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Cosa può dare Kolo Muani alla Juventus
17 gen 2025
Il francese arriva a Torino dopo un'esperienza difficile al PSG.
(articolo)
6 min
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IMAGO / ANP
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Dopo una trattativa non facile, e qualche piccolo intoppo forse legato a diritti d’immagine e sponsor, Randal Kolo Muani alla fine è atterrato a Torino, pronto a vestire la maglia della Juventus. Il francese arriva in prestito per cinque mesi, senza obbligo di riscatto da parte dei bianconeri, che quindi eventualmente dovrebbero tornare a contrattare con il PSG in estate.

Evidentemente trovare una soluzione ai problemi offensivi della squadra di Thiago Motta era troppo urgente. La Juventus, infatti, crea troppe poche occasioni da gol (23.69 xG esclusi i rigori, secondo i dati di StatsBomb, meno di Atalanta, Inter, Milan e Lazio) e non segna abbastanza (32 reti, come Napoli e Fiorentina, contro le 34 della Lazio, le 44 dell’Atalanta e le 48 dell’Inter) per essere sicura di centrare la qualificazione alla prossima Champions League, che rimane il principale obiettivo stagionale. La domanda, ovviamente, è: Kolo Muani può rappresentare un rimedio?

Di Kolo Muani abbiamo parlato anche ieri in Che Giocatore È, il podcast dedicato ai nostri abbonati in cui raccontiamo le caratteristiche dei giocatori meno conosciuti appena arrivati in Serie A. Se non siete ancora abbonati potete farlo cliccando qui.

Dal punto di vista tecnico, il francese è essenzialmente un attaccante verticale, cioè uno che dà il meglio quando ha campo davanti da poter attaccare, sia con la palla che senza. Anche palla al piede, infatti, il ventiseienne nativo di Bondy (Île-de-France) è un pericolo da non sottovalutare, con un'attitudine al dribbling che va oltre alla semplice velocità in progressione. La scorsa stagione, Kolo Muani era uno dei giocatori del PSG a cui riuscivano più dribbling (1.42 per 90 minuti), dietro solo a dei fenomeni del fondamentale come Dembélé, Barcola e Mbappé, e al momento del ritorno in Francia, dopo la grande stagione 2022/23 vissuta con l’Eintracht Francoforte, era fra i maggiori dribblatori dei cinque principali campionati europei (in base ai dati forniti da L'Équipe).

Fisicamente strutturato (187 centimetri d’altezza per 77 chili di peso), Kolo Muani però è anche in grado di giocare spalle alla porta, con una naturale tendenza a svariare lungo tutto il fronte offensivo. Insomma sembra essere più associativo di Vlahović e in parte questo è confermato anche dai ben undici assist in Bundesliga realizzati nella sua stagione all'Eintracht Francoforte.

Oliver Glasner, suo allenatore dell'epoca, aveva riassunto bene le sue caratteristiche in un'intervista a L'Équipe al momento del trasferimento a Parigi per circa 90 milioni di euro. Secondo il tecnico tedesco, Kolo Muani era sì il numero 9 della squadra di Francoforte «ma godeva anche di molta libertà. Non potevo chiedergli di restare dentro l’area di rigore avversaria aspettando i palloni. Aveva bisogno di trovare spazi nella difesa avversaria». Da questo punto di vista, Kolo Muani a Francoforte sembrava beneficiare molto del supporto offensivo di Jesper Lindstrøm e Mario Götze, cosa che dovrebbe ricordarci che la buona riuscita di questa operazione passa inevitabilmente anche per gli eventuali miglioramenti offensivi della Juventus.

COSA PUO' DARE ALLA JUVENTUS

Al di là dell'evoluzione della squadra di Thiago Motta, comunque, Kolo Muani fornisce sicuramente caratteristiche nuove. Per una squadra che a volte sembra troppo ingessata e prevedibile, la sua tendenza a superare l'uomo potrebbe aiutare a sparigliare le carte. E contro sistemi difensivi orientati sull’uomo, che ostacolino quindi una costruzione ragionata dal basso, potrebbe dare una via più facile e diretta per risalire il campo in verticale.

L'importante, come detto, sarà non lasciarlo solo, condizione che d'altra parte continua spesso a far soffrire anche Dušan Vlahović. Rispetto al serbo, però, Kolo Muani è meno testardo nel perseguire le azioni personali e più mobile senza palla. Certo, è anche un giocatore meno fisico e che non può interpretare il ruolo come un pivot offensivo. «Non è un attaccante fisico come Olivier Giroud», ha detto sempre Glasner nella stessa intervista «Se lo lasci solo a battagliare, avrà più difficoltà a uscire vincitore dal duello».

Kolo Muani ha bisogno di campo per esprimere tutta la sua velocità, e questa non è del tutto una buona notizia per una squadra come la Juventus che di campo non ne ha mai molto, ma anche contro squadre che difendono con blocchi bassi non è certo inutile. Il francese sa infatti riempire bene l'area ed è un discreto colpitore di testa se riesce ad arrivare lanciato, in velocità, sulla palla.

Un vantaggio che sicuramente farà piacere a un allenatore eclettico come Thiago Motta è quello di poterlo impiegare anche esterno. Certo, non è la sua posizione ideale, ma nella fluidità di posizioni che l'allenatore italo-brasiliano ha in mente potrebbe essere comunque una risorsa.

Un’azione offensiva di Kolo Muani, impiegato da esterno d’attacco contro il Reims.

I LIMITI

Le maggiori perplessità legate all’arrivo in bianconero di Kolo Muani sono le stesse che lo accompagnarono nel passaggio dall’Eintracht al PSG e riguardano il tipo di sistema nel quale sarà chiamato a giocare.

A Torino, infatti, il francese rischia di ritrovarsi in un altro modello di gioco dall'impronta rigidamente posizionale, come quello (ancora più estremo a dire la verità) che Luis Enrique adotta a Parigi. Un sistema che tende ad allontanare i giocatori e che richiede centravanti autosufficienti, e che alla fine ha spinto il tecnico spagnolo a bocciare Kolo Muani, preferendo prima spostare Kylian Mbappé nella posizione di centravanti e poi, partito Mbappé per Madrid, utilizzare altri attaccanti, a volte persino adattati, come per esempio Ousmane Dembélé. In questo contesto, Kolo Muani stesso ha finito per occupare altre posizioni, ma senza mai recuperare una maglia da titolare.

Sarà interessante, allora, vedere come lo utilizzerà Thiago Motta, se cioè verrà impiegato in alternativa a Dušan Vlahović o in una delle tre posizioni alle sue spalle, sulla trequarti. In tutti e due i casi molto dipenderà anche dalle prestazioni dei suoi nuovi compagni di squadra - non solo Vlahović, ma anche Koopmeiners, che potrebbe essere spostato per far posto a Kolo Muani sulla trequarti. Al di là dei ruoli e delle posizioni, comunque, l'interrogativo più grande rimangono i principi che guidano la Juventus, una squadra fortemente orientata al controllo tramite il possesso e l’occupazione degli spazi che potrebbe rivelarsi poco congeniale alle caratteristiche del nuovo attaccante.

Non è detto però che Motta non si convinca definitivamente ad adottare un gioco più verticale (come quello visto a Bergamo contro l’Atalanta) in cui Kolo Muani potrebbe trovarsi più a suo agio. Certo, questo significherebbe accettare anche i rischi che ne deriverebbero, qualcosa a cui l'allenatore italo-brasiliano sembra allergico.

Si può comunque guardare il bicchiere mezzo pieno partendo dalle cose più semplici. Kolo Muani troverà uno spogliatoio dove si parla già molto francese, grazie ai compagni Pierre Kalulu e Khéphren Thuram, e soprattutto al suo nuovo allenatore, Thiago Motta, che a Parigi ha messo le fondamenta della sua carriera già quando era calciatore. D'altra parte, pare che sia stato proprio l’allenatore italo-brasiliano ad aver voluto Kolo Muani a Torino. E avere la fiducia del proprio allenatore dopo due stagioni difficili non può che essere un primo passo incoraggiante.

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