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Il calciatore di aprile: Josip Ilicic
03 mag 2019
Il trequartista dell'Atalanta è il vincitore del premio “Calciatore del mese AIC”.
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7 min
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Anche per aprile vi abbiamo chiesto di scegliere tra due giocatori per assegnare il premio «Calciatore del mese AIC», in collaborazione con l’Associazione Italiana Calciatori. I candidati erano Josip Ilicic, che ha trascinato l'Atalanta al quarto posto, e Riccardo Orsolini, autore di 3 gol nelle ultime 5 partite e tra i protagonisti del grande mese di aprile vissuto dal Bologna. Ha vinto il trequartista sloveno. (Potete votare sui nostri social e su quelli dell’AIC; qui trovate i nostri articoli sui calciatori dei mesi passati).

Dopo aver dato chiari segni di onnipotenza calcistica, Josip Ilicic si è aggiudicato il premio come Calciatore del mese AIC di aprile. In realtà, lo stato di grazia di Ilicic si sta perpetrando da quando è rientrato a pieno regime - cioè da fine ottobre - e da allora le sue fortune sono coincise con quelle dell’Atalanta di Gasperini.

Nella sua prima partita da titolare della stagione, la prima in cui ha giocato più di mezz’ora, appena recuperato dopo i problemi che lo hanno tenuto fuori da luglio a settembre, Ilicic ha realizzato una tripletta contro il Chievo. Poi, nelle successive quattro partite, ha confezionato 3 assist e l’Atalanta è riuscita finalmente a scrollarsi di dosso la negatività dell’eliminazione nel playoff di Europa League di inizio stagione.

Grazie a queste prestazioni, Ilicic era già finito nel ballottaggio per il premio "Calciatore del mese AIC" di novembre, quando fu superato di poco da Gervinho, autore anche lui di una prima parte di stagione “monstre”. Cinque mesi dopo, andiamo finalmente a premiare uno dei calciatori più singolari e creativi della Serie A.

Una delle partite in cui il talento di Ilicic è sembrato semplicemente fuori scala rispetto al resto del campionato.

Come sempre, va detto che non è stato il solo Ilicic a farsi notare ad aprile. Il primo tra i molti meritevoli di una citazione è sicuramente Riccardo Orsolini. L’ala del Bologna è stato rigenerato dalla transizione da Filippo Inzaghi a Sinisa Mihajlovic, che ne ha preso il posto sulla panchina lo scorso 28 gennaio. Fino a quel momento Orsolini era stato utilizzato da Inzaghi per lo più come subentrante: era l’arma di distrazione di massa, il segnale di “facite ammuina” per una squadra altrimenti passiva, spesso costretta a recuperare un risultato di svantaggio nei minuti finali. Orsolini, che nel 5-3-2 di Inzaghi non aveva una collocazione né semplice né per questo stabile, è stato impiegato anche da punta centrale o da mezzala destra.

Poi Mihajlovic lo ha riportato nella sua posizione naturale, quella di esterno d’attacco a piede invertito nel 4-3-3 o nel 4-2-3-1, e Orsolini ha ripagato la fiducia del tecnico con ottime prestazioni e 3 gol nelle ultime 5 partite. Anche grazie a Orsolini, il Bologna ha conquistato 10 punti nel mese di aprile: solo Atalanta, Roma e Torino ne hanno preso uno in più.

Un’altra honourable mention per aprile va a Stephan El Shaarawy, che alla Roma sta vivendo quella che è probabilmente la miglior stagione della sua carriera (escluso, forse, quel periodo tra settembre e dicembre del 2012, in cui con la maglia del Milan ha segnato 14 gol). El Shaarawy non sta brillando solo per i singoli gesti tecnici che esegue in campo, ma anche più in generale per la maturità e la voglia di determinare che sta mettendo nel suo gioco costantemente partita dopo partita.

E una citazione la merita anche Cristian Ansaldi, che si è trasformato in un vero e proprio jolly nel sistema tattico di Walter Mazzarri, riuscendo a mettere le proprie conoscenze calcistiche al servizio della squadra in ogni zona del campo. Così come Stefano Sensi, la cui crescita sotto le cure del tecnico De Zerbi è stata esponenziale, fino ad attirare le attenzioni sia del CT Mancini che delle grandi squadre europee, e che ad aprile ha contribuito con due assist e un gol a un mese senza sconfitte per il Sassuolo.

Josip Ilicic, nonostante tutto, in quest’ultimo mese non poteva però temere la concorrenza di nessuno. Nella partita con il Bologna ha segnato 2 gol (da un totale, in questo mese, di 1,13 Expected Goals) e piazzato un assist (da un totale di 2 Expected Assists), e c’è il suo zampino nel 37% dei 47 tiri effettuati dall’Atalanta nello 0-0 dei record contro l’Empoli. Volendo si può aggiungere anche il gol in Coppa Italia con la Fiorentina che ha contribuito a portare l’Atalanta a una storica finale con la Lazio.

Ma Ilicic va oltre i gol e gli assist. La sensazione che ha dato in questo mese, e che dà quando è al meglio di sé, è che possa praticamente fare in campo qualsiasi cosa voglia, una sensazione ancora più evidente nelle partite in cui è entrato a partita in corso, dalla panchina. Già, perché ad aprile Gasperini ne ha dovuto limitare il minutaggio per via di un fastidio al ginocchio: figurarsi se fosse stato completamente sano cosa avrebbe fatto.

In Napoli-Atalanta, per fare un esempio da una partita senza suoi gol o assist, l’ingresso di Ilicic ha da solo invertito l’inerzia della gara, fino a quel momento nelle mani del Napoli e non solo per il punteggio. Qui sopra, un fotogramma dall’azione del gol che fissa il punteggio sull’1-2 finale. È una lunga azione, nella quale l’Atalanta attira la pressione del Napoli palleggiando fin da dentro la propria area di rigore; Ilicic riceve palla poco dopo la metà campo, vicino alla linea laterale, e si accentra avvicinandosi ad Allan di proposito.

Cioè: Ilicic rallenta, e così facendo invita Allan ad avvicinarsi. Lo fa perché deve liberarsi del suo marcatore, dell’avversario che gli contesterebbe l’ingresso nello spazio che in realtà vuole davvero attaccare, cioè Hysaj. Il terzino albanese, infatti, quando Ilicic entra nella sfera di influenza di Allan, abbassa la guardia e rallenta leggermente la sua corsa: a un passo dalla possibilità d’intervento di Allan, Ilicic accelera e con un tocco di sinistro sposta la palla e salta il mediano brasiliano. Così, dal nulla, crea i presupposti per il 3 contro 2 che determinerà la partita del San Paolo.

La varietà delle armi a disposizione di Ilicic è incredibile. È un giocatore con una grande progressione in campo aperto, ma è anche irresistibile nello stretto, a dispetto della statura fisica e delle lunghe leve. Le sue qualità tecniche, però, ci sono note da tempo: Ilicic in fondo è alla nona stagione di Serie A. Ma in questa stagione in particolare sta dimostrando quanto sia anche in grado di piegare gli eventi della partita, di decidere da solo il tempo del gioco, accelerando o rallentando, scegliendo se passare palla o condurla.

Quest’altra azione qui sopra - contro la Fiorentina in Coppa Italia - dimostra la lucidità di Ilicic anche quand’è messo sotto pressione.

Durante il suo sviluppo, l’azione si sposta sul lato destro, lì dove l’Atalanta ha già tutti e 4 gli uomini della catena laterale in posizione (difensore centrale-esterno-mezzala-ala). Ilicic riceve palla da de Roon, la sua posizione già mette in imbarazzo Ceccherini, che fa un passo in avanti per uscire dalla linea, ma poi desiste dall’intento iniziale. Ilicic avanza, vede davanti a sé un muro di difensori e scarica su Masiello largo a destra.

Il pallone torna indietro a de Roon e poi di nuovo a Ilicic, che nel frattempo si era portato in posizione tra le linee. Pressato ai lati dai centrocampisti viola, Ilicic potrebbe restituire il pallone all’indietro, e invece tentenna. Lo fa per invitare la pressione dei due avversari, e per crearsi lo spazio alle loro spalle.

Poi, con un colpo di tacco di destro, e una giravolta sul posto, si libera di entrambi, punta la difesa e per poco non mette Zapata solo davanti al portiere, sul taglio in area di rigore dell’attaccante colombiano.

La stagione di Ilicic, indipendentemente da quale sarà l’esito per l’Atalanta che si sta giocando l’ingresso in Champions League, sarà comunque da incorniciare. Sia per i contorni tragici con la quale era iniziata, che per la brillantezza con la quale si sta chiudendo. Quest’anno Ilicic sta dimostrando di poter essere un calciatore anarchico comunque perfettamente inserito in un sistema tattico codificato.

Josip Ilicic è un manipolatore del tempo e dello spazio finissimo, finalmente al servizio di una causa. Speriamo solo che la cosa più importante per tutti, la salute, ce lo preservi.

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