
Incassata l’eliminazione dal Mondiale per club per mano del Real Madrid, la Juventus si è subito consolata con l'arrivo di Jonathan David a parametro zero. Il canadese da tanto tempo, ormai, è un nome caldo per le squadre italiane. Negli anni lo abbiamo visto accostato dapprima al Milan e poi al Napoli, prima di diventare un obiettivo della Juve, che per la verità lo aveva già cercato nel 2023.
Che un giocatore del genere susciti interesse in Serie A, del resto, è abbastanza normale. Jonathan David non ha mai suscitato un clamore tale da scatenare aste tra squadre di Premier o tra le grandi di Spagna, i club contro i quali le società italiane non possono competere sul mercato. D’altra parte, si tratta comunque di un attaccante capace di diventare, nel giro di cinque stagioni, il secondo miglior marcatore della storia del Lille con un notevole score di 109 reti in 232 partite, 0,47 gol di media ogni 90’.
La stagione meno prolifica per lui in Francia è stata la prima, la 2020/21, in cui ha segnato 13 gol in Ligue 1. Da lì in avanti, Jonathan David ha sempre messo a referto almeno 15 gol in Ligue 1: 15 nel 2021/22, 24 nel 2022/23, il suo picco, 19 nel 2023/24 e 16 lo scorso anno (a cui vanno aggiunte, tra le altre, 7 reti in Champions League).
CHE GIOCATORE HA CERCATO LA JUVENTUS
Insomma, il canadese è un giocatore consistente, che ha dimostrato di saper mantenere un rendimento costante nel corso degli anni – e nel 2020/21 si è anche tolto lo sfizio di vincere la Ligue 1. Proprio "consistenza" è la parola chiave per capire di che tipo di giocatore si tratta e del perché, probabilmente, la Juventus ha deciso di puntare su di lui. David, infatti, magari non eccelle in nulla, ma è un calciatore completo, con basi solide in tutti i fondamentali e in tutte le situazioni di gioco.
La consistenza, però, è anche una questione di fisico. Secondo Transfermarkt, da quando gioca tra i professionisti ha saltato solo tre partite per infortunio. Sappiamo quanto le ultime stagioni della Juventus, la scorsa in particolare, siano state condizionate dagli infortuni: Jonathan David, da questo punto di vista, dovrebbe essere una garanzia, e anche l’affidabilità è una di quelle doti che fanno del canadese un acquisto con poche controindicazioni.
David, infatti, arriva alla Juventus a 25 anni, dovrebbe essere appena entrato nel picco del proprio rendimento. Ufficialmente, poi, si tratta di un parametro zero (anche se sappiamo come funzionano le trattative con gli svincolati tra commissioni e tutto il resto): anche se non dovesse ripetere quanto visto a Lille, è difficile che un attaccante di quell’età, con quello storico, possa perdere troppo valore. Nel peggiore dei casi, quindi, non dovrebbero esserci contraccolpi a livello economico e la Juventus potrebbe guadagnare dalla cessione del suo cartellino.
Il fatto che si tratti di un’operazione tutto sommato poco rischiosa, significa che alla Juve sono rimaste delle carte da giocarsi sul mercato degli attaccanti (specie se, come si può immaginare, Vlahović e Milik non faranno più parte del progetto)? Oppure Jonathan David, alla fine, sarà il vero colpo per il reparto offensivo?
Ed eventualmente, cosa ci dicono le caratteristiche? Può sostenere il peso dell’attacco da titolare, o lui e la Juve avrebbero bisogno di altro?
PUNTI DI FORZA E PUNTI DEBOLI DI DAVID
La cosa più immediata da fare, per valutare il possibile impatto del canadese nella squadra di Tudor, è paragonare le sue qualità con quelle di Vlahović e di Kolo Muani, che nell’ultimo anno si sono contesi il posto da titolare in attacco.
David non è autosufficiente come il francese, ma di sicuro è più autonomo del serbo. Rispetto ad entrambi, ha una presenza più costante all’interno della partita e un gioco molto più sfaccettato. Se il contributo di Vlahović alla manovra è minimo, mentre quello di Kolo Muani si risolve soprattutto nei duelli, nella capacità di impegnare i difensori e di dare uno sbocco in profondità, lo spettro di Jonathan David è molto più ampio.
Il canadese, infatti, risulta utile sia in appoggio che in profondità. Dopo le prime stagioni in Francia dove ha condiviso l’attacco con un’altra punta, ha disputato le ultime due annate da centravanti unico. David aveva il compito di capire quando abbassarsi per cucire il gioco e quando invece dare verticalità.
Da questo punto di vista, si tratta di un giocatore intelligente nella lettura degli spazi, che capisce sempre qual è il movimento più utile per la squadra.
In appoggio, tra le linee, può contare sul fatto di essere ambidestro, sia nel primo controllo che negli scarichi. Certo, il suo primo tocco, alle volte, lascia un po’ a desiderare, e i palloni che offre ai compagni con le sponde a volte sono un po’ difficili da addomesticare. Tuttavia, il tempismo con cui si propone e l’intelligenza nelle scelte riescono a nascondere il fatto che tecnicamente non sia un fenomeno – detto che comunque ha qualità nei piedi a sufficienza per partecipare al palleggio: sicuramente è più abituato a legare il gioco rispetto a Kolo Muani e Vlahović.
Se invece, tra le linee, riesce a girarsi, gli piace cercare il compagno vicino per provare a dialogare e magari entrare in area con una triangolazione. David dovrebbe riuscire a dare maggior dinamismo e imprevedibilità all’attacco della Juventus, soprattutto se si pensa che vicino dovrebbe avere Yildiz. In un ipotetico 3-4-2-1, il turco potrebbe appoggiarsi a David per triangolare e portare improvvisamente scompensi alle difese avversarie.
Un socio è proprio ciò che servirebbe al numero 10 bianconero, le cui qualità tecniche potrebbero moltiplicarsi in presenza di qualcuno che lo supporti negli scambi stretti. David, peraltro, in appoggio tende a muoversi verso il centrosinistra e i due arriverebbero a calpestare le stesse zone: la possibile connessione con Yildiz, insomma, è uno dei fattori che più rendono intrigante l’acquisto di David.
Oltretutto il canadese, se abbassandosi attira un difensore, crea spazi da sfruttare in profondità: più di una volta gli è capitato di ricevere tra le linee, girarsi e mandare in porta il compagno che si era inserito alle sue spalle (non è un rifinitore puro ma, anche qua, ha intelligenza e visione a sufficienza per eseguire filtranti a corto raggio).
Queste, in definitiva, le sue qualità muovendosi incontro, sulle quali però va fatta una tara. La Serie A è un campionato in cui per gli attaccanti è estremamente difficile giocare di spalle. In Ligue 1, infatti, David poteva proporsi anche perché i difensori tendevano a mantenere la posizione, non uscivano in maniera estrema sull’uomo come siamo abituati a vedere in Serie A. Riuscirà David a reggere l’impatto delle marcature a uomo del nostro campionato?
Di sicuro, un modo di rendersi utile potrebbe trovarlo anche senza abbassarsi. Come detto, infatti, David porta in dote una gran varietà di movimenti. Ad esempio, pochi attaccanti sono migliori di lui nell’eseguire il taglio interno-esterno, forse la vera eccellenza del suo repertorio. Era un movimento che eseguiva soprattutto quando giocava in un attacco a due, vicino a Yilmaz, nella stagione del campionato vinto dal Lille: David tagliava, verso destra soprattutto, e dava uno sbocco in verticale sulla fascia alla squadra di Galtier, che così non doveva rischiare troppo in costruzione.
Lo stesso potrebbe fare alla Juventus. Quando taglia verso la fascia, David regge bene l’impatto del difensore dietro di sé (non è alto, ma ha grande forza nelle gambe e nel tronco) e permette alla squadra di alzarsi all’improvviso, perché in quella situazione riesce a ricevere passaggi scomodi, di quelli lungolinea su cui di solito gli attaccanti vanno in difficoltà. Da quella situazione, se il difensore è ingenuo David riesce a strappare. Altrimenti aspetta che arrivino i compagni.
È un taglio che è abituato a ricercare soprattutto verso destra. Se però riuscisse a eseguirlo verso sinistra – anche senza ricevere, ma solo per attrarre un uomo – potrebbe liberare spazi interessanti al centro per Yildiz.
In generale, proprio la mobilità e il modo in cui si adatta a diverse situazioni, lo rendono un acquisto interessante, che permetterebbe a Tudor di lavorare sull’attacco anche con fantasia. È facile immaginare che David venga schierato punta nel 3-4-2-1. Potrebbe però esserci anche una soluzione più conservativa, un 3-5-2 col tandem Yildiz-David, vista l’abitudine del canadese a giocare in coppia e a sdoppiarsi tra centro e fascia. Se la posizione di numero nove fosse riservata a qualcun altro (in questi giorni si parla di Osimhen, ma chissà che non rimanga Kolo Muani), poi, David potrebbe riciclarsi come mezzapunta del 3-4-2-1: sul centro sinistra come rincalzo di Yildiz, per permettergli di respirare (nei primi anni in Europa, al Genk, era abituato a partire dalla corsia mancina per rientrare sul destro); sul centro destra, invece, per eseguire i tagli, dare profondità e partire titolare in una formazione dall’assetto estremamente offensivo, con Yildiz sul centro sinistra e un altro centravanti.
Insomma, David non sarà il giocatore che cambia la squadra, ma può essere quello che trova un senso al reparto offensivo, vista la sua duttilità. Oltretutto, è uno che si spende tanto anche in fase di non possesso. Ripetere gli sforzi per lui non è un problema (veniva sostituito raramente). Secondo StatsBomb, in Ligue 1 era quinto, tra gli attaccanti, per numero di pressioni aggiustate sui possessi: David è una punta ligia al dovere, sia che si tratti di schermare lo spazio, sia che si tratti di pressare gli avversari. Tudor in carriera ha mostrato volti diversi, è stato un allenatore prudente, ma anche estremamente aggressivo, come a Verona e a Marsiglia; David potrebbe adattarsi a entrambe le sue versioni.
Poi, come sempre, a pesare sul suo giudizio ci sarà il numero di gol segnati, visto che si parla pur sempre di un attaccante. Da questo punto di vista, giudicare il canadese diventa più difficile. Come detto, in Francia, dal 2021/22 a oggi, non ha mai segnato meno di 15 gol in campionato. D’altra parte, non è mai arrivato a 20.
Quando un attaccante arriva da campionati come quello francese, di solito tendiamo a fare la tara su quanti gol potrebbe perdere contro le difese della Sere A™️. Cosa pensare di Jonathan David, che da quando è in Francia ha segnato tutti i suoi gol in area di rigore e appena 2 da fuori area (dati WhoScored)?
Tendiamo a etichettare le punte che segnano solo negli ultimi sedici metri come rapaci d’area. Ma per quanto Jonathan David abbia buoni numeri, le statistiche avanzate, in realtà, ci dicono che non siamo davanti a un cecchino. Nelle ultime quattro stagioni (da quando, cioè, StatsBomb raccoglie questi dati sulla Ligue 1), i suoi gol non su rigore non si sono mai discostati troppo dai npxG. Il problema è che in due occasioni David ha segnato meno di quanto prodotto: 14 gol non su rigore da 15,28 npxG nel 2022/23 e 10 gol non su rigore da 11,57 npxG la scorsa stagione.
Insomma, in teoria la Juve ha preso una punta utile in tanti aspetti, ma che non dovrebbe comportare un salto di qualità in finalizzazione. Questo sulla carta, perché comunque cose simili le avremmo dette anche di Retegui e Kean lo scorso anno e invece abbiamo visto com’è andata a finire.
Con David, insomma, Tudor avrà una punta che non ruba l’occhio ma che garantisce tante variabili, con basi di prestazione ottime in tanti fondamentali, che con intelligenza e dinamismo compensa il fatto di non essere sempre pulitissimo. Basterà per migliorare l’attacco dei bianconeri? Oppure ci sarà bisogno di un altro nome?