico nei suoi confronti, grazie a queste prestazioni e a un'umiltà maggiore nell'accettare la sconfitta, inizia a diventare più favorevole. Aiuta anche il fatto che la sua presenza sul ring inizia a diradarsi. Il richiamo di Hollywood è intanto sempre più forte per il leader della Cenation, che diventa un wrestler part-time dati i tanti impegni cinematografici. Da quel momento in poi, le sue apparizioni si faranno sempre più sporadiche, con soltanto 3 apparizioni a Wrestlemania negli ultimi 8 anni, con altrettante sconfitte (tra cui un surreale squash match in cui viene battuto da Undertaker in meno di 3 minuti).
Come spesso accade, la lontananza fa crescere nostalgia e affetto, con il pubblico WWE che a ogni suo ritorno è sempre più felice di rivederlo. Gli anni di vittorie sono finiti, anzi, le diverse sconfitte permettono a Cena di porsi in maniera più ricevibile ai fan, ormai consci del fatto di avere a che fare con un’icona sulla via del tramonto. Il tempo dei fischi è ormai un ricordo lontano, e durante i suoi incontri si mischiano i cori “Let’s go Cena” e “Cena Sucks”.
Arriviamo così al luglio 2024, quando Cena annuncia che il 2025 sarà il suo ultimo anno da wrestler. C'era comprensibilmente grande attesa per la sua ultima run nel ring che lo ha reso la stella che è.
Il suo ritorno avviene in occasione della puntata di debutto di RAW su Netflix. È qui che Cena annuncia il suo ingresso nella Royal Rumble, con l’obiettivo di vincere il suo 17° titolo mondiale e di superare così lo storico record detenuto da Ric Flair. Purtroppo, però, Cena viene eliminato per ultimo dal vincitore, Jey Uso, perdendo così la possibilità di lottare per la cintura nel main event di Wrestlemania.
È questo evento che fa cambiare le cose. Nella conferenza stampa successiva, Cena si dimostra più umano e meno “supereroe”, annunciando la sua presenza nel match Elimination Chamber, che sancirà lo sfidante per il titolo WWE a Wrestlemania. «Ho deciso di fare quel che è meglio per gli affari», dichiara Cena, con una consapevolezza del suo status, e una disponibilità ad approfittarne, che col senno di poi sono più rivelatori di quanto allora non si fosse pensato.
Arriviamo quindi alla notte tra sabato e domenica, l'Elimination Chamber. Cena riesce a vincere il suo match, nel boato del pubblico di Toronto, lo stesso che nel 2006 lo fischiò sonoramente, guadagnandosi il biglietto per Wrestlemania. Lo fa, però, in modo inusuale per lui. Sfruttando, cioè, un’interferenza di Seth Rollins che gli permette di sottomettere lo storico rivale, CM Punk, urlando un disperato “mi dispiace” mentre applica la sua mossa finale.
Lo shock arriva però dopo il match, quando sul ring arriva il campione WWE Cody Rhodes, seguito da The Rock (inspiegabilmente accompagnato dal rapper Travis Scott). Il samoano, che ora si fa chiamare “The Final Boss” dato il suo ruolo dirigenziale in TKO (holding nata dalla fusione fra WWE e UFC), è apparso una settimana prima a Smackdown cercando di convincere Rhodes a schierarsi dalla sua parte, diventando “il suo campione”.
Cody, ormai diventato il nuovo volto della WWE, rifiuta mandandolo a quel paese. Ma è quello che succede dopo a passare alla storia come uno dei momenti più sconvolgenti della storia della federazione: Cena si rivela in combutta con The Rock, attacca Rhodes e lo pesta selvaggiamente (anche qui, con l’inspiegabile contributo di Travis Scott).
Nel suo ultimo anno di carriera, dopo la sua vittoria più importante degli ultimi 8 anni, quando tutti lo stavano acclamando e nessuno avrebbe voluto fischiarlo, John Cena è finalmente tornato heel. Cosa succederà adesso? Cena e la WWE ora si trovano in un territorio inesplorato, tanto più dopo l'addio di Vince McMahon, come in un fumetto in cui Superman diventa un serial killer.
Manca poco più di un mese a Wrestlemania e nessuno sa bene cosa aspettarsi, dato che sia Cena che The Rock non danno garanzie di esserci per via dei loro impegni hollywoodiani.
Come sarà questa versione di Cena lo sa soltanto lui. Ma un piccolo indizio, forse, ce l'abbiamo. Arriva da una sua intervista rilasciata al giornalista radiofonico canadese Chris Van Vliet durante la promozione del suo film Ricky Stanicky. In quell'intervista Cena aveva confermato una voce secondo la quale nel 2012, proprio prima di un match contro The Rock, sarebbe stato a un passo dal diventare un heel, al punto di avere già pronti nuovi vestiti da indossare, una nuova musica di entrata e aver addirittura registrato il copyright di un nuovo slogan: “Fear my name”.
Era tutto pronto e Cena era più che favorevole, ma il management cambiò nuovamente idea frenando i piani. «Io ero pronto e stavo già pensando a cosa poter fare con la mia storia», ha detto Cena in quell'occasione. «Avrei smesso di lavorare duro, sarei stato inaffidabile, sleale, irrispettoso, rinunciatario. Avrei dovuto stravolgere il mio personaggio e usare queste cose per raccontare una storia interessante».
Insomma, il personaggio di John Cena si appresta ad essere più vivo di quanto sia mai stato e il suo ultimo anno sarà quindi molto più di un tour di addio, in cui finalmente verrà trattato come un essere umano e non più come un supereroe.
«La cosa strana è che è così che dovrebbe essere, se pensi alla vita di tutti i giorni, nessuno è perfetto», aveva dichiarato in quella stessa intervista. «Passiamo tutti momenti difficili, prendiamo tutti decisioni che vanno contro i nostri valori, diventiamo tutti degli heel prima o poi».