Martedì, a sorpresa, il Chelsea ha inserito Petr Cech nella lista dei 25 giocatori attivi per la Premier League. Il portiere si era ritirato nel 2019, entrando a far parte dello staff tecnico dei Blues come advisor. Il suo improvviso ritorno è stato giustificato come «un provvedimento precauzionale a causa delle inedite condizioni dovute alla crisi del Covid-19». Una decisione non così assurda, alla luce ad esempio di quanto successo recentemente all’Ucraina, costretta a portare in panchina il 45enne preparatore dei portieri Shovkovskiy a causa delle improvvise assenze di giocatori contagiati, ma che è stata vista da molti - quasi tutti a dire il vero - come dovuta alle scarse prestazioni di Kepa negli ultimi mesi.
Kepa, probabilmente lo sapete, è il portiere più pagato della storia del calcio, ma è molto lontano dall’essere uno dei migliori, anzi. Oggi per il Chelsea è un problema, un grosso problema pagato 80 milioni di euro.
L’apprendistato inglese di Kepa
Eppure la sua ascesa era stata rapida ed esaltante. Da terzo portiere a titolare dell’Athletic Bilbao in poche settimane e poi, dopo neanche una stagione e mezza, promesso sposo del Real Madrid, che aveva provato ad affidargli la propria porta pagando la clausola rescissoria da 20 milioni di euro, prima che Zidane interrompesse la trattativa. A quel punto Kepa aveva rinnovato con la squadra basca fino al 2025, con una nuova clausola da 80 milioni di euro.
In estate però i portieri erano diventati i nuovi centravanti. Il Liverpool aveva prelevato Alisson dalla Roma per 72 milioni di euro, anticipando proprio il Chelsea, che dopo aver perso Courtois, andato al Real Madrid, aveva bisogno di dare a Sarri un portiere moderno, adatto al suo gioco. La scelta era ricaduta proprio sullo spagnolo, voluto a tal punto da corrispondere all’Athletic l’intera clausola rescissoria: Kepa è diventato il portiere più costoso al mondo, messo sotto contratto per 7 anni.
Va ricordato che Kepa aveva convinto il Chelsea non tanto per il suo gioco con i piedi, ma per l’efficacia delle sue prestazioni tra i pali, dove aveva dimostrato di avere dei riflessi irreali e una capacità di stoppare i tiri anche ravvicinati non comune. La prima stagione di Kepa in Inghilterra era stata tutto sommato normale, se non fosse stato per l’ammutinamento durante la finale di Carabao Cup. Il portiere spagnolo si era rifiutato di uscire a pochi minuti dalla fine dei supplementari, dopo aver lamentato problemi muscolari, nonostante Sarri avesse già ordinato il cambio con Caballero, pronto ad entrare accanto al quarto uomo. Una situazione surreale che si era prolungata per diversi minuti, prima della resa dell’allenatore italiano, che furibondo era uscito dal campo per dar sfogo alla sua rabbia in privato. Il fatto, in ogni caso, era stato interpretato più che altro come un segno della mancanza d’autorità di Sarri.
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Un post condiviso da Sky Sports (@skysports) in data: 24 Feb 2019 alle ore 11:10 PST
Kepa non era poi riuscito a essere decisivo nella lotteria dei rigori finale, vinta dal Manchester City, ma il Chelsea al termine di quella stagione aveva trionfato in Europa League anche grazie ai due rigori parati dal suo portiere in semifinale contro l’Eintracht Francoforte, riscattando in parte la brutta figura. Prestazioni che gli erano state bastate per scalzare David de Gea dal ruolo di portiere titolare della Spagna, approfittando anche dell’improvviso calo di rendimento del numero uno del Manchester United.
Una stagione disgraziata
Dopo quella stagione ci si poteva aspettare - dal portiere più pagato al mondo, titolare in una delle Nazionali più forti e in una delle squadre più ambiziose - una crescita nel rendimento che lo portasse a competere con i migliori nel ruolo. Al contrario però con Lampard le prestazioni di Kepa sono precipitate. Con i portieri non è mai facile analizzare nel dettaglio cosa non va tra i pali e la cosa più semplice, spesso, è limitarsi a prendere in considerazione gli errori evidenti. A dicembre, per esempio, un suo passaggio sbagliato per Zouma aveva permesso all’Everton di arrivare al tiro, tiro che si era fatto passare sotto le gambe.
Tuttavia il singolo errore, l’unico macroscopico della scorsa stagione, non descrive bene quanto le prestazioni di Kepa non fossero in linea con le aspettative che c’erano intorno a lui. Contro il Norwich si era fatto battere da Pukki con un tiro da posizione estremamente defilata, la palla aveva sbattuto sul suo braccio prima di continuare verso la rete come se Kepa fosse un fantasma; contro il Wolverhampton si era fatto passare tra le mani un colpo di testa di Saiss. Altre imperfezioni erano arrivate contro il Lilla, il Burnley, il Newcastle, l’Aston Villa. Col Valencia si era fatto battere da un tiro centrale, dopo un tentativo di parata difficile da capire.
Che un portiere considerato tra i più promettenti in Europa riuscisse a infilare una serie di interventi così mediocri aveva scatenato le critiche dei tifosi e le analisi degli esperti. Secondo molti il problema di Kepa tra i pali sarebbe tecnico. Nella preparazione alla parata lo spagnolo tende a portare le braccia dietro al corpo prima del tuffo. Se questo movimento lo aiuta nello slancio, gli richiederebbe qualche decimo di secondo in più per arrivare sul pallone con le mani. Ed effettivamente più di una volta Kepa ha subito gol, anche da lontano, nonostante fosse stato in grado di toccare il pallone, come se avesse fatto tutto giusto ma un pelo troppo tardi. Da dove partono le braccia del portiere spagnolo quando deve affrontare un tiro si vede bene nel replay da dietro la porta nel gol subito con contro il Manchester United.
Il colpo di testa di Pogba pur da posizione ravvicinata è molto centrale, eppure Kepa non riesce a respingerlo, ma solo a toccarlo con la mano prima che questo entri in rete. Un limite che si nota anche in altri gol in cui è difficile dare delle colpe a Kepa, ma dove non arriva a fare grandi parate proprio per questioni di millimetri.
Gli allenatori tendono a dare più tempo ai loro portieri per riprendersi da uno scadente periodo di forma. Raramente il titolare viene sostituito dopo un paio di brutte partite, come può capitare invece a un giocatore di movimento. Tuttavia le prestazioni di Kepa erano state così misere che a febbraio contro il Leicester Lampard lo aveva messo in panchina per far giocare il trentottenne Caballero. Quando lo speaker aveva annunciato la notizia allo stadio, alla lettura delle formazioni, i tifosi del Chelsea avevano esultato.
Non deve essere stata una scelta facile per Lampard, mettere in panchina un portiere costato 80 milioni di euro. Una scelta motivata da un giudizio complessivo sullo stato di forma dei suoi portieri: «Come per ogni giocatore in squadra, devo scegliere il titolare in base allo stato di forma. Da quello che vedo in allenamento, da quello che vedo fuori dal campo e soprattutto dalle prestazioni in campo». Caballero era stato titolare anche negli ottavi di finale di Champions League contro il Bayern Monaco, prima che la pandemia costringesse il calcio a fermarsi.
Al ritorno in campo, Kepa aveva ritrovato il suo posto tra i pali, ma poco era cambiato, tanto che Lampard per le due partite più importanti della stagione - all’ultima giornata contro il Wolverhampton per assicurarsi un posto in Champions League e nella finale di FA Cup - aveva deciso di schierare Caballero, rendendo evidente il desiderio di avere un nuovo portiere per la stagione successiva.
Anche le statistiche dimostrano quanto sia stata disgraziata la stagione di Kepa. La sua percentuale di parate in Premier League, 60,6%, è stata ben dieci punti sotto quella della scorsa stagione. Non è solo la peggiore della sua carriera, ma anche la peggiore della Premier League e tra le peggiori prendendo in considerazione i 5 maggiori campionati. Si può obiettare che non sia una statistica abbastanza accurata per dimostrare il valore di un portiere - influenzata inevitabilmente dalle prestazioni della difesa - ma anche andando più nel dettaglio le cose per Kepa non migliorano.
Prendendo in considerazione gli xG* - ovvero una tipologia di Expected Goals che si basa sulla valutazione dei soli tiri che finiscono nello specchio (qui potete approfondire) - Kepa ha subito 43 npg da 37 xG*, ovvero, senza considerare i rigori e autogol, almeno 6 gol in più di quelli che un portiere, mediamente, avrebbe concesso in quella circostanza. Il rapporto tra gli xG*, ovvero dei tiri nello specchio, e gol subiti è di 0,86, quando un portiere di alto livello dovrebbe stare oltre l’1. Numeri che spiegano abbastanza fedelmente come Kepa appunto non sia un portiere forte, ma anzi sia uno dei peggiori del campionato inglese.
Senza la fiducia non è facile
In estate il Chelsea ha provato a liberarsi di Kepa in tutti i modi. Le voci si sono rincorse fino a diventare sempre più inverosimili e disperate - da uno scambio con ter Stegen all’offerta di prestito alla Roma. Ma come ci si libera di un portiere costato 80 milioni, con ancora 5 anni di contratto a oltre 8 milioni di euro l’anno e che la scorsa stagione è stato - statisticamente - il peggiore del campionato? È impossibile.
E infatti il Chelsea si è trovato a dover tenere Kepa in squadra, cercando sul mercato un portiere non ugualmente costoso con cui potesse giocarsi il posto con lui. Ma ancora prima di arrivare a mettere le mani su Edouard Mendy, la stagione dello spagnolo ha preso una brutta piega. Se nella prima stagione con Lampard Kepa aveva mostrato dei problemi a bloccare i tiri, quest’anno gli errori sono diventati più pacchiani.
Al 53’ di Chelsea-Liverpool, seconda giornata di campionato, con i Blues in svantaggio di un gol e di un uomo, Tomori legge bene il passaggio di Mané per Firmino e lo anticipa. Con una finta di corpo lascia sfilare il pallone verso la propria porta e di piatto lo serve a Kepa. Il portiere spagnolo lo controlla con la suola e dopo un attimo di indecisione prova a servire Jorginho, dritto davanti a lui. Il suo passaggio viene però intercettato da Manè, che può facilmente appoggiare nella porta sguarnita. Nel silenzio dello stadio vuoto, al momento dell’errore di Kepa, si sente un no strozzato in gola, urlato da qualcuno sulla panchina del Chelsea.
Dopo la partita a Lampard è stato chiesto come fare a migliorare le prestazioni del suo portiere: «Dandogli fiducia perché un portiere fa affidamento sulla fiducia. Queste cose succedono» ha risposto. Due giorni dopo il Chelsea ha completato l’acquisto di Edouard Mendy dal Rennes per 24 milioni di euro, altri due giorni dopo ancora il titolare contro il West Bromwich Albion è stato Caballero. Si può pensare che l’arrivo del portiere francese sia stato pensato anche in parte per spronare Kepa, che magari attraverso la competizione riuscisse a trovare gli stimoli per dimostrare il proprio valore, ma finora non sembra aver funzionato.
Un po’ a sorpresa Kepa era tornato a difendere la porta del Chelsea nella partita contro il Southampton, ma le cose non erano andate meglio. Sul secondo dei tre gol subiti, il portiere spagnolo sembra fare di tutto pur di agevolare la rete di Adams, prima lisciando il (brutto) retropassaggio di Zouma e poi pasticciando sul recupero della posizione. «È un peccato, perché ha fatto anche delle belle parate» ha detto sconsolato il suo allenatore. Secondo WhoScored, il portiere spagnolo è responsabile del 21,4% (3 su 14) di questo tipo di errori nel campionato inglese, pur avendo giocato 3 delle 5 partite finora disputate.
Se nella scorsa stagione Kepa aveva messo in mostra diversi limiti nella capacità di difendere la porta, l’inizio di questa stagione sta evidenziando come siano subentrati anche dei problemi di fiducia più profondi di un semplice problema tecnico, che comunque rimane evidente. Tra i pali Kepa non sembra essere a suo agio, come se qualcosa non andasse in un senso più ampio. L’aspetto mentale è l’unico con cui provare a spiegare la natura dei suoi recenti errori. Durante la pausa per le Nazionali, Kepa ha però negato di avere un problema: «Mi sento bene, forte e fiducioso», ha insistito, «Forse non è la situazione che sognavo o speravo, ma tutti dobbiamo passare per momenti come questo. Sono fiducioso di poter cambiare le cose e sono disposto a lavorare sodo per farlo».
Nell’ultima partita del Chelsea, contro il Siviglia in Champions League, il titolare è stato Mendy, che in due partite con i Blues non ha ancora subito gol. Dopo l’incontro Lampard ha confermato che, al momento, il titolare è lui: «Ha mostrato le sue qualità» ha detto, rendendo implicito che invece Kepa non è stato in grado di farlo.
Parlando di come un portiere può ritrovare la confidenza perduta, Mark Schwarzer, ex-portiere passato anche per il Chelsea ha detto che «a volte è un senso di sollievo essere lasciato fuori dai titolari. Anche se per un portiere è più pesante rispetto ad altri ruoli». Per Kepa il primo passo sembra proprio questo, farsi da parte per un po’, ritrovare fiducia. Se poi sarà sufficiente a dimostrare di valere il titolo di “portiere più costoso” al mondo è difficile dirlo, ma, si sa, il tempo gli toglierà anche questo peso.