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Il miglior inizio di sempre
08 dic 2018
Allo Juventus Stadium Allegri ha vinto anche la partita forse più complicata di dicembre.
(articolo)
10 min
(copertina)
Foto di Isabella Bonotto / Getty Images
(copertina) Foto di Isabella Bonotto / Getty Images
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La sconfitta contro la Juventus, 1-0 con gol di Mario Mandzukic, ha chiuso un mese in cui l’Inter ha affrontato, oltre ai bianconeri, il Barcellona, il Tottenham, la Roma e una delle trasferte più difficili della sua storia recente in Serie A, a Bergamo contro l’Atalanta. Da queste cinque partite la squadra di Luciano Spalletti ha raccolto tre sconfitte e due pareggi: l’unica vittoria dell’ultimo mese resta così quella per 3-0 contro il Frosinone.

Il calendario particolarmente difficile delle ultime settimane ha offerto ai nerazzurri la possibilità, se non altro, di misurare la loro consistenza contro alcune delle migliori squadre d’Italia e d’Europa, e le risposte arrivate sono state contraddittorie. L’Inter ha perso male solo contro l’Atalanta, ha retto il confronto contro il Barcellona e il Tottenham, e quindi anche a Torino contro la Juve. Alla fine il conto è però di due sconfitte e un pareggio, strappato al Barça con un guizzo di Icardi negli ultimi minuti dopo una partita di grande sofferenza.

Contro la Juve, il pensiero alla sfida decisiva contro il PSV per passare il girone in Champions League ha influito sulle scelte di Spalletti. Di fianco a Brozovic si sono così schierati i due centrocampisti esclusi dalla lista UEFA, indisponibili quindi contro la squadra olandese: Gagliardini e João Mário. Spalletti ha anche fatto riposare de Vrij, mettendo Miranda di fianco a Skriniar, e ha lasciato in panchina l’esterno più in forma, Keita, ricomponendo la coppia di esterni titolari, formata da Politano e Perisic.

Come l'Inter riusciva ad aggirare il pressing della Juventus

Inizialmente il triangolo di centrocampo previsto da Spalletti non ruotava a seconda delle fasi: anche in fase difensiva, cioè, Gagliardini e João Mário si schieravano di fianco a Brozovic senza far scivolare l’Inter nello schieramento con cui è solita difendere, con due linee di quattro e un trequartista dietro Icardi.

João Mário si alza su Pjanic, Gagliardini sta per uscire su Chiellini e alle loro spalle si muovono per ricevere Cristiano Ronaldo e Dybala. Nello schieramento iniziale João Cancelo gioca a destra e De Sciglio a sinistra.

In fase di possesso, invece, il tipico triangolo a vertice basso con cui i nerazzurri costruiscono l’azione si formava naturalmente senza la rotazione che porta il trequartista ad abbassarsi a giocare da mezzala, mentre l’interno di fianco a Brozovic si alza lasciando il croato da solo a raccogliere il pallone dai difensori e a trasmetterlo in avanti. A sinistra i movimenti in appoggio di João Mário favorivano la risalita palleggiata trovando spazio dietro le linee di pressione della Juve, mentre le corse in verticale di Perisic allontanavano il terzino destro della Juve (prima João Cancelo e poi De Sciglio, riportato sulla fascia destra dopo circa un quarto d’ora), a destra era invece Politano ad abbassarsi a ricevere il passaggio verticale di Vrsaljko, mentre Gagliardini tagliava alle sue spalle per facilitare la risalita sulla fascia o per andare a occupare l’area di rigore.

Una combinazione cercata più volte prevedeva l’uscita a destra su Politano e poi il suo passaggio di prima in diagonale verso Icardi, che spalle alla porta giocava di sponda sull’inserimento di una mezzala. L’Inter ha costruito la sua migliore occasione proprio con una combinazione tra Politano, Icardi e Gagliardini, ma a ridosso dell’area di rigore della Juve, grazie a un bel cambio di gioco di Miranda e a un primo controllo ancora più bello di Politano, che gli ha permesso di saltare João Cancelo. L’esterno ex Sassuolo ha quindi servito Icardi in area e l’argentino, spalle alla porta, ha premiato l’inserimento di Gagliardini. La sua conclusione da centro area a porta spalancata è però rotolata sul palo.

Nel primo tempo l’Inter è riuscita più volte a mandare a vuoto il pressing della Juve, consolidando il possesso anche in zone molto basse e in situazioni pericolose, coinvolgendo Handanovic (82% di precisione dei passaggi e 6 lanci positivi) e attirando la pressione con passaggi in orizzontale in difesa prima di verticalizzare alle spalle dei centrocampisti bianconeri. La pressione portata dal tridente offensivo formato da Dybala, Mandzukic e Cristiano Ronaldo non riusciva a disturbare il palleggio basso dell’Inter e alle loro spalle il campo da coprire diventava troppo grande per i centrocampisti.

La Juve iniziava il pressing partendo dalle posizioni strette del suo tridente: Dybala restava dietro Mandzukic e Cristiano Ronaldo per controllare Brozovic, bloccando Pjanic a protezione della difesa mentre Bentancur si allargava su Asamoah e Matuidi seguiva con più regolarità Gagliardini. La fluidità delle posizioni avanzate in fase di possesso rendeva però complicato rispettare questo schieramento: Brozovic poteva ricevere con una certa libertà, causando la scalata in avanti di Pjanic, mentre Bentancur era preso in mezzo da Asamoah e João Mario, che si muoveva alle sue spalle. L’Inter così riusciva ad allungare lo schieramento bianconero e a trovare spazi in cui avanzare in verticale in modo pulito.

Brozovic salta facilmente Ronaldo e verticalizza su João Mário dietro Bentancur. Il tridente offensivo della Juve pressa male e lo spazio alle sue spalle è ingestibile per i centrocampisti.

I cambiamenti dell'intervallo

Pur controllando di più la palla, nel primo tempo la Juve non era in controllo della partita, e anzi aveva rischiato concedendo due grandi occasioni all’Inter, entrambe propiziate da Politano: il palo di Gagliardini e la conclusione a centro area di Perisic, ostacolato da Icardi. Il contro dei tiri era 12 a 4 in favore della squadra di Massimiliano Allegri, ma era stata l’Inter a costruire le occasioni migliori.

Gli equilibri sono cambiati dopo l’intervallo, anche grazie all’intervento dei due allenatori. Sia Allegri che Spalletti hanno infatti modificato lo schieramento, scegliendo una disposizione con due linee da quattro e due giocatori più avanzati. Il nuovo schieramento, già intravisto in realtà anche nel primo tempo, quando nelle fasi di difesa posizionale Mandzukic scalava su una fascia di fianco ai centrocampisti, ha migliorato il pressing della Juve permettendole di alzare il recupero della palla. Il dato a fine partita era alto: 41,1 metri.

Ruotando il suo centrocampo, con João Mario dietro Icardi e Gagliardini da interno di fianco a Brozovic, Spalletti voleva probabilmente difendere meglio il centro. Nel primo tempo sia João Mario che Gagliardini venivano attirati in avanti dal possesso della Juve, e allontanandosi da Brozovic aprivano spazi ai suoi fianchi in cui potevano ricevere i giocatori offensivi di Allegri. Bloccando Gagliardini di fianco al croato Spalletti voleva forse proteggere meglio gli spazi centrali, avvicinando oltretutto João Mario a Icardi per controllare Pjanic e accompagnare l’argentino nella pressione sui difensori centrali della Juve, Bonucci e Chiellini. La mossa ha però avuto anche l’effetto, sicuramente indesiderato, di complicare le uscite dal basso, allontanando João Mário come riferimento alle spalle delle linee di pressione della Juve.

Gli equilibri della partita sono quindi cambiati: l’Inter non riusciva a palleggiare da dietro con la stessa facilità mostrata nel primo tempo e ha iniziato a perdere diversi palloni in zone pericolose. Il pressing della Juve nel frattempo era decisamente migliorato, dopo i cambi di posizione decisi da Allegri all’intervallo. Mandzukic, allargato a sinistra, usciva su Vrsaljko, i due difensori centrali dell’Inter, Miranda e Skriniar, venivano pressati da Dybala e Cristiano Ronaldo, mentre su Gagliardini e Brozovic si alzavano Matuidi e Pjanic. Grazie ai nuovi riferimenti, la Juve riusciva a stare alta e a recuperare presto il pallone.

In questo caso il pressing bianconero va a buon fine e Dybala riesce a recuperare la palla nell’area dell’Inter. Mandzukic era uscito su Vrsaljko e si sta spostando su Skriniar dopo che Ronaldo è andato a pressare Handanovic, Pjanic si alza su Brozovic e Dybala non fa girare Miranda.

Intuite le difficoltà in costruzione, Spalletti ha provato a rimediare con la sostituzione di Politano per Borja Valero, che ha spostato João Mario sulla destra. Politano, nonostante il record di passaggi negativi (9) e palle perse (15) tra i nerazzurri, aveva determinato le due grandi occasioni costruite dall’Inter nel primo tempo e, oltre a essere un riferimento in uscita, aveva aiutato Vrsaljko in fase difensiva, restandogli vicino per raddoppiare João Cancelo.

A fine partita Allegri ha dichiarato di aver invertito i due terzini, spostando João Cancelo a sinistra, proprio dopo aver notato la posizione particolarmente bassa di Politano, che offriva al terzino sinistro della Juve grande spazio per avanzare. Il portoghese, quindi, avrebbe potuto sfruttarlo meglio di De Sciglio, riportato a destra a garantire maggiore protezione difensiva. Alla fine João Cancelo è stato il migliore della Juve per palloni giocati (81), occasioni create (3) e dribbling riusciti (3), e ha dato l’assist decisivo a Mandzukic. Anche in una partita in cui ha comunque sbagliato molto (ha il record di palle perse: 18), la sua influenza sulla fase offensiva bianconera è stata determinante.

Forse è stata solo una casualità, ma poco dopo lo spostamento di João Mário a destra la Juve ha costruito l’azione decisiva, con João Cancelo protagonista dopo il lancio di Matuidi alle spalle della difesa nerazzurra. Il terzino portoghese ha controllato la palla dando tempo a Dybala, Mandzukic e Cristiano Ronaldo di entrare in area, João Mário si è abbassato in ritardo ad aiutare Vrsaljko e così João Cancelo ha potuto scegliere il mismatch più favorevole in area di rigore, quello tra Mandzukic e Asamoah sul secondo palo. Ancora una volta il dominio fisico del croato sui terzini avversari si è rivelato decisivo per la Juve.

La reazione di Spalletti, che ha mandato in campo sia Keita che Lautaro Martínez, ha prodotto soltanto un paio di conclusioni sporche dell’argentino ex Racing Club e un tiro di Keita deviato da Chiellini. Il difensore della Nazionale ha davvero dominato l’area bianconera, non concedendo nemmeno un tiro a Icardi e segnalandosi per 6 spazzate e 3 intercetti, i dati migliori tra i bianconeri.

La Juve ha creato di più, ma l’Inter è stata più pericolosa con i suoi tiri.

Invertendo gli equilibri della sfida, concedendo di più la palla all’Inter (il cui possesso dopo l’intervallo è salito fino al 53,9%) e giocando di più in verticale anche grazie a un pressing decisamente più efficace (la precisione dei passaggi della Juve è scesa di dieci punti nel secondo tempo: dall’87% al 76,9%), Allegri ha vinto la partita forse più difficile di dicembre, allungando il distacco da una delle più dirette inseguitrici a 14 punti.

Con 43 punti in 15 giornate, la Juve ha eguagliato il record di Barcellona, PSG e Manchester City come miglior inizio di sempre nei cinque principali campionati europei. Le speranze di tenere viva la lotta Scudetto sono ora quasi tutte concentrate sul Napoli, che battendo il Frosinone tornerebbe a 8 punti dai bianconeri.

Il mese che doveva chiarire le ambizioni dell’Inter si è invece chiuso con diverse incertezze. Contro la Juve, la squadra di Spalletti è riuscita solo a sprazzi a costruire in modo pulito da dietro e ad aprire il campo ai suoi esterni, ha faticato a raggiungere Icardi e non ha nemmeno pagato la scelta di coprire gli spazi riducendo i tentativi di recuperare in alto la palla. Proprio da un recupero alto è però arrivata la migliore occasione del secondo tempo, quando Politano ha intercettato un passaggio corto all’indietro di Matuidi ma il suo tiro, dopo aver scambiato in area con Icardi, è stato respinto da Bonucci.

Nonostante le difficoltà, l’Inter ha creato occasioni più pericolose rispetto alla Juve, e non averle sfruttate ha inevitabilmente indirizzato la partita. I nerazzurri hanno passato un brutto mese ma hanno ora l’opportunità di dare una svolta alla stagione vincendo la partita più importante fino a questo momento, quella di martedì contro il PSV.

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