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Cosa c'è da sapere sulla penalizzazione alla Juventus
23 gen 2023
Ricostruzione cronologica dell'indagine che ha portato ai 15 punti di penalizzazione.
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12 min
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Beautiful Sports / Carabellix
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«Che cosa rischia la Juve?». In tanti, sarcasticamente, hanno scritto questa domanda sui social sotto i post più disparati, come se ogni male del calcio - e non solo - finisse per essere, sul piano mediatico, colpa della Juventus.

Dal sarcasmo, però, si è passati presto ai fatti concreti, con l’avvio dell’indagine denominata Prisma e con i procedimenti che ne sono conseguiti. In sede sportiva, è stata dapprima presa in esame solo una parte dell’intero impianto accusatorio della Procura di Torino, ovvero quello relativo alle plusvalenze iscritte a bilancio nel 2019, nel 2020 e nel 2021. Plusvalenze che, allo stato attuale, costano alla Juventus una penalizzazione di 15 punti in classifica nella stagione 2022/23 e l’inibizione al direttore sportivo Cherubini per 16 mesi in ambito nazionale, con richiesta di estensione in ambito UEFA e FIFA.

In attesa delle motivazioni da parte della Corte Federale d’Appello (che verranno rese note nei prossimi giorni), il club ha già annunciato l’intenzione di ricorrere all’ultimo grado di giudizio in ambito sportivo, ovvero il Collegio di garanzia dello sport del CONI. L’ultimo tentativo per togliersi di dosso la più pesante sanzione di sempre riguardante quelle che per il momento sono e restano presunte plusvalenze fittizie tramite scambio di calciatori.

I tre fronti dell'inchiesta

È una vicenda che si protrae ormai da due anni. Più precisamente, dall’11 febbraio 2021, quando la Consob, l’organo di controllo delle società quotate in Borsa, trasmette alla Juventus una richiesta di informazioni sugli accordi stipulati nell’ambito delle campagne trasferimenti dei calciatori. L’ispezione termina il 13 aprile 2022 e il giorno seguente la stessa Consob invia un’ulteriore richiesta di informazioni, stavolta sulle intese raggiunte con alcuni tesserati in merito ai compensi per le stagioni 2019/20 e 2020/21. Sul caso, lavora anche la Procura della Repubblica di Torino, che dal 14 luglio 2021 procede al monitoraggio delle utenze telefoniche di alcuni amministratori della Juventus e successivamente (il 26 novembre e il 2 dicembre dello stesso anno) effettua perquisizioni presso la sede del club.

È qui che ha inizio l’inchiesta denominata Prisma, per la quale la Juventus è chiamata a difendersi su tre fronti: sportivo nazionale, con un procedimento giunto al secondo grado di giudizio; penale, pendente presso l’Autorità Giudiziaria di Torino; sportivo in ambito continentale, con la procedura avviata dalla UEFA per potenziali violazioni del fair play finanziario.

Giustizia ordinaria e giustizia sportiva, come sempre, camminano su due binari paralleli e con tempistiche necessariamente differenti. La Procura Federale, in questo caso, avvia il procedimento disciplinare nei confronti della Juventus il 26 ottobre 2021, su segnalazione della Covisoc relativa «alla valutazione degli effetti della cessione dei calciatori sui bilanci di alcune società professionistiche ai fini dell’iscrizione ai rispettivi campionati». In ballo, infatti, non c'è solo la Juve: le società deferite dal Procuratore Federale sono anche Sampdoria, Napoli, Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Pescara e le ormai radiate Chievo e Novara. Una settimana prima dell’apertura del procedimento, il 19 ottobre, la Covisoc allega alla segnalazione due prospetti. Il primo con l’elenco di operazioni di calciomercato “incrociate” che non avevano generato alcun flusso monetario o flussi significativi in favore dei singoli club, il secondo con operazioni che avevano generato un flusso monetario assai contenuto.

È solo dopo che la Procura Federale entra a conoscenza dell’indagine Prisma, «per le ipotesi di reato di false comunicazioni delle società quotate ed emissione di fatture per operazioni inesistenti». L’inchiesta della Procura di Torino, infatti, non si limita soltanto alla verifica della legittimità delle plusvalenze realizzate dalla Juventus, ma anche di altri elementi dei bilanci del club, quali fatture emesse a procuratori che secondo i pm sarebbero riferite «in tutto e/o in parte ad operazioni inesistenti» con conseguente detrazione dell’Iva e le cosiddette «manovre stipendi» adottate a seguito della pandemia di Covid-19. La Juventus, tramite comunicato ufficiale, ribadisce di essere «convinta, anche tenuto conto degli approfondimenti di natura legale e contabile svolti dalla Società con l’ausilio dei propri consulenti e dei pareri legali e tecnico-contabili acquisiti dalla Società, di aver operato nel rispetto delle leggi e delle norme che disciplinano la redazione delle relazioni finanziarie, in conformità agli applicabili principi contabili e relativi criteri di applicazione e in linea con la prassi internazionale della football industry».

Come si calcolano i valori di mercato (e quindi come si stabilisce cos'è una "plusvalenza fittizia")

All’avvio del procedimento in sede sportiva, però, l’attenzione è posta interamente sulle operazioni di scambio tra i club deferiti e la Procura Federale decide di raccogliere, tra le varie cose, «le valutazioni dei calciatori coinvolti dal sito internet di Transfermarkt». Non va sottovalutata, questa scelta: il portale tedesco è diventato negli anni un riferimento per appassionati e addetti ai lavori per statistiche e almanacchi; riguardo alle valutazioni dei calciatori, invece, «non è possibile stabilire un regolamento che chiarisca da subito ogni dubbio e non lasci spazio a interpretazioni e discussioni». Lo si legge nelle FAQ del forum di Transfermarkt, alla voce regolamento, dove viene inoltre specificato che «i Valori di Mercato sono calcolati sulla base di un insieme di fattori e dietro la spinta ricevuta dalla community, i cui membri valutano i predetti elementi condizionatori nei thread dedicati nel nostro forum». Affidabili per quanto possano essere, sono sempre valutazioni effettuate da membri di una community online e già in passato, in altri procedimenti - sia in sede ordinaria che sportiva - le stime rilevate da Transfermarkt non sono state ritenute meritevoli di considerazione.

Questo non significa che la Procura Federale si sia affidata esclusivamente ai valori pubblicati su Transfermarkt. Nel corso del dibattimento presso il Tribunale Federale Nazionale, il sostituto procuratore Serenella Rossano ha tenuto a sottolineare, in risposta ai difensori dei club deferiti, che il sito «era stato utilizzato dalla Procura per soli fini di consultazione e che lo stesso era stato impiegato anche da alcune delle società deferite e dai loro consulenti». Lo stesso collegio giudicante, in effetti, riconosce «lo sforzo acquisitivo, valutativo e argomentativo» fatto dalla Procura Federale, «che ha elaborato un proprio metodo di valutazione» confrontandolo poi con i dati del portale tedesco. Solo che «il metodo di valutazione adottato dalla Procura Federale può essere ritenuto “un” metodo di valutazione, ma non “il” metodo di valutazione». E in questo senso, il confronto con Transfermarkt, «non può corroborare quel metodo, atteso che trattasi di un sito privato (peraltro non unico), privo di riconoscimento ufficiale anche e soprattutto da parte degli organismi calcistici internazionali e nazionali, influenzato da valutazioni di soggetti privati meri utenti del sito stesso». Su questa base, il Tribunale Federale Nazionale ha prosciolto lo scorso 15 aprile tutti i club e gli amministratori deferiti.

La Procura Federale presenta ricorso alla Corte Federale d’Appello, ma anche in questo caso, lo scorso 27 maggio, il reclamo viene respinto. Solo che, stavolta, viene chiesto alla FIGC (e più precisamente al Consiglio Federale) di iniziare a normare lo strumento delle plusvalenze, ritenendo «indispensabile la definizione di principi-guida nelle valutazioni che possano permettere di verificare se le scelte concrete delle società da essi si discostino, individuando una serie di elementi di riferimento. Inoltre, è auspicabile anche individuare dei criteri attraverso i quali esaminare le modalità di formazione delle plusvalenze e il concreto impiego nei parametri federali – anche al fine di scoraggiarne l’artificiosa determinazione – per comprenderne la reale natura economica e l’adeguatezza delle operazioni sottostanti».

Le manovre stipendi

Tutto finito, dunque? Macché. Mentre gli occhi del mondo sono su Portogallo-Uruguay e sui Mondiali in Qatar, la telecronaca della partita lascia per un attimo spazio alle notizie da casa nostra: l’intero consiglio di amministrazione della Juventus si dimette. L’epicentro di questo terremoto, ancora una volta, è l’inchiesta Prisma, con i bilanci da approvare a seguito delle rettifiche richieste dalla Consob. Rettifiche che riguardano il conto economico e la situazione patrimoniale nei bilanci del 2020, 2021 e 2022, modificando sia i ricavi, per effetto delle plusvalenze incrociate, che i costi, per effetto delle «manovre stipendi».

Dagli atti della Procura di Torino, proprio per quanto riguarda gli stipendi, emergono anche messaggi e chat di Whatsapp tra i calciatori juventini, in cui il capitano Chiellini illustra la proposta della società con la stagione interrotta per la pandemia: «Ci mancano 4 mesi di salario. 3 mesi pagati in caso che riusciamo a finire il campionato. 2 mesi e mezzo in caso di stop. Il presidente ha garantito il pagamento di una mensilità il 1 luglio ed il resto nella stagione 20/21. [...] Per questioni legislative di Borsa la comunicazione che uscirebbe è solo della rinuncia ai 4 mesi, è chiesto di NON PARLARE NELLE INTERVISTE sui dettagli di questo accordo». I calciatori interrogati hanno confermato la rinuncia a un’unica mensilità e la certezza delle tre successive, anche in caso di trasferimento in altra squadra. Per la stagione 2020/21, invece, hanno confermato lo spostamento di quattro mensilità senza rinuncia alcuna. La Juventus, con un comunicato ufficiale, aveva reso noto nel marzo 2020 di aver raggiunto un’intesa per «la riduzione dei compensi per un importo pari alle mensilità di marzo, aprile, maggio e giugno 2020».

Il 1° dicembre 2022, la Juventus viene informata dai propri legali della richiesta di rinvio a giudizio in merito all’inchiesta Prisma. L’indomani, «sebbene il trattamento contabile adottato rientri tra quelli consentiti dagli applicabili principi contabili», il Cda della Juventus decide «di rivedere alcune stime e assunzioni che comportano rettifiche delle stime di oneri di competenza a fine giugno 2020, a fine giugno 2021 e a fine giugno 2022», in merito alle cosiddette «manovre stipendi». Il club, in tutto ciò, ribadisce quanto già dichiarato ufficialmente in precedenza, ovvero di aver operato nel rispetto delle leggi e delle norme che disciplinano la redazione delle relazioni finanziarie. Secondo il giudizio della Consob, la reale natura dell’accordo tra società e calciatori riguardava l’effettiva riduzione di una sola mensilità stipendiale con pagamento posticipato di tre mensilità, a partire dall’anno successivo.

Neanche tre settimane dopo, il 22 dicembre, la Procura Federale presenta alla Corte Federale d’Appello un ricorso per revocazione, dopo aver ulteriormente esaminato i documenti e gli atti istruttori dell’indagine Prisma. In quella data, non era ancora passato un mese dalle dimissioni in blocco dell’intero consiglio di amministrazione. Non senza polemiche interne, come quelle riguardanti Daniela Marilungo, amministratore dipendente del club bianconero dimessasi «sostenendo l’impossibilità di esercitare il proprio mandato con la dovuta serenità e indipendenza e per «ritenere di non essere stata messa nella posizione di poter pienamente “agire informata” a fronte di temi di sicura complessità».

Il nuovo procedimento in sede sportiva riguarda gli stessi club già deferiti nell’ottobre 2021, ad eccezione di Chievo e Napoli. L’unico club per il quale la Procura Federale chiede una penalizzazione in classifica, però, è proprio la Juventus, nei confronti della quale viene richiesta una sanzione pari a 9 punti da scontarsi nella stagione in corso, più inibizioni a vario titolo per dirigenti e amministratori coinvolti nel deferimento. Per Sampdoria, Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Pescara e l’ormai radiato Novara, invece, la richiesta presentata dal procuratore federale Giuseppe Chiné è di una sanzione pecuniaria. La Corte Federale d’Appello respinge il reclamo per quanto riguarda queste otto società, mentre accoglie quello relativo alla Juventus e ai suoi amministratori, infliggendo al club bianconero una pena maggiore rispetto a quella proposta dalla Procura: 15 punti di penalizzazione in classifica.

Altri filoni possibili

Senza le motivazioni, non è possibile capire il perché di un tale cambiamento di rotta rispetto alla prima sentenza in sede sportiva. Addentrarsi nel campo delle ipotesi genererebbe solo confusione. La Juventus stessa è in attesa della pubblicazione delle motivazioni da parte della Corte Federale d’Appello (entro dieci giorni dalla sentenza, quindi entro il 30 gennaio) per poter presentare ricorso innanzi al Collegio di Garanzia dello Sport del Coni, ultimo grado di giudizio in ambito sportivo. Una volta pubblicate le motivazioni, c’è un mese di tempo per ricorrere e i tempi, anche in questo caso, non saranno lunghi.

Anche la Procura Federale può fare ricorso, in considerazione del fatto che il reclamo per gli altri otto club è stato respinto. Parallelamente, il procuratore capo Chiné starebbe valutando di chiedere l’accesso agli atti di un’altra inchiesta, quella da parte della Procura di Napoli sull’acquisizione di Victor Osimhen da parte del Napoli, col Lille che ha acquisito nel pacchetto quattro giocatori (Karnezis, Palmieri, Manzi e Liguori) le cui plusvalenze sono state iscritte a bilancio dal club partenopeo per 19,9 milioni di euro.

Di questo secondo filone, però, si saprà di più a fine mese, se scatteranno o meno deferimenti. Il 27 marzo, invece, tocca di nuovo alla giustizia ordinaria, con l’udienza preliminare per l’inchiesta Prisma riguardante i conti della Juventus. La società dovrà poi affrontare anche una terza aula: la Prima Camera del Club Financial Control Body della UEFA, che ha avviato un’indagine nei confronti della Juventus per potenziali violazioni delle norme sulle licenze per i club e sul fair play finanziario, sempre sulla base dei rilievi della Consob e della Procura di Torino. Lì in gioco non ci sono solamente punti di penalizzazione in Serie A e ammende, ma anche la possibilità di prendere parte alle prossime coppe europee.

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