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Juventus-Roma ci ha mostrato più di quanto lo 0-0 non dica
02 set 2024
Una partita povera di occasioni ma ricca di spunti tattici.
(articolo)
8 min
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IMAGO / ABACAPRESS
(copertina) IMAGO / ABACAPRESS
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Il campionato è appena iniziato, ma Juventus-Roma era già un confronto ricco di significati, seppur per ragioni quasi opposte. La Roma di De Rossi arrivava a Torino ancora alla ricerca della prima vittoria stagionale, al termine di una sessione di mercato abbastanza movimentata e con qualche nodo ancora da districare riguardo ad alcune gerarchie nei titolari. La Juventus di Thiago Motta in piena sbornia da rivoluzione progettuale e risultati tondi (due vittorie, 6 gol fatti e 0 subiti nelle prime due uscite), con diversi esordienti subito protagonisti, cercava una conferma al primo confronto contro una big del campionato. Ne è venuta fuori una partita sostanzialmente equilibrata nello sviluppo e nelle occasioni, che ha partorito uno 0-0 dai diversi significati, a seconda dei punti di vista.

De Rossi ha fatto delle scelte forti nella formazione iniziale, inserendo il nuovo arrivato Saelemaekers sulla fascia sinistra e il giovane Pisilli in mediana al fianco di Cristante (dopo aver dichiarato in conferenza la necessità di un maggiore dinamismo in quella zona), mandando in panchina Paredes e Dybala. Thiago Motta, invece, ha scelto di confermare gli undici titolari della partita precedente contro l’Hellas Verona, che avevano fatto bene nonostante si trattasse di una formazione a tutti gli effetti “emergenziale”, dati gli infortuni e il mercato ancora in corso. La formazione iniziale vedeva quindi Cambiaso esterno alto a destra, e Savona, Mbangula e Fagioli titolari.

Di Juventus-Roma abbiamo parlato anche in Che Partita Hai Visto, il podcast dedicato ai nostri abbonati in cui commentiamo a caldo le partite più importanti della settimana. Se non siete ancora abbonati, potete farlo cliccando qui.

La partita si è rivelata fin da subito piuttosto bloccata dal punto di vista offensivo, con entrambe le squadre che tentavano di contendersi il possesso del pallone e la supremazia territoriale. La partita si è sviluppata così in maniera irregolare, con momenti di maggior efficacia della Roma e altri della Juventus.

L’avvio è stato sicuramente più positivo per la squadra di De Rossi, che si è mostrata intensa e concentrata nelle fasi di pressing sulla costruzione della Juventus, con una buona partecipazione anche in riaggressione sulla trequarti avversaria. La Roma partiva generalmente con un blocco medio senza palla in cui era delicata soprattutto la posizione di Saelemakers, che un po’ si stringeva all’altezza di Cristante, Pisilli e Soulé, e un po’ si abbassava come quinto giocatore della linea difensiva, e spesso si trovava anche a pressare davanti in prima linea al fianco di Pellegrini e Dovbyk. È stata la centralità della fascia destra della Juventus nello sviluppo del gioco a portare la Roma ad avere una certa asimmetria nei comportamenti senza palla.

Nell’azione qui sopra, dopo un passaggio verso Pellegrini intercettato da Locatelli, la Roma reagisce bene costringendo la Juventus a gestire il pallone all’indietro dopo la riconquista. I bianconeri sono in potenziale superiorità numerica ma decidono comunque di lanciare lungo, sintomo di poca sicurezza nella gestione del possesso basso, in un momento della partita in cui la Roma stava facendo un ottimo lavoro nel sporcarlo.

Nelle partite precedenti la Juventus aveva mostrato una grande fluidità di movimento in fase di prima costruzione, anche di fronte a pressing ben organizzati. E, dopo uno o due ricircoli del pallone tra difensori e centrocampisti, le posizioni si facevano sempre più sfumate, dando davvero pochi punti di riferimento alle squadre avversarie. Contro la Roma, la Juventus non è riuscita a trovare la stessa efficacia, finendo così per cercare freneticamente lo sfondamento in verticale.

La posizione ibrida di Fagioli, che andava spesso ad aprirsi lateralmente, non ha portato significativi vantaggi strutturali, così come i consueti movimenti irregolari di Cambiaso a stringersi e andare incontro. A un certo punto, Motta ha chiesto a Yildiz di portarsi più a ridosso di Cambiaso sulla fascia destra, cercando di creare un sovraccarico locale per poter risalire attraverso combinazioni più corte e che potessero consentire al 10 della Juventus di trovare delle ricezioni in zone più interessanti. Questa lettura di Motta ha dato subito i suoi frutti, dato che due delle principali occasioni dei bianconeri nel primo tempo sono arrivate proprio grazie al coinvolgimento di Yildiz in quella zona, anche se non ne sono scaturiti tiri in porta. La Juventus ha così trovato il modo di portare il pallone nell’area della Roma accelerando in verticale al momento giusto, cioè quando Yildiz riusciva a ricevere nella zona critica, ovvero sul lato sinistro della Roma, alle spalle di Saelemakers uscito in avanti e con Angelino occupato da Cambiaso.

Una volta trovati questi sfoghi, la Juventus ha migliorato gradualmente la sua risalita col pallone e, infine, ha trovato il primo tiro in porta della sua partita con Vlahovic al 42’, dopo una bella combinazione sulla fascia sinistra tra Mbangula e Yildiz.

Nonostante questo, Thiago Motta non era molto soddisfatto della prova della sua fascia sinistra, che oltre a essere poco coinvolta nello sviluppo del possesso è stata anche messa a dura prova in un paio di occasioni dai tentativi di sfondamento della Roma da quel lato, tra un paio di incursioni palla al piede di Soulé, arrivato in area sul fondo, e qualche cross non schermato adeguatamente. All’intervallo Motta ha quindi sostituito Cabal e Mbangula, inserendo a sorpresa Conçeiçao e Koopmeiners, e spostando Cambiaso in posizione di terzino sinistro.

La Juventus è cambiata sensibilmente con questi cambi: innanzitutto, la posizione più arretrata di Cambiaso ha dato nuova linfa alla fase di costruzione, con l'ex terzino del Bologna che si portava spesso dentro il campo, al fianco di Locatelli o addirittura come riferimento unico centrale. L’ingresso di Koopmeiners, poi, ha portato nuova efficacia in due aspetti che non avevano funzionato particolarmente prima: l’intensità del pressing centrale e la velocità di smistamento.

Durante la fase di costruzione della Roma, in particolare, l’ex Atalanta si è sistemato insieme a Fagioli addosso a Cristante e Pisilli, che fungevano da riferimenti davanti ai due/tre difensori coinvolti e Svilar. Non appena la palla tornava indietro, o partiva verso uno degli esterni di De Rossi, Koopmeiners scalava in avanti lasciando la marcatura del mediano e portandosi rapidamente in prima linea, contribuendo così a chiudere il ricircolo del possesso, mentre alle sue spalle tutta la squadra scalava in avanti. Al contempo, Koopmeiners ha contribuito ad aumentare la velocità delle progressioni sulla trequarti grazie alla sua capacità di giocare a un tocco. Certo, in un paio di occasioni i suoi appoggi sono stati fuori misura, ma in quasi tutte le restanti ricezioni centrali, Koopmeiners è stato determinante per mettere sotto stress la solida tenuta difensiva della Roma. In questo nuovo contesto, anche l’ingresso di Coinçeiçao ha dato alla Juventus qualche spunto individuale in più sull’esterno e una partecipazione abbastanza aggressiva all’attacco dell’area, con e senza palla.

Un’azione simbolica di questa evoluzione è arrivata poco dopo la ripresa, al quarantasettesimo minuto. È nata da una palla recuperata dopo una scalata collettiva in avanti, con Celik che ha ricevuto sotto pressione da Mancini e ha tentato la verticalizzazione diagonale al buio trovando però Locatelli. Il centrocampista italiano, con grande prontezza, ha intercettato, verticalizzando con lo stesso tocco. Koopmeiners, trovandosi libero sulla trequarti, ha giocato a sua volta di prima verso Vlahovic, che però, coerentemente con la sua prestazione opaca con il pallone anche nel resto della partita, ha scelto di non premiare l’inserimento (o forse non se n'è accorto proprio) di Conçeiçao alla sua destra, trovando solo uno scialbo tiro di destro dopo essere stato ben contenuto da Ndicka.

Per rispondere al buon momento della Juventus, consolidato anche con la sostituzione integrale del centrocampo da parte di Thiago Motta con gli ingressi di Douglas Luiz e McKennie al posto di Locatelli e Fagioli, De Rossi ha provato prima a rinfrescare i suoi esterni offensivi con Zalewski per Saelemakers e Dybala per Soulé, e poi provando il triplo cambio con Koné, Baldanzi e Shomurodov per Pisilli, Dovbyk e Pellegrini negli ultimi dieci minuti. Ne è venuta fuori una chiusura di partita abbastanza positiva per la Roma che, dopo un secondo tempo di sofferenza, è riuscita nuovamente a portarsi a ridosso della porta di Di Gregorio, conquistando piazzati pericolosi e un tiro uscito di poco da parte di Angelino, ancora più coinvolto in avanti rispetto a prima. Per il resto l'unica altra occasione è stata un tiro negli ultimi minuti di Yildiz, ritrovatosi al centro dell'attacco.

Insomma, non è stata una partita entusiasmante dal punto di vista dello spettacolo ma non sono mancati gli spunti tattici da parte di Thiago Motta e De Rossi, oltre alle intraviste potenzialità dei singoli a loro disposizione, nuovi e vecchi. Per quanto riguarda la Juventus, oltre all’acuta lettura di Motta sullo spostamento di Yildiz nel primo tempo, sono state provvidenziali le sostituzioni del secondo tempo, che hanno mostrato quanta differenza possono fare le qualità di Koopmeiners, Conceicao e un posizionamento più arretrato di Cambiaso quando il livello degli avversari si alza.

La Roma invece ha giocato una partita difensiva di grandissima efficacia, ma è anche riuscita a contendere il possesso a una delle squadre fino a questo (precoce) momento più abili e meno leggibili nella gestione del pallone. Lo ha fatto in parte aumentando il dinamismo a centrocampo con Pisilli, ma anche con un’ottima prestazione dei centrali e degli esterni, soprattutto da un punto di vista difensivo. Insieme, sono stati capaci di limitare le finestre di tiro, lavorando in maniera sempre più compatta mano a mano che la Juventus si avvicinava all’area. Offensivamente il discorso cambia un po': è vero, la qualità di Soulé e la posizione di Pellegrini hanno creato inizialmente qualche grattacapo alla Juventus, ma poi è stato necessario aspettare fino ai minuti finali prima di rivedere la Roma affacciarsi nell’area avversaria.

Alla fine ne è uscito un pareggio giusto e una prestazione equilibrata. Ben lontana da darci un giudizio definitivo su queste due squadre, ma che per lo meno apre una finestra più ampia sul loro futuro, che sembra promettere bene riguardo la loro crescita nei prossimi mesi.

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