È statisticamente provato che in ogni gruppo di amici ci sia almeno una persona in possesso di un’abilità particolare che la fa risultare fortissima ai giochi delle fiere di paese. Quelle attività da pochi euro su cui sperperare le monetine di resto dello zucchero filato o della Coca-Cola, tipo abbattere una pila di lattine con una pallina di gomma, il tiro con l’arco, oppure fare canestro in un cesto. Conoscevo un tizio fenomenale nel tiro a segno con i fucili di plastica a pallini. Si avvicinava ciondolando al bancone, con sguardo sonnecchiante: sa già che, anche questa volta, sarà troppo facile. Dietro di lui, un capannello di curiosi ad assistere con i propri occhi alle prodezze di questo talento. Non giocava mai per il premio (di solito un peluche); giocava perché sapeva che, per quanto quelli dei baracconi tentassero di fregarlo puntellando alcuni dei bersagli e rendendoli così impossibili da abbattere, lui alla fine, benedetto dal suo intuito, li avrebbe fregati sparando solo a quelli non ancorati. La mira da cecchino faceva il resto. Dopo l’ennesimo en plein, si defilava con il peluche in mano tra le luci al neon dei baracconi, gli effluvi di mandorle pralinate e la musica dance a tutto volume, facendo slalom tra i musi increduli di chi aveva assistito.
Sapete chi ce l’ha in Serie A lo stesso aplomb di quel tale del tiro a segno? Joshua Zirkzee. Impigiamato per tutto il periodo invernale in un completo da gioco a maniche lunghe (tagliate di netto nel caldo anomalo del febbraio romano, nel match di ritorno contro la Lazio), oversize persino per il suo metro e novantatré e per i suoi quasi novanta chili, Zirkzee ha portato sotto la luce patinata e mondana degli stadi la propria personale sfida da fiera di paese, che ha a che fare con il gesto tecnico che più ci fa saltare sulla sedia: il dribbling. Che poi, il gioco di abilità di Zirkzee non è semplicemente il dribbling (troppo vago come termine e troppo semplice come concetto): è il dribbling in spazi proibitivi, che sarebbero già di per sé angusti ma che lui contribuisce a far sembrare ancora più limitati con le sue masse da prigione di Michelangelo.
Zirkzee si è dimostrato talmente a proprio agio in situazioni di pressing uomo a uomo che a volte sembra che la vicinanza fisica di uno, due, tanti avversari attorno a lui siano la condizione stessa per l’espressione dei suoi gesti tecnici più brillanti. La vicinanza toglie prospettiva, rende imprevedibili: farla a qualcuno che ti è addosso è più facile. Lo sanno bene i borseggiatori. Il termine magia (con cui ci piace semplificare tutto quello che non capiamo) viene sostituito da furbizia, quella che gli ha insegnato il calcio di strada - il cliché è quello del più piccolo contro i più grossi che lo vogliono menare, ma lui impara un modo per sfuggirgli sempre. Così Zirkzee in un’intervista: «Il calcio di strada ti rende tosto: ti insegna a diventare più furbo e a tenere testa a ragazzi più grandi». Saltato senza quasi accorgersene, il difensore insegue; l’espressione incredula è quella di uno che si è appena fatto gabbare il portafoglio da sotto al naso in maniera così ingenua che il solo fatto di doverlo confessare alle autorità gli provoca vergogna. Intanto, con la nonchalance mistica e ascetica del tipo del tiro a segno, Zirkzee se ne trotta via con la palla: il suo peluche in regalo.
Ecco qui una compilation di episodi in cui Zirkzee partecipa al suo personalissimo gioco a premi: gli spazi dei suoi dribbling sono equiparati a superfici 1:1 che si restringono sempre di più attorno a lui, aumentando il coefficiente di difficoltà del gesto tecnico. A poche ore dall'ufficialità del suo passaggio al Manchester United, proviamo ad affrontare così il vuoto che ha lasciato.
Ottagono MMA | Bologna vs. Roma, dicembre 2023
Durante la stagione 2023/2024 Zirkzee ha tentato più di quattro dribbling ogni 90 minuti - il doppio della media per gli attaccanti di Serie A - con una percentuale di successo che, è vero, non è trascendentale (gli riesce circa il 40% dei tentativi). Eppure, dai dribbling riusciti esce un tiro in porta ogni 180 minuti - un dato non secondario per una squadra come il Bologna che vive forti momenti di annebbiamento offensivo (dati fbref).
In questa azione Zirkzee contamina l’eleganza del suo classico tocco di suola con piroetta di 180 gradi con un gesto da bulletto da scuola media: quello che fa finta di tirarti una sassata micidiale addosso e poi ti fa «pagare la mossa».
Corsia centrale di un aereo | Fiorentina vs. Bologna, febbraio 2023
Nelle scene finali del Signore degli anelli -Le due torri Pipino, il mattacchione della Compagnia dell’Anello da cui non ti aspetteresti mai nulla di intelligente o saggio, se ne esce con la frase che svolta la conclusione del film: «Più ci avviciniamo al pericolo, più evitiamo di farci male». Qui, Zirkzee lo prende in parola; se vogliamo perfeziona il teorema dello hobbit: non si limita ad avvicinarsi al difensore della Fiorentina, gli fa passare la palla sotto le gambe.
Aula studio universitaria a Bologna durante la sessione invernale | Fiorentina vs. Bologna, febbraio 2023
Tra le caratteristiche che rendono Zirkzee un attaccante tatticamente molto interessante ci sono la sua propensione a scendere molto lontano dalla porta avversaria fino alla propria trequarti, e la sua abilità nel lavorare palloni da giocare con centrocampisti o difensori che vanno ad occupare gli spazi liberati dalla sua discesa.
Il Bologna crea densità sul lato della palla: Zirkzee, che riceve sulla figura e già pressato, ha diverse opzioni per alleggerire - la più ovvia è uno scambio comodo e veloce per Orsolini, che sale smarcato sulla fascia. Poi, fa una cosa strana: prima della solita piroetta di 180 gradi, poggia la suola sulla palla e si ferma un istante. All’inizio potrebbe sembrare una rivisitazione di quella che Zirkzee definisce la sua mossa preferita, la Memphis Depay turn. A Igor deve semplicemente essere parso o un tentativo di voltarsi e scappare lungo la linea laterale o un tentativo di scaricare la palla su Orsolini: fatto sta che ci casca, e per un istante allenta la marcatura. A Zirzkee basta questa esitazione per completare il mezzo giro su se stesso e puntare il centro del campo sgusciando via tra Igor e Amrabat, salito in raddoppio; già che c’è, salta pure Bonaventura, che pare impacciato nel tentativo di contrasto, come fosse uno che passava di lì per caso e si fosse trovato di fronte questo freak di un metro e novantatré con l’acconciatura alla Jimi Hendrix. Infine, serve un pallone di esterno per Cambiaso, cogliendo in affanno la difesa della Fiorentina sul lato debole.
Discoteca della riviera romagnola a Ferragosto | Bologna vs. Cesena, agosto 2023
Credo che la visione di questo dribbling basti per spiegare efficacemente due concetti difficili della psicologia e della fisica:
- Il pensiero laterale.
- Il teletrasporto - chiedere al difensore del Cesena che ha visto Zirkzee aggiustarsi la palla sul destro e provare il tiro da centro area.
Mosh Pit | Fiorentina vs Bologna, novembre 2023
Capolavoro di gestione del dispendio energetico: a Zirkzee bastano due tocchi totali per togliersi da un mosh pit (cioè l'area centrale davanti al palco di un concerto dove di solito si poga) di maglie viola. Riceve largo sulla fascia, all’altezza della linea di centrocampo, in una zona affollatissima, dove ben nove calciatori di Fiorentina e Bologna si sono dati appuntamento. Martinez Quarta pressa forte Zirkzee; Kouame e Ikoné si avvicinano per triplicarlo. Primo tocco: con un colpo di tacco sposta la palla dietro al corpo di Martinez Quarta e scappa in avanti dal lato meno ovvio, quello della linea laterale. Non accelera bruscamente: vede che Biraghi molla la marcatura su Orsolini e gli si fa incontro, allargando le gambe. Anche non avendo visto l’azione, dieci persone su dieci sanno già da dove Zirkzee farà passare la palla prima di strappare in campo aperto - lo sentite questo eco nell’aria? «Chiudileeeheheheh!».
Corsia del reparto cristalleria di un negozio di lampadari | Inter vs. Bologna, dicembre 2023
Nel suo lavoro di cucitura tra i reparti, solitamente Zirkzee controlla palloni che gli arrivano spalle alla porta e sulla figura, destreggiandosi contro difensori che gli sono già addosso. In questo caso El Azzouzi lo serve non sulla figura, ma con una palla leggermente orientata a destra: Zirkzee la fa sfilare, dando l’impressione di voler puntare la fascia destra per associarsi velocemente con Ndoye. Dà ad intendere di non essersi accorto di Acerbi, che si sta catapultando a tutta velocità su di lui - ma, con un impercettibile movimento del capo ne scorge la corsa assassina. Zirkzee rallenta, e attende che il difensore risucchi tutto lo spazio a sua disposizione, lo comprima al centro del cerchio di centrocampo, soffocando sia lui che il tentativo del Bologna di costruire sulla fascia. Proprio quando la riserva d’aria sembra finita, il pallone irrimediabilmente tra le grinfie del rapace che si allunga per arpionarlo, si aggrappa all’unica fessura che fa passare quel tanto di aria che può tenerlo in vita: tunnel. Zirkzee sterza bruscamente passando dietro al difensore; poi, con tutta calma alza la testa e serve Nodye, che segna.
Tavolo da biliardo | Monza vs. Bologna, settembre 2023
D’accordo, il paragone tra calciatori e ballerini di danza classica è inflazionato. D’accordo, un accostamento tra Zirkzee e un danzatore finirebbe per scomodare la solenne sovrapposizione che Nureyev aveva visto tra il più grande calciatore olandese di ogni tempo, Johan Cruyff, e un étoile - con il suo sembrare «sempre in controllo, in lui la gravità drammatica di una tragedia greca». E allora ve la rigiro così: ce lo vedreste Barysnikov piroettare sul palco del Bolshoi con un bulbo (gergo bolognese per acconciatura) come quello di Zirkzee in testa?
Tavolo da ping pong | Bologna vs. Napoli, settembre 2023
Con la palla tra i piedi, Zirkzee ha la massa attrattiva di un buco nero: attorno a lui gravitano tre difensori del Napoli. Dopo un primo controllo non brillante, si trova a gestire un pallone spalle alla porta. Odeegard e poi Lobotka in raddoppio proteggono il centro dell’area: che è esattamente dove Zirkzee cerca di andare. Aspetta non tanto che lo slovacco gli sia addosso, quanto che si incolli al compagno di squadra: poi, prova a passare in mezzo ai due nello spazio di un foglio di giornale, sterzando bruscamente verso il centro del campo.
Niente da fare, questa volta gli va male. La palla rimbalza addosso a Lobotka: Zirkzee ne perde contatto per un istante. Quando la ritrova dopo un mezzo giro su se stesso, ha appena il tempo per un tocco prima che Odegaard lo travolga. Un appoggio comodo per Karlsson libero a pochi metri? Macché. Tunnel. Poi, con una mezza esitazione che mette fuori ritmo Di Lorenzo si libera per il tiro in porta
Scacchiera da viaggio | Bologna vs. Monza, aprile 2024
Sì, fino a qui tutto facile: e allora che ne dite di agganciare un cross e controllare con il difensore sulle spalle come uno zainetto e poi fare tunnel al centrocampista che arriva in raddoppio, senza praticamente mai staccare il piede sinistro da terra?