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Chi comprereste tra Koulibaly e de Ligt?
13 lug 2022
Il futuro dei due difensori sembra legato in maniera indissolubile.
(articolo)
19 min
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Lunedì il direttore sportivo del Bayern Monaco, Hasan Salihamidzic, si è presentato a Torino senza nascondere il reale motivo del suo viaggio: parlare con la Juventus di Matthijs de Ligt. La squadra bavarese è interessata al giovane centrale bianconero - e offre, a quanto si dice, una cifra intorno ai 70 milioni di euro - e la Juventus non sembra volerle di certo fare la guerra per trattenerlo, anzi. Da quello che sussurrano gli spifferi di calciomercato, il club degli Agnelli starebbe già guardandosi intorno per la sua sostituzione, per cui si è già fatto il nome di Kalidou Koulibaly. Sul centrale senegalese c’è però anche il Chelsea, che qualche settimana fa sembrava vicinissimo proprio a de Ligt, prima che quest’ultimo diventasse l’oggetto del desiderio del Bayern Monaco. Per qualche ragione, insomma, i due sembrano legati, o sembrano comunque far parte degli stessi discorsi: a loro pensano le squadre di alto livello che stanno cercando un centrale difensivo.

Koulibaly alla Juventus - dopo, tra gli altri, Higuain, Pjanic, Chiesa e Vlahovic - sarebbe l’ennesimo colpo di scena di un campionato che, come il Paese che lo ospita, ha istituzionalizzato il tradimento tanto quanto il matrimonio. L’Ultimo Uomo non è ancora una teocrazia e quindi ci asteniamo dall’aprire un dibattito sulla moralità delle scelte di coppia, ma l’intreccio di mercato che sta interessando de Ligt con Koulibaly, ovunque andranno, rimane interessante dal punto di vista calcistico.

De Ligt è arrivato alla Juventus nell’estate del 2019, dopo una stagione all’Ajax che lo aveva consacrato come il giovane talento difensivo più luminoso in circolazione, e in un momento in cui la parabola di Koulibaly a Napoli, dopo lo scudetto sfiorato con Sarri e la stagione deludente con Ancelotti, sembrava ormai esaurita. Da quel momento, però, il tempo sembra aver come rallentato e le cose si sono fatte più opache e confuse. Il percorso di crescita di de Ligt in Italia è stato infatti più tortuoso di quanto si potesse immaginare all’inizio, con grandi prestazioni alternate da cali di concentrazione inaspettati, mentre Koulibaly ha rinnovato la sua storia d’amore con Napoli, con stagioni via via più convincenti che lo hanno riportato nell’Olimpo difensivo del nostro campionato. Tre anni dopo l’arrivo del centrale olandese in Serie A, le traiettorie dei due giocatori si sono avvicinate anche prima dell’intreccio di mercato che li sta riguardando in questi ultimi giorni. Koulibaly e de Ligt, insieme a Skriniar, sono senza troppi dubbi i migliori centrali della Serie A, e viene quindi naturale confrontarli in questo momento. Il Chelsea ha fatto bene a virare da de Ligt a Koulibaly? La Juventus ci guadagnerebbe o ci perderebbe a sostituire il primo con il secondo? Proviamo a proporre due punti di vista.

Come si misura l’esperienza?

Dario Saltari

Partirei dall’età, che è evidentemente la differenza più lampante tra i due: Koulibaly ha appena compiuto 31 anni, de Ligt ne deve ancora compiere 23. Al di là di cosa significherebbe questo per le strategie sportive e finanziarie del Chelsea o della Juventus, mi sembra una differenza cruciale nel valutare un difensore. Troppo spesso ci dimentichiamo quanto difendere sia un’arte legata alla conoscenza del gioco, all’esperienza accumulata a forza di errori fatti e avversari annullati: questo è il motivo per cui molti difensori maturano molto avanti nella propria carriera e questa è anche la ragione per cui oggi Koulibaly è un difensore migliore di de Ligt. Il difensore senegalese è in controllo anche quando non sembra in controllo, sa come dosare le energie nell’arco della partita, quando spezzare la linea per uscire sull’uomo tra le linee e quando invece lasciare intatta la struttura difensiva. Non è un caso che questa sia anche la principale debolezza di de Ligt, un difensore fenomenale nell’uno contro uno ma che spesso va in tilt quando deve prendere decisioni complesse, che richiedono cioè un ragionamento non istintivo. I rendimenti dei due con Sarri, forse il tecnico italiano più moderno nell’applicazione dei principi difensivi della zona, mi sembra il metro per misurare la diversa profondità del loro talento attuale. Koulibaly, con il tecnico toscano, era arrivato al suo prime, mentre de Ligt è sembrato molto in difficoltà a difendere “da reparto”, causando problemi a cascata all’intera difesa con uscite fuori tempo. Siamo sicuri che sia pronto ad eccellere in una squadra come il Bayern Monaco che difende in avanti come un’orda di Gengis Khan?

Marco D’Ottavi

È indubbiamente vero che Koulibaly è un difensore più esperto, considerando l’esperienza proprio in termini filosofici, avendo avuto più tempo e modo di osservare la realtà, ma nella scelta di un calciatore l’esperienza si valuta in maniera differente. Innanzitutto de Ligt ha giocato più partite in Champions League (29 a 26) avendo quasi nove anni in meno. Non è un modo per vedere l’”esperienza” questo? Di solito si accusa la Juventus di guardare troppo in Serie A, di prendere giocatori che ti fanno vincere in Italia ma non in Europa. L’acquisto di de Ligt, con un esborso economico non indifferente, era anche un tentativo di rompere questa narrazione, di prendere un calciatore giovanissimo con la prospettiva “di vincere in Europa”.

Non voglio però negare il valore assoluto di Koulibaly, che quando chiamato a livello più alto ha risposto sempre giocato bene (ricordate la prestazione contro il PSG?). C’è però anche una questione di esperienze, più che esperienza: de Ligt ha una formazione giovanile unica, che lo ha portato a bruciare le tappe di quello che - di solito - è il percorso di un difensore forte. Le esperienze fatte finora con Ajax e Juventus ne stanno rendendo la formazione quanto più completa possibile (e si può dire che il passaggio al Bayern Monaco arricchirebbe ancora il suo bagaglio) ed è indubbio che presto pagheranno i loro frutti. Se la Juventus dovesse cambiare allenatore tra uno o due anni, Koulibaly saprebbe adattarsi facilmente a un nuovo sistema? Avrebbe in sé l’esperienza per diventare un difensore diverso a 33/34 anni? Sono domande ancora più valide se alla fine Koulibaly dovesse andare al Chelsea, una squadra che la scorsa estate ha speso più di 100 milioni per un attaccante che pensava fosse un prodotto finito e invece dopo una singola stagione non sa più cosa farci. Il punto è che spesso si finisce per valutare un acquisto per l’impatto immediato senza prendere in considerazione le conseguenze di lungo periodo, che sono molto più reali di quanto non ci immaginiamo oggi. Rimanendo sulla Juventus: è vero che sembra stia mettendo in piedi una specie di instant team per tornare a vincere, ma siamo sicuri che la sostituzione tra de Ligt e Koulibaly ti migliora così tanto oggi da non pensare ai prossimi anni? Sei anni fa i bianconeri hanno ceduto il loro miglior prospetto pensando di poterlo sostituire in qualche modo. Oggi, dopo sei anni, lo hanno ripreso senza mai averlo davvero sostituito.

Dario Saltari

A me sembra che proprio l’esperienza avuta con Pogba abbia convinto la Juventus ad andare con i piedi di piombo. E cosa c’è di più sicuro di sostituire de Ligt con Koulibaly? È vero che prendere un giocatore di 31 anni alle cifre di cui si parla non è propriamente un affare da un punto di vista finanziario - qualcosa che il Chelsea, al cambiare dei presidenti, continua a non voler capire - ma è da tempo che il club bianconero sembra più concentrato sul presente che sul futuro. E oggi Koulibaly, parlando esclusivamente di campo, mi sembra una scommessa molto più sicura di de Ligt, anche in Champions League, che poi rimane la vera ossessione della Juventus. A questo proposito, penso che l’esperienza non si misuri solo contando il numero di apparizioni nella massima competizione europea, ma soprattutto pesandole.

Per le squadre come la Juventus, il Chelsea o il Bayern Monaco, la Champions League si decide sui dettagli della fase ad eliminazione diretta, e nessun ruolo è valutato sui dettagli quanto quello del difensore centrale. Prendiamo, per esempio, l’ultima dolorosa eliminazione contro il Villarreal, una squadra difensivamente retta da un altro grande vecchio dato per finito diversi anni fa in Italia, e cioè Raul Albiol. Nella doppia sfida contro la squadra di Emery, de Ligt, anche con una certa dose di sfortuna, è riuscito a rientrare in quasi tutti i gol subiti dalla Juventus, che finirà i 180 minuti con il pesante risultato complessivo di 4-1. E se è effettivamente crudele inchiodare il centrale olandese agli ultimi due gol subiti allo Juventus Stadium, al ritorno - dove prima si perderà la marcatura di Pau Torres su un calcio d’angolo, ma su una traiettoria leggermente deviata che ne faciliterà lo smarcamento, e poi causerà il rigore finale con l’ennesimo fallo di mano (ci torneremo), ma a seguito di uno sfortunato scivolone sull’erba - diverso è il discorso per l’1-1 subito all’andata, che fermerà la squadra di Allegri sul pareggio. In quel caso, il gol del Villarreal nasce da una leggerezza di de Ligt, che con un bel po’ di pigrizia presume che il taglio in profondità di Dani Parejo verrà assorbito da Rabiot, facendosi attirare dalla palla e aprendo uno squarcio al centro della difesa bianconera. Ecco, questo è il tipo di letture complesse di cui parlavo prima, in cui un difensore come Koulibaly è quasi perfetto. Fare la storia con i se e con i ma ha i limiti che conosciamo, ma rimane il discorso generale che se un top club europeo vuole arrivare in fondo in Champions League non può permettersi di aspettare un difensore che deve ancora superare questi limiti.

Anche astraendoci dai singoli errori, comunque, non mi viene in mente un aspetto in cui de Ligt è davvero superiore a Koulibaly. Magari è la mia ammirazione che parla, ma ho l’impressione che soprattutto un allenatore come Allegri sia più contento di lavorare con difensori esperti che sanno già perfettamente cosa fare. E che loro, in risposta, fioriscano nel momento in cui la loro carriera dovrebbe essere al tramonto. Mi viene in mente quest’ultimo anno di Chiellini che, al netto della concentrazione sulla Nazionale e i diversi infortuni, si è confermato come uno dei migliori difensori della Serie A poche settimane prima di trasferirsi negli Stati Uniti, ma anche gli ultimi anni di carriera di Barzagli. Non è che per paradosso con Allegri Koulibaly alla Juventus può crescere più di de Ligt? L’allenatore livornese di certo è un unicum, ma proprio per la natura del ruolo di difensore credo che il discorso non cambi poi molto con due tecnici giovani e sperimentali come Nagelsmann e Tuchel, se pensiamo soprattutto a quanto quest’ultimo si sia trovato bene con un difensore esperto (anzi, si diceva a fine carriera) come Thiago Silva.


Punti di forza e di debolezza

Marco D’Ottavi

Mi piacerebbe darti ragione, pensare cioè che la Juventus possa vincere la Champions nei prossimi due anni, diciamo, con Koulibaly e Bonucci al centro della difesa. Ma non è così, perché la squadra non è abbastanza forte e, al massimo, lo è in potenza tra qualche anno con i giovani e con quello che farà sul mercato nelle prossime sessioni. Anche da questo punto di vista, gli errori di de Ligt, che ci sono stati, fanno parte di un percorso per arrivare al top (Koulibaly alla sua età passava dal Metz al Genk e magari li faceva anche lui). Un viatico quasi necessario per i difensori ma che per de Ligt è diventato l’unico modo per giudicarlo. In Italia ci piace massacrare i giovani e l’olandese è la versione professionista di questo spirito.

Tutti pronti a criticare ma nessuno che parla dei tre allenatori cambiati in tre anni, del fatto che per giocare con Bonucci è quasi sempre schierato dal lato della difesa meno adatto a lui, che la Juventus è stata un disastro come organizzazione difensiva e soprattutto abituata a difendere in modo molto diverso da quello che era abituato lui. Come se non bastassero gli aspetti tattici, de Ligt in questi tre anni si è trovato a dover passare dall’Ajax alla Juventus, ad affrontare la morte di Barry Hulshoff, il suo ex agente che lui ha definito «il mio migliore amico» e la pandemia, come se non bastasse.

Insomma non sono stati anni facili per de Ligt - quelli tra i 19 e i 22, anni delicati per chiunque - eppure in un contesto disfunzionale magari non è migliorato come i tifosi si aspettavano, ma è maturato molto e quest’anno è stato il miglior difensore della Juventus, sopperendo spesso ai cali di Bonucci e gli infortuni di Chiellini. È difficile mettersi a confronto con questi compagni - due difensori che da noi sono venerati come santi - ma la presunta subalternità nell’ultima stagione si è ribaltata e sarebbe interessante vedere quanto migliorerebbe de Ligt in una Juventus in cui è lui il leader (credo sia quello di cui abbia bisogno per fare un ulteriore salto). In questa stagione la Juventus ha difeso in maniera posizionale, ma de Ligt è andato meglio con Sarri e Pirlo, con due sistemi difensivi potenzialmente più adatti a lui. Questo perché in alcuni fondamentali “puri” della difesa è già oggi tra i migliori, al pari di Koulibaly (che per me quest’anno è stato tra i 3-4 migliori giocatori del campionato, ma che arriva da un paio di stagioni sottotono). Nell’uno contro uno, ad esempio, sono tutti e due fortissimi, ma de Ligt ha qualcosa quando viene puntato, una specie di irruenza naturale che quando riesce a controllarla lo rende tipo quei missili che inseguono il calore (almeno come sono fatti nei videogiochi). De Ligt non è elegante e pulito come Koulibaly, ma è così grosso e veloce che è difficile scappargli, girare intorno alle sue enormi cosce o evitare il contatto. Questo se può essere visto come un pro del senegalese, non lo è necessariamente. Koulibaly ogni tanto si specchia nel suo talento, è troppo “pulito”, se capite cosa intendo, è giustamente convinto dei suoi mezzi. De Ligt ha il problema opposto, una certa insicurezza che lo porta anche ad esagerare, a dover fare sempre il massimo (e poi magari ne parleremo meglio).

Però è il fondamentale in cui è più forte e vedendolo giocare si percepisce che deve ancora trovare la sintesi tra la forza del suo corpo e le possibilità di un difensore quando viene puntato. Io credo che in questo possa diventare forte come van Dijk e non si vende quel tipo di potenziale. Certo non è, oggi, più forte di Koulibaly in tante cose (se lo fosse neanche staremmo a scrivere questo pezzo), lo è nei duelli aerei probabilmente, è più adatto a giocare in sistemi più aggressivi. Siamo sicuri che in una squadra che difende in avanti, con la linea sempre a ridosso del centrocampo, anche oggi sia più adatto Koulibaly di de Ligt? Alla Juventus non veniva richiesto questo tipo di lavoro - e chissà se arriverà un allenatore di questo tipo anche dopo Allegri - ma è un discorso che ha ancora più senso fare se Koulibaly dovesse andare al Chelsea e de Ligt al Bayern Monaco. Quale tra queste due squadre ha fatto l’affare migliore anche considerando solo il campo? De Ligt è tante possibili versioni di un grande difensore grazie alle sue qualità difensive (e la versione migliore non l’abbiamo ancora vista), Koulibaly è Koulibaly, esattamente il difensore che vediamo oggi: un centrale 31enne, il migliore del Napoli, con poca esperienza internazionale e ancora meno vittorie di rilievo.

Dario Saltari

Torniamo al discorso iniziale: quanto conviene investire sul presente e quanto conviene investire sul futuro. Sono d’accordo che de Ligt ha margini di crescita spaventosi, e tra qualche anno potrebbe arrivare davvero all’élite dei migliori difensori europei, ma credo che ad alcuni club - la Juventus in primo luogo, ma anche al Chelsea, che continua a non fare ragionamenti finanziari di lungo periodo - interessino più una, due stagioni ad altissimo livello di un difensore, come Koulibaly, che al momento ha davvero pochi punti deboli. Sì, forse una certa svagatezza in alcune partite in cui per difendere sembra adagiarsi sul suo carisma e sulle sue letture difensive, sì, una brillantezza atletica che non è più quella di qualche anno fa, un sottile strato di ruggine che gli ha fatto perdere qualche frazione di secondo sui primi passi dello scatto (riuscirebbe ancora a riprendere Mbappé in allungo come in quella famosa scivolata in Champions League, ormai quattro anni fa?).

Anche in una stagione estremamente positiva come l’ultima, Koulibaly non è apparso perfetto nel primo e nell’ultimo gol subito che hanno segnato una delle sconfitte più dolorose dello scorso anno, il 2-3 incassato dalla Fiorentina che ha decretato la fine della sua corsa scudetto.

È vero quello che dici sul confronto tra i due, sull’eccessiva sicurezza di uno paragonata all’eccessiva insicurezza dell’altro. E questo detta anche i loro diversi stili: Koulibaly è quel tipo di difensore che è disposto a lasciarti un metro perché sa che può venire a riprenderselo in qualsiasi momento (magari in scivolata, probabilmente il fondamentale più spettacolare del suo repertorio); de Ligt, invece, è quel tipo di difensore che cerca di annullare l’avversario, farlo sparire dal campo impedendogli persino di ricevere il pallone. Per essere questo difensore, però, devi avere letture perfette e una reattività muscolare di primo livello, e de Ligt al momento non ha nessuna delle due cose.

Rimanendo solo sulla Juventus, Koulibaly è forse l’unico difensore in Serie A che non farebbe sentire la mancanza di Chiellini, il cui vuoto non va sottovalutato in vista della prossima stagione, che sarebbe in grado di compensare gli squilibri sempre più frequenti creati dalla legnosità negli uno contro uno di Bonucci, e che ti aggiungerebbe anche quel pizzico di creatività e sensibilità tecnica in più che in fase di uscita della palla la Juventus - una squadra che si affida quasi totalmente alla qualità dei singoli e che non ha meccanismi così sofisticati per far risalire il possesso - avrebbe bisogno disperatamente.

L’ingresso di Koulibaly, accanto all’uscita di Chiellini e de Ligt, faciliterebbe inoltre il passaggio della Juventus al 4-2-3-1 / 4-3-3 che, al netto di nuovi acquisti al momento non prevedibili, sembra il modulo più adatto per incastrare i nuovi arrivati con la rosa già esistente. Nel 3-5-2 dell’anno scorso, infatti, sarebbe difficile trovare una collocazione per Di Maria, che non sembra avere più il passo per fare l’esterno a tutta fascia e non è mai sembrato particolarmente adatto per fare la seconda punta, e quindi, a meno che non lo si voglia reinventare mezzala come fece per un periodo al Real Madrid, il passaggio a un modulo a tre giocatori offensivi sembra necessario. Sul perché ne potrebbero beneficiare anche Pogba e Chiesa, tra gli altri, rimando a questo pezzo, quello che mi interessa sottolineare qui è che, a meno che non ci sia una miracolosa rinascita di Rugani o un’affermazione immediata di Gatti, sarebbe difficile a questo punto tenere la difesa a tre, magari con un 3-4-3 (l’unico modo sarebbe riadattare nuovamente Danilo in quella posizione, che comunque la scorsa stagione ha ricoperto egregiamente). Se Allegri dovesse quindi tornare alla difesa a quattro per questi motivi, a quel punto Koulibaly sarebbe più pronto di de Ligt anche tatticamente, permettendo alla Juventus di affrontare questa transizione in maniera più sicura.

E poi, scusami la franchezza, ma in qualsiasi caso preferisco avere un difensore che non concede un paio di rigori a stagione per un fallo di mano.


Quindi?

Marco D’Ottavi

L’aspetto di incastro tattico è effettivamente vero - Koulibaly è un difensore da difesa a quattro a sinistra, mentre de Ligt si adatta in quella posizione e si dovrà adattare l’anno prossimo dovesse restare - ma conferma il fatto che è la Juventus a non aver aiutato l’olandese piuttosto che il contrario. A Torino hanno speso 80 milioni per il difensore del futuro e poi gli hanno riempito la strada di trappole (tanto che anche lui una volta ha detto che quello con cui si è trovato meglio in coppia è stato Rugani) (Rugani!!!). Forse alla fine non è tanto chi è più forte tra i due, ma cosa voglia dire un'eventuale cessione dell’uno per comprare l’altro (perché è poi questo il motivo per cui li stiamo confrontando) su come i bianconeri stanno gestendo le loro risorse tecniche e finanziarie negli ultimi anni.

Koulibaly quindi come fit perfetto nella Juventus per tanti motivi - sorvolando sull’aspetto emotivo del suo essere stato l’alfiere più puro della rivalità con il Napoli - e sono d’accordo che è anche un difensore più a suo agio nella fase di costruzione dal basso, dove invece de Ligt, nonostante i trascorsi all’Ajax anche come centrocampista, non è particolarmente brillante, però rimane la soluzione più a breve termine, quella sicura, da chi non vuole rischiare niente. La Juventus ha rischiato proprio con de Ligt e tornare sui propri passi non è mai il massimo se vuoi essere al top in questo ambiente. E forse non è un caso, in questo senso, che adesso ci stia puntando il Bayern Monaco, una società che è quasi sempre lungimirante quando prende i giovani.

Per quanto riguarda i falli di mano: proprio perché - faticosamente - la Serie A sta facendo tornare i regolamenti sui rigori più vicini alla normalità che a una barzelletta, la Juventus dovrebbe approfittarne. De Ligt era troppo grosso, troppo veloce, troppo presente per difendere in un’area di rigore dove ogni cosa che facevi poteva essere punita peggio dell’evasione fiscale, ma una volta ammorbidite le regole per non avere duemila rigori l’anno, la sua presenza mastodontica tornerà ad essere un fattore positivo. Se dovesse passare in un campionato dove in area non viene fischiata qualsiasi cosa, come la Bundesliga o la Premier League, ce ne accorgeremo subito.

Dario Saltari

Adesso addirittura tirare in ballo l’evasione fiscale mi sembra troppo, rimaniamo sulle cose che possiamo risolvere attraverso il dibattito. Per esempio: sono d’accordo con te che Koulibaly è una scorciatoia - una scorciatoia ombreggiata da alberi rigogliosi e profumata da mille fiori colorati - ma pur sempre una scorciatoia. E che, nel modo responsabile di vedere il calcio, l’élite del calcio europeo si guadagna anche con affari intelligenti, cioè strade magari più impervie all’inizio, ma che portano più lontano. Ma questo è un discorso che ad alcuni club semplicemente non interessa e, senza dover tirare in ballo di nuovo la Juventus - che con l’avvento di Cherubini e Arrivabene non mi sembra aver cambiato troppo le proprie strategie di mercato rispetto al passato -, e guardando solo ai risultati sportivi Chelsea - che continua a gestire il suo patrimonio con la stessa leggerezza che avrei io a Football Manager - forse hanno ragione loro. Comunque, arrivati a questo punto della discussione, non mi sembri più tanto convinto come eri all’inizio.

Marco D’Ottavi

Io sono ancora convinto delle potenzialità di de Ligt, che lo porteranno a essere il miglior difensore al mondo nel giro di 2 o 3 anni. Nonostante straveda - come penso tutti - per Koulibaly ci penserei due volte prima di preferirlo all'olandese. Al Chelsea invece sembrano più convinti da quello che gli può dare al momento il difensore del Napoli, forse anche per i costi più contenuti. E, alla fine, è il mercato a rispondere a queste domande con le sue scelte.




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