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Perché la Juventus dovrebbe privarsi di Pjanic?
03 giu 2020
03 giu 2020
Quanto sarebbe conveniente per i bianconeri la cessione del regista bosniaco.
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Uno dei nomi più citati dai rumor di mercato negli ultimi giorni è quello di Miralem Pjanic, che sembra essere sempre più lontano da Torino. Dato che il mercato è ormai a secco di liquidità per via dello shock finanziario provocato dalla pandemia di Covid-19, il centrocampista bosniaco è di solito coinvolto in una serie di scambi tra la Juventus e alcuni club europei. Ad esempio con PSG, Manchester United e Chelsea, che avrebbero individuato le contropartite tecniche più gradite alla Juventus, e cioè rispettivamente Leandro Paredes, Paul Pogba e Jorginho.

Oltre ai club già citati, una delle indiscrezioni più ricorrenti è quella che vedrebbe la Juventus intavolare un maxi-scambio con il Barcellona con il coinvolgimento di numerosi calciatori: Ivan Rakitic, Arthur Melo, Ansu Fati, Frenkie de Jong, Philippe Coutinho, Nelson Semedo, Mattia De Sciglio, oltre allo stesso Pjanic. Non potendo tastare la solidità di queste voci, quello che posso fare in questo articolo è invece valutare l'opportunità di questi scambi.

E quindi mi chiedo: perché la Juventus dovrebbe privarsi di Pjanic? Le conviene? E se sì, a quali condizioni?

Il nuovo Pjanic

Negli ultimi anni juventini il gioco di Miralem Pjanic è cambiato molto. Nell’estate del 2016, quando il centrocampista bosniaco passò dalla Roma alla Juventus, Massimiliano Allegri dichiarò subito che vedeva nel bosniaco un regista basso di qualità, nonostante fino a quel momento non avesse quasi mai ricoperto quel ruolo. Bisogna ricordare che la stagione 2015/16 è stata la prima della Juventus senza Andrea Pirlo - un vuoto che il tecnico livornese aveva provato a riempire alternativamente con Simone Padoin, Mario Lemina, Hernanes e Claudio Marchisio.

Pjanic, fino a quel momento, aveva svolto il ruolo della mezzala destra di possesso: un playmaker offensivo, talvolta compassato, che tesseva il gioco a ridosso della trequarti campo avversaria. E quindi, nel processo di metamorfosi in regista, alla Juventus, Pjanic ha cambiato inevitabilmente alcuni aspetti del suo gioco, come la riduzione all’essenziale di certe scelte di passaggio, ad esempio le verticalizzazioni verso l'ultimo quarto di campo. Nella Juventus di Allegri, il centrocampista bosniaco doveva immediatamente allargare verso una delle due mezzali, che si aprivano alle sue spalle e si predisponevano per ricevere il pallone.

L’arrivo di Maurizio Sarri alla Juventus, e il conseguente cambio di sistema di gioco, hanno imposto a Pjanic una ulteriore evoluzione. Adesso, infatti, il palleggio basso e insistito tra il regista e i due centrali di difesa è un’esca per invogliare la squadra avversaria a sporgersi in avanti in aggressione. Alle spalle del regista, le due mezzali stavolta restano strette e staccate su altezze diverse, in modo da tentare una penetrazione centrale, pericolosa per la squadra avversaria.

Il dato che meglio segnala gli effetti di questo cambiamento tattico nel gioco di Pjanic è quello dei progressive passes, ovvero il numero di metri guadagnati in avanti con un passaggio. Pjanic, nella scorsa stagione, era stato il nono centrocampista del campionato per passaggi progressivi (237 metri guadagnati in media nell’arco dei 90 minuti). Quest’anno, la performance di Pjanic è migliorata fino ad attestarlo al terzo posto assoluto in Serie A (254 metri di guadagno/p90).

Come era già accaduto a Jorginho quand’era con Sarri al Napoli, anche Pjanic è diventato oggetto di attenzioni particolari da parte degli allenatori avversari. Attraverso la marcatura del regista bosniaco, chi ha affrontato la Juventus ha così provato a bloccare l’intero sistema. Anche in questo caso, le contromisure avversarie sono visibili nei numeri e se guardiamo le statistiche di Pjanic del periodo che va da agosto a dicembre e poi a quelli successivi, relativi a gennaio-marzo, scorgiamo una certa differenza. Ad esempio, per quanto riguarda il numero di passaggi riusciti nella zona centrale della trequarti avversaria, Pjanic è sceso da una media di 10,4 passaggi/p90 a 8,5 passaggi/p90.

Ma il peggioramento dei numeri di Pjanic nella seconda metà della stagione non è solo un effetto delle contromisure adottate dagli avversari. Il centrocampista bosniaco, infatti, è sembrato appannato fisicamente nella prima frazione di campionato giocata nel 2020 - un calo su cui potrebbero aver avuto la loro incidenza i due infortuni subiti in stagione (il primo a inizio novembre, il secondo a metà febbraio).

Perché privarsi di Pjanic?

Al di là del calo fisico, però, per Pjanic le cose sono cambiate incredibilmente in fretta, dato che sembrava essere uno degli elementi più importanti della rosa a inizio stagione, forse dietro al solo Cristiano Ronaldo. Certo, ovviamente ha un suo peso l'età. Pjanic ha compiuto 30 anni lo scorso 2 aprile raggiungendo la fase in cui di solito un calciatore di prima fascia va alla ricerca dell’ultimo contratto della carriera. È anche vero, però, che la Juventus non ha mai disdegnato di trattenere calciatori over-30 in rosa (attualmente sono in nove, escludendo Pjanic) e dall'altra parte non ha mai ostacolato la cessione di interpreti di livello assoluto nel loro prime, a fronte di offerte economiche considerevoli (Pogba aveva 23 anni quando è stato ceduto al Manchester United, Arturo Vidal ne aveva 28 quando è passato al Bayern Monaco). Probabilmente ci sono quindi altre considerazioni in ballo.

La prima è che la Juventus potrebbe essere convinta di avere già un rimpiazzo in casa. Le prestazioni di Rodrigo Bentancur quando è stato schierato da vertice basso del triangolo di centrocampo, ad esempio, sono state più che convincenti. Anzi, per certi aspetti, le caratteristiche di Bentancur sono sembrate più adatte a interpretare il ruolo persino di quelle di Pjanic.

Pjanic è un giocatore che si fida poco del suo primo controllo, e per questo motivo può andare in difficoltà quando è pressato alle spalle e deve ricevere davanti alla propria difesa. Anche quando deve far progredire il pallone, Pjanic ha i suoi limiti. Il centrocampista bosniaco non è un dribblatore particolarmente fantasioso e spesso per liberarsi del diretto marcatore la sua unica arma è quella di stoppare verso destra o verso sinistra, per poi allungarsi il pallone dalla parte opposta, frapponendo il proprio corpo con l’avversario.

Bentancur è invece un giocatore che ha più soluzioni nel gioco di prima, e che ha tecnica a sufficienza per uscire dalla pressione con un dribbling e con una conduzione di palla nella zona centrale del campo, solitamente la più presidiata dagli avversari. E questo senza contare che Bentancur è anche un giocatore più fisico, che resiste meglio ai contrasti.

Anche Sarri, nel corso di questa stagione, è sembrato sempre più preferire Bentancur per ragioni tattiche, soprattutto dopo il passaggio dal 4-3-3 al 4-3-1-2 per ragioni difensive. Con il secondo modulo, infatti, la Juventus non era costretta ad abbassare l'ala destra sulla linea dei centrocampisti e allargare la mezzala sinistra per passare al 4-4-2 e permettere a Cristiano Ronaldo di rimanere sul fronte d'attacco senza costringerlo a ripiegamenti faticosi. Con il 4-3-1-2, però, in fase di pressing alto la mezzala deve uscire in pressione sul terzino avversario quando quest’ultimo sta per ricevere il pallone, costringendo il regista a coprire una porzione di campo molto più ampia rispetto a ciò che succede con il 4-3-3, in cui quel compito è lasciato in carico a l'ala di riferimento, con la mezzala che invece può rimanere ancorata al regista. E non è un caso, in questo senso, che Pjanic, non certo il centrocampista più dinamico tra quelli presenti in rosa, sia andato in difficoltà proprio quando la Juventus ha adottato il rombo di centrocampo.

Chi fa l’affare?

Se lo scenario fosse effettivamente questo, con la Juventus quindi definitivamente convinta che Bentancur possa fare meglio di Pjanic il regista basso nel 4-3-1-2, allora sarebbe inverosimile che la Juventus stia cercando di scambiare Pjanic con un altro regista di centrocampo puro, come per esempio Jorginho. Una possibilità, quindi, è che la Juventus investa in una mezzala tecnica ma più dinamica di Pjanic, in grado di interpretare il palleggio basso e corto con maggiore continuità, proprio come vuole Sarri. E se nel ruolo di mezzala destra la Juventus ha già una certezza, quella impersonata da Aaron Ramsey, è a sinistra dove le cose si fanno più complicate, con Adrien Rabiot che non ha convinto e Blaise Matuidi che ha altre caratteristiche.

È in questo senso che si spiega il nome di Arthur Melo, una mezzala sinistra molto tecnica e che ha perfettamente nelle sue corde quel palleggio corto e basso con cui Sarri vuole portare il pallone in area avversaria. Al di là dei rumor di mercato, che vorrebbero Arthur contrario alla destinazione torinese, vale la pena chiedersi in questo contesto cosa ne farebbe il Barça di Miralem Pjanic. Insomma: ai blaugrana conviene?

Pjanic difficilmente potrebbe essere utilizzato come regista basso, ruolo coperto attualmente dall’inamovibile Sergio Busquets e da quello che dovrebbe essere il suo erede, e cioè l’olandese de Jong, acquistato l'anno scorso dall'Ajax. L’unico slot nel quale, verosimilmente, Pjanic può essere impiegato è quello di mezzala destra, in sostituzione di Rakitic, dato per partente ma che non sembra poter interessare alla Juventus, che nel ruolo ha, oltre a Ramsey, Sami Khedira, con contratto in scadenza nel 2021.

Insomma, per arrivare a Pjanic il Barcellona dovrebbe trovare un'altra contropartita tecnica che accontenti la Juventus. Fuori dai giochi di mercato Arthur e de Jong, due calciatori di livello, giovani e funzionali tanto al progetto tecnico del Barcellona quanto a quello della Juventus, le alternative di scambio restano davvero poche. Il Barcellona ha il problema di sistemare Coutinho, il vero e proprio esubero nel ruolo di mezzala sinistra. Lo scambio è fattibile sulla carta, restano da verificare la valutazione che i due club fanno del giocatore, presumibilmente molto diversa, nonché ovviamente l’idoneità di Coutinho a un ruolo associativo all’interno del sistema sarriano.

Anche l’indiscrezione secondo la quale il Barcellona avrebbe chiesto alla Juventus due calciatori in contropartita e un conguaglio economico per le prestazioni di Semedo sembra inverosimile, anche se dà l’idea dell’elevata valutazione che l’ambiente catalano fa del terzino portoghese e che la Juventus difficilmente potrebbe condividere. Un altro nome fatto è quello di Ansu Fati. L’attaccante diciassettenne guineano, di passaporto spagnolo, si è rivelato al grande pubblico con le sue prestazioni in prima squadra in questa stagione, che lo hanno portato a segnare 5 gol tra La Liga e Champions League. Prima di essere accostato alla Juventus, Fati era stato richiesto dall’Inter, nell’ipotesi originale di una trattativa del Barcellona per l’abbassamento della cifra necessaria all’acquisto di Martinez. Il Barcellona però aveva negato con forza di volersi privare del proprio attaccante.

Insomma, la strada che porta Miralem Pjanic in uscita dalla Juventus sembra tutt’altro che spianata. E se è vero che i bianconeri potrebbero aprire la porta a una cessione è anche vero che al momento sembra non ci siano le condizioni affinché questo accada. Tra poco, poi, riparte la Serie A, e chissà che nella manciata di partite che mancano per concludere la stagione la Juventus e Pjanic non trovino nuove ragioni per continuare il loro rapporto.

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