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Jon Jones meritava davvero di perdere?
10 feb 2020
Quello con Reyes è stato un incontro molto equilibrato.
(articolo)
10 min
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La delusione di chi, al termine delle cinque riprese, pensava Jon Jones dovesse uscire sconfitto contro Dominick Reyes, è assolutamente comprensibile. Non tanto per le decisioni dei singoli giudici (dei quali solo uno, Joe Solis, ha visto uno scandaloso 4 round a 1 in favore di Jones) quanto perché nessuno come Dominick Reyes ci è andato effettivamente vicino, neanche Thiago Santos. E considerando che non aveva mai fatto cinque riprese e che aveva messo KO tutti i suoi precedenti avversari tranne tre (tra cui Volkan Oezdemir, che a mio parere aveva vinto la contesa fra i due), è sorprendente che la sua prestazione sia stata una delle migliori, se non la migliore dopo Gustafsson, forse, contro il dominatore assoluto della divisione Massimi Leggeri.

In questo momento Reyes è il più meritevole di affrontare Jones: un rematch immediato sarebbe la soluzione più adatta (prima dell’avanzamento di categoria di Jones di cui si parla da tempo) per pacificare i dubbi nati dall’incontro di sabato. Perché, al di là del giudizio che ognuno può dare, si è trattato di un match di difficilissima valutazione.

Strategie a confronto

Reyes ha puntato e caricato Jones fra la prima e la terza ripresa. Proprio nella terza, la differenza di colpi fra i due si è assottigliata e due giudici su tre hanno dato il round a Jones, probabilmente in virtù di una pressione esasperata che ha permesso a Reyes di lavorare solo in controtempo sull’avanzamento di Jones. Il prezzo da pagare per la scelta iniziale però è stato alto: sebbene Reyes abbia dimostrato un cardio, un atletismo ed una difesa dei takedown davvero fuori dal comune, non è riuscito mai a far tremare davvero Jones e negli ultimi round si è limitato a colpire di rimessa. A posteriori, però, si è rivelata una strategia comunque corretta, anche nella sconfitta.

Partiamo dai colpi significativi. Parlare di numeri e numeri soltanto non sarebbe sufficiente, ma è comunque obbligatorio dargli un occhiata. Nel primo round Reyes conduce per 23 colpi a 17; nel secondo continua ad incrementare la differenza, finendolo in vantaggio 33 colpi a 22. Nel terzo, come detto, la differenza si assottiglia ma rimane in favore di Reyes: 26 colpi a 19. Il quarto e il quinto round invece sono di Jones, rispettivamente con 20 colpi significativi contro 13; 26 contro 21. Non c’è grande differenza anche se guardando solo i numeri si potrebbe dire che Reyes meritasse il match. Una vittoria però non è data solo da questi ultimi.

Sia chiaro, una decisione in favore di Reyes non sarebbe stata per nulla scandalosa, ma per analizzare un match bisogna considerare anche altri fattori. Ad esempio, Jon Jones dopo l’incontro ha detto che a suo parere la differenza potevano averla fatta i suoi takedown. Solo 2, però, di 9 tentati in totale, sono andati a segno, perché l’atletismo e la difesa di Reyes hanno spiccato per efficienza. Si è comunque subito rimesso in piedi, continuando a combattere senza subire il grappling o il clinch del campione.

Qui invece un momento controverso del secondo round, quando Reyes ha colpito al corpo Jones facendolo finire al tappeto. Per alcuni è knockdown, per me un semplice sbilanciamento.

C’è un’altra cosa da sottolineare, però: anche nei round che ha perso, Jon Jones ha pressato il suo avversario, tagliando le distanze e non permettendogli di concatenare combo pericolose (pena la risposta immediata grazie al suo timing e all’allungo). È una scelta atipica, dovuta forse alle grandi capacità nel wrestling di JJ, anche se va detto che non è stato sempre efficace. Nonostante il vantaggio nell’allungo, Jones non ha portato combinazioni pericolose. Anche nei suoi match passati, Jones controlla tempo e controtempo, non spinge mai al 100% e si fida della sua mandibola d’acciaio.

Si capisce anche dal suo uso dei calci obliqui: fondamentalmente un calcio difensivo d’intercettazione volto a mozzare il gioco di gambe e ad indebolire le ginocchia, ma a cui non fa seguire mai combinazioni, al contrario di Reyes. Il timing dello sfidante (con un passato nel football americano) è stato davvero buono, e insieme alla sua capacità di trovare l’angolazione giusta col mancino ne ha fatto un avversario estremamente pericoloso per tutto il match.

Quindi, da una parte c’è la pressione di Jones non lo ha portato a dominare il match, dall’altra il pugilato di Reyes e la sua capacità di resistere ai takedown. Tutte cose che i giudici devono valutare e pesare con attenzione.

A fine incontro qualcuno grida a Jon Jones: “Never broken”, lui risponde; “Never”.

Il round della discordia

Ma torniamo al conteggio dei round. Se, come abbiamo detto, ci sembra chiaro chi abbia meritato i primi due e gli ultimi due round (anche qui, però, ci possono essere giudizi diversi, per carità) quello centrale sembra poter essere l’ago della bilancia. Nel terzo round Reyes ha messo più colpi e alcuni davvero buoni, dal grande impatto, ma Jones ha saputo rispondere degnamente.

Dopo i primi due vinti da Reyes con un lavoro di back & forth e di sublime footwork, il terzo parte con Jones a pressare e a mettere il primo colpo: un calcio frontale all’addome. I due, poi, girano lateralmente, Jones insegue Reyes e subisce un leg kick, rispondendo subito con un diretto al volto. Poi Jon Jones prende le misure col jab ed evita un diretto sinistro dello sfidante, che si allontana dalla parete, zona nella quale Jones è notoriamente pericoloso.

Ad un calcio circolare medio con la sinistra, Jones oppone con successo un jab, anticipando ancora Reyes. Jones finta ancora un jab e manda a vuoto un gancio di Reyes: ogni piccolo movimento è cruciale in virtù del timing dei due.

La risposta di Jones al calcio circolare di Reyes.

Leg kick in uscita da parte di Reyes, che così evita anche un tentativo di headkick da parte del campione. Poi Reyes inizia ad allungare il jab per tenere la distanza ma Jones lo colpisce con un calcio circolare destro secco alla zona addominale. Jab a segno di Reyes, gancio a vuoto; Jones doppia il jab e va sulla fronte di Reyes, che inizia un assalto con un gancio destro e poi col diretto sinistro. Jones si gira ed evita il primo assalto, poi si ferma spalle alla gabbia, assorbe un diretto sinistro, poi ne schiva un altro, schiva un gancio, poi schiva di nuovo un diretto, uscendo lateralmente. Reyes ha raggiunto Jones, ma il campione ha schivato più colpi di quelli assorbiti, senza battere ciglio.

Jones schiva il diretto di Reyes.

Per riottenere la distanza, Reyes va con un calcio circolare all’altezza del costato, ma Jones para facilmente.

Ancora Reyes con un leg kick, stavolta a segno, in arretramento. Poco dopo ripete il colpo, ancora con successo. Jones rimane zen: è calmo, composto, forse anche un po’ compassato, e continua ad inseguire. Chiude le distanze e va con un calcio obliquo con la gamba avanzata, Reyes non fa una piega. Jones si ripete, poi va con un calcio circolare destro fra gambe e bacino. Poi è di nuovo il turno di Reyes, che attacca con un leg kick ma subisce il rientro di un overhand sinistro da parte di Jones. Ancora un calcio obliquo di Jones a segno, Reyes indietreggia.

Uno dei tantissimi calci obliqui di Jones.

Il footwork dello sfidante è davvero eccellente, ma Jones riesce a stoppare ogni azione ancor prima che cominci in questo momento. Dopo la sfuriata precedente, l’energia di Reyes è in calo, ma continua ad assorbire bene. Jones continua ad avanzare a suon di calci obliqui. Reyes finta un diretto, poi va a segno con un montante che però non scuote Jones. Segue un diretto al corpo di Reyes, che poi prova un calcio obliquo anche lui, ma non va a segno. Ottimo gancio a segno da parte del campione, che ne schiva uno portato al suo indirizzo, mentre Reyes va ancora a vuoto con una combinazione di jab-diretto al corpo.

Jones va a segno con un calcio girato al corpo, che Reyes assorbe senza difficoltà. Frontale di Jones, che elude anche un diretto dello sfidante. Al tentativo di jab dell’avversario, Jones oppone poi il braccio avanzato in verticale, in una parata che ricorda il concetto di parata attiva del jeet kune do, guadagnando ancora un tempo nell’avanzamento, che sfrutta per mettere a segno un altro calcio obliquo, con successo.

Doppio jab di Reyes a segno, che mentre arretra si ferma e attacca improvvisamente. I jab vanno a segno, il diretto che li segue no: Jones allunga il braccio e pone una barriera invalicabile e lunghissima. Diretto ancora di Jones, qui tocca appena Reyes, ma riesce comunque a stabilire la distanza da cui lavora meglio. Jab allo stomaco leggero di reyes, che è costretto a mangiare un jab molto più concreto, prima di piazzare un buon leg kick.

È ancora il jab di Jones a dettare il ritmo, poi i due poi incrociano un diretto con un montante (quest’ultimo di Reyes), ma vanno a vuoto entrambi. Un altro incrocio a vuoto per entrambi segue l’azione, prima che Reyes piazzi una buona combo di jab-diretto. Segue un calcio alla testa di Jones, parato agilmente da Reyes, che però deve accusare un ottimo calcio alle gambe successivo, mentre continua a girare lateralmente.

Reyes prova il diretto, ma arriva corto, subendo invece il diretto di Jones. Jab e leg kick a segno per lo sfidante, che indietreggia, con un jab ancora a segno. Leg kick di Jones, al quale Reyes risponde con un overhand a segno. Ancora un leg kick per Jones, seguito da un calcio laterale che fa sbattere Dominick sulla rete. Jab al volto e diretto al corpo da parte di Jones, che però subisce il ritorno di un gancio di Reyes.

Siamo agli sgoccioli: montante e diretto di Reyes vengono parati, ma il suo leg kick interno invece va a segno. La ripresa si chiude con Jones che attacca con un gancio, ben assorbito da Reyes.

Diretto di Reyes ma conta ancora la capacità elusiva di Jones.

Come si valuta un round del genere?

L’impressione (la mia ovviamente) è stata che Jones dalla terza ripresa abbia iniziato a dettare il ritmo, imponendo il proprio gioco a Reyes, sempre meno energico e più stanco.

Può essere utile, però, citare il regolamento, alla sezione che spiega a chi dare i round: “Striking effettivo e grappling effettivo sono i criteri principali con cui si andrà a giudicare un match. L’aggressività effettiva è secondaria e non verrà considerata a meno che il giudice non scorga un vantaggio effettivo sul piano dello striking e del grappling. Il controllo della gabbia o del ring è considerato terzo in ordine di importanza. Andrà considerato quando non si vede un vantaggio effettivo sul piano dello striking, del grappling o dell’aggressività.”

Il che mi fa venire in mente che i giudici, probabilmente, hanno considerato che nel terzo round nessuno dei due fighter abbia avuto una supremazia netta in fase di striking (colpi numericamente differenti di poco, così come nell’intensità e nel danno procurato; anche se a mio parere Jones è stato più intenso e ha procurato più danni), né in fase di grappling. Perciò entrerebbe in gioco l’aggressività, che è stata in favore di Jones dato il costante avanzamento.

Se pure l’aggressività fosse stata considerata di pari livello, il controllo dell’ottagono non credo lasci dubbi.

Al di là del regolamento, il match tra Reyes e Jones è stato combattuto alla pari. Ma nel sistema decimale, senza round assegnati 10-8, non ci può essere pareggio. Due giudici su tre hanno visto il terzo round per Jones, d’altro canto uno di questi ne ha visti addirittura quattro in favore del campione. Mi pare improbabile che Jones abbia vinto i primi due round, non mi pare improbabile invece che abbia vinto il terzo.

Valutare un incontro del genere non è per nulla facile e forse sarebbe auspicabile un cambio anche leggero al regolamento, che dia una certezza vicina alla matematica, più scientifica, su chi ha vinto un match. Il problema sta nella stesura del regolamento, lasciato per larga parte all’interpretazione del lettore. E non va neanche dimenticato che i giudici sono intorno all’ottagono in punti diversi, non parlano fra loro e godono di un’angolazione differente per ognuno.

In sintesi, si è trattato di un match equilibrato che sarebbe potuto andare da ambo i lati. Uno di quelli per cui, in un certo senso, non è neanche importante sapere chi abbia vinto - se non fosse che dalle decisioni dei giudici dipendono poi le carriere dei fighter. Un match che è andato ancora una volta dalla parte di Jones, per la maggiore pressione messa su Reyes nel round più equilibrato, il terzo, prima di portare a casa i successivi due.

Così, con 14 match titolati vinti, Jon Jones ha superato Georges St. Pierre (fermo a 13) divenendo il fighter col maggior numero di vittorie in incontri con un cintura in ballo nella storia UFC.

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